Una settimana di follia con la vecchia mamma | Racconto incesti di fantasy incest

Alessandra aveva progettato da tempo quel viaggio con il marito e i figli in Grecia, e quando a pochi giorni dalla partenza l’anziana madre che viveva con lei ebbe un malore, credette che sarebbe andato tutto a monte. Fu salvata dal fratello Carlo, che disse “non preoccuparti, mia moglie e mio figlio sono già andati nella nostra casa al mare, io non posso raggiungerli per ora perché ho ancora del lavoro da sbrigare, quindi sono solo in casa. Per questo parti pure tranquilla, questi giorni starò io con mamma”. Alessandra si sentì sollevata e partì tranquilla e Carlo si trasferì in casa della sorella. La sera cenò con l’anziana madre di 70 anni, pensò lui a sparecchiare e mettere tutto in cucina dove il giorno successivo avrebbe pensato la domestica a pulire, e si mise a guardare la TV. Prima di andarsene a letto, andò nella stanza della madre per darle la buonanotte e chiedere se le servisse qualcosa. Lei era sulla poltroncina accanto al suo letto a guardare anche lei la TV, e tranquillizzò il figlio “non preoccuparti non ho bisogno di niente, è tua sorella che esagera. Sto bene e potevo stare anche da sola questi giorni, mi dispiace che tu ti sia dovuto sacrificare”

Finalmente sono cornuto e contento. | Racconto tradimenti di Pennabianca.

Mi chiamo Luigi, ho cinquantotto anni e sono sposato che Livia che ne ha undici meno di me. Sono alto uno e settanta, in sovrappeso e ho un bel principio di calvizie. Non sono certo un adone, ma ho una certa simpatia, sono dolce e affettuoso, non troppo dotato sessualmente. Accontento quasi sempre mia moglie facendola godere prima con mani e bocca, poi con una penetrazione che la porta ad un ennesimo piacere solo quando sta sopra di me. Livia è una bella donna nel fiore degli anni. Alta uno e ottanta, mora, seno tondo e florido una quarta piena che sfida la legge di gravità, ventre piatto, non ha mai partorito, io sono sterile, culo tondo e sodo che sormonta delle gambe lunghe e ben tornite, bocca ampia e labbra carnose molto sensuali. Quando ci siamo conosciuti lei veniva da una brutta storia con tizio manesco e violento e l’ha fatta innamorare la mia dolcezza e la serenità che le ho trasmesso. A letto è un vero portento. Brava con la bocca, fa delle pompe fantastiche, scopa con molta passione e lo prende in culo con estrema disinvoltura. Ama vestire bene, con eleganza e ama anche essere molto sexy, indossare le autoreggenti e i tacchi vertiginosi, tutte cose che il precedente compagno le imponeva con la forza e che lei adesso fa per me per puro piacere. Lavora come impiegata alle Poste e ha sempre mezza giornata libera. Io invece lavoro presso una ditta di contabilità aziendale.

Finalmente sono cornuto e contento. | Racconto tradimenti di Pennabianca.

Mi chiamo Luigi, ho cinquantotto anni e sono sposato che Livia che ne ha undici meno di me. Sono alto uno e settanta, in sovrappeso e ho un bel principio di calvizie. Non sono certo un adone, ma ho una certa simpatia, sono dolce e affettuoso, non troppo dotato sessualmente. Accontento quasi sempre mia moglie facendola godere prima con mani e bocca, poi con una penetrazione che la porta ad un ennesimo piacere solo quando sta sopra di me. Livia è una bella donna nel fiore degli anni. Alta uno e ottanta, mora, seno tondo e florido una quarta piena che sfida la legge di gravità, ventre piatto, non ha mai partorito, io sono sterile, culo tondo e sodo che sormonta delle gambe lunghe e ben tornite, bocca ampia e labbra carnose molto sensuali. Quando ci siamo conosciuti lei veniva da una brutta storia con tizio manesco e violento e l’ha fatta innamorare la mia dolcezza e la serenità che le ho trasmesso. A letto è un vero portento. Brava con la bocca, fa delle pompe fantastiche, scopa con molta passione e lo prende in culo con estrema disinvoltura. Ama vestire bene, con eleganza e ama anche essere molto sexy, indossare le autoreggenti e i tacchi vertiginosi, tutte cose che il precedente compagno le imponeva con la forza e che lei adesso fa per me per puro piacere. Lavora come impiegata alle Poste e ha sempre mezza giornata libera. Io invece lavoro presso una ditta di contabilità aziendale.

Ho fatto la troia con mio nipote | Racconto incesti di Sabrinaziatroia

Io sono Sabrina, vivo a Catania ma sono originaria della provincia di Palermo. Da quasi un anno vivo praticamente da sola in quanto mia figlia lavora a Milano e mio marito da più di un anno si trova allestero per conto dellimpresa per cui lavora. Viene ogni 3 mesi per una settimana. Come ogni mese di agosto anche questanno abbiamo trascorso 2 settimane al paese natio ospiti di mia sorella e mio cognato. Una sera, mentre cenevamo, arrivò, tutto incavolato, Roberto con la moglie. Roberto, in famiglia Robertino, è il figlio di mia sorella, nonché mio nipote. Anzi, il primo nipotino in famiglia a cui sono affezionato e lui a me. Portò la notizia che lazienda finanziaria per cui lavorava laveva distaccato per 6 mesi in un grosso centro vicino Catania a partire dal primo settembre. Oltre ai tanti disagi si pose il problema dellalloggio non potendo viaggiare giornalmente a causa della distanza. Mi venne spontaneo dire, anche per calmarlo e tranquillizzarlo, che questo non sarebbe stato un problema in quanto quel centro era ad appena mezzoretta da casa mia. Nonostante lestrema confidenza disse che per me sarebbe stato un peso e che non voleva disturbare. Insistetti. Anche mio marito, dicendo che almeno, considerata la sua assenza, mi avrebbe fatto compagnia. Non nascondo che ebbi dei ripensamenti in quanto avevo le mie abitudini e tenevo molto alla mia privacy. Fortunatamente non fu così in quanto ci organizzammo nel migliore dei modi: la mattina, dopo il caffé, lui usciva per raggiungere il suo ufficio ed io, qualche minuto dopo, per raggiungere il mio. Io solitamente finisco alle ore 14 tranne il martedì e il giovedì che finisco alle ore 17 avendo il rientro obbligatorio in ufficio e poi il tempo che perdevo approfittando per fermarmi al supermarket. Lui sempre tutto il giorno fuori, rincasando alle 18-18,30- Per pranzo ci arrangiavamo; pure io quando ero da sola, poi la sera un bel piatto di pasta, per entrambi irrinunciabile, e dopo quello che capitava. Anche lui, sovente, rientrava con della spesa. Non cambiai affatto le mie abitudini e come sempre, essendo ancora nella stagione calda, stavo a casa con gonne corte e comode e con magliettine leggere senza reggiseno. A volte, quando mi alzavo la mattina o prima di andare a letto la sera, una vestaglietta leggera e semitrasparente. Lui in bermuda e maglietta. Fra laltro si può dire che avevamo le stesse abitudini: doccia la mattina e quando rientravamo la sera o prima di andare a letto, io, quando rientravo a casa alle 14- Il tutto senza intralciarci minimamente in quanto io usavo il bagno in camera e lui quello principale con il box sulla vasca da bagno. Tutto tranquillo le prime due settimane. Il lunedì sera della terza, guardando un film in tv, commentando una scena damore, non so cosa successe: io mi sentivo guardata e imbacciata, lui imbarazzato e mortificato. Roberto è un bel ragazzo di 30 anni, snello, muscoloso, fisico atletico e molto attraente; è sposato da 2 anni con una bella ragazza e non ha figli. Io sono una donna di 54 anni e devo dire che, nonostante la mia età, mi difendo bene mantenendomi ancora soda e attraente. Insomma, sono ancora una bella mora corteggiata, sia in ufficio che fuori e, nonostante i miei ultimi lunghi digiuni sessuali, non mi sono mai concessa a nessuno. Insomma, non avevo mai tradito mio marito. Per tanti motivi: primo perché lamo e poi perché, ne sono convinta, il primo a dirti puttana è proprio quello col quale fai le corna a tuo marito. Il sesso con mio marito? Soddisfacente. Ma tutto entro certi limiti. Si, è vero, mi fa godere più volte ma non abbiamo mai parlato di rapporti anali e, pur sentendo spesso parlare di pompini con ingoio, essendo a volte magari curiosa, non lha mai preteso. Usa molto le mie tette e ci sollazziamo in tumultuosi 69. Durante le sue assenze? E da allora che ho scoperto questo sito e quasi ogni sera mi masturbo furiosamente. Latmosfera era strana e poi quella mio dire, giovedì sera, mentre eravamo vicini sul divanetto a guardare la tv in seconda serata, non ci voleva proprio. Senti la lontananza della tua mogliettina? Che sacrificio vero? Come fai? Ehee zi, che ci posso fare? Certo che è un sacrificio ma lalternativa qualè? disse sorridendo. Dopo mi diede una gomitata leggera sul braccio. Zi, io? E tu allora? Se il mio è sacrificio il tuo allora cosè con lo zio che viene ogni tre mesi? Mi sorprese ma risi. Io, si figurati! io alla mia età! Non ci penso più, ormai sono vecchietta. Si, vecchietta! Tu vecchietta zi? Magari fossero tutte come le vecchiette! Sei così bona ancora zi! Chissà quanti ce ne hai corteggiatori! Risi. Si, corteggiatori! Non mi fare ridere. Che sono una ragazzina? Come detto prima era giovedì; avevo fatto la doccia sul tardi e indossavo la mia solita vestaglietta leggera e semitrasparente. Era semi aperta e mi guardò le cosce. Guarda che belle cosce che hai ancora zi. Che ti sembra che non me ne accorgevo di come ti guardavano i tuoi vecchi amici al mare? Sii, proprio, Non mi fare ridere vah! Si girò di fianco verso di me, poggiò la mano per metà sulla vestaglia e per metà sulla coscia e sorridendo disse: Guarda che belle cosce che hai zi. Si, che belle cosce! Non mi fare ridere! Porcellino che sei! Togli quella mano da lì dissi con tono per niente dissuasivo. Non mi diede retta e prese a spostare sempre più la vestaglia e scoprirmi fino alle mutandine. Mi vergognavo, ero in imbarazzo ma le sue attenzioni e quello che mi diceva mi piaceva e mi faceva sentire attraente. Robertì smettila dissi sussurrando. Prese ad accarezzarmi fra le cosce fino alle mutandine dicendomi che avevo le cosciazze come piacevano a lui. Ebbi un gemito di piacere. Robertì smettila perche mi potrebbe piacere dissi ancora dopo un altro gemito. Certo che ti deve piacere zi, allora perché si fa disse facendo pressione sulla fica facendomi sospirare forte di piacere. Avah smrttiamolaaa dissi in un ultimo tentativo di riprendere entrambi la ragione. Ma capii che non era più possibile quando subito dopo si mise in ginocchio e, mentre mi torturava la fica facendomi entrare pure le mutandine, mi aprì completamente la vestaglia, fece degli apprezzamenti più che lusinghieri sulle mie tette e prese a leccarmele. Impazzivo! Notai che ero scivolata sul divano e istintivamente muovevo il bacino come per dirgli che volevo godere. Infilò la mano dentro e, quando fu a contatto col mio clitoride, guardai giù la sua mano e sussurrai: Siiiiiiii! Siii Robè siiiii. Approfittò della mia bocca spalancata e mi ficcò la lingua dentro. Con la mia cercai di spingerla fuori dicendo: Noooo. Invece me la succhiò facendomi impazzire completamente. Ero fradicia e non capivo più niente. Mi prese per le spalle, mi fece girare, mi spinse indietro facendomi distendere, mi sfilò completamente le mutandine e venne giù con la testa fra le mie cosce. Gridai, si, gridai di piacere e anche di lussuria quando la sua lingua prese ad esplorare la mia fica e poi si soffermò sul clitoride leccandolo, mordendolo e succhiandolo. Tenevo la sua testa lì, incatenata per evitare che andasse via. Si, perché stavo per avere il mio primo orgasmo con un altro. Con un altro che era, fra laltro mio nipote, il figlio di mia sorella. E fu un orgasmo quasi liberatorio. Liberatorio di non so cosa ma sicuramente, forse perché trasgressivo, di una intensità e di una volgarità che io stessa, da me non me lo sarei mai aspettato. Mentre gemevo ancora degli ultimi spasmi ma ancora vogliosa, si sfilò la maglietta, scese giù dal divano mettendosi ritto e facendo scivolare giù i bermuda. Mi vergognavo ma il suo pacco era molto invitante. Riprese a masturbarmi con la mano sinistra facendomi gemere ancora; mi sollevai sul gomito sinistro e glielo palpai con la mano destra. Miii, zii che sei brava disse. Tirai giù gli slip e il cazzo scattò nella mia direzione come una molla. Non so descrivere quello che provai. Cosa prova una donna quando si ritrova proprio davanti alla bocca un cazzo che, per la prima volta, non è quello di suo marito? Lo segai lentamente ammirandolo curiosa. Che dovevo fare! Lo leccai e lo leccai tu
tto mentre lui me lo passava ora sulluna ora sullaltra guancia dicendomi che avevo una lingua da fare resuscitare un morto. Mi sentivo lusingata e lo imboccai. Questa volta lo feci gemere io. Minchia che bocca zi! Comè la mia bocca gli chiesi sorridendo ma, penso, visibilmente rossa. Di pompinara zi A tua zia queste cose dire? dissi con tono seccato ma lusingata. tanto lusingata che feci del mio meglio per sembrare ancora più pompinara. Ci giocai con la lingua mentre lo tenevo in bocca e poi presi a succhiarlo. Mi ficcò due dita nella fica facendomi sobbalzare di piacere. dopo due minuti sentivo che stavo a per avere ancora un orgasmo e mi agitavo. Più mi agitavo e più il mio pompino diventava da vera pompinara, tanto che, mentre godevo come una troia, sentivo il suo cazzo ingrossarsi e lui dire continuamente: siiiii. Evidentemente stava per venire e cercai di sfilarmelo dalla bocca timorosa, comunque, che potesse macchiare il divano. Non fu così in quanto mi tenne la testa ferma e prese a muoversi. Sgranai gli occhi per dirgli no ma in un baleno sentii i primi schizzi. E poi ancora e ancora ritrovandomi con la bocca così piena di sperma caldo che fui costretta ad inghiottire per non affogare. Andai di corsa nelo mio bagno, sputai e mi sciacquai la bocca pensando: chi me lo doveva dire che lavrei presa in bocca a 54 anni e per giunta quella di mio nipote. Ritornai con la vestaglia richiusa, con fare di chi è veramente seccata ma senza dire niente. Andai in cucina, bevvi della coca, ritornai e prendendo le mutandine, con le quali si era pulito lui, e dissi che andavo a dormire. Lindomani mattina muti. La sera quando rientrò gli chiesi solo se gradisse spaghetti al pomodoro oppure olio aglio e peperoncino. Se hai bisogno del peperoncino regolati da te rispose. Cercai di essere seria. Intanto mi ero vestita più decendemente per evitare certi stuzzicamenti. Sembravamo litigati fino a quando, dopo cena, mi chiede se il peperoncino stava facendo effetto. Per favore vah! Tu scherzi! Che ti sembra normale? Non disse niente. Erano le 23 quando gli diedi la buona notte e mi ritirai in camera. Ero quasi di come mi stavo comportando: come se fosse stata tutta colpa sua. Nello stesso tempo ero convinta che non potevo incoraggiarlo o stuzzicarlo. Però mentre mi spogliavo sentivo di aver voglia. Voglia di essere sfondata con calma e con convinzione, senza la sorpresa e la foga della sera prima. Fu come se lavessi chiamato col pensiero: si aprì la porta; era nudo col cazzo moscio che gli pensolava fra cosce. Ma che sei pazzo? Che intenzioni hai? Le stesse intenzioni che hai tu. Ero in mutandine e stavo indossando la camicetta da notte che uso in estate quando fa caldo. Sedette davanti a me e ci fissammo come per dirci pazzi a vicenda. Mi sfilò la camicetta e prese a leccarmi le tette dicendomi che facevo finta che non mi piacesse. Robè, certo che mi piace! Non mi deve piacere scopare? solo che tu sei mio nipote ed sono tua zia. Chi se ne frega forse pensò lui. Io sicuramente quando prese a mordicchiarmi i capezzoli, allargò le sue cosce, mi fece avvicinare e prese a palparmi il culo mentre mi sfilava le mutandine. Mi piaceva, che ci potevo fare? Richiuse le cosce e mi ci fece accavallare. Sentivo il cazzo indurirsi fra le mie cosce e a contatto della fica. Eravamo presi e le nostre bocche si unirono in un bacio e uno slinguamento a dir poco osceno. Si buttò allindietro andando leggermente su. Lo seguii. Eravamo messi di traverso sul letto ed io ero pronta a cavalcarlo. La vagina era gia gocciolante e il cazzo entrò facilmente. Non dovevo gridare di piacere sentendomi trapanare dal primo cazzo estraneo che entrava nella mia fica? Lo cavalcai come piaceva a me, col busto allindietro e le mie mani appogggiate sulle sue gambe. Poi mi portai avanti e mi appoggiai sul suo petto. Poi mi tirò giù e ci leccammo vergognosamente, come non avevo mai fatto nemmeno con mio marito, sussurrandomi lui che avevo la fica accogliente ed io che era stupendo sentirmi il suo cazzo sfondarmi tutta. Ebbi il primo orgasmo così, facendo su e giù e rotendo il bacino. Ci sistemammo nel verso giusto, lui sempre supino ed io su. Che 69! Sentivo la sua lingua in ogni angolo e pure dentro e poi a mordicchiarmi il clitoride. Più mi piaceva e più troia volevo essere. Certe cose che non avevo mai fatto e che non avrei mai fatto con mio marito, non so per quale motivo, erano adesso più naturali: quanto mai mi ero permesso di leccare e mordere le palle di mio marito, e quanto mai mi ero permessa di dire a mio marito: si, siii, leccami che mi fai impazzire. Oppure: che bel cazzone che hai! Che bello succhiartelo! Godetti ancora e poi, cambiando posizione, venne su fra le mie cosce e mi scopo così non ricordo per quanto tempo. Non ricordo neanche quanti altri orgasmi e non ricordo neanche che mio marito, anche da giovane, resistesse tanto e quando lui sborrò dentro la fica, facendomi venire ancora, ed il suo cazzo, dopo un minuto fra le tette, ritornò duro e pronto scopandomi ancora alla pecorina, di fianco e in bocca sborrandomi pure, ed io questa volta consapevole, ebbene tutte queste cose non le potevo ricordare perché non le avevo mai fatte. Ovviamente da quella sera la mia camera da letto diventò pure la sua. Fu qualche sera dopo che trovandomi alla pecorina, sentii la sua lingua fra le natiche. Gli dissi di smetterla perché mi faceva senso ma, nello stesso tempo, mi piaceva da morire e ancheggiavo. Mi chiese se mio marito me lo leccava prima di incularmi. Ma che incularmi! Che fa scherzi? Non mi fare fare loscena vah! Per tutta risposta mi disse che lo voleva rompere. Lavevo capito e lidea di perdere la verginità del mio culo non mi dispiaceva: se non lo facevo neanche a 54 anni quando lo facevo, più occasione di questa? Naturalmente feci finta di essere sorpresa: e no non mi va non lho mai fatto, e si però piano, e se mi fa male? Pensò tutto lui, persino la pomata che usavo io per le mani. Mi disse che glielo dovevo leccare bene con tanta saliva e mentre lui mi passava la pomata sullano. Mi ficcò un dito dentro e mi chiese come andava. Insomma. Poi un altro dito. Fastidio e ure piacevole. Poi, piano piano me lo ficcò dentro e dopo qualche dolorino incominciò a piacermi. Più me lo chiedeva più mi piaceva. Sempre più velocemente fino a quando mi sborrò nellintestino e godetti insieme a lui. Sei mesi di sesso e di essere troia. Tanti bei momenti e alcuni proprio indimenticabili. Come quando venne mio marito per la vacanza di una settimana. Per la verita quella settimana fu atroce per lui. Il giovedì mio marito ed io andammo a Milano per trascorrere il fine settimana insieme a nostra figlia. Lui ripartì la domenica sera da milano ed io rientrai a catania il lunedì sera. Roberto mi venne a prendere allaeroporto. Aveva una gran voglia. Anchio. Ci fermammo per prendere della pizza e delle arancine e poi a casa. Dissi che facevo la doccia. Anche lui. Vieni di qua che la facciamo insieme disse. Mi prese per mano, mi condusse nel bagno che usava lui ed entrammo nella vasca. Che scopata! Mi inculò col cazzo tutto impregnato di bagna schiuma e fu meraviglioso come entrava e usciva. Lo spompinai e mi sborrò in bocca. Il tutto sotto il getto di acqua calda, rendendo tutto più eccitante e più piacevole. Dopo sei mesi restai nuovamente da sola. Che tristezza! Ritornai alle storie porno e alla masturbazione. Mi dovevo pure arrangiare. Qualche giorno fa un mio collega, uno dei miei corteggiatori, è tornato alla carica. Mi sono comportata in modo diverso, quasi a fargli capire che ci potevo stare. Chissà! Voi che ne dite?

Ho fatto la troia con mio nipote | Racconto incesti di Sabrinaziatroia

Io sono Sabrina, vivo a Catania ma sono originaria della provincia di Palermo. Da quasi un anno vivo praticamente da sola in quanto mia figlia lavora a Milano e mio marito da più di un anno si trova allestero per conto dellimpresa per cui lavora. Viene ogni 3 mesi per una settimana. Come ogni mese di agosto anche questanno abbiamo trascorso 2 settimane al paese natio ospiti di mia sorella e mio cognato. Una sera, mentre cenevamo, arrivò, tutto incavolato, Roberto con la moglie. Roberto, in famiglia Robertino, è il figlio di mia sorella, nonché mio nipote. Anzi, il primo nipotino in famiglia a cui sono affezionato e lui a me. Portò la notizia che lazienda finanziaria per cui lavorava laveva distaccato per 6 mesi in un grosso centro vicino Catania a partire dal primo settembre. Oltre ai tanti disagi si pose il problema dellalloggio non potendo viaggiare giornalmente a causa della distanza. Mi venne spontaneo dire, anche per calmarlo e tranquillizzarlo, che questo non sarebbe stato un problema in quanto quel centro era ad appena mezzoretta da casa mia. Nonostante lestrema confidenza disse che per me sarebbe stato un peso e che non voleva disturbare. Insistetti. Anche mio marito, dicendo che almeno, considerata la sua assenza, mi avrebbe fatto compagnia. Non nascondo che ebbi dei ripensamenti in quanto avevo le mie abitudini e tenevo molto alla mia privacy. Fortunatamente non fu così in quanto ci organizzammo nel migliore dei modi: la mattina, dopo il caffé, lui usciva per raggiungere il suo ufficio ed io, qualche minuto dopo, per raggiungere il mio. Io solitamente finisco alle ore 14 tranne il martedì e il giovedì che finisco alle ore 17 avendo il rientro obbligatorio in ufficio e poi il tempo che perdevo approfittando per fermarmi al supermarket. Lui sempre tutto il giorno fuori, rincasando alle 18-18,30- Per pranzo ci arrangiavamo; pure io quando ero da sola, poi la sera un bel piatto di pasta, per entrambi irrinunciabile, e dopo quello che capitava. Anche lui, sovente, rientrava con della spesa. Non cambiai affatto le mie abitudini e come sempre, essendo ancora nella stagione calda, stavo a casa con gonne corte e comode e con magliettine leggere senza reggiseno. A volte, quando mi alzavo la mattina o prima di andare a letto la sera, una vestaglietta leggera e semitrasparente. Lui in bermuda e maglietta. Fra laltro si può dire che avevamo le stesse abitudini: doccia la mattina e quando rientravamo la sera o prima di andare a letto, io, quando rientravo a casa alle 14- Il tutto senza intralciarci minimamente in quanto io usavo il bagno in camera e lui quello principale con il box sulla vasca da bagno. Tutto tranquillo le prime due settimane. Il lunedì sera della terza, guardando un film in tv, commentando una scena damore, non so cosa successe: io mi sentivo guardata e imbacciata, lui imbarazzato e mortificato. Roberto è un bel ragazzo di 30 anni, snello, muscoloso, fisico atletico e molto attraente; è sposato da 2 anni con una bella ragazza e non ha figli. Io sono una donna di 54 anni e devo dire che, nonostante la mia età, mi difendo bene mantenendomi ancora soda e attraente. Insomma, sono ancora una bella mora corteggiata, sia in ufficio che fuori e, nonostante i miei ultimi lunghi digiuni sessuali, non mi sono mai concessa a nessuno. Insomma, non avevo mai tradito mio marito. Per tanti motivi: primo perché lamo e poi perché, ne sono convinta, il primo a dirti puttana è proprio quello col quale fai le corna a tuo marito. Il sesso con mio marito? Soddisfacente. Ma tutto entro certi limiti. Si, è vero, mi fa godere più volte ma non abbiamo mai parlato di rapporti anali e, pur sentendo spesso parlare di pompini con ingoio, essendo a volte magari curiosa, non lha mai preteso. Usa molto le mie tette e ci sollazziamo in tumultuosi 69. Durante le sue assenze? E da allora che ho scoperto questo sito e quasi ogni sera mi masturbo furiosamente. Latmosfera era strana e poi quella mio dire, giovedì sera, mentre eravamo vicini sul divanetto a guardare la tv in seconda serata, non ci voleva proprio. Senti la lontananza della tua mogliettina? Che sacrificio vero? Come fai? Ehee zi, che ci posso fare? Certo che è un sacrificio ma lalternativa qualè? disse sorridendo. Dopo mi diede una gomitata leggera sul braccio. Zi, io? E tu allora? Se il mio è sacrificio il tuo allora cosè con lo zio che viene ogni tre mesi? Mi sorprese ma risi. Io, si figurati! io alla mia età! Non ci penso più, ormai sono vecchietta. Si, vecchietta! Tu vecchietta zi? Magari fossero tutte come le vecchiette! Sei così bona ancora zi! Chissà quanti ce ne hai corteggiatori! Risi. Si, corteggiatori! Non mi fare ridere. Che sono una ragazzina? Come detto prima era giovedì; avevo fatto la doccia sul tardi e indossavo la mia solita vestaglietta leggera e semitrasparente. Era semi aperta e mi guardò le cosce. Guarda che belle cosce che hai ancora zi. Che ti sembra che non me ne accorgevo di come ti guardavano i tuoi vecchi amici al mare? Sii, proprio, Non mi fare ridere vah! Si girò di fianco verso di me, poggiò la mano per metà sulla vestaglia e per metà sulla coscia e sorridendo disse: Guarda che belle cosce che hai zi. Si, che belle cosce! Non mi fare ridere! Porcellino che sei! Togli quella mano da lì dissi con tono per niente dissuasivo. Non mi diede retta e prese a spostare sempre più la vestaglia e scoprirmi fino alle mutandine. Mi vergognavo, ero in imbarazzo ma le sue attenzioni e quello che mi diceva mi piaceva e mi faceva sentire attraente. Robertì smettila dissi sussurrando. Prese ad accarezzarmi fra le cosce fino alle mutandine dicendomi che avevo le cosciazze come piacevano a lui. Ebbi un gemito di piacere. Robertì smettila perche mi potrebbe piacere dissi ancora dopo un altro gemito. Certo che ti deve piacere zi, allora perché si fa disse facendo pressione sulla fica facendomi sospirare forte di piacere. Avah smrttiamolaaa dissi in un ultimo tentativo di riprendere entrambi la ragione. Ma capii che non era più possibile quando subito dopo si mise in ginocchio e, mentre mi torturava la fica facendomi entrare pure le mutandine, mi aprì completamente la vestaglia, fece degli apprezzamenti più che lusinghieri sulle mie tette e prese a leccarmele. Impazzivo! Notai che ero scivolata sul divano e istintivamente muovevo il bacino come per dirgli che volevo godere. Infilò la mano dentro e, quando fu a contatto col mio clitoride, guardai giù la sua mano e sussurrai: Siiiiiiii! Siii Robè siiiii. Approfittò della mia bocca spalancata e mi ficcò la lingua dentro. Con la mia cercai di spingerla fuori dicendo: Noooo. Invece me la succhiò facendomi impazzire completamente. Ero fradicia e non capivo più niente. Mi prese per le spalle, mi fece girare, mi spinse indietro facendomi distendere, mi sfilò completamente le mutandine e venne giù con la testa fra le mie cosce. Gridai, si, gridai di piacere e anche di lussuria quando la sua lingua prese ad esplorare la mia fica e poi si soffermò sul clitoride leccandolo, mordendolo e succhiandolo. Tenevo la sua testa lì, incatenata per evitare che andasse via. Si, perché stavo per avere il mio primo orgasmo con un altro. Con un altro che era, fra laltro mio nipote, il figlio di mia sorella. E fu un orgasmo quasi liberatorio. Liberatorio di non so cosa ma sicuramente, forse perché trasgressivo, di una intensità e di una volgarità che io stessa, da me non me lo sarei mai aspettato. Mentre gemevo ancora degli ultimi spasmi ma ancora vogliosa, si sfilò la maglietta, scese giù dal divano mettendosi ritto e facendo scivolare giù i bermuda. Mi vergognavo ma il suo pacco era molto invitante. Riprese a masturbarmi con la mano sinistra facendomi gemere ancora; mi sollevai sul gomito sinistro e glielo palpai con la mano destra. Miii, zii che sei brava disse. Tirai giù gli slip e il cazzo scattò nella mia direzione come una molla. Non so descrivere quello che provai. Cosa prova una donna quando si ritrova proprio davanti alla bocca un cazzo che, per la prima volta, non è quello di suo marito? Lo segai lentamente ammirandolo curiosa. Che dovevo fare! Lo leccai e lo leccai tu
tto mentre lui me lo passava ora sulluna ora sullaltra guancia dicendomi che avevo una lingua da fare resuscitare un morto. Mi sentivo lusingata e lo imboccai. Questa volta lo feci gemere io. Minchia che bocca zi! Comè la mia bocca gli chiesi sorridendo ma, penso, visibilmente rossa. Di pompinara zi A tua zia queste cose dire? dissi con tono seccato ma lusingata. tanto lusingata che feci del mio meglio per sembrare ancora più pompinara. Ci giocai con la lingua mentre lo tenevo in bocca e poi presi a succhiarlo. Mi ficcò due dita nella fica facendomi sobbalzare di piacere. dopo due minuti sentivo che stavo a per avere ancora un orgasmo e mi agitavo. Più mi agitavo e più il mio pompino diventava da vera pompinara, tanto che, mentre godevo come una troia, sentivo il suo cazzo ingrossarsi e lui dire continuamente: siiiii. Evidentemente stava per venire e cercai di sfilarmelo dalla bocca timorosa, comunque, che potesse macchiare il divano. Non fu così in quanto mi tenne la testa ferma e prese a muoversi. Sgranai gli occhi per dirgli no ma in un baleno sentii i primi schizzi. E poi ancora e ancora ritrovandomi con la bocca così piena di sperma caldo che fui costretta ad inghiottire per non affogare. Andai di corsa nelo mio bagno, sputai e mi sciacquai la bocca pensando: chi me lo doveva dire che lavrei presa in bocca a 54 anni e per giunta quella di mio nipote. Ritornai con la vestaglia richiusa, con fare di chi è veramente seccata ma senza dire niente. Andai in cucina, bevvi della coca, ritornai e prendendo le mutandine, con le quali si era pulito lui, e dissi che andavo a dormire. Lindomani mattina muti. La sera quando rientrò gli chiesi solo se gradisse spaghetti al pomodoro oppure olio aglio e peperoncino. Se hai bisogno del peperoncino regolati da te rispose. Cercai di essere seria. Intanto mi ero vestita più decendemente per evitare certi stuzzicamenti. Sembravamo litigati fino a quando, dopo cena, mi chiede se il peperoncino stava facendo effetto. Per favore vah! Tu scherzi! Che ti sembra normale? Non disse niente. Erano le 23 quando gli diedi la buona notte e mi ritirai in camera. Ero quasi di come mi stavo comportando: come se fosse stata tutta colpa sua. Nello stesso tempo ero convinta che non potevo incoraggiarlo o stuzzicarlo. Però mentre mi spogliavo sentivo di aver voglia. Voglia di essere sfondata con calma e con convinzione, senza la sorpresa e la foga della sera prima. Fu come se lavessi chiamato col pensiero: si aprì la porta; era nudo col cazzo moscio che gli pensolava fra cosce. Ma che sei pazzo? Che intenzioni hai? Le stesse intenzioni che hai tu. Ero in mutandine e stavo indossando la camicetta da notte che uso in estate quando fa caldo. Sedette davanti a me e ci fissammo come per dirci pazzi a vicenda. Mi sfilò la camicetta e prese a leccarmi le tette dicendomi che facevo finta che non mi piacesse. Robè, certo che mi piace! Non mi deve piacere scopare? solo che tu sei mio nipote ed sono tua zia. Chi se ne frega forse pensò lui. Io sicuramente quando prese a mordicchiarmi i capezzoli, allargò le sue cosce, mi fece avvicinare e prese a palparmi il culo mentre mi sfilava le mutandine. Mi piaceva, che ci potevo fare? Richiuse le cosce e mi ci fece accavallare. Sentivo il cazzo indurirsi fra le mie cosce e a contatto della fica. Eravamo presi e le nostre bocche si unirono in un bacio e uno slinguamento a dir poco osceno. Si buttò allindietro andando leggermente su. Lo seguii. Eravamo messi di traverso sul letto ed io ero pronta a cavalcarlo. La vagina era gia gocciolante e il cazzo entrò facilmente. Non dovevo gridare di piacere sentendomi trapanare dal primo cazzo estraneo che entrava nella mia fica? Lo cavalcai come piaceva a me, col busto allindietro e le mie mani appogggiate sulle sue gambe. Poi mi portai avanti e mi appoggiai sul suo petto. Poi mi tirò giù e ci leccammo vergognosamente, come non avevo mai fatto nemmeno con mio marito, sussurrandomi lui che avevo la fica accogliente ed io che era stupendo sentirmi il suo cazzo sfondarmi tutta. Ebbi il primo orgasmo così, facendo su e giù e rotendo il bacino. Ci sistemammo nel verso giusto, lui sempre supino ed io su. Che 69! Sentivo la sua lingua in ogni angolo e pure dentro e poi a mordicchiarmi il clitoride. Più mi piaceva e più troia volevo essere. Certe cose che non avevo mai fatto e che non avrei mai fatto con mio marito, non so per quale motivo, erano adesso più naturali: quanto mai mi ero permesso di leccare e mordere le palle di mio marito, e quanto mai mi ero permessa di dire a mio marito: si, siii, leccami che mi fai impazzire. Oppure: che bel cazzone che hai! Che bello succhiartelo! Godetti ancora e poi, cambiando posizione, venne su fra le mie cosce e mi scopo così non ricordo per quanto tempo. Non ricordo neanche quanti altri orgasmi e non ricordo neanche che mio marito, anche da giovane, resistesse tanto e quando lui sborrò dentro la fica, facendomi venire ancora, ed il suo cazzo, dopo un minuto fra le tette, ritornò duro e pronto scopandomi ancora alla pecorina, di fianco e in bocca sborrandomi pure, ed io questa volta consapevole, ebbene tutte queste cose non le potevo ricordare perché non le avevo mai fatte. Ovviamente da quella sera la mia camera da letto diventò pure la sua. Fu qualche sera dopo che trovandomi alla pecorina, sentii la sua lingua fra le natiche. Gli dissi di smetterla perché mi faceva senso ma, nello stesso tempo, mi piaceva da morire e ancheggiavo. Mi chiese se mio marito me lo leccava prima di incularmi. Ma che incularmi! Che fa scherzi? Non mi fare fare loscena vah! Per tutta risposta mi disse che lo voleva rompere. Lavevo capito e lidea di perdere la verginità del mio culo non mi dispiaceva: se non lo facevo neanche a 54 anni quando lo facevo, più occasione di questa? Naturalmente feci finta di essere sorpresa: e no non mi va non lho mai fatto, e si però piano, e se mi fa male? Pensò tutto lui, persino la pomata che usavo io per le mani. Mi disse che glielo dovevo leccare bene con tanta saliva e mentre lui mi passava la pomata sullano. Mi ficcò un dito dentro e mi chiese come andava. Insomma. Poi un altro dito. Fastidio e ure piacevole. Poi, piano piano me lo ficcò dentro e dopo qualche dolorino incominciò a piacermi. Più me lo chiedeva più mi piaceva. Sempre più velocemente fino a quando mi sborrò nellintestino e godetti insieme a lui. Sei mesi di sesso e di essere troia. Tanti bei momenti e alcuni proprio indimenticabili. Come quando venne mio marito per la vacanza di una settimana. Per la verita quella settimana fu atroce per lui. Il giovedì mio marito ed io andammo a Milano per trascorrere il fine settimana insieme a nostra figlia. Lui ripartì la domenica sera da milano ed io rientrai a catania il lunedì sera. Roberto mi venne a prendere allaeroporto. Aveva una gran voglia. Anchio. Ci fermammo per prendere della pizza e delle arancine e poi a casa. Dissi che facevo la doccia. Anche lui. Vieni di qua che la facciamo insieme disse. Mi prese per mano, mi condusse nel bagno che usava lui ed entrammo nella vasca. Che scopata! Mi inculò col cazzo tutto impregnato di bagna schiuma e fu meraviglioso come entrava e usciva. Lo spompinai e mi sborrò in bocca. Il tutto sotto il getto di acqua calda, rendendo tutto più eccitante e più piacevole. Dopo sei mesi restai nuovamente da sola. Che tristezza! Ritornai alle storie porno e alla masturbazione. Mi dovevo pure arrangiare. Qualche giorno fa un mio collega, uno dei miei corteggiatori, è tornato alla carica. Mi sono comportata in modo diverso, quasi a fargli capire che ci potevo stare. Chissà! Voi che ne dite?

Genitori, grandi insegnanti | Racconto incesti di TATO

Sin da piccola hanno cercato di insegnarmi quali fossero i ruoli ben definiti in una famiglia, parlo degli anni sessanta, il maschio è il maschio, domina decide per la moglie e per la famiglia, e se i figli sono maschi e femmine, i primi hanno diritti acquisiti, la moglie doveva sempre dire sì, essere a disposizione, e non fiatare.

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