In casa non erano mai state poste limitazioni e da sempre si girava nudi in maniera molto naturale, si stava in bagno insieme, si faceva la doccia anche tutti e tre (io, mio padre e mia madre) e, insomma, non c’erano veli di sorta. Da piccina, mi incuriosivano molto certe parti del corpo, in particolare quelle pelose del basso ventre, mamma con una strana fessura che anche io avevo (ma senza peli) e papà con quella strana appendice che pendeva tra le gambe e di cui mi chiedevo spesso la funzione. Certe volte, a letto, li vedevo giocare con quelle parti: particolarmente mamma si divertiva a carezzare l’appendice di papà, la baciava, la succhiava; qualche volta papà la infilava nella fessura di mamma e li sentivo gemere: temevo che stessero male, ma mi rassicuravano loro stessi. Cresciuta negli anni, non persi l’abitudine di girare liberamente per casa, anche se loro si fecero un po’ più attenti, mi sistemarono la stanzetta personale e spesso si chiudevano in camera; ma io da tempo ormai avevo imparato ad appoggiare l’occhio alla serratura e a guardarli mentre si agitavano sul letto in pose strane. Intanto, anche a me una leggera peluria cominciava a coprire il pube.