Anale – Cazzo nel Culo | Racconto etero di Malena N

È da giorni ormai che la parola anale, quasi come un istigazione, mi salta agli occhi di continuo riportandomi a pensieri e a voglie impronunciabili. Non si parla d’altro, dentro e fuori dal sito, e tutto ciò che dico o che sento a riguardo, mi rimbomba nelle orecchie fino a provocarmi stordimento. L’idea è stata geniale come chi l’ha avuta. Geniale come tutto quello che da essa ancora nasce e ne scaturisce. Mi diverte, mi eccita, mi incuriosisce, entrare nell’immaginazione di tutti e trovarmi di fronte alla fantasia galoppante di ogni autore che si è cimentato a scrivere.

Il desiderio di mio marito divedermi con un altro | Racconto trio di Giusytroia

Ciao a tutti. A solo pensarci mi viene da ridere, ma spero che la mia storia vera vi piaccia. mi viene da ridere perché ho cominciato a frequentare questo sito con la speranza di trovare un racconto in cui una moglie si sia trovata nella mia stessa situazione e il modo in cui si sia comportata. Ne ho trovati tanti. Io sono Giusy, una bella 50enne siciliana di Trapani. Mi descriverò durante il racconto. Gianni, mio marito, ha 53 anni ed è sicuramente un belluomo attraente, dal fisico atletico e affascinante. Siamo entrambi funzionari pubblici. Lho fatto, accontentando mio marito e anche me stessa, solo un mese fa, nel nostro rifugio in collina, con un bel 40enne e in 3 ci siamo sollazzati tutta la notte. Il mio problema non era quello di farmi scopare da un altro e capirete il perché, il mio problema era farlo con mio marito presente. Capirete il perché in quanto sono una donna che non so nemmeno io come definirmi: troia forse è poco. Una santerellina non lo sono mai stata nemmeno da ragazzina in quanto sono stata sempre attratta dallaltro sesso, ritrovandomi, già a 14 anni, alta come sono ora e con tutti i miei attributi femminili: leggermente in carne, con le tette acerbe ma già ben formate e quasi della grossezza definitiva; un bel culo e un gran paio di cosce, stuzzicando, già a quella età, le fantasie di ragazzi più grandi di me, la mia curiosità verso laltro sesso e le mie fantasie quando mi masturbavo. Come definire una donna come me che a 14 anni inizia a maneggiare il cazzo di un ragazzo di 26 anni, fidanzato, che abitava nello stesso palazzo e, lavorando nei pressi della mia scuola, spesso la mattina mi dava un passaggio? con Carlo, così si chiamava, iniziò la mia vita sessuale con i primi veri baci, le mie prime seghe, i miei primi pompini e i miei primi orgasmi masturbata e leccata da un maschio. Durò 2 anni. Come definire una donna che a 17 anni si fa fidanzata ufficiale e subito si ritrova sverginata di fica e con la bocca piena di sborra? Pino, più grande di me di 9 anni, figlio di amici di famiglia, che non mi piaceva e di cui non ero innamorata. Come definire una donna che, pur essendo fidanzata da pochi mesi, si fa sfondare per la prima volta il culo da un compagno di scuola durante uno sciopero con occupazione dellistituto? Renato, di una classe avanti e di diploma, che, durante il resto dellanno scolastico, mi scopò per una quindicina di volte. Come definire una donna che a 19 anni, non appena diplomata, facendo la babysitter per pagarsi la scuola guida e ritrovandosi a farla al figlio di Carlo, che nel frattempo si era sposato, si è fatta trombare 4 volte nellarco di 2 mesi? Come definire una donna che a 23 anni, durante una festa a casa di amici, incontra un ragazzo e per entrambi è un colpo di fulmine parlandosi solo con gli sguardi? Era Gianni, il mio futuro marito. Già quando ci incontrammo di nascosto la prima volta fu subito passione e sesso. Eravamo innamorati, lasciai Pino dopo 6 anni di fidanzamento, lottando pure contro la mia famiglia e iniziai la mia avventura infinita con Gianni. Io che non so come definirmi e lui libidinoso quanto mai. Ad un certo punto mi ritrovai incinta e ci sposammo. Io avevo 25 anni e lui 28. Durante la gravidanza ricevetti la lettera di assunzione a seguito di un concorso che avevo sostenuto da poco diplomata. Presi servizi per una settimana e poi andai in maternità. Quando ripresi servizio, pur non essendo nella mia forma migliore dal punto di vista fisico, notavo di essere interessante agli occhi di alcuni colleghi. col passare dei mesi ancora di più in quanto ritornai come prima e anzi meglio di prima perché più snella e più sexy. Me ne rendevo conto io e se ne rendevano conto colleghi ai quali sentivo bisbigliare apprezzamenti nei miei confronti. Fra laltro larma della provocazione e di farmi sentire desiderata mi si era raffinata essendo castana con lo sguardo accattivante e i miei attributi femminili, mai oscenamente, sempre in evidenza grazie anche al mio modo di vestire semplice ed elegante nello stesso tempo. Insomma, i complimenti non mancavano come, per esempio, quello di essere la più bona dellufficio. Come definire una donna che a sentirsi dire da un collega, che si spingeva oltre, che le mie tette erano da succhiare, che le mie cosce lo facevano impazzire, che il mio culo era da sfondare, chela mia bocca sembrava fatta apposta per fare pompini e che leggeva nei miei occhi che non vedevo lora di succhiarglielo, si ritrovava con la fica un lago? Come definire una moglie che quando un giorno costui la prese, tentò di baciarla e lei, anziché prenderlo a schiaffi come normale che fosse per una moglie con la testa sulle spalle, rispose al suo bacio accalorata e vogliosa? Come definire una moglie che qualche giorno dopo uscendo prima dallufficio per agitazione sindacale si fece raggiungere a casa? Franco, così si chiamava, aveva proprio ragione: non vedevo lora di succhiarglielo e avevo proprio bisogno di essere scopata selvaggiamente. Gli diedi tutti i miei buchi là, sul letto dove facevo lamore e dormivo con mio marito. Lo facemmo ancora per 3 volte nel giro di 2 mesi. Era di Palermo e poi fu trasferito. Avevo 27 anni, un figlio e, solo dopo 2 anni di matrimonio, un marito inconsapevolmente cornuto. Avevo 31 anni e Gianni 34 quando facemmo un mutuo e comprammo casa. Inoltre prendemmo labitudine di trascorrere, con nostro figlio che aveva già 5 anni, la domenica in un paesino in collina ad una oretta da Trapani. Stavamo bene ma avevo notato in lui un calo di desiderio sessuale nei miei confronti. Avevo capito, anche da certi suoi atteggiamenti, che aveva unamante. Ovviamente non era nelle condizioni di potermi lamentare o di dirgli qualcosa. Come definire una moglie che si sentì stuzzicata, eccitandosi come una cagna, dallidea di fa godere del piaceri che una donna sposata e con tanta esperienza potesse dare ad un ragazzo di 23 anni? Lo feci con Lillo, da poco collega, che aveva labitudine di sbirciare fra le mie cosce. Trovai il momento, sorprendendolo, di farlo venire nella mia bocca. Dopo prese coraggio e per 2 anni ci incontrammo, quando era possibile, in una vecchia casa disabitata della sua famiglia. Fu distaccato presso un altro ufficio e tutto finì. Come definire una moglie che mentre si faceva fottere da un ragazzo, ora di 24 anni, iniziò una relazione che sarebbe durata la bellezza di 14 anni? Io avevo 32 anni, Piero, così si chiamava, 45. Era il mio capo reparto e trascorrevamo molto tempo insieme, chiusi nella sua stanza, per motivi di programmazione e di lavoro. Mi fece capire che sapeva di me e Franco, il collega trasferito a Palermo, e mi presentò il cazzo davanti alla bocca; lo spompinai e mi sborrò in bocca. Le prime scopate in ufficio, per 6 volte fu possibile a casa sua e una volta a casa mia. per3 volte mi portò in un paesino vicino facendosi prestare una casetta da un amico; poi, per tanti anni, prese un monolocale in affitto fuori mano rispetto alle nostri abitazioni e allufficio. Come definire una moglie che a 37 anni, mentre aveva una relazione già da 5 anni, si fa sedurre da un 55enne? Un lunedì mattina mi trovavo nellagenzia di disbrigo pratiche del signor Antonio. Era stato lui, allora in una segreteria politica, ad interessarsi perché, dopo aver superato il concorso, venissi assegnata allufficio di Trapani. Avevamo rapporti per motivi di lavoro e sempre mi ricordava quello che aveva fatto per me. Il lunedì mattina aveva labitudine di non ricevere pubblico e quasi ogni lunedì, per un anno mi faci fottere dal suo cazzo che di uguali non ne avevo mai visti: lungo, grosso e con una cappella che sembrava una pesca. Dopo un anno, nonostante fosse il cazzo che più mi soddisfaceva, dissi basta. Una cosa mi rimase impressa nella mente di quel periodo, un tour de force sessuale: Il lunedì mattina mi scopò lui, nel pomeriggio Piero e la sera mio marito. Avevo 41 anni e Gianni 44 quando incominciai a notare un suo interesse nuovo nei miei confronti. Quello che accadde una mattina fu determinante per gli anni che seguirono e fino ad oggi. Lui era pronto per accompagnare nostro figlio
a scuola e poi andare in ufficio. Prima di uscire entrò in camera mentre mi stavo vestendo. Ero in reggiseno, slip e autoreggenti. mi guardò perplesso in quanto solitamente usavo i collant. Prima che dicesse qualcosa io, a disagio, come per giustificarmi, dissi che ormai in primavera incominciava a fare caldo e i collant mi davano fastidio. Notai una strana luce nei suoi occhi. Si avvicinò, sorrise, mise la mano fra le mie cosce e disse: così ti si può toccare meglio. Rimasi ammutolita. Aveva proprio ragione: era Piero che mi voleva così per potermi toccare meglio in ufficio quando era possibile. Stavo per uscire ma entrò lui. Pensai che mi volesse fare una cazziata e invece mi prese per le braccia e cercò la mia bocca. Che foga! Mi eccitai pure io. Disse che voleva scoparmi subito ed io gli ricordai che dovevamo andare in ufficio. Invece prendemmo un giorno di congedo e scopammo tutta la mattinata. Un altro fattore determinante fu lacquisto di una piccola costruzione al paesino: sotto un magazzino e al piano superiore un bilocale con cucinino e bagno. Diventò il nostro rifugio e ogni fine settimana eravamo lì da soli in quando nostro figlio aveva ormai i suoi amici e si appoggiava dai miei. Sembravamo due amanti mai sazi di fare sesso. Io? Sempre più consapevole di quella che fossi veramente. Tutte le mie esperienze mi avevano trasformata in una femmina che, a seconda delle situazioni, sapeva assumere gli atteggiamenti giusti: sapevo essere timida e ingenua, sfacciata e provocante e pure una femmina maliziosa, provocatrice e disponibile ad ogni complicità. Una sera, nel nostro rifugio, lui giocava con le mie chiappe divaricandole, richiudendole e dandomi qualche leccatina sullano. Mi disse che si rendeva conto del perché, con questo bel culo che mi ritrovavo, tutti mi volessero inculare, magari così alla pecorina. Che ne sapeva? Se lo immaginava come io di lui? Maliziosamente e tra un fare scherzoso e il semiserio gli feci capire di si e proprio alla pecorina. Infatti mi avevano inculata tutti così. Solo lui mi inculava pure di fianco. Quella sera mi volle a cavallo, seduta completamente sul cazzo e mi sfondò completamente. Così lo faceva con unaltra. Insomma, arrivammo al punto che ritenevamo assodato il fatto che lui fosse stato con altre ed io con altri. Avevo 45 anni quando mandai Piero a quel paese. Lui aveva 58 anni e mi disse che voleva dividersi dalla moglie. Mi resi conto che non era più il caso. Qualche anno dopo, io avevo 49 anni e Gianni 52, ammirandomi nuda mi diceva che ero ancora un bel pezzo di fica e, sorridendo, che mi potevo fare guardare e scopare senza fare brutte figure. Poi, senza mezzi termini, che aveva il forte desiderio di volermi scopare insieme ad un altro. Nel bel mezzo di tumultuosi amplessi gli dicevo che mi sarebbe piaciuto e mi diceva che avremmo potuto invitare qualcuno al nostro rifugio. Non so cosa avesse fatto, ma un martedì sera, poco più di un mese fa, fummo invitati a trascorrere il fine settimana in un agriturismo e lui disse che eravamo impegnati. Gli chiesi il motivo e rispose: come perché, ma se sabato abbiamo limpegno di farti scopare insieme a me? Restai allibita. Gianni, sul serio dici? Chiesi veramente sorpresa. Scusa, ma se fino a ieri sera hai detto di si! Disse. Dopo 5 secondi di silenzio dissi: ma sicuro sei di non essere geloso? E con chi? Non ti mortificheresti nei confronti di questo qua a farti scopare la moglie da un altro? Rispose che a questo non ci dovevo pensare. 5 secondi di silenzio e mi chiese: ma a te stuzzica lidea? Ti piace farlo? Lo vuoi fare? 5 secondi di silenzio e sussurrai: però non facciamo che poi me lo rinfacci! Il sabato mattina eravamo lì. Prendemmo qualcosa al market e poi, non essendo una bella giornata, a casa. Fabrizio, il nostro ospite, sarebbe venuto alle 10,00 di sera. Dopo cena, mentre mi preparavo, gli dissi: ti rendi conto di cosa mi stai facendo fare? Sorrideva. Reggiseno e slip in merletto nero, autoreggenti neri, gonna nera attillata e con lo spacchetto posteriore, camicetta azzurra e scarpe con tacco 10 cm che usavo solo in rare occasioni. Mi disse che ero sexy. Avevamo scelto insieme. Man mano che si avvicinava lora ero sempre più timorosa. Squillò il suo cellulare; non erano ancora le 10,00- Era lui. Gianni chiese dove fosse di preciso e uscì per andargli incontro. Ripiegai il piumone del letto e passai 10 minuti a passeggiare, continuando a guardarmi allo specchio, cercando di assumere latteggiamento giusto. Quando sentii fermare lauto mi sentii svenire. Quando lo vidi entrare insieme a Gianni mi ritrovai di fronte un uomo dal fisico atletico, bruno e attraente. si presentò dicendomi ciao e dandomi la mano. ro emozionatissima. notai che non aveva il nostro accendo e non aveva la fede. Era di un paese della provincia di Agrigento. Si tolsero i giacconi e si accomodarono sul divano. Dissi che preparavo il caffè e loro optarono per un prosecco. Di tutto si parlava tranne che del motivo per cui Fabrizio fosse lì con noi. Però i suoi sguardi, per niente furtivi, su tutto il corpo, mi facevano sentire a disagio ma svegliavano la mia libidine. Aggiungiamo quel mezzo bicchiere di prosecco, che per me è già tanto, e capirete perché quando mio marito prese ad accarezzarmi una coscia facendo risalire la gonna, emozionata ma sorridente dissi: Che fai, Gianni. Fatti guardare, Fabrizio non vede lora. Disse. Fabrizio, fissandomi mi disse che ero bona ed eccitante. Presto, ansimando, mi ritrovai con le loro mani fra le cosce, su in alto sulla mia carne viva. Facevano fatica perché la gonna attillata non andava oltre. Fabrizio fissava me e poi le cosce. Io cercavo, anche se a disagio, di essere accattivante. Il piacere e la libidine si impossessarono di me preannunciandomi una serata fuori da ogni regola. Gianni lasciò campo libero a Fabrizio e sentii le sue mani calde sugli slip armai inzuppati. Me lo disse. Al mio posto rispose Gianni dicendo che la porcona che ero aveva voglia di farsi fottere. Mi mortificai. oi venne dietro di me palpandomi le tette, baciandomi sul collo e stuzzicandomi lorecchio. Incominciai a gemere per il piacere e mio marito, sempre da tergo, mi sbottonò la camicetta, me la sfilò e quando mi sganciò il reggiseno quasi mi vergognai. Mio marito chiese a Fabrizio che gliene sembrasse delle tette della 50enne che ero e lui rispose che magari fossero così tutte le 50enni. Me ne palparono una ciascuno stringendomi i capezzoli. Sospirai forte dicendo più volte: siiii: Sentii Gianni che tirava giù la zip della gonna e quindi la stessa scendere lentamente, ad opera di entrambi, insieme agli slip. Mi ritrovai nuda con indosso solo gli autoreggenti. Fabrizio prese a leccarmi la fica da seduto e mio marito, messo in ginocchio, il ciulo. Si, che bello! dicevo impazzendo per il piacere che mi davano le loro lingue. Godetti di un orgasmo irresistibile e le mie gambe mi sorreggevano a stento. Fabrizio si alzò e mi diede in bocca la sua lingua fatta dei miei umori. La succhiai avidamente e poi intrecciai la mia alla sua in un bacio lungo e libidinoso. Lo sapevo bene che ora toccava a me. Infatti mi fece sedere sul bordo del divano e avevo il suo pacco allaltezza del viso. mio marito sedette al mio fianco dicendomi di fare vedere a Fabrizio di quanto fossi troia. mi vergognai un attimo ma portai le mani sulla patta tastandolo e fissando, alternativamente, il pacco, lui e mio marito come per avere il suo consenso. Gli slacciai la cintura, abbassai la zip e lui se li fece scivolare fino alle ginocchia. l suo grosso pacco, consistente in uno slip blu, era più evidente e più stuzzicante. Ne avevo vissuti tanti e con tanti cazzi momenti così ma, nonostante la mia abitudine, la situazione in cui mi trovavo rendeva tutto più intrigante. Solo per qualche secondo glielo palpai, poi tirai giù gli slip e mi si presentò davanti agli occhi un affare che, ancora semiduro, era impressionante. Il cazzo più lungo con cui avevo avuto a che fare era quello del 55enne Antonio, ma questo, oltre ad avere la stessa grossezza, era ancora più lungo. Non ho il senso della misura, ma penso non meno di 25 cm. Notai la meraviglia
anche nellespressione di mio marito. Lo impugnai con ambedue le mani segandolo lentamente, palpandole le palle e, libidinosa come mi sentivo, guardavo ancora entrambi con atteggiamento ora di timidezza ora di peccatrice lussuriosa. Ci giocai sulla cappella con la lingua e poi lo leccai per tutta la lunghezza. Sembrava che non arrivassi mai giù e quando arrivai gli leccai pure le palle. Nel frattempo, mentre facevo questo, lui si era liberato del maglione e della camicia; mio marito giocava col suo cazzo. Fabrizio si avvicinò fra le mie gambe e me lo mise fra le tette; lo strinsi come in una morsa ed era così lungo che, tenendo la testa china, lo imboccai facendogli, in contemporanea, una spagnola e un pompino. Mi resi conto che sarebbe stata una maratona sessuale diversa e più piccante a tutte le scopate, marito compreso, che mi ero fatte in vita mia. Gianni suggerì di andare a letto mentre anche lui si spogliava. Che scena quella in cui, saliti sul letto, io supina, Fabrizio prese a sfilarmi lautoreggente sinistro e Gianni quello destro, lentamente e accarezzandomi. poi Fabrizio venne su e quando mi sentii il suo cazzone dentro mi venne di svenire: era come se mi avesse sverginato per la seconda volta. Succhi, slinguate finché ebbi lorgasmo e rotolandoci, senza che me lo sfilasse dalla fica, mi ritrovai a cavalcarlo e mio marito, in piedi sul letto, me lo mise in bocca. Io gridavo per il continuo piacere, Gianni che diceva a Fabrizio: ti piace la troia di mia, moglie? Fabrizio che mi chiedeva se mi stavo sollazzando col suo cazzo. Il gioco durò quasi unora, poi Gianni mi sborrò in bocca e Fabrizio fra le tette. Avevo preparato tutto: fazzolettini e avevo portato persino i pannolini del corredo che usavo sempre con mio marito e avevo usato a casa mia con Franco e Piero. Avevo la fica in fiamme e sentivo il bisogno di una rinfrescata. Scesi dal letto e andando in bagno sentii ridere Fabrizio. Cosa cè? Perché ridi? Chiesi. Hai un culo favoloso, rimbalza come un pallone, sbrigati che ci giochiamo. Giocammo a più non posso alternandosi nei miei due buchi e nella mia bocca. Il cazzone di Fabrizio mi sconquassò il culo che, sebbene ben collaudato, non aveva mai ospitato un cazzone come il suo. Che vi devo dire di quando mi fecero provare due cazzi insieme scambiandosi più volte i buchi Era la prima volta. Mio marito venne ancora una volta nel mio culo; Fabrizio altre due volte, nella fica e in bocca. Erano già le 3,00 del mattino, ci coprimmo col piumone e ci addormentammo. Erano le 6,00 quando mi sveglia sentendo qualcosa di grosso, duro e caldo fra le chiappe: era il cazzone di Fabrizio. Alzai la coscia e me lo mise nella fica. Mio marito si svegliò sentendomi godere. Feci sborrare Fabrizio nella mia bocca e poi si preparò per andare via. Prima di uscire ci baciammo slinguandoci in presenza di mio marito. Trascorremmo tutta la domenica nel nostro rifugio e notammo, lui la mia soddisfazione ed io il fatto che non era geloso e che anzi gli piaceva vedermi sfondare da Fabrizio. Non ero nemmeno curiosa di come lavesse conosciuto. Coccolandoci mi chiese se mi fosse piaciuto il suo cazzo e se ne avessi gustato uno simile prima. Gli accennai del cazzo di Antonio. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto rifarlo. Mi è piaciuto Fabrizio, con lui? Dissi. Mi piacerebbe farti provare un bel cazzone nero. Disse ridendo. Sorrisi pure io. Che schifo! Scemo!

Da signora matura insospettabile a troia sottomessa – capitolo 15 | Racconto dominazione di Signora

Lunedì mattina mi telefonò Claudio, dicendomi che sarebbe passato a trovarmi nel pomeriggio, a riscuotere un altra rata, quando arrivò mi feci trovare senza anelli, lui come al solito brutale, sbrigativo e volgare nel sesso, non si accorse neanche dei fori sui capezzoli e tantomeno su le grandi labbra, fece solo qualche commento sui tatuaggi, sia su la freccia che indicava verso il culo, sia su la scritta slut sul monte di venere, disse

Il desiderio di mio marito divedermi con un altro | Racconto trio di Giusytroia

Ciao a tutti. A solo pensarci mi viene da ridere, ma spero che la mia storia vera vi piaccia. mi viene da ridere perché ho cominciato a frequentare questo sito con la speranza di trovare un racconto in cui una moglie si sia trovata nella mia stessa situazione e il modo in cui si sia comportata. Ne ho trovati tanti. Io sono Giusy, una bella 50enne siciliana di Trapani. Mi descriverò durante il racconto. Gianni, mio marito, ha 53 anni ed è sicuramente un belluomo attraente, dal fisico atletico e affascinante. Siamo entrambi funzionari pubblici. Lho fatto, accontentando mio marito e anche me stessa, solo un mese fa, nel nostro rifugio in collina, con un bel 40enne e in 3 ci siamo sollazzati tutta la notte. Il mio problema non era quello di farmi scopare da un altro e capirete il perché, il mio problema era farlo con mio marito presente. Capirete il perché in quanto sono una donna che non so nemmeno io come definirmi: troia forse è poco. Una santerellina non lo sono mai stata nemmeno da ragazzina in quanto sono stata sempre attratta dallaltro sesso, ritrovandomi, già a 14 anni, alta come sono ora e con tutti i miei attributi femminili: leggermente in carne, con le tette acerbe ma già ben formate e quasi della grossezza definitiva; un bel culo e un gran paio di cosce, stuzzicando, già a quella età, le fantasie di ragazzi più grandi di me, la mia curiosità verso laltro sesso e le mie fantasie quando mi masturbavo. Come definire una donna come me che a 14 anni inizia a maneggiare il cazzo di un ragazzo di 26 anni, fidanzato, che abitava nello stesso palazzo e, lavorando nei pressi della mia scuola, spesso la mattina mi dava un passaggio? con Carlo, così si chiamava, iniziò la mia vita sessuale con i primi veri baci, le mie prime seghe, i miei primi pompini e i miei primi orgasmi masturbata e leccata da un maschio. Durò 2 anni. Come definire una donna che a 17 anni si fa fidanzata ufficiale e subito si ritrova sverginata di fica e con la bocca piena di sborra? Pino, più grande di me di 9 anni, figlio di amici di famiglia, che non mi piaceva e di cui non ero innamorata. Come definire una donna che, pur essendo fidanzata da pochi mesi, si fa sfondare per la prima volta il culo da un compagno di scuola durante uno sciopero con occupazione dellistituto? Renato, di una classe avanti e di diploma, che, durante il resto dellanno scolastico, mi scopò per una quindicina di volte. Come definire una donna che a 19 anni, non appena diplomata, facendo la babysitter per pagarsi la scuola guida e ritrovandosi a farla al figlio di Carlo, che nel frattempo si era sposato, si è fatta trombare 4 volte nellarco di 2 mesi? Come definire una donna che a 23 anni, durante una festa a casa di amici, incontra un ragazzo e per entrambi è un colpo di fulmine parlandosi solo con gli sguardi? Era Gianni, il mio futuro marito. Già quando ci incontrammo di nascosto la prima volta fu subito passione e sesso. Eravamo innamorati, lasciai Pino dopo 6 anni di fidanzamento, lottando pure contro la mia famiglia e iniziai la mia avventura infinita con Gianni. Io che non so come definirmi e lui libidinoso quanto mai. Ad un certo punto mi ritrovai incinta e ci sposammo. Io avevo 25 anni e lui 28. Durante la gravidanza ricevetti la lettera di assunzione a seguito di un concorso che avevo sostenuto da poco diplomata. Presi servizi per una settimana e poi andai in maternità. Quando ripresi servizio, pur non essendo nella mia forma migliore dal punto di vista fisico, notavo di essere interessante agli occhi di alcuni colleghi. col passare dei mesi ancora di più in quanto ritornai come prima e anzi meglio di prima perché più snella e più sexy. Me ne rendevo conto io e se ne rendevano conto colleghi ai quali sentivo bisbigliare apprezzamenti nei miei confronti. Fra laltro larma della provocazione e di farmi sentire desiderata mi si era raffinata essendo castana con lo sguardo accattivante e i miei attributi femminili, mai oscenamente, sempre in evidenza grazie anche al mio modo di vestire semplice ed elegante nello stesso tempo. Insomma, i complimenti non mancavano come, per esempio, quello di essere la più bona dellufficio. Come definire una donna che a sentirsi dire da un collega, che si spingeva oltre, che le mie tette erano da succhiare, che le mie cosce lo facevano impazzire, che il mio culo era da sfondare, chela mia bocca sembrava fatta apposta per fare pompini e che leggeva nei miei occhi che non vedevo lora di succhiarglielo, si ritrovava con la fica un lago? Come definire una moglie che quando un giorno costui la prese, tentò di baciarla e lei, anziché prenderlo a schiaffi come normale che fosse per una moglie con la testa sulle spalle, rispose al suo bacio accalorata e vogliosa? Come definire una moglie che qualche giorno dopo uscendo prima dallufficio per agitazione sindacale si fece raggiungere a casa? Franco, così si chiamava, aveva proprio ragione: non vedevo lora di succhiarglielo e avevo proprio bisogno di essere scopata selvaggiamente. Gli diedi tutti i miei buchi là, sul letto dove facevo lamore e dormivo con mio marito. Lo facemmo ancora per 3 volte nel giro di 2 mesi. Era di Palermo e poi fu trasferito. Avevo 27 anni, un figlio e, solo dopo 2 anni di matrimonio, un marito inconsapevolmente cornuto. Avevo 31 anni e Gianni 34 quando facemmo un mutuo e comprammo casa. Inoltre prendemmo labitudine di trascorrere, con nostro figlio che aveva già 5 anni, la domenica in un paesino in collina ad una oretta da Trapani. Stavamo bene ma avevo notato in lui un calo di desiderio sessuale nei miei confronti. Avevo capito, anche da certi suoi atteggiamenti, che aveva unamante. Ovviamente non era nelle condizioni di potermi lamentare o di dirgli qualcosa. Come definire una moglie che si sentì stuzzicata, eccitandosi come una cagna, dallidea di fa godere del piaceri che una donna sposata e con tanta esperienza potesse dare ad un ragazzo di 23 anni? Lo feci con Lillo, da poco collega, che aveva labitudine di sbirciare fra le mie cosce. Trovai il momento, sorprendendolo, di farlo venire nella mia bocca. Dopo prese coraggio e per 2 anni ci incontrammo, quando era possibile, in una vecchia casa disabitata della sua famiglia. Fu distaccato presso un altro ufficio e tutto finì. Come definire una moglie che mentre si faceva fottere da un ragazzo, ora di 24 anni, iniziò una relazione che sarebbe durata la bellezza di 14 anni? Io avevo 32 anni, Piero, così si chiamava, 45. Era il mio capo reparto e trascorrevamo molto tempo insieme, chiusi nella sua stanza, per motivi di programmazione e di lavoro. Mi fece capire che sapeva di me e Franco, il collega trasferito a Palermo, e mi presentò il cazzo davanti alla bocca; lo spompinai e mi sborrò in bocca. Le prime scopate in ufficio, per 6 volte fu possibile a casa sua e una volta a casa mia. per3 volte mi portò in un paesino vicino facendosi prestare una casetta da un amico; poi, per tanti anni, prese un monolocale in affitto fuori mano rispetto alle nostri abitazioni e allufficio. Come definire una moglie che a 37 anni, mentre aveva una relazione già da 5 anni, si fa sedurre da un 55enne? Un lunedì mattina mi trovavo nellagenzia di disbrigo pratiche del signor Antonio. Era stato lui, allora in una segreteria politica, ad interessarsi perché, dopo aver superato il concorso, venissi assegnata allufficio di Trapani. Avevamo rapporti per motivi di lavoro e sempre mi ricordava quello che aveva fatto per me. Il lunedì mattina aveva labitudine di non ricevere pubblico e quasi ogni lunedì, per un anno mi faci fottere dal suo cazzo che di uguali non ne avevo mai visti: lungo, grosso e con una cappella che sembrava una pesca. Dopo un anno, nonostante fosse il cazzo che più mi soddisfaceva, dissi basta. Una cosa mi rimase impressa nella mente di quel periodo, un tour de force sessuale: Il lunedì mattina mi scopò lui, nel pomeriggio Piero e la sera mio marito. Avevo 41 anni e Gianni 44 quando incominciai a notare un suo interesse nuovo nei miei confronti. Quello che accadde una mattina fu determinante per gli anni che seguirono e fino ad oggi. Lui era pronto per accompagnare nostro figlio
a scuola e poi andare in ufficio. Prima di uscire entrò in camera mentre mi stavo vestendo. Ero in reggiseno, slip e autoreggenti. mi guardò perplesso in quanto solitamente usavo i collant. Prima che dicesse qualcosa io, a disagio, come per giustificarmi, dissi che ormai in primavera incominciava a fare caldo e i collant mi davano fastidio. Notai una strana luce nei suoi occhi. Si avvicinò, sorrise, mise la mano fra le mie cosce e disse: così ti si può toccare meglio. Rimasi ammutolita. Aveva proprio ragione: era Piero che mi voleva così per potermi toccare meglio in ufficio quando era possibile. Stavo per uscire ma entrò lui. Pensai che mi volesse fare una cazziata e invece mi prese per le braccia e cercò la mia bocca. Che foga! Mi eccitai pure io. Disse che voleva scoparmi subito ed io gli ricordai che dovevamo andare in ufficio. Invece prendemmo un giorno di congedo e scopammo tutta la mattinata. Un altro fattore determinante fu lacquisto di una piccola costruzione al paesino: sotto un magazzino e al piano superiore un bilocale con cucinino e bagno. Diventò il nostro rifugio e ogni fine settimana eravamo lì da soli in quando nostro figlio aveva ormai i suoi amici e si appoggiava dai miei. Sembravamo due amanti mai sazi di fare sesso. Io? Sempre più consapevole di quella che fossi veramente. Tutte le mie esperienze mi avevano trasformata in una femmina che, a seconda delle situazioni, sapeva assumere gli atteggiamenti giusti: sapevo essere timida e ingenua, sfacciata e provocante e pure una femmina maliziosa, provocatrice e disponibile ad ogni complicità. Una sera, nel nostro rifugio, lui giocava con le mie chiappe divaricandole, richiudendole e dandomi qualche leccatina sullano. Mi disse che si rendeva conto del perché, con questo bel culo che mi ritrovavo, tutti mi volessero inculare, magari così alla pecorina. Che ne sapeva? Se lo immaginava come io di lui? Maliziosamente e tra un fare scherzoso e il semiserio gli feci capire di si e proprio alla pecorina. Infatti mi avevano inculata tutti così. Solo lui mi inculava pure di fianco. Quella sera mi volle a cavallo, seduta completamente sul cazzo e mi sfondò completamente. Così lo faceva con unaltra. Insomma, arrivammo al punto che ritenevamo assodato il fatto che lui fosse stato con altre ed io con altri. Avevo 45 anni quando mandai Piero a quel paese. Lui aveva 58 anni e mi disse che voleva dividersi dalla moglie. Mi resi conto che non era più il caso. Qualche anno dopo, io avevo 49 anni e Gianni 52, ammirandomi nuda mi diceva che ero ancora un bel pezzo di fica e, sorridendo, che mi potevo fare guardare e scopare senza fare brutte figure. Poi, senza mezzi termini, che aveva il forte desiderio di volermi scopare insieme ad un altro. Nel bel mezzo di tumultuosi amplessi gli dicevo che mi sarebbe piaciuto e mi diceva che avremmo potuto invitare qualcuno al nostro rifugio. Non so cosa avesse fatto, ma un martedì sera, poco più di un mese fa, fummo invitati a trascorrere il fine settimana in un agriturismo e lui disse che eravamo impegnati. Gli chiesi il motivo e rispose: come perché, ma se sabato abbiamo limpegno di farti scopare insieme a me? Restai allibita. Gianni, sul serio dici? Chiesi veramente sorpresa. Scusa, ma se fino a ieri sera hai detto di si! Disse. Dopo 5 secondi di silenzio dissi: ma sicuro sei di non essere geloso? E con chi? Non ti mortificheresti nei confronti di questo qua a farti scopare la moglie da un altro? Rispose che a questo non ci dovevo pensare. 5 secondi di silenzio e mi chiese: ma a te stuzzica lidea? Ti piace farlo? Lo vuoi fare? 5 secondi di silenzio e sussurrai: però non facciamo che poi me lo rinfacci! Il sabato mattina eravamo lì. Prendemmo qualcosa al market e poi, non essendo una bella giornata, a casa. Fabrizio, il nostro ospite, sarebbe venuto alle 10,00 di sera. Dopo cena, mentre mi preparavo, gli dissi: ti rendi conto di cosa mi stai facendo fare? Sorrideva. Reggiseno e slip in merletto nero, autoreggenti neri, gonna nera attillata e con lo spacchetto posteriore, camicetta azzurra e scarpe con tacco 10 cm che usavo solo in rare occasioni. Mi disse che ero sexy. Avevamo scelto insieme. Man mano che si avvicinava lora ero sempre più timorosa. Squillò il suo cellulare; non erano ancora le 10,00- Era lui. Gianni chiese dove fosse di preciso e uscì per andargli incontro. Ripiegai il piumone del letto e passai 10 minuti a passeggiare, continuando a guardarmi allo specchio, cercando di assumere latteggiamento giusto. Quando sentii fermare lauto mi sentii svenire. Quando lo vidi entrare insieme a Gianni mi ritrovai di fronte un uomo dal fisico atletico, bruno e attraente. si presentò dicendomi ciao e dandomi la mano. ro emozionatissima. notai che non aveva il nostro accendo e non aveva la fede. Era di un paese della provincia di Agrigento. Si tolsero i giacconi e si accomodarono sul divano. Dissi che preparavo il caffè e loro optarono per un prosecco. Di tutto si parlava tranne che del motivo per cui Fabrizio fosse lì con noi. Però i suoi sguardi, per niente furtivi, su tutto il corpo, mi facevano sentire a disagio ma svegliavano la mia libidine. Aggiungiamo quel mezzo bicchiere di prosecco, che per me è già tanto, e capirete perché quando mio marito prese ad accarezzarmi una coscia facendo risalire la gonna, emozionata ma sorridente dissi: Che fai, Gianni. Fatti guardare, Fabrizio non vede lora. Disse. Fabrizio, fissandomi mi disse che ero bona ed eccitante. Presto, ansimando, mi ritrovai con le loro mani fra le cosce, su in alto sulla mia carne viva. Facevano fatica perché la gonna attillata non andava oltre. Fabrizio fissava me e poi le cosce. Io cercavo, anche se a disagio, di essere accattivante. Il piacere e la libidine si impossessarono di me preannunciandomi una serata fuori da ogni regola. Gianni lasciò campo libero a Fabrizio e sentii le sue mani calde sugli slip armai inzuppati. Me lo disse. Al mio posto rispose Gianni dicendo che la porcona che ero aveva voglia di farsi fottere. Mi mortificai. oi venne dietro di me palpandomi le tette, baciandomi sul collo e stuzzicandomi lorecchio. Incominciai a gemere per il piacere e mio marito, sempre da tergo, mi sbottonò la camicetta, me la sfilò e quando mi sganciò il reggiseno quasi mi vergognai. Mio marito chiese a Fabrizio che gliene sembrasse delle tette della 50enne che ero e lui rispose che magari fossero così tutte le 50enni. Me ne palparono una ciascuno stringendomi i capezzoli. Sospirai forte dicendo più volte: siiii: Sentii Gianni che tirava giù la zip della gonna e quindi la stessa scendere lentamente, ad opera di entrambi, insieme agli slip. Mi ritrovai nuda con indosso solo gli autoreggenti. Fabrizio prese a leccarmi la fica da seduto e mio marito, messo in ginocchio, il ciulo. Si, che bello! dicevo impazzendo per il piacere che mi davano le loro lingue. Godetti di un orgasmo irresistibile e le mie gambe mi sorreggevano a stento. Fabrizio si alzò e mi diede in bocca la sua lingua fatta dei miei umori. La succhiai avidamente e poi intrecciai la mia alla sua in un bacio lungo e libidinoso. Lo sapevo bene che ora toccava a me. Infatti mi fece sedere sul bordo del divano e avevo il suo pacco allaltezza del viso. mio marito sedette al mio fianco dicendomi di fare vedere a Fabrizio di quanto fossi troia. mi vergognai un attimo ma portai le mani sulla patta tastandolo e fissando, alternativamente, il pacco, lui e mio marito come per avere il suo consenso. Gli slacciai la cintura, abbassai la zip e lui se li fece scivolare fino alle ginocchia. l suo grosso pacco, consistente in uno slip blu, era più evidente e più stuzzicante. Ne avevo vissuti tanti e con tanti cazzi momenti così ma, nonostante la mia abitudine, la situazione in cui mi trovavo rendeva tutto più intrigante. Solo per qualche secondo glielo palpai, poi tirai giù gli slip e mi si presentò davanti agli occhi un affare che, ancora semiduro, era impressionante. Il cazzo più lungo con cui avevo avuto a che fare era quello del 55enne Antonio, ma questo, oltre ad avere la stessa grossezza, era ancora più lungo. Non ho il senso della misura, ma penso non meno di 25 cm. Notai la meraviglia
anche nellespressione di mio marito. Lo impugnai con ambedue le mani segandolo lentamente, palpandole le palle e, libidinosa come mi sentivo, guardavo ancora entrambi con atteggiamento ora di timidezza ora di peccatrice lussuriosa. Ci giocai sulla cappella con la lingua e poi lo leccai per tutta la lunghezza. Sembrava che non arrivassi mai giù e quando arrivai gli leccai pure le palle. Nel frattempo, mentre facevo questo, lui si era liberato del maglione e della camicia; mio marito giocava col suo cazzo. Fabrizio si avvicinò fra le mie gambe e me lo mise fra le tette; lo strinsi come in una morsa ed era così lungo che, tenendo la testa china, lo imboccai facendogli, in contemporanea, una spagnola e un pompino. Mi resi conto che sarebbe stata una maratona sessuale diversa e più piccante a tutte le scopate, marito compreso, che mi ero fatte in vita mia. Gianni suggerì di andare a letto mentre anche lui si spogliava. Che scena quella in cui, saliti sul letto, io supina, Fabrizio prese a sfilarmi lautoreggente sinistro e Gianni quello destro, lentamente e accarezzandomi. poi Fabrizio venne su e quando mi sentii il suo cazzone dentro mi venne di svenire: era come se mi avesse sverginato per la seconda volta. Succhi, slinguate finché ebbi lorgasmo e rotolandoci, senza che me lo sfilasse dalla fica, mi ritrovai a cavalcarlo e mio marito, in piedi sul letto, me lo mise in bocca. Io gridavo per il continuo piacere, Gianni che diceva a Fabrizio: ti piace la troia di mia, moglie? Fabrizio che mi chiedeva se mi stavo sollazzando col suo cazzo. Il gioco durò quasi unora, poi Gianni mi sborrò in bocca e Fabrizio fra le tette. Avevo preparato tutto: fazzolettini e avevo portato persino i pannolini del corredo che usavo sempre con mio marito e avevo usato a casa mia con Franco e Piero. Avevo la fica in fiamme e sentivo il bisogno di una rinfrescata. Scesi dal letto e andando in bagno sentii ridere Fabrizio. Cosa cè? Perché ridi? Chiesi. Hai un culo favoloso, rimbalza come un pallone, sbrigati che ci giochiamo. Giocammo a più non posso alternandosi nei miei due buchi e nella mia bocca. Il cazzone di Fabrizio mi sconquassò il culo che, sebbene ben collaudato, non aveva mai ospitato un cazzone come il suo. Che vi devo dire di quando mi fecero provare due cazzi insieme scambiandosi più volte i buchi Era la prima volta. Mio marito venne ancora una volta nel mio culo; Fabrizio altre due volte, nella fica e in bocca. Erano già le 3,00 del mattino, ci coprimmo col piumone e ci addormentammo. Erano le 6,00 quando mi sveglia sentendo qualcosa di grosso, duro e caldo fra le chiappe: era il cazzone di Fabrizio. Alzai la coscia e me lo mise nella fica. Mio marito si svegliò sentendomi godere. Feci sborrare Fabrizio nella mia bocca e poi si preparò per andare via. Prima di uscire ci baciammo slinguandoci in presenza di mio marito. Trascorremmo tutta la domenica nel nostro rifugio e notammo, lui la mia soddisfazione ed io il fatto che non era geloso e che anzi gli piaceva vedermi sfondare da Fabrizio. Non ero nemmeno curiosa di come lavesse conosciuto. Coccolandoci mi chiese se mi fosse piaciuto il suo cazzo e se ne avessi gustato uno simile prima. Gli accennai del cazzo di Antonio. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto rifarlo. Mi è piaciuto Fabrizio, con lui? Dissi. Mi piacerebbe farti provare un bel cazzone nero. Disse ridendo. Sorrisi pure io. Che schifo! Scemo!

Come mi hanno imputtanito la moglie parte 1 | Racconto scambio di coppia di Walterigio

Questa è la storia di come mia moglie e stata convinta a diventare una puttana da una coppia di veri porci professionisti. Era la seconda volta che entravamo in quel club prive ed anche in un prive in assoluto. Dopo un po di giri di perlustrazione entriamo nella sala per sole coppie ed inizio a giocare con mia moglie Laura. Era ancora vestita, ma le avevo tirato la gonna fino allombelico, tolto le mutandine e la stavo masturbando con passione. Laura e una bella trentacinquenne, bionda, occhi azzurri, non molto alta ma una terza piena ed un culetto niente male. Mia moglie e pluriorgasmica e se eccitata gode molto facilmente. Io, Walter, quarantenne, alto castano, ben dotato ed anche grande porco. Mentre ero impegnato nel farle il ditalino una coppia si avvicina a noi e mentre lui, seduto di fianco a Laura non fa nulla, la sua donna, saprò poi che si chiama Betta, si inginocchia di fronte a me, mi tira fuori il cazzo ed inizia una dolce masturbazione. Dopo poco mi fa alzare e mentre lo imbocca mi fa girare di spalle a Laura. Succhiava divinamente ed io persi ogni cognizione. In un attimo di lucidità mi volto e sento Laura gemere forte mentre il tipo le aveva infilato un dito nella fica e la stava baciando sul collo. Betta si alza e, sempre con il mio cazzo in mano, mi sussurra allorecchio che Laura e fantastica e se mi piace vederla godere. Dico che adoro vederla e soprattutto sentirla godere. Lei in modo molto, molto suadente mi chiede se voglio che tutti noi ci dedichiamo solo a lei per farla godere come non ha mai goduto. Io, ormai infoiato come una scimmia, accetto con enfasi e Betta subito si inginocchia ed affonda la testa tra le cosce di Laura che subito inizia a sospirare sempre più forte.nello stesso momento il compagno di Betta, saprò poi chiamarsi Loris, inizia a sbottonare la camicetta bianca di Laura, le sgancia il reggiseno e le succhia i capezzoli duri e grossi con forza. Io infilò il mio cazzo in bocca a mia moglie e mi godo lo spettacolo. Non passa molto che Laura viene con gemiti e sospiri. Betta si siede e con il solito movimento mi fa girare riprendendomi il cazzo in bocca.mi dimentico di tutto in quella bocca calda e con una lingua che alterna leccate sulla cappella a succhiotti alle palle. Ad un certo punto, Betta si rialza e, sempre segandomi, mi sussurra di girarmi: lo spettacolo mi prende come un calcio in faccia, Laura completamente nuda, sdraiata supina sul letto a cosce spalancate che si gode Loris sopra e dentro di lei che la scopa con lentezza, ma in maniera decisa. Betta continua a sussurrarmi quanto sia bella Laura e di come sia eccitante sentirla urlare di piacere. La sua voce unita alla sua mano sul mio cazzo, mi mandano in estasi e, seppure riesco a pensare di come sia strano che Laura si lasci scopare, cosa che non succede molto spesso anzi, è la prima volta che la vedo montata da un altro uomo, non riesco a dire o fare nulla se non godermi la scena. Poi sento Betta che mi tira per il cazzo e llo infila in bocca a Laura che subito inizia a succhiare. Lei paste unga le sue tette e vedo che la sua mano sinistra si infila a toccare fica e cazzo di Loris o almeno così mi sembra. Laura grida come può che gode mantenendosi il mio cazzo in bocca. Solo allora Betta ricomincia a parlarmi allorecchio dicendomi di far mettere Laura alla pecorina che vuole leccarle la fichetta, mentre Loris la scopa ed io continuo a farmi spompinare. Sentendomi sempre io a controllare il tutto, lo dico a Laura che subito si mette a pecora e riprende a succhiarmi ed a muovere il suo bel culo per farsi meglio scopare da Loris. E Betta si infila sotto di lei con la lingua va dritta sul clitoride della mia donna che di nuovo gode e me ne accorgo da come stringe le labbra sul mio cazzo e dai mugolii di piacere. Betta, con il solito movimento, si prende in bocca il mio cazzo rimettendosi seduta e facendo sì che io sia di spalle alla coppia che continua a trombare sempre più forte, almeno secondo le urla soffocate di Laura, ma per me ormai esistevano solo le labbra di quella gran troia di Betta. Dopo lennesimo urlo di piacere di mia moglie, Betta ricomincia a dirmi con voce tentatrice è subdola di quanto sia fortunato ad avere una donna come Laura, io mi sento sempre più fiero e padrone e dico che ora dobbiamo concentrarci tutti su Laura e cosi facciamo: Loris con un rantolo sborra nel preservativo con il cazzo ben piantato nella sua figa. Io le riempio la bocca del mio caldo seme mentre Betta aumenta il piacere di mia moglie masturbandola. Rimaniamo per qualche attimo fermi per riprendere fiato, poi Betta prende Laura per mano e spariscono in bagno nude con gli abiti in mano, mentre io vengo accompagnato al bar da suo marito che si prodiga in lodi su mia moglie e di quanto io sia fortunato ad averla sempre a disposizione. Ancora un po rimbambito dal piacere provato,mi sento un vincente, ma quanto mi sbagliavo. Le ragazze tardano a tornare ma preso dalle chiacchiere delluomo e dalla mia vanità no ci feci troppo caso. Seppi poi da Laura che la perfida Betta laveva masturbata facendola venire due volte di seguito mentre le diceva di quanto fosse bella e di come fosse giusto che lei godesse in tutti i modi possibili, insomma doveva darla via molto più spesso. Quando ci raggiunsero al bar, perfettamente ricomposte e belle, vollero scambiare il cellulare perché anche Betta voleva essere montata da me, ed io fesso ci credetti.

Il desiderio di mio marito divedermi con un altro | Racconto trio di Giusytroia

Ciao a tutti. A solo pensarci mi viene da ridere, ma spero che la mia storia vera vi piaccia. mi viene da ridere perché ho cominciato a frequentare questo sito con la speranza di trovare un racconto in cui una moglie si sia trovata nella mia stessa situazione e il modo in cui si sia comportata. Ne ho trovati tanti. Io sono Giusy, una bella 50enne siciliana di Trapani. Mi descriverò durante il racconto. Gianni, mio marito, ha 53 anni ed è sicuramente un belluomo attraente, dal fisico atletico e affascinante. Siamo entrambi funzionari pubblici. Lho fatto, accontentando mio marito e anche me stessa, solo un mese fa, nel nostro rifugio in collina, con un bel 40enne e in 3 ci siamo sollazzati tutta la notte. Il mio problema non era quello di farmi scopare da un altro e capirete il perché, il mio problema era farlo con mio marito presente. Capirete il perché in quanto sono una donna che non so nemmeno io come definirmi: troia forse è poco. Una santerellina non lo sono mai stata nemmeno da ragazzina in quanto sono stata sempre attratta dallaltro sesso, ritrovandomi, già a 14 anni, alta come sono ora e con tutti i miei attributi femminili: leggermente in carne, con le tette acerbe ma già ben formate e quasi della grossezza definitiva; un bel culo e un gran paio di cosce, stuzzicando, già a quella età, le fantasie di ragazzi più grandi di me, la mia curiosità verso laltro sesso e le mie fantasie quando mi masturbavo. Come definire una donna come me che a 14 anni inizia a maneggiare il cazzo di un ragazzo di 26 anni, fidanzato, che abitava nello stesso palazzo e, lavorando nei pressi della mia scuola, spesso la mattina mi dava un passaggio? con Carlo, così si chiamava, iniziò la mia vita sessuale con i primi veri baci, le mie prime seghe, i miei primi pompini e i miei primi orgasmi masturbata e leccata da un maschio. Durò 2 anni. Come definire una donna che a 17 anni si fa fidanzata ufficiale e subito si ritrova sverginata di fica e con la bocca piena di sborra? Pino, più grande di me di 9 anni, figlio di amici di famiglia, che non mi piaceva e di cui non ero innamorata. Come definire una donna che, pur essendo fidanzata da pochi mesi, si fa sfondare per la prima volta il culo da un compagno di scuola durante uno sciopero con occupazione dellistituto? Renato, di una classe avanti e di diploma, che, durante il resto dellanno scolastico, mi scopò per una quindicina di volte. Come definire una donna che a 19 anni, non appena diplomata, facendo la babysitter per pagarsi la scuola guida e ritrovandosi a farla al figlio di Carlo, che nel frattempo si era sposato, si è fatta trombare 4 volte nellarco di 2 mesi? Come definire una donna che a 23 anni, durante una festa a casa di amici, incontra un ragazzo e per entrambi è un colpo di fulmine parlandosi solo con gli sguardi? Era Gianni, il mio futuro marito. Già quando ci incontrammo di nascosto la prima volta fu subito passione e sesso. Eravamo innamorati, lasciai Pino dopo 6 anni di fidanzamento, lottando pure contro la mia famiglia e iniziai la mia avventura infinita con Gianni. Io che non so come definirmi e lui libidinoso quanto mai. Ad un certo punto mi ritrovai incinta e ci sposammo. Io avevo 25 anni e lui 28. Durante la gravidanza ricevetti la lettera di assunzione a seguito di un concorso che avevo sostenuto da poco diplomata. Presi servizi per una settimana e poi andai in maternità. Quando ripresi servizio, pur non essendo nella mia forma migliore dal punto di vista fisico, notavo di essere interessante agli occhi di alcuni colleghi. col passare dei mesi ancora di più in quanto ritornai come prima e anzi meglio di prima perché più snella e più sexy. Me ne rendevo conto io e se ne rendevano conto colleghi ai quali sentivo bisbigliare apprezzamenti nei miei confronti. Fra laltro larma della provocazione e di farmi sentire desiderata mi si era raffinata essendo castana con lo sguardo accattivante e i miei attributi femminili, mai oscenamente, sempre in evidenza grazie anche al mio modo di vestire semplice ed elegante nello stesso tempo. Insomma, i complimenti non mancavano come, per esempio, quello di essere la più bona dellufficio. Come definire una donna che a sentirsi dire da un collega, che si spingeva oltre, che le mie tette erano da succhiare, che le mie cosce lo facevano impazzire, che il mio culo era da sfondare, chela mia bocca sembrava fatta apposta per fare pompini e che leggeva nei miei occhi che non vedevo lora di succhiarglielo, si ritrovava con la fica un lago? Come definire una moglie che quando un giorno costui la prese, tentò di baciarla e lei, anziché prenderlo a schiaffi come normale che fosse per una moglie con la testa sulle spalle, rispose al suo bacio accalorata e vogliosa? Come definire una moglie che qualche giorno dopo uscendo prima dallufficio per agitazione sindacale si fece raggiungere a casa? Franco, così si chiamava, aveva proprio ragione: non vedevo lora di succhiarglielo e avevo proprio bisogno di essere scopata selvaggiamente. Gli diedi tutti i miei buchi là, sul letto dove facevo lamore e dormivo con mio marito. Lo facemmo ancora per 3 volte nel giro di 2 mesi. Era di Palermo e poi fu trasferito. Avevo 27 anni, un figlio e, solo dopo 2 anni di matrimonio, un marito inconsapevolmente cornuto. Avevo 31 anni e Gianni 34 quando facemmo un mutuo e comprammo casa. Inoltre prendemmo labitudine di trascorrere, con nostro figlio che aveva già 5 anni, la domenica in un paesino in collina ad una oretta da Trapani. Stavamo bene ma avevo notato in lui un calo di desiderio sessuale nei miei confronti. Avevo capito, anche da certi suoi atteggiamenti, che aveva unamante. Ovviamente non era nelle condizioni di potermi lamentare o di dirgli qualcosa. Come definire una moglie che si sentì stuzzicata, eccitandosi come una cagna, dallidea di fa godere del piaceri che una donna sposata e con tanta esperienza potesse dare ad un ragazzo di 23 anni? Lo feci con Lillo, da poco collega, che aveva labitudine di sbirciare fra le mie cosce. Trovai il momento, sorprendendolo, di farlo venire nella mia bocca. Dopo prese coraggio e per 2 anni ci incontrammo, quando era possibile, in una vecchia casa disabitata della sua famiglia. Fu distaccato presso un altro ufficio e tutto finì. Come definire una moglie che mentre si faceva fottere da un ragazzo, ora di 24 anni, iniziò una relazione che sarebbe durata la bellezza di 14 anni? Io avevo 32 anni, Piero, così si chiamava, 45. Era il mio capo reparto e trascorrevamo molto tempo insieme, chiusi nella sua stanza, per motivi di programmazione e di lavoro. Mi fece capire che sapeva di me e Franco, il collega trasferito a Palermo, e mi presentò il cazzo davanti alla bocca; lo spompinai e mi sborrò in bocca. Le prime scopate in ufficio, per 6 volte fu possibile a casa sua e una volta a casa mia. per3 volte mi portò in un paesino vicino facendosi prestare una casetta da un amico; poi, per tanti anni, prese un monolocale in affitto fuori mano rispetto alle nostri abitazioni e allufficio. Come definire una moglie che a 37 anni, mentre aveva una relazione già da 5 anni, si fa sedurre da un 55enne? Un lunedì mattina mi trovavo nellagenzia di disbrigo pratiche del signor Antonio. Era stato lui, allora in una segreteria politica, ad interessarsi perché, dopo aver superato il concorso, venissi assegnata allufficio di Trapani. Avevamo rapporti per motivi di lavoro e sempre mi ricordava quello che aveva fatto per me. Il lunedì mattina aveva labitudine di non ricevere pubblico e quasi ogni lunedì, per un anno mi faci fottere dal suo cazzo che di uguali non ne avevo mai visti: lungo, grosso e con una cappella che sembrava una pesca. Dopo un anno, nonostante fosse il cazzo che più mi soddisfaceva, dissi basta. Una cosa mi rimase impressa nella mente di quel periodo, un tour de force sessuale: Il lunedì mattina mi scopò lui, nel pomeriggio Piero e la sera mio marito. Avevo 41 anni e Gianni 44 quando incominciai a notare un suo interesse nuovo nei miei confronti. Quello che accadde una mattina fu determinante per gli anni che seguirono e fino ad oggi. Lui era pronto per accompagnare nostro figlio
a scuola e poi andare in ufficio. Prima di uscire entrò in camera mentre mi stavo vestendo. Ero in reggiseno, slip e autoreggenti. mi guardò perplesso in quanto solitamente usavo i collant. Prima che dicesse qualcosa io, a disagio, come per giustificarmi, dissi che ormai in primavera incominciava a fare caldo e i collant mi davano fastidio. Notai una strana luce nei suoi occhi. Si avvicinò, sorrise, mise la mano fra le mie cosce e disse: così ti si può toccare meglio. Rimasi ammutolita. Aveva proprio ragione: era Piero che mi voleva così per potermi toccare meglio in ufficio quando era possibile. Stavo per uscire ma entrò lui. Pensai che mi volesse fare una cazziata e invece mi prese per le braccia e cercò la mia bocca. Che foga! Mi eccitai pure io. Disse che voleva scoparmi subito ed io gli ricordai che dovevamo andare in ufficio. Invece prendemmo un giorno di congedo e scopammo tutta la mattinata. Un altro fattore determinante fu lacquisto di una piccola costruzione al paesino: sotto un magazzino e al piano superiore un bilocale con cucinino e bagno. Diventò il nostro rifugio e ogni fine settimana eravamo lì da soli in quando nostro figlio aveva ormai i suoi amici e si appoggiava dai miei. Sembravamo due amanti mai sazi di fare sesso. Io? Sempre più consapevole di quella che fossi veramente. Tutte le mie esperienze mi avevano trasformata in una femmina che, a seconda delle situazioni, sapeva assumere gli atteggiamenti giusti: sapevo essere timida e ingenua, sfacciata e provocante e pure una femmina maliziosa, provocatrice e disponibile ad ogni complicità. Una sera, nel nostro rifugio, lui giocava con le mie chiappe divaricandole, richiudendole e dandomi qualche leccatina sullano. Mi disse che si rendeva conto del perché, con questo bel culo che mi ritrovavo, tutti mi volessero inculare, magari così alla pecorina. Che ne sapeva? Se lo immaginava come io di lui? Maliziosamente e tra un fare scherzoso e il semiserio gli feci capire di si e proprio alla pecorina. Infatti mi avevano inculata tutti così. Solo lui mi inculava pure di fianco. Quella sera mi volle a cavallo, seduta completamente sul cazzo e mi sfondò completamente. Così lo faceva con unaltra. Insomma, arrivammo al punto che ritenevamo assodato il fatto che lui fosse stato con altre ed io con altri. Avevo 45 anni quando mandai Piero a quel paese. Lui aveva 58 anni e mi disse che voleva dividersi dalla moglie. Mi resi conto che non era più il caso. Qualche anno dopo, io avevo 49 anni e Gianni 52, ammirandomi nuda mi diceva che ero ancora un bel pezzo di fica e, sorridendo, che mi potevo fare guardare e scopare senza fare brutte figure. Poi, senza mezzi termini, che aveva il forte desiderio di volermi scopare insieme ad un altro. Nel bel mezzo di tumultuosi amplessi gli dicevo che mi sarebbe piaciuto e mi diceva che avremmo potuto invitare qualcuno al nostro rifugio. Non so cosa avesse fatto, ma un martedì sera, poco più di un mese fa, fummo invitati a trascorrere il fine settimana in un agriturismo e lui disse che eravamo impegnati. Gli chiesi il motivo e rispose: come perché, ma se sabato abbiamo limpegno di farti scopare insieme a me? Restai allibita. Gianni, sul serio dici? Chiesi veramente sorpresa. Scusa, ma se fino a ieri sera hai detto di si! Disse. Dopo 5 secondi di silenzio dissi: ma sicuro sei di non essere geloso? E con chi? Non ti mortificheresti nei confronti di questo qua a farti scopare la moglie da un altro? Rispose che a questo non ci dovevo pensare. 5 secondi di silenzio e mi chiese: ma a te stuzzica lidea? Ti piace farlo? Lo vuoi fare? 5 secondi di silenzio e sussurrai: però non facciamo che poi me lo rinfacci! Il sabato mattina eravamo lì. Prendemmo qualcosa al market e poi, non essendo una bella giornata, a casa. Fabrizio, il nostro ospite, sarebbe venuto alle 10,00 di sera. Dopo cena, mentre mi preparavo, gli dissi: ti rendi conto di cosa mi stai facendo fare? Sorrideva. Reggiseno e slip in merletto nero, autoreggenti neri, gonna nera attillata e con lo spacchetto posteriore, camicetta azzurra e scarpe con tacco 10 cm che usavo solo in rare occasioni. Mi disse che ero sexy. Avevamo scelto insieme. Man mano che si avvicinava lora ero sempre più timorosa. Squillò il suo cellulare; non erano ancora le 10,00- Era lui. Gianni chiese dove fosse di preciso e uscì per andargli incontro. Ripiegai il piumone del letto e passai 10 minuti a passeggiare, continuando a guardarmi allo specchio, cercando di assumere latteggiamento giusto. Quando sentii fermare lauto mi sentii svenire. Quando lo vidi entrare insieme a Gianni mi ritrovai di fronte un uomo dal fisico atletico, bruno e attraente. si presentò dicendomi ciao e dandomi la mano. ro emozionatissima. notai che non aveva il nostro accendo e non aveva la fede. Era di un paese della provincia di Agrigento. Si tolsero i giacconi e si accomodarono sul divano. Dissi che preparavo il caffè e loro optarono per un prosecco. Di tutto si parlava tranne che del motivo per cui Fabrizio fosse lì con noi. Però i suoi sguardi, per niente furtivi, su tutto il corpo, mi facevano sentire a disagio ma svegliavano la mia libidine. Aggiungiamo quel mezzo bicchiere di prosecco, che per me è già tanto, e capirete perché quando mio marito prese ad accarezzarmi una coscia facendo risalire la gonna, emozionata ma sorridente dissi: Che fai, Gianni. Fatti guardare, Fabrizio non vede lora. Disse. Fabrizio, fissandomi mi disse che ero bona ed eccitante. Presto, ansimando, mi ritrovai con le loro mani fra le cosce, su in alto sulla mia carne viva. Facevano fatica perché la gonna attillata non andava oltre. Fabrizio fissava me e poi le cosce. Io cercavo, anche se a disagio, di essere accattivante. Il piacere e la libidine si impossessarono di me preannunciandomi una serata fuori da ogni regola. Gianni lasciò campo libero a Fabrizio e sentii le sue mani calde sugli slip armai inzuppati. Me lo disse. Al mio posto rispose Gianni dicendo che la porcona che ero aveva voglia di farsi fottere. Mi mortificai. oi venne dietro di me palpandomi le tette, baciandomi sul collo e stuzzicandomi lorecchio. Incominciai a gemere per il piacere e mio marito, sempre da tergo, mi sbottonò la camicetta, me la sfilò e quando mi sganciò il reggiseno quasi mi vergognai. Mio marito chiese a Fabrizio che gliene sembrasse delle tette della 50enne che ero e lui rispose che magari fossero così tutte le 50enni. Me ne palparono una ciascuno stringendomi i capezzoli. Sospirai forte dicendo più volte: siiii: Sentii Gianni che tirava giù la zip della gonna e quindi la stessa scendere lentamente, ad opera di entrambi, insieme agli slip. Mi ritrovai nuda con indosso solo gli autoreggenti. Fabrizio prese a leccarmi la fica da seduto e mio marito, messo in ginocchio, il ciulo. Si, che bello! dicevo impazzendo per il piacere che mi davano le loro lingue. Godetti di un orgasmo irresistibile e le mie gambe mi sorreggevano a stento. Fabrizio si alzò e mi diede in bocca la sua lingua fatta dei miei umori. La succhiai avidamente e poi intrecciai la mia alla sua in un bacio lungo e libidinoso. Lo sapevo bene che ora toccava a me. Infatti mi fece sedere sul bordo del divano e avevo il suo pacco allaltezza del viso. mio marito sedette al mio fianco dicendomi di fare vedere a Fabrizio di quanto fossi troia. mi vergognai un attimo ma portai le mani sulla patta tastandolo e fissando, alternativamente, il pacco, lui e mio marito come per avere il suo consenso. Gli slacciai la cintura, abbassai la zip e lui se li fece scivolare fino alle ginocchia. l suo grosso pacco, consistente in uno slip blu, era più evidente e più stuzzicante. Ne avevo vissuti tanti e con tanti cazzi momenti così ma, nonostante la mia abitudine, la situazione in cui mi trovavo rendeva tutto più intrigante. Solo per qualche secondo glielo palpai, poi tirai giù gli slip e mi si presentò davanti agli occhi un affare che, ancora semiduro, era impressionante. Il cazzo più lungo con cui avevo avuto a che fare era quello del 55enne Antonio, ma questo, oltre ad avere la stessa grossezza, era ancora più lungo. Non ho il senso della misura, ma penso non meno di 25 cm. Notai la meraviglia
anche nellespressione di mio marito. Lo impugnai con ambedue le mani segandolo lentamente, palpandole le palle e, libidinosa come mi sentivo, guardavo ancora entrambi con atteggiamento ora di timidezza ora di peccatrice lussuriosa. Ci giocai sulla cappella con la lingua e poi lo leccai per tutta la lunghezza. Sembrava che non arrivassi mai giù e quando arrivai gli leccai pure le palle. Nel frattempo, mentre facevo questo, lui si era liberato del maglione e della camicia; mio marito giocava col suo cazzo. Fabrizio si avvicinò fra le mie gambe e me lo mise fra le tette; lo strinsi come in una morsa ed era così lungo che, tenendo la testa china, lo imboccai facendogli, in contemporanea, una spagnola e un pompino. Mi resi conto che sarebbe stata una maratona sessuale diversa e più piccante a tutte le scopate, marito compreso, che mi ero fatte in vita mia. Gianni suggerì di andare a letto mentre anche lui si spogliava. Che scena quella in cui, saliti sul letto, io supina, Fabrizio prese a sfilarmi lautoreggente sinistro e Gianni quello destro, lentamente e accarezzandomi. poi Fabrizio venne su e quando mi sentii il suo cazzone dentro mi venne di svenire: era come se mi avesse sverginato per la seconda volta. Succhi, slinguate finché ebbi lorgasmo e rotolandoci, senza che me lo sfilasse dalla fica, mi ritrovai a cavalcarlo e mio marito, in piedi sul letto, me lo mise in bocca. Io gridavo per il continuo piacere, Gianni che diceva a Fabrizio: ti piace la troia di mia, moglie? Fabrizio che mi chiedeva se mi stavo sollazzando col suo cazzo. Il gioco durò quasi unora, poi Gianni mi sborrò in bocca e Fabrizio fra le tette. Avevo preparato tutto: fazzolettini e avevo portato persino i pannolini del corredo che usavo sempre con mio marito e avevo usato a casa mia con Franco e Piero. Avevo la fica in fiamme e sentivo il bisogno di una rinfrescata. Scesi dal letto e andando in bagno sentii ridere Fabrizio. Cosa cè? Perché ridi? Chiesi. Hai un culo favoloso, rimbalza come un pallone, sbrigati che ci giochiamo. Giocammo a più non posso alternandosi nei miei due buchi e nella mia bocca. Il cazzone di Fabrizio mi sconquassò il culo che, sebbene ben collaudato, non aveva mai ospitato un cazzone come il suo. Che vi devo dire di quando mi fecero provare due cazzi insieme scambiandosi più volte i buchi Era la prima volta. Mio marito venne ancora una volta nel mio culo; Fabrizio altre due volte, nella fica e in bocca. Erano già le 3,00 del mattino, ci coprimmo col piumone e ci addormentammo. Erano le 6,00 quando mi sveglia sentendo qualcosa di grosso, duro e caldo fra le chiappe: era il cazzone di Fabrizio. Alzai la coscia e me lo mise nella fica. Mio marito si svegliò sentendomi godere. Feci sborrare Fabrizio nella mia bocca e poi si preparò per andare via. Prima di uscire ci baciammo slinguandoci in presenza di mio marito. Trascorremmo tutta la domenica nel nostro rifugio e notammo, lui la mia soddisfazione ed io il fatto che non era geloso e che anzi gli piaceva vedermi sfondare da Fabrizio. Non ero nemmeno curiosa di come lavesse conosciuto. Coccolandoci mi chiese se mi fosse piaciuto il suo cazzo e se ne avessi gustato uno simile prima. Gli accennai del cazzo di Antonio. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto rifarlo. Mi è piaciuto Fabrizio, con lui? Dissi. Mi piacerebbe farti provare un bel cazzone nero. Disse ridendo. Sorrisi pure io. Che schifo! Scemo!

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