Da signora matura insospettabile a troia sottomessa – capitolo 13 | Racconto dominazione di Signora

Adesso stavo bene con me stessa, il piacere provato lunedì ritrovando Mario e le sue perversioni, mi aveva ripagato della frustrazione delle tre settimane di vacanza con mio marito, con quelle rarissime sembianze di patetiche chiavate ultraveloci. Il giovedì, come al solito, anche per salvar le apparenze, andai nel solito locale dove mi incontravo col nostro esculivo club di signore altolocate, ma quel giorno non mi pesò, ero ben rilassata e pensavo già a lunedì seguente, ed a le altre velate promesse fatte da Mario, perciò i pettegolezzi insulsi, le chiacchere senza capo ne coda, i lamenti sui mariti poco virili, mi scivolarono sopra come niente fosse, solo in un secondo tempo notai Miriam, quella che si vantava di aver lamante giovane, lunica che parlava apertamente di infedeltà coniugale, scandalizzando, almeno apparentemente, alcune delle più bacchettone del gruppo, ma che non si sarebbero perse le confidenze per tutto loro del mondo, dicevo, notai che lei era, contrariamente al solito, taciturna, incupita, un pò isolata, ma, essendo anche lultima arrivata nel nostro circolo, la maggior parte di noi si conosceva da appena sposate, alcune anche prima, lei invece una signora di origine marchigiana, sposata con un grosso dirigente di una socetà affermatissima, era stata sino a pochi anni fà in giro per il mondo con suo marito, nelle vari sedi che lui era chiamato a dirigere, poi sei anni fà, ebbe lavanzamento alla direzione centrale con incarico di primaria importanza si stabilirono a Milano, la moglie di un politico amico del marito di Miriam, la portò nel nostro circolo per introdurla in socetà, poi questa dovette seguire il marito a Roma, quindi Miriam rimase con noi, ma sempre con un accoglienza marginale, forse anche per questo che si dilettava a cercar di scioccare tutte con i suoi resoconti dele avventure col suo giovane stallone, però non quel giorno.

Ho fatto la troia con mio nipote | Racconto incesti di Sabrinaziatroia

Io sono Sabrina, vivo a Catania ma sono originaria della provincia di Palermo. Da quasi un anno vivo praticamente da sola in quanto mia figlia lavora a Milano e mio marito da più di un anno si trova allestero per conto dellimpresa per cui lavora. Viene ogni 3 mesi per una settimana. Come ogni mese di agosto anche questanno abbiamo trascorso 2 settimane al paese natio ospiti di mia sorella e mio cognato. Una sera, mentre cenevamo, arrivò, tutto incavolato, Roberto con la moglie. Roberto, in famiglia Robertino, è il figlio di mia sorella, nonché mio nipote. Anzi, il primo nipotino in famiglia a cui sono affezionato e lui a me. Portò la notizia che lazienda finanziaria per cui lavorava laveva distaccato per 6 mesi in un grosso centro vicino Catania a partire dal primo settembre. Oltre ai tanti disagi si pose il problema dellalloggio non potendo viaggiare giornalmente a causa della distanza. Mi venne spontaneo dire, anche per calmarlo e tranquillizzarlo, che questo non sarebbe stato un problema in quanto quel centro era ad appena mezzoretta da casa mia. Nonostante lestrema confidenza disse che per me sarebbe stato un peso e che non voleva disturbare. Insistetti. Anche mio marito, dicendo che almeno, considerata la sua assenza, mi avrebbe fatto compagnia. Non nascondo che ebbi dei ripensamenti in quanto avevo le mie abitudini e tenevo molto alla mia privacy. Fortunatamente non fu così in quanto ci organizzammo nel migliore dei modi: la mattina, dopo il caffé, lui usciva per raggiungere il suo ufficio ed io, qualche minuto dopo, per raggiungere il mio. Io solitamente finisco alle ore 14 tranne il martedì e il giovedì che finisco alle ore 17 avendo il rientro obbligatorio in ufficio e poi il tempo che perdevo approfittando per fermarmi al supermarket. Lui sempre tutto il giorno fuori, rincasando alle 18-18,30- Per pranzo ci arrangiavamo; pure io quando ero da sola, poi la sera un bel piatto di pasta, per entrambi irrinunciabile, e dopo quello che capitava. Anche lui, sovente, rientrava con della spesa. Non cambiai affatto le mie abitudini e come sempre, essendo ancora nella stagione calda, stavo a casa con gonne corte e comode e con magliettine leggere senza reggiseno. A volte, quando mi alzavo la mattina o prima di andare a letto la sera, una vestaglietta leggera e semitrasparente. Lui in bermuda e maglietta. Fra laltro si può dire che avevamo le stesse abitudini: doccia la mattina e quando rientravamo la sera o prima di andare a letto, io, quando rientravo a casa alle 14- Il tutto senza intralciarci minimamente in quanto io usavo il bagno in camera e lui quello principale con il box sulla vasca da bagno. Tutto tranquillo le prime due settimane. Il lunedì sera della terza, guardando un film in tv, commentando una scena damore, non so cosa successe: io mi sentivo guardata e imbacciata, lui imbarazzato e mortificato. Roberto è un bel ragazzo di 30 anni, snello, muscoloso, fisico atletico e molto attraente; è sposato da 2 anni con una bella ragazza e non ha figli. Io sono una donna di 54 anni e devo dire che, nonostante la mia età, mi difendo bene mantenendomi ancora soda e attraente. Insomma, sono ancora una bella mora corteggiata, sia in ufficio che fuori e, nonostante i miei ultimi lunghi digiuni sessuali, non mi sono mai concessa a nessuno. Insomma, non avevo mai tradito mio marito. Per tanti motivi: primo perché lamo e poi perché, ne sono convinta, il primo a dirti puttana è proprio quello col quale fai le corna a tuo marito. Il sesso con mio marito? Soddisfacente. Ma tutto entro certi limiti. Si, è vero, mi fa godere più volte ma non abbiamo mai parlato di rapporti anali e, pur sentendo spesso parlare di pompini con ingoio, essendo a volte magari curiosa, non lha mai preteso. Usa molto le mie tette e ci sollazziamo in tumultuosi 69. Durante le sue assenze? E da allora che ho scoperto questo sito e quasi ogni sera mi masturbo furiosamente. Latmosfera era strana e poi quella mio dire, giovedì sera, mentre eravamo vicini sul divanetto a guardare la tv in seconda serata, non ci voleva proprio. Senti la lontananza della tua mogliettina? Che sacrificio vero? Come fai? Ehee zi, che ci posso fare? Certo che è un sacrificio ma lalternativa qualè? disse sorridendo. Dopo mi diede una gomitata leggera sul braccio. Zi, io? E tu allora? Se il mio è sacrificio il tuo allora cosè con lo zio che viene ogni tre mesi? Mi sorprese ma risi. Io, si figurati! io alla mia età! Non ci penso più, ormai sono vecchietta. Si, vecchietta! Tu vecchietta zi? Magari fossero tutte come le vecchiette! Sei così bona ancora zi! Chissà quanti ce ne hai corteggiatori! Risi. Si, corteggiatori! Non mi fare ridere. Che sono una ragazzina? Come detto prima era giovedì; avevo fatto la doccia sul tardi e indossavo la mia solita vestaglietta leggera e semitrasparente. Era semi aperta e mi guardò le cosce. Guarda che belle cosce che hai ancora zi. Che ti sembra che non me ne accorgevo di come ti guardavano i tuoi vecchi amici al mare? Sii, proprio, Non mi fare ridere vah! Si girò di fianco verso di me, poggiò la mano per metà sulla vestaglia e per metà sulla coscia e sorridendo disse: Guarda che belle cosce che hai zi. Si, che belle cosce! Non mi fare ridere! Porcellino che sei! Togli quella mano da lì dissi con tono per niente dissuasivo. Non mi diede retta e prese a spostare sempre più la vestaglia e scoprirmi fino alle mutandine. Mi vergognavo, ero in imbarazzo ma le sue attenzioni e quello che mi diceva mi piaceva e mi faceva sentire attraente. Robertì smettila dissi sussurrando. Prese ad accarezzarmi fra le cosce fino alle mutandine dicendomi che avevo le cosciazze come piacevano a lui. Ebbi un gemito di piacere. Robertì smettila perche mi potrebbe piacere dissi ancora dopo un altro gemito. Certo che ti deve piacere zi, allora perché si fa disse facendo pressione sulla fica facendomi sospirare forte di piacere. Avah smrttiamolaaa dissi in un ultimo tentativo di riprendere entrambi la ragione. Ma capii che non era più possibile quando subito dopo si mise in ginocchio e, mentre mi torturava la fica facendomi entrare pure le mutandine, mi aprì completamente la vestaglia, fece degli apprezzamenti più che lusinghieri sulle mie tette e prese a leccarmele. Impazzivo! Notai che ero scivolata sul divano e istintivamente muovevo il bacino come per dirgli che volevo godere. Infilò la mano dentro e, quando fu a contatto col mio clitoride, guardai giù la sua mano e sussurrai: Siiiiiiii! Siii Robè siiiii. Approfittò della mia bocca spalancata e mi ficcò la lingua dentro. Con la mia cercai di spingerla fuori dicendo: Noooo. Invece me la succhiò facendomi impazzire completamente. Ero fradicia e non capivo più niente. Mi prese per le spalle, mi fece girare, mi spinse indietro facendomi distendere, mi sfilò completamente le mutandine e venne giù con la testa fra le mie cosce. Gridai, si, gridai di piacere e anche di lussuria quando la sua lingua prese ad esplorare la mia fica e poi si soffermò sul clitoride leccandolo, mordendolo e succhiandolo. Tenevo la sua testa lì, incatenata per evitare che andasse via. Si, perché stavo per avere il mio primo orgasmo con un altro. Con un altro che era, fra laltro mio nipote, il figlio di mia sorella. E fu un orgasmo quasi liberatorio. Liberatorio di non so cosa ma sicuramente, forse perché trasgressivo, di una intensità e di una volgarità che io stessa, da me non me lo sarei mai aspettato. Mentre gemevo ancora degli ultimi spasmi ma ancora vogliosa, si sfilò la maglietta, scese giù dal divano mettendosi ritto e facendo scivolare giù i bermuda. Mi vergognavo ma il suo pacco era molto invitante. Riprese a masturbarmi con la mano sinistra facendomi gemere ancora; mi sollevai sul gomito sinistro e glielo palpai con la mano destra. Miii, zii che sei brava disse. Tirai giù gli slip e il cazzo scattò nella mia direzione come una molla. Non so descrivere quello che provai. Cosa prova una donna quando si ritrova proprio davanti alla bocca un cazzo che, per la prima volta, non è quello di suo marito? Lo segai lentamente ammirandolo curiosa. Che dovevo fare! Lo leccai e lo leccai tu
tto mentre lui me lo passava ora sulluna ora sullaltra guancia dicendomi che avevo una lingua da fare resuscitare un morto. Mi sentivo lusingata e lo imboccai. Questa volta lo feci gemere io. Minchia che bocca zi! Comè la mia bocca gli chiesi sorridendo ma, penso, visibilmente rossa. Di pompinara zi A tua zia queste cose dire? dissi con tono seccato ma lusingata. tanto lusingata che feci del mio meglio per sembrare ancora più pompinara. Ci giocai con la lingua mentre lo tenevo in bocca e poi presi a succhiarlo. Mi ficcò due dita nella fica facendomi sobbalzare di piacere. dopo due minuti sentivo che stavo a per avere ancora un orgasmo e mi agitavo. Più mi agitavo e più il mio pompino diventava da vera pompinara, tanto che, mentre godevo come una troia, sentivo il suo cazzo ingrossarsi e lui dire continuamente: siiiii. Evidentemente stava per venire e cercai di sfilarmelo dalla bocca timorosa, comunque, che potesse macchiare il divano. Non fu così in quanto mi tenne la testa ferma e prese a muoversi. Sgranai gli occhi per dirgli no ma in un baleno sentii i primi schizzi. E poi ancora e ancora ritrovandomi con la bocca così piena di sperma caldo che fui costretta ad inghiottire per non affogare. Andai di corsa nelo mio bagno, sputai e mi sciacquai la bocca pensando: chi me lo doveva dire che lavrei presa in bocca a 54 anni e per giunta quella di mio nipote. Ritornai con la vestaglia richiusa, con fare di chi è veramente seccata ma senza dire niente. Andai in cucina, bevvi della coca, ritornai e prendendo le mutandine, con le quali si era pulito lui, e dissi che andavo a dormire. Lindomani mattina muti. La sera quando rientrò gli chiesi solo se gradisse spaghetti al pomodoro oppure olio aglio e peperoncino. Se hai bisogno del peperoncino regolati da te rispose. Cercai di essere seria. Intanto mi ero vestita più decendemente per evitare certi stuzzicamenti. Sembravamo litigati fino a quando, dopo cena, mi chiede se il peperoncino stava facendo effetto. Per favore vah! Tu scherzi! Che ti sembra normale? Non disse niente. Erano le 23 quando gli diedi la buona notte e mi ritirai in camera. Ero quasi di come mi stavo comportando: come se fosse stata tutta colpa sua. Nello stesso tempo ero convinta che non potevo incoraggiarlo o stuzzicarlo. Però mentre mi spogliavo sentivo di aver voglia. Voglia di essere sfondata con calma e con convinzione, senza la sorpresa e la foga della sera prima. Fu come se lavessi chiamato col pensiero: si aprì la porta; era nudo col cazzo moscio che gli pensolava fra cosce. Ma che sei pazzo? Che intenzioni hai? Le stesse intenzioni che hai tu. Ero in mutandine e stavo indossando la camicetta da notte che uso in estate quando fa caldo. Sedette davanti a me e ci fissammo come per dirci pazzi a vicenda. Mi sfilò la camicetta e prese a leccarmi le tette dicendomi che facevo finta che non mi piacesse. Robè, certo che mi piace! Non mi deve piacere scopare? solo che tu sei mio nipote ed sono tua zia. Chi se ne frega forse pensò lui. Io sicuramente quando prese a mordicchiarmi i capezzoli, allargò le sue cosce, mi fece avvicinare e prese a palparmi il culo mentre mi sfilava le mutandine. Mi piaceva, che ci potevo fare? Richiuse le cosce e mi ci fece accavallare. Sentivo il cazzo indurirsi fra le mie cosce e a contatto della fica. Eravamo presi e le nostre bocche si unirono in un bacio e uno slinguamento a dir poco osceno. Si buttò allindietro andando leggermente su. Lo seguii. Eravamo messi di traverso sul letto ed io ero pronta a cavalcarlo. La vagina era gia gocciolante e il cazzo entrò facilmente. Non dovevo gridare di piacere sentendomi trapanare dal primo cazzo estraneo che entrava nella mia fica? Lo cavalcai come piaceva a me, col busto allindietro e le mie mani appogggiate sulle sue gambe. Poi mi portai avanti e mi appoggiai sul suo petto. Poi mi tirò giù e ci leccammo vergognosamente, come non avevo mai fatto nemmeno con mio marito, sussurrandomi lui che avevo la fica accogliente ed io che era stupendo sentirmi il suo cazzo sfondarmi tutta. Ebbi il primo orgasmo così, facendo su e giù e rotendo il bacino. Ci sistemammo nel verso giusto, lui sempre supino ed io su. Che 69! Sentivo la sua lingua in ogni angolo e pure dentro e poi a mordicchiarmi il clitoride. Più mi piaceva e più troia volevo essere. Certe cose che non avevo mai fatto e che non avrei mai fatto con mio marito, non so per quale motivo, erano adesso più naturali: quanto mai mi ero permesso di leccare e mordere le palle di mio marito, e quanto mai mi ero permessa di dire a mio marito: si, siii, leccami che mi fai impazzire. Oppure: che bel cazzone che hai! Che bello succhiartelo! Godetti ancora e poi, cambiando posizione, venne su fra le mie cosce e mi scopo così non ricordo per quanto tempo. Non ricordo neanche quanti altri orgasmi e non ricordo neanche che mio marito, anche da giovane, resistesse tanto e quando lui sborrò dentro la fica, facendomi venire ancora, ed il suo cazzo, dopo un minuto fra le tette, ritornò duro e pronto scopandomi ancora alla pecorina, di fianco e in bocca sborrandomi pure, ed io questa volta consapevole, ebbene tutte queste cose non le potevo ricordare perché non le avevo mai fatte. Ovviamente da quella sera la mia camera da letto diventò pure la sua. Fu qualche sera dopo che trovandomi alla pecorina, sentii la sua lingua fra le natiche. Gli dissi di smetterla perché mi faceva senso ma, nello stesso tempo, mi piaceva da morire e ancheggiavo. Mi chiese se mio marito me lo leccava prima di incularmi. Ma che incularmi! Che fa scherzi? Non mi fare fare loscena vah! Per tutta risposta mi disse che lo voleva rompere. Lavevo capito e lidea di perdere la verginità del mio culo non mi dispiaceva: se non lo facevo neanche a 54 anni quando lo facevo, più occasione di questa? Naturalmente feci finta di essere sorpresa: e no non mi va non lho mai fatto, e si però piano, e se mi fa male? Pensò tutto lui, persino la pomata che usavo io per le mani. Mi disse che glielo dovevo leccare bene con tanta saliva e mentre lui mi passava la pomata sullano. Mi ficcò un dito dentro e mi chiese come andava. Insomma. Poi un altro dito. Fastidio e ure piacevole. Poi, piano piano me lo ficcò dentro e dopo qualche dolorino incominciò a piacermi. Più me lo chiedeva più mi piaceva. Sempre più velocemente fino a quando mi sborrò nellintestino e godetti insieme a lui. Sei mesi di sesso e di essere troia. Tanti bei momenti e alcuni proprio indimenticabili. Come quando venne mio marito per la vacanza di una settimana. Per la verita quella settimana fu atroce per lui. Il giovedì mio marito ed io andammo a Milano per trascorrere il fine settimana insieme a nostra figlia. Lui ripartì la domenica sera da milano ed io rientrai a catania il lunedì sera. Roberto mi venne a prendere allaeroporto. Aveva una gran voglia. Anchio. Ci fermammo per prendere della pizza e delle arancine e poi a casa. Dissi che facevo la doccia. Anche lui. Vieni di qua che la facciamo insieme disse. Mi prese per mano, mi condusse nel bagno che usava lui ed entrammo nella vasca. Che scopata! Mi inculò col cazzo tutto impregnato di bagna schiuma e fu meraviglioso come entrava e usciva. Lo spompinai e mi sborrò in bocca. Il tutto sotto il getto di acqua calda, rendendo tutto più eccitante e più piacevole. Dopo sei mesi restai nuovamente da sola. Che tristezza! Ritornai alle storie porno e alla masturbazione. Mi dovevo pure arrangiare. Qualche giorno fa un mio collega, uno dei miei corteggiatori, è tornato alla carica. Mi sono comportata in modo diverso, quasi a fargli capire che ci potevo stare. Chissà! Voi che ne dite?

Mio marito mi dice che sono bona e troia | Racconto trio di GiuseppinaSilvio

Mi chiamo Giuseppina, sono una moglie di 42 anni e sono sposata da 20 anni con Silvio. Che donna sono? SCUSATE, SONO SILVIO, MARITO 46 ENNE DI GIUSEPPINA. CONSENTITEMI DI AVERE IL PIACERE DI DESCRIVERE MIA MOGLIE. POI SARA LEI LA PROTAGONISTA DEL RACCONTO. E castana con capelli lunghi ondulati; un bel viso con bocca sensuale e occhi castani molto vispi ed espressivi. Fisicamente è snella. Snella ma non magra, cosicché si presenta sinuosa ed elegante come una gazzella ma, nello stesso tempo, sensuale e provocante con le carni distribuite nei punti giusti. Infatti le sue cosce si presentano polpose e ben tornite e il culo rotondo e grosso al punto giusto; fianchi rotondi e ben proporzionati, ventre piatto e due tette, una terza, sode e con i capezzoli allinsù. Ho il suo consenso per dire che se un lettore, dopo aver letto il racconto, avrà voglia di trombarsela, non ha che da farlo presente. SONO GIUSEPPINA. Fin da fidanzati Silvio ha voluto che guardassimo insieme films porno. Di sesso ne parlavamo con le amiche ma non avevo nessuna esperienza, solo qualche bacio con un compagno di scuola. Non avevo mai visto il cazzo di un adulto. Capirete che tutte quelle scene di sesso: tradimenti, triangoli ed orge anche con uomini negri, mi abbiano colpito in modo particolare e capirete anche che, un giorno proviamo così un altro giorno in un altro modo, nel giro di 4 mesi ero come le protagoniste dei films che vedevamo. Insomma, già prima di sposarci, oltre la fica sfondata a dovere, avevo dato a Silvio anche il culo e la bocca per accogliere la sua sborra. Diventai bravissima e mi divertiva molto fare pompini. Continuammo anche da sposati a guardare porno un paio di volte alla settimana, con in più le nostre fantasie. Ho attraversato un brutto momento, dopo 2 anni di matrimonio, quando ho appreso la triste notizia che a seguito di un aborto e di alcune complicazioni non avrei potuto avere più figli. Un brutto momento che è durato una decina di anni, nonostante lamore, la comprensione e la vicinanza di Silvio. Non mi sentivo una femmina normale e avevo paura di perderlo. Niente più films porno e niente più fantasie. Mi ero abbandonata io stessa, finché non mi resi conto, 4 anni fa a 38 anni, che questo poteva essere un motivo per cui avrei potuto perdere mio marito. Ricominciai a sciogliermi e ad essere più disponibile. Fui io stessa, una sera, facendo la civettuola, a dirgli: Lo guardiamo uno di quei films? Rimase felicemente sorpreso e da quella sera ricominciò tutto come prima. Di più. Le mie fantasie si risvegliarono più adulte: ero così calda, disponibile e trasgressiva che in certi momenti mi dicevo io stessa puttana. Per di più le fantasie di mio marito si erano evolute oltremodo e alle trasgressioni sul letto seguirono le trasgressioni fuori letto, sia verbali, prima, che comportamentali dopo. Mi stuzzicava e a me piaceva perché mi eccitavo come una cagna. Mi faceva notare se qualcuno mi ammirava e mi guardava le cosce, se costui mi piaceva e se gliela avrei data. Ma va? A me tu piaci. Abbiamo le nostri abitudini, non so se potrei farlo con un altro gli dicevo. Ma tutto era sempre più eccitante, tanto che, successe durante il lockdown, quando mi chiese se fossi stata disposta a farlo con un altro ma insieme a lui, non mi sorpresi affatto. Ma va, non mi dire che dici sul serio? Che vuoi fare un porno? Il fatto che eravamo lucidi, nel senso che non stavamo scopando ma seduti a tavola per la cena. Perché non ti piacerebbe? E a te? Che fa ti piacerebbe vedermi trombare da un altro? Possiamo provare. Te lo immagini che goduria con 2 cazzi? Immaginate quella sera a letto che scintille. No e ni, ni e si finché lindomani mattina, tanto per curiosità, si collegò con un sito dincontri. Mi volle accanto. Quante inserzioni! E che immagini! Coppie che cercavano altre coppie, singole e singoli, foto di coppie che scopavano, cazzi, fiche e culi in bella mostra e poi, improvvisamente, ci sorprese un cazzone di un lui supino, completamente nudo ma col viso oscurato. Era dritto come un obelisco e due palle grosse. Silvio sorrideva curioso, io sorridevo eccitata. Linserzione diceva: – 23 centimetri? Quanti sono? io non so nemmeno quanti centimetri è il mio? Me lo devo misurare- Non potevo fare altro che sorridere. Cosa fece? Prese un righello, me lo diede e mi disse di delimitare 23 cm. Cazzo che cazzo? Disse. Se lo tirò fuori e mi disse di prenderlo in bocca in modo tale che, duro e dritto, glielo potessi misurare. Il bello fu che tra lo scherzo e il serio, mentre lo spompinavo, mi diceva di immaginare di succhiare quel cazzone. Mi immedesimai ammirando quel cazzone sul p.c. mentre lo spompinavo. Lo misurai. 18 cm. E lì scherzando sulla differenza di lunghezza e di grossezza mi disse che con un cazzo del genere nel culo avrei gridato per 24 ore. Eravamo così presi che che volle sborrarmi in bocca mentre mi chiedeva se mi sarebbe piaciuta le sborra di Marco. Mi disse che voleva chattare con lui. Riuscì a mettersi in contatto. Aveva 31 anni e non era sposato. Si andò subito al sodo e volle sapere di noi, specialmente di me. Silvio, facendomi vergognare, gli disse che femmina ero. Si sentirono più volte e sempre con discorsi più intimi, finché non ci invitò per incontrarci. Noi abitiamo a Siracusa e venne spontaneo a Silvio di incontrarci a metà strada. Eravamo nel mese di settembre e ne approfittammo per una settimana di vacanza. Fummo fortunati e trovammo un mini appartamento vacanza. Informò Marco. Noi saremmo arrivati lì il venerdì pomeriggio. Lui sarebbe arrivato sabato mattina e sarebbe ripartito lindomani pomeriggio. Quando ci incontrammo, in un bar, eravamo imbarazzati. lui più tranquillo, si vedeva che era abituato a certe situazioni. Ci colpì subito per il modo in cui prese confidenza. Proprio un bel ragazzo, moro e simpatico. E poi, a parte la simpatia, al solo pensiero di quello che aveva tra le gambe me lo fece sembrare attraente e arrossivo da sola. Silvio si tranquillizzò. Facemmo colazione e andammo nellappartamentino. Aveva un troller con i ricambi. Gli piacevo. Disse che si aspettava una bella donna ma ero di più. Fece un sacco di complimenti a Silvio per la moglie che aveva e a me per il bel pezzo di fica che ero. Era molto esplicito e questo fu determinante per entrare sempre più in confidenza. Pranzammo in trattoria e poi facemmo ritorno a casa. Faceva un caldo da morire e usammo la doccia uno alla volta. Il primo fu lui e uscì dal bagno seminudo coperto solo da un telo attaccato fianchi. Mi fece senso avere davanti uno sconosciuto seminudo. Che spalle! Che pettorali! E sotto il telo? Lo scoprii quando uscii dal bagno. Infatti Silvio andò a farsi la doccia e restammo da soli. Io ero in accappatoio. Notò il mio disagio e mi incoraggiò lusingandomi con parole intriganti. Mise la mano fra le mie cosce, balbettando gli dissi di aspettare mio marito ma lui disse che lo avevo sconvolto. La sua mano arrivò sulla mia fica nuda, il telo che lo copriva scivolò a terra e alla vista di quel cazzone che penzolava mezzo moscio fra le gambe mi diede un senso di libidine. Non avevo mai visto un altro cazzo, e poi questo, a quanto pare, non era comune. Istintivamente lo presi in mano scappellandolo, sicuramente rossa, impacciata e sconvolta in viso. Mentre lo scappellavo cercò la mia bocca e subito le nostre lingue si intrecciarono freneticamente. Che sensazione di lussuria e di trasgressione! Quando Silvio tornò ci trovò che gemevo mentre Marco me la leccava. Non ci trovò niente di male né ci rimase che avevamo iniziato in sua assenza. Già allopera? Disse mettendo un ginocchio alla destra e laltro a sinistra della mia testa facendo ciondolare il suo cazzo sulla mia faccia. Riuscii a prenderlo in bocca proprio mentre avevo il mio primo orgasmo. Mmmmmmm, mmmmmmmmmm mugugnai mentre mi dimenavo. Il mio primo orgasmo con un altro. Marco venne al posto di mio marito e questa volta, penzolante sul mio viso, mi ritrovai il suo cazzone semiduro. Me lo sb
atté più volte sulle guance sorridendoci ma poi lo afferrai con le mani e lo ficcai in bocca. Che grosso! Avevo la bocca piena. Silvio si sistemò in ginocchio fra le mie cosce e mi trapanò nella fica. Che bello! Cosi per una decina di minuti. Ancora un orgasmo e poi Marco, mettendosi supino, mi tirò su di lui. Lo cavalcai, me lo puntai e lentamente mi abbassai su quellobelisco. Che Piacere! Mio marito mi diceva che mi stava sfondando. Ero fuori di me, lo sentivo tutto dentro e quando iniziò a giocare con le mie tette presi a fare su e giù. Mio marito si godeva la scena invogliandomi sempre di più e quando Marco mi tirò giù prendemmo a slinguarci e mio marito si avvicinò per guardare meglio le nostre lingue e i nostri succhi. Con questo tre, ma potevo fare a meno di non godere? Che orgasmo con quel cazzone dentro le mie viscere! Ma non finì lì perché mio marito, approfittando della situazione, aveva fretta di farmi godere della mia prima doppia penetrazione. Me lo mise nel culo facendomi impazzire. Questa volta fu Marco ad invogliarmi e a dirmi pure troia. Mio marito era daccordo con lui. Mi sentivo infilzata. Mi sentivo una protagonista di uno di quei tanti porno che avevamo visti. Pure Silvio era preso al massimo da quella situazione, specialmente quando io, presa da un piacere immenso, presi a manifestare, sia fisicamente che verbalmente il mio piacere. Siiiiiiii! Ahaaaa, ahaaaauuuuu! Cosiiiii, sii mi piaceeeeee, vengooooo. godoo di nuovooooo gridai dimenandomi ma assecondando come una vera veterana il ritmo di entrambi i cazzi che avevo dentro. Era così preso pure mio marito che non resistette più e mi sborrò nel culo. Non appena Silvio me lo sfilò dal culo, nonostante la sua sborra mi fuoriusciva copiosamente, Marco, esperto di fiche e di culi e porco, me lo sfilò dalla fica e,in quella stessa posizione, lo indirizzò sul buco del culo. Si, lo voglio così, pensai. Me lo feci entrare e lubrificato comera pure senza problemi. Sentivo la differenza di diametro e continuavo a godere. Dopo mi capovolse supina e mi trombò da sopra mentre le nostre lingue si intrecciavano continuamente. Così, forte per non so quando tempo. Godevo e godevo e desideravo che non finisse mai. Un fiume di sborra mi riempì tutta e godemmo insieme. Riposino, ancora doccia e poi andammo in giro per le strade di Taormina. Di cosa parlavamo? Naturalmente di sesso. Cenammo nella stessa trattoria, altra passeggiata, gelato e poi Marco mi chiese se avessi voglia di cazzo. Sicuramente disse Silvio. Ridemmo. Ancora voglia avete? Non siete stanchi? Chiesi sorridendo. Ancora il bello deve venire disse Marco. Infatti. Che serata! Ma che toro Marco! Un 69 con entrambi. Caspita! Due lingue, uno la fica e laltro il culo. Io 2 cazzi e 4 palle da leccare e succhiare. Fra le tette il cazzone di Marco e nella fica quello di mio marito. Ancora orgasmi da parte mia e mio marito mi sborrò nella fica. Dopo fu un continuo trombare con Marco mentre Silvio se lo manipolava. Marco mi trombò in tutte le posizioni e poi mi sborrò in bocca. Dormii tra loro due. Mi capitò di svegliarmi durante la notte, eravamo in 3 e faceva caldo. Loro dormivano, Silvio di fianco mi dava le spalle; Marco supino col cazzo moscio rivolto verso di me. Pensai al piacere che mi aveva dato e istintivamente presi a palparlo. Sembrava destarsi. Anche lui, il proprietario. Ci sorridemmo e, prendendomi per la nuca, indirizzò la mia bocca in quella direzione. Lo spompinai in silenzio e ben presto il cazzone si risvegliò del tutto. Lo cavalcai e scopammo mentre mi leccava i capezzoli. Ma tutto in silenzio per non svegliare mio marito. Ebbi un orgasmo silenzioso ma lui continuo. Fui felice di ricevere la sua sborra nella fica. Fui la prima ad alzarmi e feci la doccia. mi feci trovare pronta per uscire e fare colazione. Restammo tutta la mattinata fuori parlando se casomai potessimo rincontrarci, se possibile, unaltra volta. Marco e Silvio si erano scambiati i numeri di cellulare. Trattoria, a casa e poi Marco doveva ripartire. Certo, ma prima mi sfondò il culo per una mezzora come si deve e mio marito lo spronava a scassarmelo sempre più profondamente. La sborra di Marco nel culo, quella di mio marito in bocca. Ma la nostra vacanza non finì così. Mi mise in testa che il trattore aveva un debole per me. Che mi guardava, che sbirciava fra le mie cosce e fra le mie tette. Non lavevo notato, ma tanto me lo inculcò in testa che diventai curiosa di notarlo. Cosicché, notando i miei sguardi di verifica, il trattore, Antonio, un belluomo brizzolato 50 enne, non so cosa si mise in testa e cosa pensava di me. E dai fattelo, vediamo se ci sai fare senza di me mi diceva mio marito. Mi mise la pulce in testa. Mi sentii sfidata perché mi disse che non sarei stata capace a farmi abbordare. Progettammo ma senza impegni. Lultimo giorno di permanenza andai a pranzo da sola. I miei sguardi equivoci e libidinosi si fecero più intensi e Antonio rispondeva con altrettanta libidine. Non potevo di certo essere io a prendere liniziativa e resta ancora lì dopo aver finito. Ad un tratto si avvicinò e sottovoce mi disse: Signora ha finito? Ho limpressione che ha bisogno di qualcosa daltro. Cosa? Che ha di buono che mi può piacere? Se viene in quel portone verde alla sua destra glielo faccio vedere. Io le apro da dentro E sicuro che mi piacerà e che io lo voglia? Venga e vedrà- Altroché se mi piacque! Non era quello di Marco ma era pur sempre un gran bel cazzo. Lo spompinai per bene a modo mio e poi mi trombò a 90 gradi sia nella fica che nel culo. Mio marito, quando glielo raccontai, mi disse che ero diventata subito pratica, potevamo pure andare oltre. Alla prossima. Chissà se qualche lettore accetterà linvito mio marito.

Ho fatto la troia con mio nipote | Racconto incesti di Sabrinaziatroia

Io sono Sabrina, vivo a Catania ma sono originaria della provincia di Palermo. Da quasi un anno vivo praticamente da sola in quanto mia figlia lavora a Milano e mio marito da più di un anno si trova allestero per conto dellimpresa per cui lavora. Viene ogni 3 mesi per una settimana. Come ogni mese di agosto anche questanno abbiamo trascorso 2 settimane al paese natio ospiti di mia sorella e mio cognato. Una sera, mentre cenevamo, arrivò, tutto incavolato, Roberto con la moglie. Roberto, in famiglia Robertino, è il figlio di mia sorella, nonché mio nipote. Anzi, il primo nipotino in famiglia a cui sono affezionato e lui a me. Portò la notizia che lazienda finanziaria per cui lavorava laveva distaccato per 6 mesi in un grosso centro vicino Catania a partire dal primo settembre. Oltre ai tanti disagi si pose il problema dellalloggio non potendo viaggiare giornalmente a causa della distanza. Mi venne spontaneo dire, anche per calmarlo e tranquillizzarlo, che questo non sarebbe stato un problema in quanto quel centro era ad appena mezzoretta da casa mia. Nonostante lestrema confidenza disse che per me sarebbe stato un peso e che non voleva disturbare. Insistetti. Anche mio marito, dicendo che almeno, considerata la sua assenza, mi avrebbe fatto compagnia. Non nascondo che ebbi dei ripensamenti in quanto avevo le mie abitudini e tenevo molto alla mia privacy. Fortunatamente non fu così in quanto ci organizzammo nel migliore dei modi: la mattina, dopo il caffé, lui usciva per raggiungere il suo ufficio ed io, qualche minuto dopo, per raggiungere il mio. Io solitamente finisco alle ore 14 tranne il martedì e il giovedì che finisco alle ore 17 avendo il rientro obbligatorio in ufficio e poi il tempo che perdevo approfittando per fermarmi al supermarket. Lui sempre tutto il giorno fuori, rincasando alle 18-18,30- Per pranzo ci arrangiavamo; pure io quando ero da sola, poi la sera un bel piatto di pasta, per entrambi irrinunciabile, e dopo quello che capitava. Anche lui, sovente, rientrava con della spesa. Non cambiai affatto le mie abitudini e come sempre, essendo ancora nella stagione calda, stavo a casa con gonne corte e comode e con magliettine leggere senza reggiseno. A volte, quando mi alzavo la mattina o prima di andare a letto la sera, una vestaglietta leggera e semitrasparente. Lui in bermuda e maglietta. Fra laltro si può dire che avevamo le stesse abitudini: doccia la mattina e quando rientravamo la sera o prima di andare a letto, io, quando rientravo a casa alle 14- Il tutto senza intralciarci minimamente in quanto io usavo il bagno in camera e lui quello principale con il box sulla vasca da bagno. Tutto tranquillo le prime due settimane. Il lunedì sera della terza, guardando un film in tv, commentando una scena damore, non so cosa successe: io mi sentivo guardata e imbacciata, lui imbarazzato e mortificato. Roberto è un bel ragazzo di 30 anni, snello, muscoloso, fisico atletico e molto attraente; è sposato da 2 anni con una bella ragazza e non ha figli. Io sono una donna di 54 anni e devo dire che, nonostante la mia età, mi difendo bene mantenendomi ancora soda e attraente. Insomma, sono ancora una bella mora corteggiata, sia in ufficio che fuori e, nonostante i miei ultimi lunghi digiuni sessuali, non mi sono mai concessa a nessuno. Insomma, non avevo mai tradito mio marito. Per tanti motivi: primo perché lamo e poi perché, ne sono convinta, il primo a dirti puttana è proprio quello col quale fai le corna a tuo marito. Il sesso con mio marito? Soddisfacente. Ma tutto entro certi limiti. Si, è vero, mi fa godere più volte ma non abbiamo mai parlato di rapporti anali e, pur sentendo spesso parlare di pompini con ingoio, essendo a volte magari curiosa, non lha mai preteso. Usa molto le mie tette e ci sollazziamo in tumultuosi 69. Durante le sue assenze? E da allora che ho scoperto questo sito e quasi ogni sera mi masturbo furiosamente. Latmosfera era strana e poi quella mio dire, giovedì sera, mentre eravamo vicini sul divanetto a guardare la tv in seconda serata, non ci voleva proprio. Senti la lontananza della tua mogliettina? Che sacrificio vero? Come fai? Ehee zi, che ci posso fare? Certo che è un sacrificio ma lalternativa qualè? disse sorridendo. Dopo mi diede una gomitata leggera sul braccio. Zi, io? E tu allora? Se il mio è sacrificio il tuo allora cosè con lo zio che viene ogni tre mesi? Mi sorprese ma risi. Io, si figurati! io alla mia età! Non ci penso più, ormai sono vecchietta. Si, vecchietta! Tu vecchietta zi? Magari fossero tutte come le vecchiette! Sei così bona ancora zi! Chissà quanti ce ne hai corteggiatori! Risi. Si, corteggiatori! Non mi fare ridere. Che sono una ragazzina? Come detto prima era giovedì; avevo fatto la doccia sul tardi e indossavo la mia solita vestaglietta leggera e semitrasparente. Era semi aperta e mi guardò le cosce. Guarda che belle cosce che hai ancora zi. Che ti sembra che non me ne accorgevo di come ti guardavano i tuoi vecchi amici al mare? Sii, proprio, Non mi fare ridere vah! Si girò di fianco verso di me, poggiò la mano per metà sulla vestaglia e per metà sulla coscia e sorridendo disse: Guarda che belle cosce che hai zi. Si, che belle cosce! Non mi fare ridere! Porcellino che sei! Togli quella mano da lì dissi con tono per niente dissuasivo. Non mi diede retta e prese a spostare sempre più la vestaglia e scoprirmi fino alle mutandine. Mi vergognavo, ero in imbarazzo ma le sue attenzioni e quello che mi diceva mi piaceva e mi faceva sentire attraente. Robertì smettila dissi sussurrando. Prese ad accarezzarmi fra le cosce fino alle mutandine dicendomi che avevo le cosciazze come piacevano a lui. Ebbi un gemito di piacere. Robertì smettila perche mi potrebbe piacere dissi ancora dopo un altro gemito. Certo che ti deve piacere zi, allora perché si fa disse facendo pressione sulla fica facendomi sospirare forte di piacere. Avah smrttiamolaaa dissi in un ultimo tentativo di riprendere entrambi la ragione. Ma capii che non era più possibile quando subito dopo si mise in ginocchio e, mentre mi torturava la fica facendomi entrare pure le mutandine, mi aprì completamente la vestaglia, fece degli apprezzamenti più che lusinghieri sulle mie tette e prese a leccarmele. Impazzivo! Notai che ero scivolata sul divano e istintivamente muovevo il bacino come per dirgli che volevo godere. Infilò la mano dentro e, quando fu a contatto col mio clitoride, guardai giù la sua mano e sussurrai: Siiiiiiii! Siii Robè siiiii. Approfittò della mia bocca spalancata e mi ficcò la lingua dentro. Con la mia cercai di spingerla fuori dicendo: Noooo. Invece me la succhiò facendomi impazzire completamente. Ero fradicia e non capivo più niente. Mi prese per le spalle, mi fece girare, mi spinse indietro facendomi distendere, mi sfilò completamente le mutandine e venne giù con la testa fra le mie cosce. Gridai, si, gridai di piacere e anche di lussuria quando la sua lingua prese ad esplorare la mia fica e poi si soffermò sul clitoride leccandolo, mordendolo e succhiandolo. Tenevo la sua testa lì, incatenata per evitare che andasse via. Si, perché stavo per avere il mio primo orgasmo con un altro. Con un altro che era, fra laltro mio nipote, il figlio di mia sorella. E fu un orgasmo quasi liberatorio. Liberatorio di non so cosa ma sicuramente, forse perché trasgressivo, di una intensità e di una volgarità che io stessa, da me non me lo sarei mai aspettato. Mentre gemevo ancora degli ultimi spasmi ma ancora vogliosa, si sfilò la maglietta, scese giù dal divano mettendosi ritto e facendo scivolare giù i bermuda. Mi vergognavo ma il suo pacco era molto invitante. Riprese a masturbarmi con la mano sinistra facendomi gemere ancora; mi sollevai sul gomito sinistro e glielo palpai con la mano destra. Miii, zii che sei brava disse. Tirai giù gli slip e il cazzo scattò nella mia direzione come una molla. Non so descrivere quello che provai. Cosa prova una donna quando si ritrova proprio davanti alla bocca un cazzo che, per la prima volta, non è quello di suo marito? Lo segai lentamente ammirandolo curiosa. Che dovevo fare! Lo leccai e lo leccai tu
tto mentre lui me lo passava ora sulluna ora sullaltra guancia dicendomi che avevo una lingua da fare resuscitare un morto. Mi sentivo lusingata e lo imboccai. Questa volta lo feci gemere io. Minchia che bocca zi! Comè la mia bocca gli chiesi sorridendo ma, penso, visibilmente rossa. Di pompinara zi A tua zia queste cose dire? dissi con tono seccato ma lusingata. tanto lusingata che feci del mio meglio per sembrare ancora più pompinara. Ci giocai con la lingua mentre lo tenevo in bocca e poi presi a succhiarlo. Mi ficcò due dita nella fica facendomi sobbalzare di piacere. dopo due minuti sentivo che stavo a per avere ancora un orgasmo e mi agitavo. Più mi agitavo e più il mio pompino diventava da vera pompinara, tanto che, mentre godevo come una troia, sentivo il suo cazzo ingrossarsi e lui dire continuamente: siiiii. Evidentemente stava per venire e cercai di sfilarmelo dalla bocca timorosa, comunque, che potesse macchiare il divano. Non fu così in quanto mi tenne la testa ferma e prese a muoversi. Sgranai gli occhi per dirgli no ma in un baleno sentii i primi schizzi. E poi ancora e ancora ritrovandomi con la bocca così piena di sperma caldo che fui costretta ad inghiottire per non affogare. Andai di corsa nelo mio bagno, sputai e mi sciacquai la bocca pensando: chi me lo doveva dire che lavrei presa in bocca a 54 anni e per giunta quella di mio nipote. Ritornai con la vestaglia richiusa, con fare di chi è veramente seccata ma senza dire niente. Andai in cucina, bevvi della coca, ritornai e prendendo le mutandine, con le quali si era pulito lui, e dissi che andavo a dormire. Lindomani mattina muti. La sera quando rientrò gli chiesi solo se gradisse spaghetti al pomodoro oppure olio aglio e peperoncino. Se hai bisogno del peperoncino regolati da te rispose. Cercai di essere seria. Intanto mi ero vestita più decendemente per evitare certi stuzzicamenti. Sembravamo litigati fino a quando, dopo cena, mi chiede se il peperoncino stava facendo effetto. Per favore vah! Tu scherzi! Che ti sembra normale? Non disse niente. Erano le 23 quando gli diedi la buona notte e mi ritirai in camera. Ero quasi di come mi stavo comportando: come se fosse stata tutta colpa sua. Nello stesso tempo ero convinta che non potevo incoraggiarlo o stuzzicarlo. Però mentre mi spogliavo sentivo di aver voglia. Voglia di essere sfondata con calma e con convinzione, senza la sorpresa e la foga della sera prima. Fu come se lavessi chiamato col pensiero: si aprì la porta; era nudo col cazzo moscio che gli pensolava fra cosce. Ma che sei pazzo? Che intenzioni hai? Le stesse intenzioni che hai tu. Ero in mutandine e stavo indossando la camicetta da notte che uso in estate quando fa caldo. Sedette davanti a me e ci fissammo come per dirci pazzi a vicenda. Mi sfilò la camicetta e prese a leccarmi le tette dicendomi che facevo finta che non mi piacesse. Robè, certo che mi piace! Non mi deve piacere scopare? solo che tu sei mio nipote ed sono tua zia. Chi se ne frega forse pensò lui. Io sicuramente quando prese a mordicchiarmi i capezzoli, allargò le sue cosce, mi fece avvicinare e prese a palparmi il culo mentre mi sfilava le mutandine. Mi piaceva, che ci potevo fare? Richiuse le cosce e mi ci fece accavallare. Sentivo il cazzo indurirsi fra le mie cosce e a contatto della fica. Eravamo presi e le nostre bocche si unirono in un bacio e uno slinguamento a dir poco osceno. Si buttò allindietro andando leggermente su. Lo seguii. Eravamo messi di traverso sul letto ed io ero pronta a cavalcarlo. La vagina era gia gocciolante e il cazzo entrò facilmente. Non dovevo gridare di piacere sentendomi trapanare dal primo cazzo estraneo che entrava nella mia fica? Lo cavalcai come piaceva a me, col busto allindietro e le mie mani appogggiate sulle sue gambe. Poi mi portai avanti e mi appoggiai sul suo petto. Poi mi tirò giù e ci leccammo vergognosamente, come non avevo mai fatto nemmeno con mio marito, sussurrandomi lui che avevo la fica accogliente ed io che era stupendo sentirmi il suo cazzo sfondarmi tutta. Ebbi il primo orgasmo così, facendo su e giù e rotendo il bacino. Ci sistemammo nel verso giusto, lui sempre supino ed io su. Che 69! Sentivo la sua lingua in ogni angolo e pure dentro e poi a mordicchiarmi il clitoride. Più mi piaceva e più troia volevo essere. Certe cose che non avevo mai fatto e che non avrei mai fatto con mio marito, non so per quale motivo, erano adesso più naturali: quanto mai mi ero permesso di leccare e mordere le palle di mio marito, e quanto mai mi ero permessa di dire a mio marito: si, siii, leccami che mi fai impazzire. Oppure: che bel cazzone che hai! Che bello succhiartelo! Godetti ancora e poi, cambiando posizione, venne su fra le mie cosce e mi scopo così non ricordo per quanto tempo. Non ricordo neanche quanti altri orgasmi e non ricordo neanche che mio marito, anche da giovane, resistesse tanto e quando lui sborrò dentro la fica, facendomi venire ancora, ed il suo cazzo, dopo un minuto fra le tette, ritornò duro e pronto scopandomi ancora alla pecorina, di fianco e in bocca sborrandomi pure, ed io questa volta consapevole, ebbene tutte queste cose non le potevo ricordare perché non le avevo mai fatte. Ovviamente da quella sera la mia camera da letto diventò pure la sua. Fu qualche sera dopo che trovandomi alla pecorina, sentii la sua lingua fra le natiche. Gli dissi di smetterla perché mi faceva senso ma, nello stesso tempo, mi piaceva da morire e ancheggiavo. Mi chiese se mio marito me lo leccava prima di incularmi. Ma che incularmi! Che fa scherzi? Non mi fare fare loscena vah! Per tutta risposta mi disse che lo voleva rompere. Lavevo capito e lidea di perdere la verginità del mio culo non mi dispiaceva: se non lo facevo neanche a 54 anni quando lo facevo, più occasione di questa? Naturalmente feci finta di essere sorpresa: e no non mi va non lho mai fatto, e si però piano, e se mi fa male? Pensò tutto lui, persino la pomata che usavo io per le mani. Mi disse che glielo dovevo leccare bene con tanta saliva e mentre lui mi passava la pomata sullano. Mi ficcò un dito dentro e mi chiese come andava. Insomma. Poi un altro dito. Fastidio e ure piacevole. Poi, piano piano me lo ficcò dentro e dopo qualche dolorino incominciò a piacermi. Più me lo chiedeva più mi piaceva. Sempre più velocemente fino a quando mi sborrò nellintestino e godetti insieme a lui. Sei mesi di sesso e di essere troia. Tanti bei momenti e alcuni proprio indimenticabili. Come quando venne mio marito per la vacanza di una settimana. Per la verita quella settimana fu atroce per lui. Il giovedì mio marito ed io andammo a Milano per trascorrere il fine settimana insieme a nostra figlia. Lui ripartì la domenica sera da milano ed io rientrai a catania il lunedì sera. Roberto mi venne a prendere allaeroporto. Aveva una gran voglia. Anchio. Ci fermammo per prendere della pizza e delle arancine e poi a casa. Dissi che facevo la doccia. Anche lui. Vieni di qua che la facciamo insieme disse. Mi prese per mano, mi condusse nel bagno che usava lui ed entrammo nella vasca. Che scopata! Mi inculò col cazzo tutto impregnato di bagna schiuma e fu meraviglioso come entrava e usciva. Lo spompinai e mi sborrò in bocca. Il tutto sotto il getto di acqua calda, rendendo tutto più eccitante e più piacevole. Dopo sei mesi restai nuovamente da sola. Che tristezza! Ritornai alle storie porno e alla masturbazione. Mi dovevo pure arrangiare. Qualche giorno fa un mio collega, uno dei miei corteggiatori, è tornato alla carica. Mi sono comportata in modo diverso, quasi a fargli capire che ci potevo stare. Chissà! Voi che ne dite?

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