Il sacrificio della professoressa Francesca | Racconto tradimenti di Francesca E.

-Ma cosa sta succedendo qui? – questo era il pensiero che aveva attraversato, per un momento, la testa della giovane e sexy professoressa mentre stava camminando per il corridoio della sua scuola una volta che aveva terminato il suo “sportello pomeridiano” (che come sempre era stato disertato) dopoché un tonfo, che sulle prime non era stata in grado di identificare, l’aveva spaventata e poi incuriosita.

La banda del bosco ( il finale ) | Racconto gay di Unicornoazzurro77

Mi adagiai sull attrezzo ginnico da palestra, il cosiddetto cavallo. Avvertii il freddo del cuoio sulla pelle che si dissipò velocemente col calore del mio corpo. Intanto, lo zio spiegava ulteriori particolari del gioco: – Il proprietario del culo che riceverà più cazzi scoperà con lamico del proprietario della villa. Un tipo moolto particolare! – e qui tutti risero allegramente. Chissà perché mi chiesi.

Il sacrificio della professoressa Francesca | Racconto tradimenti di Francesca E.

-Ma cosa sta succedendo qui? – questo era il pensiero che aveva attraversato, per un momento, la testa della giovane e sexy professoressa mentre stava camminando per il corridoio della sua scuola una volta che aveva terminato il suo “sportello pomeridiano” (che come sempre era stato disertato) dopoché un tonfo, che sulle prime non era stata in grado di identificare, l’aveva spaventata e poi incuriosita.

Jessica ed Helen tra torture e sesso | Racconto sadomaso di Amoledonne

Grido: maledizione, Helen! Ci hai fatto scoprire per la tua dannata voglia di sesso! ci stavamo infiltrando nella loro organizzazione, potevamo scoprire i nomi dei loro capi, e tu, per fare la femmina sexy con quel George, che conoscevi da pochi giorni, gli dici, a letto, di essere un agente dei servizi segreti, depositaria di files riservati! Helen mi guarda terrorizzata! siamo nude, legate a due croci a X nella camera di tortura dei delinquenti!! Helen mi sussurra con voce tremante: hai ragione, Jessica, sono stata una stronza incosciente, ma …. e ora? che succederà? La guardo, lavora con me da alcuni mesi: ha 24 anni, è una gran troia, molto sexy: corpo spettacoloso, tette dure, capezzoli grossi,culo sodo e alto, capelli neri e lunghi, occhi azzurri, bocca da porca che fa subito pensare ai pompini, e fica allargata dalle scopate… credo sia stata promossa al rango di agente scopando con tutti i nostri superiori.. Helen ripete tremando: e ora che succederà? Cerco di riprendere il mio self control e le dò una previsione edulcorata per non terrorizzarla ancora di più: ora vorranno sapere molte

La sauna | Racconto voyeur di lupus42

….era da un po’ di giorni che volevo prendermi un po’ di riposo e rilassarmi come si deve in una spa, cosi approfitto di un periodo di calma in ufficio per regalarmi due giorni di relax. Mi hanno consigliato questa spa sita all’interno di un ottimo hotel 5 stelle della zona, così mi inoltro per le varie stanze per farmi coccolare da mani sapienti e da trattamenti rigeneranti. A metà percorso dopo una serie di massaggi con oli essenziali mi consigliano di fare una sauna in modo tale da liberarmi di un po’ di tossine e riposarmi prima di passare ai trattamenti successivi. Non ho mai amato particolarmente le saune anche perché di solito sono luoghi molto piccoli dove a stento ci possono stare tre o quattro persone e il pensiero di sentire l’odore del sudore di qualcuno poco piacevole non mi attrae. Con mia grande sorpresa e diciamolo con sommo piacere in realtà si tratta di un bagno turco. La stanza è molto grande con piastrelle azzurre che ricoprono sia il pavimento che le pareti, il soffitto è parecchio alto ed al centro della stanza ce una modesta piscina fumante dove potersi immergere, cosi mi stendo su di un gradino mettendo sotto la testa uno degli asciugamani che mi sono portato dietro, e lasciando l’accappatoio appeso alla parete mi copro con un piccolo asciugamano bianco di soffice spugna, sono solo nella stanza anche perché essendo metà mattinata di un giorno feriale il centro è poco frequentato, chiudo gli occhi e mi rilasso cercando di non pensare a niente e nessuno lasciandomi cullare dal calore che proviene dalla piscina e dai vapori che la stessa emana.

Tamara e la punizione. Capitolo diciannovesimo. | Racconto sadomaso di emiliosex

Qualche sera prima avevamo davvero esagerato. Avevo condotto mia moglie Tamara in unarea di sosta dove 12 camionisti lavevano scopata per bene. Inaspettatamente lavevano scambiata per una prostituta ed io stando al gioco, avevo fatto la parte del protettore, facendola pagare per le sue prestazioni. Ogni volta che ripensavo a quella situazione mi eccitavo, ma allo stesso momento sentivo la voglia di scaricare la tensione che avevo accumulato. Qualche giorno prima era arrivata la frusta acquistata per corrispondenza. Una da allenamento di cavalli, come quelle che si vedono nei circhi, con una corda lunga oltre un metro. A cena le parlai e le preannuncia che quella notte dovevamo “giocare”, facendole intravedere il nuovo giocattolo. Ormai era abituata alle pratiche di sottomissione, a lei piaceva molto, specialmente quando aveva esagerato in atteggiamenti da troia. Penso che anche per lei, subire il dolore, rappresentasse una valvola di sfogo. Si era fatta scopare in mezzo ai TIR da tedeschi, italiani e perfino da due uomini di colore. Aveva preso cazzi per tre ore di fila, in tutti i posti e si era intascata anche i 520 euro. Entrammo nella stanza da letto e le chiesi di denudarsi. Obbedì, togliendosi tutto«Non mi piaci così , indossa le autoreggenti a rete» comandai. Aprì il cassetto del comodino e da una confezione nuova, uscirono delle calze che indossò subito. «Appoggiati al muro» e lei subito obbedì. Tacco 12, calze a rete autoreggenti nere, pelle bianca, capelli biondi. Era ferma che attendeva il primo colpo, impaziente. Pensava che cominciassi piano. Mi pongo alla sua sinistra “FSHHH” un colpo di frusta violentissimo sulle sue natiche. Lei “AAAHHH” e si sposta .«Ferma cagna, al tuo posto». “FSHHH” altro colpo violentissimo sempre sulle natiche, lei alza un ginocchio per il forte dolore. Non le do il tempo, “FSHHH” terzo colpo sulle natiche , “AAAHHHH”. Qualche secondo, miro alle spalle, “FSHHH” , lei grida di dolore, in continuazione a raffica uno dopo laltro, “FSHH , FSHH, FSHH, FSHH, FSHH” , si butta a terra per il forte dolore, ma non mi fa segno di fermarmi, la colpisco senza pietà nelle natiche mentre striscia a terra “FSHH, FSHH, FSHH, FSHH, FSHH” .«Girati troia» esclamo, lei obbedisce divento pazzo e la colpisco ovunque nelle gambe “FSHH, FSHH,” nella pancia “FSHH, FSHH,” nei seni “FSHH” nelle braccia “FSHH” nei fianchi “FSHH” avevo il sangue agli occhi, ma ad una certo punto noto che mi fa segno di fermarmi. Obbedisco, ma era tardi, era piena di lividi, nelle spalle da uno trasbordava sangue. Dolorante si rialzò,«colpiscimi, ma non con la frusta, con la tua cinghia» mi disse. Lei era abituata alla mia cinghia, la presi la feci distendere sul letto e la sottoposi a dieci cinghiate potentissime sulle sue natiche. Mi fece segno di fermarmi, le erano spuntate le lacrime ma era sazia. Qualche minuto e per il forte dolore mi chiese di cospargerle una crema. Una sorta di emolliente antidolorifico che usavamo dopo il trattamento. Già si sentiva meglio, approfitto per massaggiarle il culetto. Estraggo il lubrificante siliconico, il “fistan”. Prima un dito, poi due, tre, quattro, spingo il pollice allinterno, il culetto e ben allargato, spingo, spingo ancora. Carico “fistan” a non finire, è inondata da quella sorta di grasso scivolosissimo, ormai la mano entra tutta, la metto a pecorina e tocco il suo interno, sono dentro fino al braccio. Lei cerca il godimento in una morsa di piacere e dolore. Stringo la mano a pugno e spingo nel suo ano senza pietà. La ritraggo e scopro la sua puzza, la sua merda appiccicata, senza farmi problema la sfondo nuovamente, con laltra mano provo a penetrarle la figa, ma entrano solo le dita. Carico “fistan” a non finire ed adesso entro, la troia è a pecorina e ha due mani infilate nei due buchi fino al braccio. La scasso senza pietà. In quel momento ero davvero soddisfatto per il trattamento che le facevo e che ritenevo meritasse. Adesso è di fianco e le mani continuano a penetrarla. Mi avvicino con il cazzo e la penetro. Adesso siamo a tre: una mano ed un cazzo nel culo, laltra mano in figa. Purtroppo solo dopo poche spinte vengo, ma continuo fino a che il cazzo si distende. Estraggo le mani, una e puzzolente, lei ha uno stimolo e scappa in bagno… io vado nellaltro a pulirmi, a togliermi quel puzzo… Riesco a ritornare in camera prima di lei, pensai di usare lo strapon. Lo imbrago ai fianchi, un mostro lungo trenta centimetri diametro 7. Una cosa che qualunque donna o uomo si trovasse ad assaggiarla, camminerebbe come uno storpio per 7 giorni. Prendo anche laltro dildo quello di 25 centimetri diametro 5 e lo appoggio sul letto. Lei rientra in camera,«ancora?» domanda.«Io sono stanca, ora basta» continua.«Stai zitta». La faccio mettere a pecorina e le scasso la figa, con il pezzo da 30. A poco a poco ne inserisco, almeno, tre quarti, con quella ventina di centimetri dentro, belli abbondanti, spingo come un forsennato e la sento gridare di dolore. Afferro laltro pene di plastica, e senza lubrificarle il culo, provo a penetrarlo. Ormai ha perso la lubrificazione, il dildo stenta ad entrare. Lo bagno appena con la saliva e spingo senza pietà. Non scivola, ma spingo lo stesso. Lei è tutta un dolore, soffre come una cagna ed io continuo fino a schiaffarle tutti i venti centimetri dentro al culo. Con laltro dildo che uso come strapon, le penetro la figa, ma adesso non posso andare oltre i 10-15 centimetri, perché quellarnese nel culo le procura dolori atroci. Vado avanti ed indietro in una doppia penetrazione dolorosissima per lei, adesso non gode più, però vive con desiderio, quella esperienza di dolore, Stacco il dildo dai miei fianchi e lo lascio piantato in figa . Laltro è nel culo, li spingo, entrambi, con le mani per sfondarla totalmente, sono allinterno, belli conficcati, afferro la frusta e la colpisco nuovamente come una cagna, per una ventina di volte. Lei muore di dolore, si toglie i dildo rovina a terra, continuo a colpirla ovunque, senza alcuna pietà, fino a portarla allo sfinimento. Ora mi sentivo meglio, mi ero sfogato, a causa della sua troiaggine, aveva avuto la meritata punizione. Il tempo di riporre quegli attrezzi e mi metto a letto, lei resta, dolorante, a terra. Il mattino seguente al risveglio lei era nuda, accanto a me, piena di lividi in tutto il corpo. La svegliai e mi alzai per preparare la colazione. Mi raggiunse in cucina ed era piena di dolori, camminava a stenti.«Mi fa male tutto, ho dolore in mezzo alle gambe, ho dolori nel sedere» mi disse.«Non è niente, ora ti riposi un paio di giorni e passa tutto» risposi. In realtà si riprese dopo una settimana, cominciavano a scomparire i segni della frusta, si riprendeva bene. Per alcuni mesi evitai di praticare esperienza sadomaso, anche se a chiederlo era lei. Non volevo più rischiare di perdere la testa, perché, purtroppo, quando iniziavo non mi fermavo più e poteva diventare pericoloso. Tuttavia praticammo sesso soddisfacente per entrambi, spesso, con lausilio dei nostri cari strapon, che non perdevo occasione di conficcare dentro di lei, per allargarla come si deve….. altre volte la concedei a sconosciuti, incontrati in giro, durante i nostri weekend. Ormai si era abituata e si faceva scopare ovunque, nei parcheggi, nei boschi, nei servizi pubblici, dentro i centri commerciali, anche sotto ad un albero in città. In piedi, a pecorina, sbattuta in un muro, in auto, nel divano, si scopò decine di uomini, di ogni razza. Una vera troia….. ma avevo bisogno di spingerla oltre…….

Jessica ed Helen tra torture e sesso | Racconto sadomaso di Amoledonne

Grido: maledizione, Helen! Ci hai fatto scoprire per la tua dannata voglia di sesso! ci stavamo infiltrando nella loro organizzazione, potevamo scoprire i nomi dei loro capi, e tu, per fare la femmina sexy con quel George, che conoscevi da pochi giorni, gli dici, a letto, di essere un agente dei servizi segreti, depositaria di files riservati! Helen mi guarda terrorizzata! siamo nude, legate a due croci a X nella camera di tortura dei delinquenti!! Helen mi sussurra con voce tremante: hai ragione, Jessica, sono stata una stronza incosciente, ma …. e ora? che succederà? La guardo, lavora con me da alcuni mesi: ha 24 anni, è una gran troia, molto sexy: corpo spettacoloso, tette dure, capezzoli grossi,culo sodo e alto, capelli neri e lunghi, occhi azzurri, bocca da porca che fa subito pensare ai pompini, e fica allargata dalle scopate… credo sia stata promossa al rango di agente scopando con tutti i nostri superiori.. Helen ripete tremando: e ora che succederà? Cerco di riprendere il mio self control e le dò una previsione edulcorata per non terrorizzarla ancora di più: ora vorranno sapere molte

Marika W. Hostess di terra. Aeroporto di Linate, sequestro di persona. | Racconto etero di Tibet

Premessa: Io uso ER anche come archivio dei miei racconti e mi sono accorto che manca un racconto scritto molto tempo fa e facente parte di una serie dedicata a una donna immaginata, talmente libera nel sesso da essere aliena al nostro modo di vivere e allora la ripropongo ora… i due racconti che precedono questo li trovate su Er (se vi interessa), basta cercare Marika…

Carlotta la culona | Racconto tradimenti di Dillinger

Era seduta al tavolino del ristorante, all’aperto, in compagnia di quello che sembrava essere un suo nuovo fidanzato. Me la stavo divorando con gli occhi…quanto era figa….portava un abitino azzurro cortissimo con spacchi davanti e dietro, l’avevo vista quando era arrivata ed aveva catturato gli sguardi di tutti passando tra i tavoli. La cosa più sensazionale in Carlotta non era il viso da puttanella innocente, non erano i capelli lunghi e ricci e nemmeno le tette, pur incantevoli ed abbondanti. La cosa più incredibile era il culo. Era grande, sodo, impressionante……addirittura parlante…..mai visto niente del genere. Per di più continuava con due cosce incredibili, un vero simulacro di femminilità, talmente abbondanti e sode che sembrava impossibile potessero appartenere ad una ragazza di 24 anni.

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