Una prima notte di nozze indimenticabile | Racconto etero di Tara

Finalmente, il giorno delle nozze era arrivato, ed io mi sentivo la donna più felice e fortunata del mondo. Stavo per sposare Marco, di cui ero innamoratissima dal giorno che l’avevo conosciuto all’università. Uno dei più belli che frequentavano, corteggiato da quasi tutte le mie compagne di studi, e persino da qualche ragazzo con gusti anomali …; ovviamente, persone che lui non disprezzava ma che teneva a debita distanza. Per il ricevimento, dopo il matrimonio, un cugino primo di Marco, ci aveva lasciato a disposizione una sua enorme villa sul lungo mare di Cattolica, cittadina dove sia io che lui siamo nati e dove vivono la maggiore parte degli invitati, ed i genitori del mio futuro marito gestiscono una gioielleria tipo Tiffany. Ricchi da fare invidia, anche se a me non cambia di una virgola l’affetto che ho per loro, visto che hanno messo al mondo un uomo magnifico, che fra poco diventerà mio marito. L’unica nota negativa era il fatto che il matrimonio si sarebbe svolto nel pomeriggio, dopo le diciassette, visto che prima di noi ne avrebbero celebrati altri tre.

La prima sega al cinema con Serena | Racconto prime esperienze di Chase90

Ormai é un rito. La sera, prima di addormentarmi, ripenso alla giornata appena passata. A quello che ho fatto. Le persone che ho incontrato. A quello che dovró fare il giorno dopo, sul lavoro, a casa. Ieri sera invece, ripensavo alle mie esperienze sessuali passate, recenti e non. Forse reduce da due racconti scritti poco tempo fa, ho cominciato a scavare più a fondo. Cercando di ricordare le meglio seghe che mi hanno e mi sono fatto. Giá, perché non sempre le migliori masturbazioni sono quelle che ti fanno le ragazze, a volte leccitazione di una certa situazione é di pari livello ad una sega di qualche stronzetta! Di cosa parlo? Un esempio: avete mai provato a masturbarvi, completamente nudi, al mare e riprendervi con un cellulare? Non parlo di una semplice sega da due, tre o quattro sborrate cremose e fiacche, di quelle dove il cazzo nemmeno ti viene duro e dritto, di quelle dove avete semplicemente il pisello fuori dal costume e sborra solo perché martoriato. No, io parlo di venire come un fiume in piena dopo esservi toccati per un bel pó, di venire tre, quattro, cinque, sei, sette….. dieci volte come una fontana. Ma non voglio parlarvi di questo con il presente racconto, magari lo faró unaltra volta, volevo solo puntualizzare che da soli si possono fare delle grandi seghe se si ha esperienza, si si é dei professionisti della masturbazione, che basta un pó di immaginazione e voglia di sperimentare. In fondo a tutti piace dedicare un pó di tempo a sé stessi, al proprio pisello o alla propria fica, lontano dagli occhi di tutti, anche dalla propria donna o moglie, magari la sera sotto le coperte o rientrati da lavoro sotto la doccia. Nessuno lo vuole ammettere, ma masturbarsi é naturale, lo facciamo tutti, non solo per un nostro piacere, ma anche per conoscere meglio quella cosa o quel coso che abbiamo in mezzo alle gambe. Comunque qui voglio continuare la trilogia iniziata con il racconto da me scritto Le mie prime masturbazioni e seguito poi da Il regalo di Natale di mia cugina Samantha. Vi racconteró una delle prime volte che mi fecero una sega al cinema, anzi, credo che fu anche la prima volta che feci Pissing con una ragazza. Ma andiamo per ordine. Chiariamo subito, non si trattó di uno di quei cinema porno (a proposito, ma esistono ancora nonostante la facile reperibilitá di materiale per adulti che si ha oggi?) che tanto andavano di moda una quindicina di anni fa, ma di un normale cinema che trasmetteva film per tutti. Era unestate di molti, parecchi anni or sono. Invitai una ragazza conosciuta da poco tramite amici in comune, a vedere un film. A quel tempo si usava cosí: due o tre uscite, invito al cinema, qualche bacio e si poteva dire di stare insieme. Il piano era quello, mettermi con Lei, Serena, ancora ricordo il suo nome e quello che venne dopo andava oltre ogni mia immaginazione di ragazzo pronto a tutto pur di farsi masturbare o scopare da una ragazza. Quel pomeriggio ci vedemmo davanti al cinema piú grande della nostra cittá, uno dei primi che potremmo definire un multisala di oggi. Quattro sale per quattro film. Io arrivai vestito comodo, tipica maglietta a maniche corte e pantaloncini corti senza mutande, mi piaceva sentire il mio pisello libero. Lei uguale, pantaloncino corto e canottierina colorata sportiva. Scegliemmo un Film da ridere, comprammo il biglietto, unaranciata, qualche pop-corn, entrammo nel cinema e ci sedemmo un pó appartati dal resto delle persone, che comunque non superavano la decina, in fondo era estate. Il film inizió. Dopo un principio di interesse per la pellicola, pensai ad un approcio, come muovermi. Il cuore batteva allimpazzata, ma pensai OK, mi butto. Dopo pochi minuti dallinizio della pellicola, iniziai a baciarla, non era la prima volta. Dopo qualche minuto mi feci piú audace, allungai delicatamente e dolcemente una mano sulle sue cosce. Lei fece un lieve sobbalzo indietro, ma non tolse la mia mano. Iniziai a toccarle linterno coscia, partendo dal ginocchio fino ad arrivare alla zona fica, senza toccargliela e poi tornando indietro. Il mio pisello dopo pochi secondi iniziava ad irrigidirsi. Continuai a massagiargli le gambe, le cosce, a toccarle ovunque e lei inizió a divaricarle un pó di piú e mentre la toccavo continuavo a baciarla. Prima sul collo, poi sulla guancia ed infine sulla bocca, facendomi strada con la lingua al suo interno. Intanto il mio cazzo era cresciuto, si era gonfiato per bene, il sangue gonfiava le vene che sembravano esplodere. Continuai a toccarla in mezzo alle gambe ed intanto salivo con le mani nel suo posto piú intimo. Volevo sentire la sua fica. La mia mano si insinuó nei suoi pantaloncini e poi nelle sue mutandine (lei si, che le portava) arrivando finalmente a toccargliela. Era liscia, calda, soffice come le sue gambe. Sentii qualcosa di morbido, due grosse cunette tipo duna ed uno spacco al centro. Continuavo a massaggiare linterno di quel taglio con il dito medio e durante una scena del film che illuminó il suo viso, le vidi nel volto una strana smorfia. Forse le piaceva quello che stavo facendo. Continuai la mia esplorazione e preso da un momento di euforia e coraggio, infilai il dito dentro quelle cunette soffici. Sentii che entrava senza resistenza, affondai tutto il dito dentro, sembrava ci fosse un buco, una cavitá, cosi non mi fermai e quando fu completamente al suo interno, iniziai a muoverlo in senso orario. Serena fece un gemito, sentivo le sue labbra intime pulsare ed inumidirsi. Intanto il mio pisello era diventato duro come un diamante, si era talmente ingrossato che usci la cappella fuori da un lato del pantaloncino con tanto di gocce di sborra. Continuai a masturbarla fino a quando non fece un quasi urlo e tiró fuori la mia mano completamente bagnata. Dopo qualche secondo nel quale cercó di riprendersi, anche lei reclamava la sua parte di esploratrice. Allungó locchio, che ormai si era abituato al buio, in mezzo alle mie gambe. E lo vide. Vide la cappella del mio pisello uscire dai pantaloni, grossa come non mai. Allora afferró un lato del pantaloncino tirandolo completamente su fino allinguine scoprendo completamente il mio cazzo. Per fortuna i braccioli delle poltrone ci facevano da scudo e le altre poche persone, non potevano vedere con chiarezza quello che stavamo facendo. Intanto la mia mano destra, ancora umida del suo sesso, si faceva strada sotto la sua canottiera dietro le sue spalle. Lentamente mi avvicinavo al suo seno destro, fino a toccarlo completamente. Era turgido e ben formato. Probabilmente portava una seconda, che a quel tempo mi sembrava una quarta abbondante. Con il pollice inizai a giocare con il suo capezzolo, mentre lei continuava a giocare con il mio cazzo. Lo prese in mano come si fá con una torcia luminosa e con lindice ed il pollice fece muovere a destra e sinistra le pelle che ricopriva la cappella. Sentivo il mio pisello pulsare, sentivo il sangue confluire sempre di piú, le palle ormai erano gonfie, ma lei non smetteva. Allimprovviso, con un movimento deciso, afferró completamente il mio cazzo e tiró indietro la pelle con la mano sbattendola sulle mie palle. Fece uscire la mia cappella completamente, insieme ad altre gocce di sperma. Inizió a muovere la mano a stantuffo, su e giú, su e giú, una volta, due volte, tre….. ma ormai ero carico, pieno di sborra da tirare fuori, che gli bastarono questi pochi movimenti per farmi venire. Feci un primo grande schizzo che scavalcó la poltrona di fronte a noi, seguito da un secondo. Per fortuna non cera nessuno davanti a noi, sai che figura. Gli schizzi continuarono ancora, ma con la mia mano sinistra toccai delicatamente la sua per direzionare il mio cazzo in basso. Continuai a sborrare, ma questa volta sullo schienale della potrona davanti a me dove lo sperma finí per colare poi a terra. Avevo fatto davvero un lago di sborra, sai che lavoro per quelli delle pulizie. Serena molló il mio pisello e si pulí le mani sulle poltrone. Poi mi disse Andiamo via Chase, abbiamo sporcato ovunque, se ci scoprono… Decisi di seguire il suo consiglio, ma anche io dovevo pulirmi prima il pisello come lei fece co
n le mani. Cosí la bloccai un secondo, aspettando che il mio cazzo perdesse lerezione. Che vuoi fare Chase?. Pulirmi. Se me lo rimetto dentro, continuerebbero ad uscire gocce di sborra macchiandomi i pantaloni. Poi come ci torno a casa? Risposi. E come pensi di fare?. Ora lo vedrai!. Mentre parlavamo il mio pisello si afflosció di lato, aspettai qualche minuto e cercai di pisciare. Con quello avrei pulito la stessa cavitá che mi fece godere. Dopo qualche minuto arrivó lo stimolo, mi feci un pó avanti alla poltrona sulla quale ero seduto, feci penzolare il mio pisello, presi il bicchiere ormai vuoto daranciata ed iniziai a pisciarci dentro lentamente. A metá bicchiere ebbi la forza di fermarmi. Dovevo pisciare giusto quel tanto per togliere i residui di sborra. Serena rimase stupita, non capiva a cosa servisse quel gesto, ma sembrava che il tutto la eccitasse. Allimprovviso si tiró giú pantaloncini e mutandine fino allaltezza del ginocchio senza sfilarseli, ora ero io che iniziavo ad eccitarmi di nuovo. Non capivo cosa volesse fare, ma ora riuscivo anche ad intravedere la sua fica e questo mi bastava. Sentivo che il mio cazzo, nonostante pochi minuti prima fece unabbondante sborrata, iniziava a tornare duro. Ad un certo punto peró tutto mi fu chiaro: voleva imitarmi. Avevo intuito infatti che volendo copiarmi e non potendo dare una direzione al getto di piscio, lavrebbe fatta sulla poltrona. Lei infatti non poteva spostarsi in avanti per poi accucciarsi e pisciare, qualcuno lavrebbe notata nonostante il buio. Serena, aspetta! gli dissi, ed un pó perché volevo ancora toccarle quella fica cosí liscia, un pó perché avevo paura che schizzi di piscio arrivassero ovunque, gli misi una mano in mezzo alle gambe tipo conchiglia per bloccarla. Voglio farlo anchio mi rispose. Allora presi il bicchiere e lo misi sotto la sua poltrona. Poi gli dissi di mettere le braccia sui braccioli delle poltrone, sollevare la sua fica ed il suo bel culetto, in modo tale che si alzasse il sedile della poltrona a molla. Lo fece. Ora il bicchiere era sotto la sua fica. Serena inizio a pisciarci dentro, ma il rumore che fece il liquido cadendo nel bicchiere era troppo forte, sembrava di riempire un secchio dacqua. Smise subito e si rimise a sedere. Strofinó la sua fica sulla poltrona per asciugarsi e si tiró nuovamente su i pantaloni.

La prima scopata estiva | Racconto masturbazione di Chase90

Finalmente la scuola era finita e per fortuna, come tutti gli anni, Chase era stato promosso. La strada per il diploma era quasi al termine, ancora un anno. Ma ora limportante era godersi la lunga estate. Appartenente ad una famiglia non proprio ricca, Chase e i suoi due fratelli trascorrevano le vacanze estive sulle spiagge Laziali, non troppo lontane dalla propria cittá. Si erano organizzati bene: abbonamento settimanale ai mezzi pubblici extraurbani, pranzo al sacco con panini, asciugamano e crema solare, ed abbonamento settimale allo stabilimento balneare che offriva prezzi stracciati agli studenti. Tutto era perfetto per iniziare la vacanza! Chase come tutti pensava ad una sola cosa, divertimento: nuoto, mare, pallone e perché no, conoscere qualche ragazza. I giorni passavano velocemente, casa, bus, mare, pranzo e poi di nuovo casa. Ogni tanto qualche uscita serale con i nuovi amici conosciuti, ma niente di piú. La ventata di freschezza e novitá, arrivó due giorni prima della fine della seconda settimana al mare. Chase era a pranzo, seduto con i suoi fratelli ed i suoi nuovi amici su un muretto. Parlavano e ridevano per stupidaggini, fino a quando una ragazza del gruppo si rivolse a Chase Senti, perché non ci facciamo un giro, cosí digeriamo e possiamo farci il bagno prima? Chase accettó e prima ancora che potesse chiedere al resto della comitiva se volesse unirsi a Loro, Milena, la ragazza lo prese per mano e lo trascinó via. Fecero pochi passi, Milena gli chiese di fermarsi e di entrare nella piccola cabina che lei e le sue amiche avevano affittato per tutto il mese. Chase non ci vide nulla di male, ma appena entrarono e lei chiuse a chiave la porta di legno, il cuore inizió a battere più velocemente! Ti piaccio Chase? Disse, cosí, diretta, senza esitazione. Come? rispose. Ho detto, ti piaccio? Glielo fai sempre dire due volte alle ragazze?. No… io… non avevo capito e… prima ancora che Chase finí il pensiero, Milena con la stessa spavalderia con cui lo portó nella cabina e la stessa sicurezza con cui gli fece le domande, afferró decisa i suoi boxer da mare e li tiró giú con un colpo deciso, lasciando Chase nudo di fronte a Lei. Ma… ma che cosa fai? disse subito Lui provando a riprendere la situazione in mano e cercando di tirare su il suo costume. Cosa faccio? e senza aggiungere una parola si mise in ginocchio davanti a Lui, che ormai capendo la direzione che stava prendendo quella situazione, la lasció fare. Inizió ad accarezzargli il cazzo, a pulirlo delicatamente con le sue mani affusolate, dalla sabbia. E piú lo puliva, piú si gonfiava. Poi poggió la sua sinistra su una gamba e con

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