La signora zoccola al mare | Racconto feticismo di FEDERICO

Era un caldo pomeriggio d’estate e non avendo voglia di andare in spiaggia rimasi sdraiato nella tenda all’ombra a sonnecchiare un po’ da solo. Tutti i miei amici erano andati a visitare una città poco distante, troppo caldo per me, le città per quanto storiche siano non mi invogliano per niente. Sentii dei passi vicino alla tenda, e intravidi dalla zanzariera la mamma di un mio amico (la signora mi e sempre stata come una mamma).. Permetto che anch’essa era in campeggio da sola quel giorno, perché il marito era andato via con un amico non so dove. Si avvicinò, aprì un po la cerniera della tenda e disse:

Zie | Racconto incesti di Anonimo

Avevo notato, col passare degli anni che questa simpatia stava mutando, ormai avevo quasi 19 anni, alto, moro…, insomma proprio un bel pezzo di figo; io ho sempre reputato le mie zie dei gran pezzi di figa, ma quelle che mi colpivano in particolar modo erano mia zia Anna e mia zia Claudia, che però era la moglie di mio zio.

Michela me lo succhia meravigliosamente | Racconto tradimenti di Damiano

Salve sono Damiano, un imprenditore modenese di 32 anni. La storia che voglio raccontare è accaduta pensate un pò meno di 6 giorni fa. Ero ad un matrimonio di un mio collega. Ad un certo punto, lui stesso mi presenta la figlia di suo fratello. Lei di nome michela è una ragazza favolosa. Vi posso assicurare che con un fisico del genere la vedrei molto bene su una copertina di Playboy. Alta più o meno 1.70, quarta di seno, culo molto provocante, belle cosce vellutate, mora e occhi castani. Ci mettiamo a parlare del più e del meno mentre controllo sempre le occhiate di mia moglie che non sopporta quella situazione. Mia moglie è stupenda, più di michela, ma ora i miei occhi erano puntati solo su di lei e quella sua bella voce da telefono erotico mi prendeva con sè per portarmi nel piacere più assoluto. Comincia a parlarmi di cose più intime e ne approfitto rivolgendole doppi sensi che lei afferra al volo. Le propongo un giro insieme. Approfitto che mia moglie sta ballando con la testimone del mio collega e si trova nel casino più totale, per scappare con michela da quel frastuono di musica. Saliamo sulla mia maserati fresca di acquisto e andiamo a casa sua, in un paesino poco distante, tranquillo e privo dei classici spioni che non si fanno i cazzi loro. Entriamo in casa e non faccio nemmeno in tempo a parlare che lei mi butta sul divano. Si piomba su di me, mi sbottona la camicia mentre mi bacia come una matta e emette gemiti di piacere. Io la direziono sul mio cazzo, così lei si abbassa le spalline del vestito, si toglie il reggiseno e me lo tira fuori. Le sue mani sono un pò fredde. Per riscaldarlo lo mette prima in bocca poi in mezzo al seno e sta lì a succhiarmelo per non so quanto tempo. Io intanto la premevo sul cazzo. Le facevo leccare tutta la cappella con la lingua sul buchino. Ahh che brava. Favolosa. Dopo lho sditalinata un pò e ho preso a leccarla in mezzo alle cosce. La sua figa è buonissima. Sentivo un pò lamaro del suo deodorante sulla figa ma la baciavo e leccavo senza capire nulla. Ci ho infilato fino a 3 dita. Lei intanto chiudeva le gambe stringendomi e mi premeva sulla vagina. La mia lingua la penetrava e lei gridava: SII LECCAMELA. SONO LA TUA SGUALDRINA. SII. Meravigliosamente stupenda. Una porca raffinata ed elegante. Dopo ho preso a scoparla in tante posizioni ma specialmente a pecorina tenendole le tette da dietro e sbattendola in quel bel culetto da sfondare. Due chiappe da schiaffeggiare mentre la sfondi per bene. Dopo esserle venuto su bel visino e nella sua stupenda boccuccia ci siamo rivestiti e tornati al matrimonio. Ed è stato lì che è successo linaspettato. Mia moglie mi prende da parte e dice: DOVE SEI STATO CON QUELLA TROIETTA? A SBATTERLA? EHH DOVE? Io ovviamente ho negato ma lei trascinandomi in bagno mi ha detto: ORA TI FACCIO VEDERE IO COSA TI PIACE DAVVERO. SONO IO TUA MOGLIE. Detto questo ha preso a succhiarmelo a più non posso. Anche dopo un ora di sesso con la ragazza, a me piaceva il pompino di mia moglie. Lei sa davvero cosa mi piace. Eh si, ha ragione. Le ho sborrato in faccia, sul collo e anche nella scollatura è colata un pò di sborra. Sono state tutte e due stupende e hanno davvero reso quella giornata EPICA

Mamma mi fai un pompino? – 6 – Le prime sborrate nella sua fica | Racconto incesti di Anna madre incestuosa

Oggi ho deciso di riprendere il filo del racconto ripartendo da quello che era successo il mattino del mio risveglio dopo quel primo,traumatico pompino che avevo fatto a mio figlio e poi…tutto quello che era accaduto nei giorni successivi e che aveva dato inizio al definitivo cambiamento del corso della mia vita affettiva,erotica e della mia visione morale e del mondo.

Mamma ti amo | Racconto incesti di lucaded

Ho 18 anni, la mattina studio e il pomeriggio rimango solo in casa, sarà stata la noia ma iniziai a guardare video porno, mi piaceva guardare i trans, iniziai a provare i vestiti di mia madre, le sue calze, i reggiseni che imbottivo con fazzoletti, poi mi masturbavo. Un giono lei tornò prima dal lavoro e mi scoprì così vestito con il cazzo duro, invece di scandalizzarsi lei si spogliò e iniziò a cavalcare il mio cazzo, purtroppo per leccitazione venni subito e venni dentro.

Ho fatto la troia con mio nipote | Racconto incesti di Sabrinaziatroia

Io sono Sabrina, vivo a Catania ma sono originaria della provincia di Palermo. Da quasi un anno vivo praticamente da sola in quanto mia figlia lavora a Milano e mio marito da più di un anno si trova allestero per conto dellimpresa per cui lavora. Viene ogni 3 mesi per una settimana. Come ogni mese di agosto anche questanno abbiamo trascorso 2 settimane al paese natio ospiti di mia sorella e mio cognato. Una sera, mentre cenevamo, arrivò, tutto incavolato, Roberto con la moglie. Roberto, in famiglia Robertino, è il figlio di mia sorella, nonché mio nipote. Anzi, il primo nipotino in famiglia a cui sono affezionato e lui a me. Portò la notizia che lazienda finanziaria per cui lavorava laveva distaccato per 6 mesi in un grosso centro vicino Catania a partire dal primo settembre. Oltre ai tanti disagi si pose il problema dellalloggio non potendo viaggiare giornalmente a causa della distanza. Mi venne spontaneo dire, anche per calmarlo e tranquillizzarlo, che questo non sarebbe stato un problema in quanto quel centro era ad appena mezzoretta da casa mia. Nonostante lestrema confidenza disse che per me sarebbe stato un peso e che non voleva disturbare. Insistetti. Anche mio marito, dicendo che almeno, considerata la sua assenza, mi avrebbe fatto compagnia. Non nascondo che ebbi dei ripensamenti in quanto avevo le mie abitudini e tenevo molto alla mia privacy. Fortunatamente non fu così in quanto ci organizzammo nel migliore dei modi: la mattina, dopo il caffé, lui usciva per raggiungere il suo ufficio ed io, qualche minuto dopo, per raggiungere il mio. Io solitamente finisco alle ore 14 tranne il martedì e il giovedì che finisco alle ore 17 avendo il rientro obbligatorio in ufficio e poi il tempo che perdevo approfittando per fermarmi al supermarket. Lui sempre tutto il giorno fuori, rincasando alle 18-18,30- Per pranzo ci arrangiavamo; pure io quando ero da sola, poi la sera un bel piatto di pasta, per entrambi irrinunciabile, e dopo quello che capitava. Anche lui, sovente, rientrava con della spesa. Non cambiai affatto le mie abitudini e come sempre, essendo ancora nella stagione calda, stavo a casa con gonne corte e comode e con magliettine leggere senza reggiseno. A volte, quando mi alzavo la mattina o prima di andare a letto la sera, una vestaglietta leggera e semitrasparente. Lui in bermuda e maglietta. Fra laltro si può dire che avevamo le stesse abitudini: doccia la mattina e quando rientravamo la sera o prima di andare a letto, io, quando rientravo a casa alle 14- Il tutto senza intralciarci minimamente in quanto io usavo il bagno in camera e lui quello principale con il box sulla vasca da bagno. Tutto tranquillo le prime due settimane. Il lunedì sera della terza, guardando un film in tv, commentando una scena damore, non so cosa successe: io mi sentivo guardata e imbacciata, lui imbarazzato e mortificato. Roberto è un bel ragazzo di 30 anni, snello, muscoloso, fisico atletico e molto attraente; è sposato da 2 anni con una bella ragazza e non ha figli. Io sono una donna di 54 anni e devo dire che, nonostante la mia età, mi difendo bene mantenendomi ancora soda e attraente. Insomma, sono ancora una bella mora corteggiata, sia in ufficio che fuori e, nonostante i miei ultimi lunghi digiuni sessuali, non mi sono mai concessa a nessuno. Insomma, non avevo mai tradito mio marito. Per tanti motivi: primo perché lamo e poi perché, ne sono convinta, il primo a dirti puttana è proprio quello col quale fai le corna a tuo marito. Il sesso con mio marito? Soddisfacente. Ma tutto entro certi limiti. Si, è vero, mi fa godere più volte ma non abbiamo mai parlato di rapporti anali e, pur sentendo spesso parlare di pompini con ingoio, essendo a volte magari curiosa, non lha mai preteso. Usa molto le mie tette e ci sollazziamo in tumultuosi 69. Durante le sue assenze? E da allora che ho scoperto questo sito e quasi ogni sera mi masturbo furiosamente. Latmosfera era strana e poi quella mio dire, giovedì sera, mentre eravamo vicini sul divanetto a guardare la tv in seconda serata, non ci voleva proprio. Senti la lontananza della tua mogliettina? Che sacrificio vero? Come fai? Ehee zi, che ci posso fare? Certo che è un sacrificio ma lalternativa qualè? disse sorridendo. Dopo mi diede una gomitata leggera sul braccio. Zi, io? E tu allora? Se il mio è sacrificio il tuo allora cosè con lo zio che viene ogni tre mesi? Mi sorprese ma risi. Io, si figurati! io alla mia età! Non ci penso più, ormai sono vecchietta. Si, vecchietta! Tu vecchietta zi? Magari fossero tutte come le vecchiette! Sei così bona ancora zi! Chissà quanti ce ne hai corteggiatori! Risi. Si, corteggiatori! Non mi fare ridere. Che sono una ragazzina? Come detto prima era giovedì; avevo fatto la doccia sul tardi e indossavo la mia solita vestaglietta leggera e semitrasparente. Era semi aperta e mi guardò le cosce. Guarda che belle cosce che hai ancora zi. Che ti sembra che non me ne accorgevo di come ti guardavano i tuoi vecchi amici al mare? Sii, proprio, Non mi fare ridere vah! Si girò di fianco verso di me, poggiò la mano per metà sulla vestaglia e per metà sulla coscia e sorridendo disse: Guarda che belle cosce che hai zi. Si, che belle cosce! Non mi fare ridere! Porcellino che sei! Togli quella mano da lì dissi con tono per niente dissuasivo. Non mi diede retta e prese a spostare sempre più la vestaglia e scoprirmi fino alle mutandine. Mi vergognavo, ero in imbarazzo ma le sue attenzioni e quello che mi diceva mi piaceva e mi faceva sentire attraente. Robertì smettila dissi sussurrando. Prese ad accarezzarmi fra le cosce fino alle mutandine dicendomi che avevo le cosciazze come piacevano a lui. Ebbi un gemito di piacere. Robertì smettila perche mi potrebbe piacere dissi ancora dopo un altro gemito. Certo che ti deve piacere zi, allora perché si fa disse facendo pressione sulla fica facendomi sospirare forte di piacere. Avah smrttiamolaaa dissi in un ultimo tentativo di riprendere entrambi la ragione. Ma capii che non era più possibile quando subito dopo si mise in ginocchio e, mentre mi torturava la fica facendomi entrare pure le mutandine, mi aprì completamente la vestaglia, fece degli apprezzamenti più che lusinghieri sulle mie tette e prese a leccarmele. Impazzivo! Notai che ero scivolata sul divano e istintivamente muovevo il bacino come per dirgli che volevo godere. Infilò la mano dentro e, quando fu a contatto col mio clitoride, guardai giù la sua mano e sussurrai: Siiiiiiii! Siii Robè siiiii. Approfittò della mia bocca spalancata e mi ficcò la lingua dentro. Con la mia cercai di spingerla fuori dicendo: Noooo. Invece me la succhiò facendomi impazzire completamente. Ero fradicia e non capivo più niente. Mi prese per le spalle, mi fece girare, mi spinse indietro facendomi distendere, mi sfilò completamente le mutandine e venne giù con la testa fra le mie cosce. Gridai, si, gridai di piacere e anche di lussuria quando la sua lingua prese ad esplorare la mia fica e poi si soffermò sul clitoride leccandolo, mordendolo e succhiandolo. Tenevo la sua testa lì, incatenata per evitare che andasse via. Si, perché stavo per avere il mio primo orgasmo con un altro. Con un altro che era, fra laltro mio nipote, il figlio di mia sorella. E fu un orgasmo quasi liberatorio. Liberatorio di non so cosa ma sicuramente, forse perché trasgressivo, di una intensità e di una volgarità che io stessa, da me non me lo sarei mai aspettato. Mentre gemevo ancora degli ultimi spasmi ma ancora vogliosa, si sfilò la maglietta, scese giù dal divano mettendosi ritto e facendo scivolare giù i bermuda. Mi vergognavo ma il suo pacco era molto invitante. Riprese a masturbarmi con la mano sinistra facendomi gemere ancora; mi sollevai sul gomito sinistro e glielo palpai con la mano destra. Miii, zii che sei brava disse. Tirai giù gli slip e il cazzo scattò nella mia direzione come una molla. Non so descrivere quello che provai. Cosa prova una donna quando si ritrova proprio davanti alla bocca un cazzo che, per la prima volta, non è quello di suo marito? Lo segai lentamente ammirandolo curiosa. Che dovevo fare! Lo leccai e lo leccai tu
tto mentre lui me lo passava ora sulluna ora sullaltra guancia dicendomi che avevo una lingua da fare resuscitare un morto. Mi sentivo lusingata e lo imboccai. Questa volta lo feci gemere io. Minchia che bocca zi! Comè la mia bocca gli chiesi sorridendo ma, penso, visibilmente rossa. Di pompinara zi A tua zia queste cose dire? dissi con tono seccato ma lusingata. tanto lusingata che feci del mio meglio per sembrare ancora più pompinara. Ci giocai con la lingua mentre lo tenevo in bocca e poi presi a succhiarlo. Mi ficcò due dita nella fica facendomi sobbalzare di piacere. dopo due minuti sentivo che stavo a per avere ancora un orgasmo e mi agitavo. Più mi agitavo e più il mio pompino diventava da vera pompinara, tanto che, mentre godevo come una troia, sentivo il suo cazzo ingrossarsi e lui dire continuamente: siiiii. Evidentemente stava per venire e cercai di sfilarmelo dalla bocca timorosa, comunque, che potesse macchiare il divano. Non fu così in quanto mi tenne la testa ferma e prese a muoversi. Sgranai gli occhi per dirgli no ma in un baleno sentii i primi schizzi. E poi ancora e ancora ritrovandomi con la bocca così piena di sperma caldo che fui costretta ad inghiottire per non affogare. Andai di corsa nelo mio bagno, sputai e mi sciacquai la bocca pensando: chi me lo doveva dire che lavrei presa in bocca a 54 anni e per giunta quella di mio nipote. Ritornai con la vestaglia richiusa, con fare di chi è veramente seccata ma senza dire niente. Andai in cucina, bevvi della coca, ritornai e prendendo le mutandine, con le quali si era pulito lui, e dissi che andavo a dormire. Lindomani mattina muti. La sera quando rientrò gli chiesi solo se gradisse spaghetti al pomodoro oppure olio aglio e peperoncino. Se hai bisogno del peperoncino regolati da te rispose. Cercai di essere seria. Intanto mi ero vestita più decendemente per evitare certi stuzzicamenti. Sembravamo litigati fino a quando, dopo cena, mi chiede se il peperoncino stava facendo effetto. Per favore vah! Tu scherzi! Che ti sembra normale? Non disse niente. Erano le 23 quando gli diedi la buona notte e mi ritirai in camera. Ero quasi di come mi stavo comportando: come se fosse stata tutta colpa sua. Nello stesso tempo ero convinta che non potevo incoraggiarlo o stuzzicarlo. Però mentre mi spogliavo sentivo di aver voglia. Voglia di essere sfondata con calma e con convinzione, senza la sorpresa e la foga della sera prima. Fu come se lavessi chiamato col pensiero: si aprì la porta; era nudo col cazzo moscio che gli pensolava fra cosce. Ma che sei pazzo? Che intenzioni hai? Le stesse intenzioni che hai tu. Ero in mutandine e stavo indossando la camicetta da notte che uso in estate quando fa caldo. Sedette davanti a me e ci fissammo come per dirci pazzi a vicenda. Mi sfilò la camicetta e prese a leccarmi le tette dicendomi che facevo finta che non mi piacesse. Robè, certo che mi piace! Non mi deve piacere scopare? solo che tu sei mio nipote ed sono tua zia. Chi se ne frega forse pensò lui. Io sicuramente quando prese a mordicchiarmi i capezzoli, allargò le sue cosce, mi fece avvicinare e prese a palparmi il culo mentre mi sfilava le mutandine. Mi piaceva, che ci potevo fare? Richiuse le cosce e mi ci fece accavallare. Sentivo il cazzo indurirsi fra le mie cosce e a contatto della fica. Eravamo presi e le nostre bocche si unirono in un bacio e uno slinguamento a dir poco osceno. Si buttò allindietro andando leggermente su. Lo seguii. Eravamo messi di traverso sul letto ed io ero pronta a cavalcarlo. La vagina era gia gocciolante e il cazzo entrò facilmente. Non dovevo gridare di piacere sentendomi trapanare dal primo cazzo estraneo che entrava nella mia fica? Lo cavalcai come piaceva a me, col busto allindietro e le mie mani appogggiate sulle sue gambe. Poi mi portai avanti e mi appoggiai sul suo petto. Poi mi tirò giù e ci leccammo vergognosamente, come non avevo mai fatto nemmeno con mio marito, sussurrandomi lui che avevo la fica accogliente ed io che era stupendo sentirmi il suo cazzo sfondarmi tutta. Ebbi il primo orgasmo così, facendo su e giù e rotendo il bacino. Ci sistemammo nel verso giusto, lui sempre supino ed io su. Che 69! Sentivo la sua lingua in ogni angolo e pure dentro e poi a mordicchiarmi il clitoride. Più mi piaceva e più troia volevo essere. Certe cose che non avevo mai fatto e che non avrei mai fatto con mio marito, non so per quale motivo, erano adesso più naturali: quanto mai mi ero permesso di leccare e mordere le palle di mio marito, e quanto mai mi ero permessa di dire a mio marito: si, siii, leccami che mi fai impazzire. Oppure: che bel cazzone che hai! Che bello succhiartelo! Godetti ancora e poi, cambiando posizione, venne su fra le mie cosce e mi scopo così non ricordo per quanto tempo. Non ricordo neanche quanti altri orgasmi e non ricordo neanche che mio marito, anche da giovane, resistesse tanto e quando lui sborrò dentro la fica, facendomi venire ancora, ed il suo cazzo, dopo un minuto fra le tette, ritornò duro e pronto scopandomi ancora alla pecorina, di fianco e in bocca sborrandomi pure, ed io questa volta consapevole, ebbene tutte queste cose non le potevo ricordare perché non le avevo mai fatte. Ovviamente da quella sera la mia camera da letto diventò pure la sua. Fu qualche sera dopo che trovandomi alla pecorina, sentii la sua lingua fra le natiche. Gli dissi di smetterla perché mi faceva senso ma, nello stesso tempo, mi piaceva da morire e ancheggiavo. Mi chiese se mio marito me lo leccava prima di incularmi. Ma che incularmi! Che fa scherzi? Non mi fare fare loscena vah! Per tutta risposta mi disse che lo voleva rompere. Lavevo capito e lidea di perdere la verginità del mio culo non mi dispiaceva: se non lo facevo neanche a 54 anni quando lo facevo, più occasione di questa? Naturalmente feci finta di essere sorpresa: e no non mi va non lho mai fatto, e si però piano, e se mi fa male? Pensò tutto lui, persino la pomata che usavo io per le mani. Mi disse che glielo dovevo leccare bene con tanta saliva e mentre lui mi passava la pomata sullano. Mi ficcò un dito dentro e mi chiese come andava. Insomma. Poi un altro dito. Fastidio e ure piacevole. Poi, piano piano me lo ficcò dentro e dopo qualche dolorino incominciò a piacermi. Più me lo chiedeva più mi piaceva. Sempre più velocemente fino a quando mi sborrò nellintestino e godetti insieme a lui. Sei mesi di sesso e di essere troia. Tanti bei momenti e alcuni proprio indimenticabili. Come quando venne mio marito per la vacanza di una settimana. Per la verita quella settimana fu atroce per lui. Il giovedì mio marito ed io andammo a Milano per trascorrere il fine settimana insieme a nostra figlia. Lui ripartì la domenica sera da milano ed io rientrai a catania il lunedì sera. Roberto mi venne a prendere allaeroporto. Aveva una gran voglia. Anchio. Ci fermammo per prendere della pizza e delle arancine e poi a casa. Dissi che facevo la doccia. Anche lui. Vieni di qua che la facciamo insieme disse. Mi prese per mano, mi condusse nel bagno che usava lui ed entrammo nella vasca. Che scopata! Mi inculò col cazzo tutto impregnato di bagna schiuma e fu meraviglioso come entrava e usciva. Lo spompinai e mi sborrò in bocca. Il tutto sotto il getto di acqua calda, rendendo tutto più eccitante e più piacevole. Dopo sei mesi restai nuovamente da sola. Che tristezza! Ritornai alle storie porno e alla masturbazione. Mi dovevo pure arrangiare. Qualche giorno fa un mio collega, uno dei miei corteggiatori, è tornato alla carica. Mi sono comportata in modo diverso, quasi a fargli capire che ci potevo stare. Chissà! Voi che ne dite?

Una normale storia d’amore, ma siamo madre e figlio, 5 | Racconto incesti di Helvetio

La prima notte di amore con mia madre fu alquanto focosa. Per due altre volte, oltre a quelle descritte nei racconti precedenti, mi ha fatto venire dentro di lei in un tripudio di emozioni e piacere. Poi la stanchezza e la soddisfazione ci prese entrambi. Il mattino seguente era un sabato. Mia madre non lavorava (fa il medico) e io ero a casa. Cosi solo verso le 10 abbiamo riaperto gli occhi: eravamo nudi, abbracciati e la camera da letto di mia mamma sembrava un delirio di disordine, cosa non da lei. Quando mi sono svegliato, lei era a fianco a me, già sveglia. Era pensierosa. “Mamma, cosa c’è ? Pentita di quello che è avvenuto stanotte? “ le chiesi.

Voglia di cazzo in culo | Racconto gay di Paolotorino

Dopo una settimana di lavoro e una decina di seghe, a casa, nel cesso dellufficio e in auto, non ne potevo più….avevo troppa voglia di prenderlo in culo. daltronde erano già due settimane e la voglia era tanta. Dopo un paio di tentativi inutili con i siti dincontro ho deciso di andare alla sauna gay, li sicuramente avrei rimediato qualcosa. appena arrivato ho cominciato a girare tra le arie stanzette guardando gli altri, anche loro intenti a combinare qualcosa. Alla fine ho deciso di entrare nella camera semibuia dove anche quelli più timidi si lasciano andare. c;erano tre altri e due si stavano segando a vicenda, il terzo stava masturbandosi guardandoli. Mi sono avvicinato e lho toccato. Si e subito lasciato fare e allora mi sono buttato a capofitto succhiandogli il cazzo. Mentre lo succhiavo cresceva ed era decisamente grosso… La volgi di prenderlo era tantissima e quindi gli ho mostrato il culo e chiesto se gli piaceva. Mi ha detto di si e allora mi sono messo alla pecorina e con la saliva mi sono bagnato bene e lui me lo ha appoggiato piano e poi lentamente mi ha aperto il culo. Che meraviglia! Sentirsi penetrare così dopo tanta astinenza! mentre mi incubava io mi stavo toccando e lui si e subito offerto di menarmelo mentre mi continuava a pompare. Dopo qualche minuto uno degli altri due che aveva finito di fare una sega allaltro, si e avvicinato, inginocchiato e mi ha cominciato a succhiare il cazzo… era troppo per resistere e poco dopo gli ho sborsato in bocca quasi mentre anche il mio amico mi stava sborrando in culo!!!!! Un bellincontro….e il mio culo finalmente soddisfatto.

Sul bus, senza mutandine | Racconto esibizionismo di J.P.V.

Non era pa prima volta che mentre passeggiavamo insieme, lei per gioco si sfilava le mutandine, e le infilava in borsetta, con le temperature estive, lei era sempre avvolta dai suoi vestitini colorati, appariscenti il giusto, che di sicuro non lasciamo intravedere le nudità sotto di esso. lei bassina, un po formosa, e dall’aria timida, diceva di farlo per eccitare me, cosa che le riusciva benissimo, ma principalmente era lei a cui piaceva il gioco. Ed allora era li ad accavallare le gambe su una panchina, o a chinarsi di proposito per catturare qualche sguardo, o le mie mani che non resistevano alle tentazioni! Ma lei giocava su questo, catturava uno sguardo e lo lasciava stupito, un misto tra eccitazione e dubbio di aver visto qualcosa, a volte si spingeva in qualcos’altro, un giorno non indugiò a masturbarsi a pochi metri da un signore distinto, seduto a leggere il giornale, io la guardavo bagnarsi mentre con disinvoltura si accarezzava dolcemente, ovviamente lo sguardo dell uomo non era più destinato al giornale, e lei continuava alternando carezze al clitoride e dita dentro a simulare la penetrazione. Non riuscì a venire, lo fece nel bagno di un bar con l’ aiuto della mia lingua, inutile dire che in quei momenti io ero perennemente arrapato, l’ erezione fissa nei pantaloni, ogni tanto mi coinvolgeva, ma non ero in grado come lei di dosificare, io difficilmente rinunciavo a l’ orgasmo, come quel giorno in autobus, eravamo seduti nella parte posteriore ma non in fondo, li c’era una coppia seduta, tre file dopo noi, davanti altra gente, nei posti rivolti verso il fondo del bus, due signore che non tardarono a capire cosa stavamo facendo, io avevo una mano tra le sue cosce, ogni tanto a lei sfuggiva un sospiro o qualche smorfia, lei nel frattempo mi segava da sopra i pantaloni, la mia erezione stava esplodeno, non tardai nello sbottonarmi i pantaloni e tirarlo fuori, una delle due signore cercava di scorgere tra i sedili per capire quello che stavano facendo, quando lei si chinò per prendernelo in bocca si giro di scatto cercando di non guardare più quello che ormai era un immagine nella sua mente. Io sorridevo eccitato dalla lingua che saliva e scendeva sul mio cazzo, cercavo di minimizzare quanto stavo godendo, avrei voluto scoparla in quella figa calda e bagnata che sentivo intorno alle mie dita. ma sarebbe stato troppo, le sussurrai all orecchio che dovevo venire, lei si alzo e inizio con la mano velocemente, sentivo il rumore dei suoi braccialetti, trattenni il respiro, avrei voluto gemere di piacere, repressi il gemito ma non lo sperma, schizzai dappertutto pregandola di non smettere nonostante sporcai pantaloni t shirt e tappezzeria del bus, mi guardai intorno, un imbarazzo mi assalì, scendemmo alla fermata seguente senza sapere dove eravamo, e lei mi sussurrò “aspettiamo il prossimo, io ancora non sono venuta!”

Babbo Natale e lAngioletto Monello | Racconto gay di Calidamanus

Avete mai sentito parlare del Coro dei piccoli di san Carlo? Penso di no, perché si tratta di un irrilevante coretto di un paesino di montagna, perso lontano in una zona montuosa della provincia italiana a nord-est. Certo, come immaginate i villici ci tengono molto, perché è una delle occasioni grazie alle quali i loro pargoletti escono di casa e non rompono le scatole. E poi, la bellezza dei saggi: quando mamme, nonne e zie rimirano i loro mocciosi mentre intonano soavi melodie, lacrime di orgoglio e commozione non mancano mai di scorrere copiose.

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