Io e la mamma incesto infinito 9 – La mamma affronta la nonna e ritorna il sereno | Racconto incesti di coccoduro

La mamma con calma discese le scale e usci di casa, io con lo sguardo perso nel vuoto e il respiro che faticava ad uscire pensavo: adesso sono guai, la nonna farà un casino tale che in poche ore tutto il paese ne sarà informato e, già mi vedevo additato come quello che si scopa la propria mamma, valutavo in quale continente rifugiarmi per non incorrere nelle ire di mio padre, comunque la mamma verrà via con me, non posso lasciarla nelle mani di mio padre, disperato mi buttai sul letto e chiusi gli occhi.

Ho fatto lamore con mia madre Parte I | Racconto incesti di Chris Femboy

Sono nato Femboy ovvero con lineamenti femminili che mi hanno portato ad una parziale femminilita. Nascere con lineamenti femminili puo essere una lama a doppio taglio sia nel bene, che nel male. In vita mia, ne ho combinate parecchie, essendomi fatta scopare da molta gente. Sono stati moltissimi gli uomini a infilare il loro cazzi duri dentro di me, e quando parlo di uomini, mi riferisco ad uomini veri dai cinquanta ai settantanni, non certo a ragazzini. Ho avuto una madre complice in tutto cio che facevo, complice involontaria, dato lavevo trascinata e convinta, o plagiata se volete, convincendo una donna di mezza eta, abituata alle sue regole e ai suoi pudori, che cio che facevo non era affatto sbagliato, e che per amore si fa questo ed altro. Avevo preso la scusa dellamore, per convincerla ad essermi complice, e si sa, i genitori per i figli fanno di tutto. Perso mio padre, ho plagiato mia madre, cercando di martellarla ogni santo giorno, con le mie convinzioni e le mie porcate, battendo continuamente lo stesso punto, si piega anche il ferro si dice, ebbi cosi la complicita di mia madre. Ero riuscita piano piano, e passo dopo passo, a convincerla pure ad assistermi mentre degli uomini mi scopavano davanti a lei, ero arrivata oltre solo in certi periodi, dove destate, complice il caldo, la mia Troiaggine aumentava. Sono sempre stata carina, un fisico femminile, belle gambe un culo da favola, lunghi capelli mesciati di biondo lisci, un visino da bimba che porto con fierezza anche oggi, e una Troiaggine degna di una vera femmina. Al tempo avevo mia madre che mi stava dietro in tutto, mi confidavo con lei, su come avere i rapporti con i miei uomini, la facevo assistere, mi aiutava ogni santa volta che poteva, e vedendomi felice cosi, a lei andava bene. Certo non apprezzava tutto cio, ma lo sopportava per lamore che provava per me, essendo il suo unico figlio, ora diventata figlia, accettava si di tutto, anche se cerano dei limiti che non voleva assolutamente varcare. Avevo tentato varie volte ma invano, di coinvolgerla nei miei rapporti con gli uomini che mi portavo in casa, ma lei piu che assistermi non faceva, non si spingeva mai oltre la linea e mai prese parte ai nostri rapporti. Diceva sempre che era gia troppo cio che faceva, figuriamoci partecipare a certe porcherie. Per lei donna cresciuta ai tempi con educazione puritana, il sesso era sempre stato tabu. Mamma non era una brutta donna, cinquantacinque anni portati abbastanza bene, era la classica donna della portineria, alta piu che un metro e sessanta, minuta, capelli non troppo lunghi, fino al collo, castani arricciati, occhialoni da vista sul naso, pelle chiarissima, seno abbondante, sempre vestita impeccabile da signora perbene che incontreresti al mercato. Io invece, ero lesatto contrario di lei, avevo un bel fisico e non perdevo occasione di mostrarlo con fierezza, sopratutto il mio bel culo tondo sodo liscio e morbido, le mie coscie tonde e sode. i miei lunghi capelli lisci erano poi il mio punto di forza insieme ad un visetto da eterna bimba che mi porto dietro dalla nascita. Mia madre si raccomandava sempre di coprirmi, ma almeno in casa, ero solita girare in intimo, specie destate, con il mio bel completino nero di calze a rete autoreggenti, reggicalze, tanga e reggiseno. Zoccoli a zeppa alta di legno ai piedi, truccata e coperta solo da un vestaglione lungo rosso in raso lucido, che tenevo sempre aperto e mai chiuso. Io e mamma dormivamo insieme sullo stesso lettone matrimoniale, dove aveva dormito per anni con mio padre. Anche li dovetti convincerla parecchio prima di spuntarla e riuscire a dormire con lei.

Incesto richiesto | Racconto incesti di Tara

Oggi, a quarant’anni, posso ritenermi una donna abbastanza agiata. Vivo in una grande villa, con mansarda abitabile, dove vive mia figlia di diciannove anni, con il suo impareggiabile cane Boxer. A vent’anni, quando sposai mio marito, ci indebitammo fino alla gola per acquistare la villa, pertanto, quando lui fuggi con una sudamericana, tre anni fa, io e Giada restammo completamente al verde, impossibilitate a pagare il mutuo. Lei studiava ed io, visto che mio marito guadagnava molto bene, non avevo mai pensato di cercarmi lavoro. Disperata, mi ero rivolta al datore di lavoro di mio marito chiedendo di assumermi al posto suo, nell’ufficio, come segretaria, telefonista o qualsiasi cosa intendesse farmi fare di lavoro. ” Tuo marito era un eccellente tecnico informatico ”, mi disse, dandomi subito del tu. “ Lo sapresti sostituire degnamente? ”, mi domandò a bruciapelo. “ No ”, risposi io, “ ma posso fare molte altre cose …”, affermai, senza specificare. “ Non ne dubito affatto, ma in questo momento ci serve soltanto un tecnico capace ”, proseguì lui, congedandomi subito dopo, non senza chiedermi di lasciargli il numero del telefono. Tornai a casa affranta e disperata, e con l’intenzione di andare a fare la prostituta, se non avessi trovato un lavoro che mi permettesse di non perdere la casa. D’altronde, ero ancora abbastanza piacente, in confronto a certe che avevo visto battere il marciapiede. Normalmente, attiravo ancora parecchi sguardi ingordi e anche commenti, soprattutto da dei ragazzi giovani. L’unico problema, sarebbe stato quello di acquistare i preservativi. Io mi sarei vergognata a morte ad andare in farmacia a richiederli, o nei supermercati, dove li avevo notati appesi accanto alle casse. Per fortuna, appena giunta a casa, ricevetti la telefonata dell’ex Boss di mio marito che: “ Domani mattina, ti aspetto qui da me alle dieci, vestita in modo molto provocante, senz’essere volgare, poiché devo ricevere rappresentanti di aziende assai importanti. Mi devi fare da segretaria personale ”, terminò, ricordandomi la puntualità e l’abbigliamento. Consigliata da Giada, alla quale avevo detto della strana richiesta, indossai un tubino celeste a mezza coscia, stretto da sembrare una seconda pelle, ed una t-shirt, in seta bianca, senza il reggiseno fintanto che i miei capezzoli, piuttosto pronunciati naturalmente, puntassero sulla stoffa in modo sensuale. E appena un corto giubbino leggero a coprire l’audacia del mio busto, mentre mi spostavo col Bus di linea per raggiungere l’ufficio. Quando il boss mi vide, apprezzò molto il mio abbigliamento ma subito mi fece levare il giubbino. “ Così sei davvero molto affascinante . A proposito, ricordati di accavallare le gambe, lentamente, ogni tanto, quando ti accorgi che i miei ospiti diventano troppo attenti al programma che io gli esporrò. Sarebbe ideale se togliessi le mutandine, per distrarli davvero in modo perfetto. Le hai indosso? ”, mi chiese con naturalezza. “ Si, è evidente …! ”, esclamai io, sott’intendendo che una signora in genere non esce di casa, se non le mette, normalmente. “ E allora toglile …! ”, m’impose, continuando ad osservarmi in modo curioso. Incerta sul cosa fare, rimasi lì alcuni momenti a pensare se fosse logico che mi chiedesse tale azione proprio di fronte a lui. “ E’ un ordine, ragazza, che non voglio ripetere, se vuoi mantenere il posto di lavoro ”, suggerì con tono di comando. In un attimo mi passò per la mente la banca, l’ufficiale giudiziario e la forza pubblica addetta allo sgombro per eseguire il pignoramento, e un momento dopo, ero senza il mio triangolino. L’avevo tolto girandomi di spalle e sollevando appena la gonna sul davanti, in modo che lui non vedesse nulla. “ Non capisco proprio perché nascondi la merce che pagò profumatamente, cinquemila euro al mese, affinché tu la metta in mostra, al servizio dell’azienda. Il tuo è un lavoro, mia cara, anche se non in linea con le richieste sindacali. Ma se non lo vuoi fare, basta dirlo. Troverò certo decine di donne disposte a sostituirti ”, concluse, sott’intendendo il, “prendere o lasciare …! ”. La decisione istantanea fu di prendere, pertanto, quando mi disse di mostrare prima di tutto a lui la merce, tolsi la gonna, la t-shirt e rimasi nuda di fronte a lui, che non ancora soddisfatto, mi fece segno di mostrare anche il sedere. “ Vedi che non è poi così difficile …? Oggi ti sei già guadagnata il primo stipendio anticipato, sei contenta? ”, disse, appoggiando sul ripiano della sua scrivania in vetro, la mazzetta di denaro promessa. Un tuffo al cuore quasi mi fece svenire nel vedere tutto quel ben di Dio a portata di mano, o meglio, di borsetta, dove li riposi con gioia immensa.

Incesto richiesto | Racconto incesti di Tara

Oggi, a quarant’anni, posso ritenermi una donna abbastanza agiata. Vivo in una grande villa, con mansarda abitabile, dove vive mia figlia di diciannove anni, con il suo impareggiabile cane Boxer. A vent’anni, quando sposai mio marito, ci indebitammo fino alla gola per acquistare la villa, pertanto, quando lui fuggi con una sudamericana, tre anni fa, io e Giada restammo completamente al verde, impossibilitate a pagare il mutuo. Lei studiava ed io, visto che mio marito guadagnava molto bene, non avevo mai pensato di cercarmi lavoro. Disperata, mi ero rivolta al datore di lavoro di mio marito chiedendo di assumermi al posto suo, nell’ufficio, come segretaria, telefonista o qualsiasi cosa intendesse farmi fare di lavoro. ” Tuo marito era un eccellente tecnico informatico ”, mi disse, dandomi subito del tu. “ Lo sapresti sostituire degnamente? ”, mi domandò a bruciapelo. “ No ”, risposi io, “ ma posso fare molte altre cose …”, affermai, senza specificare. “ Non ne dubito affatto, ma in questo momento ci serve soltanto un tecnico capace ”, proseguì lui, congedandomi subito dopo, non senza chiedermi di lasciargli il numero del telefono. Tornai a casa affranta e disperata, e con l’intenzione di andare a fare la prostituta, se non avessi trovato un lavoro che mi permettesse di non perdere la casa. D’altronde, ero ancora abbastanza piacente, in confronto a certe che avevo visto battere il marciapiede. Normalmente, attiravo ancora parecchi sguardi ingordi e anche commenti, soprattutto da dei ragazzi giovani. L’unico problema, sarebbe stato quello di acquistare i preservativi. Io mi sarei vergognata a morte ad andare in farmacia a richiederli, o nei supermercati, dove li avevo notati appesi accanto alle casse. Per fortuna, appena giunta a casa, ricevetti la telefonata dell’ex Boss di mio marito che: “ Domani mattina, ti aspetto qui da me alle dieci, vestita in modo molto provocante, senz’essere volgare, poiché devo ricevere rappresentanti di aziende assai importanti. Mi devi fare da segretaria personale ”, terminò, ricordandomi la puntualità e l’abbigliamento. Consigliata da Giada, alla quale avevo detto della strana richiesta, indossai un tubino celeste a mezza coscia, stretto da sembrare una seconda pelle, ed una t-shirt, in seta bianca, senza il reggiseno fintanto che i miei capezzoli, piuttosto pronunciati naturalmente, puntassero sulla stoffa in modo sensuale. E appena un corto giubbino leggero a coprire l’audacia del mio busto, mentre mi spostavo col Bus di linea per raggiungere l’ufficio. Quando il boss mi vide, apprezzò molto il mio abbigliamento ma subito mi fece levare il giubbino. “ Così sei davvero molto affascinante . A proposito, ricordati di accavallare le gambe, lentamente, ogni tanto, quando ti accorgi che i miei ospiti diventano troppo attenti al programma che io gli esporrò. Sarebbe ideale se togliessi le mutandine, per distrarli davvero in modo perfetto. Le hai indosso? ”, mi chiese con naturalezza. “ Si, è evidente …! ”, esclamai io, sott’intendendo che una signora in genere non esce di casa, se non le mette, normalmente. “ E allora toglile …! ”, m’impose, continuando ad osservarmi in modo curioso. Incerta sul cosa fare, rimasi lì alcuni momenti a pensare se fosse logico che mi chiedesse tale azione proprio di fronte a lui. “ E’ un ordine, ragazza, che non voglio ripetere, se vuoi mantenere il posto di lavoro ”, suggerì con tono di comando. In un attimo mi passò per la mente la banca, l’ufficiale giudiziario e la forza pubblica addetta allo sgombro per eseguire il pignoramento, e un momento dopo, ero senza il mio triangolino. L’avevo tolto girandomi di spalle e sollevando appena la gonna sul davanti, in modo che lui non vedesse nulla. “ Non capisco proprio perché nascondi la merce che pagò profumatamente, cinquemila euro al mese, affinché tu la metta in mostra, al servizio dell’azienda. Il tuo è un lavoro, mia cara, anche se non in linea con le richieste sindacali. Ma se non lo vuoi fare, basta dirlo. Troverò certo decine di donne disposte a sostituirti ”, concluse, sott’intendendo il, “prendere o lasciare …! ”. La decisione istantanea fu di prendere, pertanto, quando mi disse di mostrare prima di tutto a lui la merce, tolsi la gonna, la t-shirt e rimasi nuda di fronte a lui, che non ancora soddisfatto, mi fece segno di mostrare anche il sedere. “ Vedi che non è poi così difficile …? Oggi ti sei già guadagnata il primo stipendio anticipato, sei contenta? ”, disse, appoggiando sul ripiano della sua scrivania in vetro, la mazzetta di denaro promessa. Un tuffo al cuore quasi mi fece svenire nel vedere tutto quel ben di Dio a portata di mano, o meglio, di borsetta, dove li riposi con gioia immensa.

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