La sega che mi aveva fatto mia madre,superato il primo momento di sgomento,mi aveva rilassato alquanto ed anchio come era successo per lei,mi ero addormentato immediatamente.
i primi pompini
I pompini di mia madre 2 – Il primo ingoio | Racconto incesti di Incest 2014
La sega che mi aveva fatto mia madre,superato il primo momento di sgomento,mi aveva rilassato alquanto ed anchio come era successo per lei,mi ero addormentato immediatamente.
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Marta la zoccola (Pompini e sborra-Racconto 5) | Racconto tradimenti di martalazoccola
Ho migliaia di foto della vacca mentre si fa riempire. Lo stesso dicasi con i video, ore ed ore di monta!
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Il desiderio di mio marito divedermi con un altro | Racconto trio di Giusytroia
Ciao a tutti. A solo pensarci mi viene da ridere, ma spero che la mia storia vera vi piaccia. mi viene da ridere perché ho cominciato a frequentare questo sito con la speranza di trovare un racconto in cui una moglie si sia trovata nella mia stessa situazione e il modo in cui si sia comportata. Ne ho trovati tanti. Io sono Giusy, una bella 50enne siciliana di Trapani. Mi descriverò durante il racconto. Gianni, mio marito, ha 53 anni ed è sicuramente un belluomo attraente, dal fisico atletico e affascinante. Siamo entrambi funzionari pubblici. Lho fatto, accontentando mio marito e anche me stessa, solo un mese fa, nel nostro rifugio in collina, con un bel 40enne e in 3 ci siamo sollazzati tutta la notte. Il mio problema non era quello di farmi scopare da un altro e capirete il perché, il mio problema era farlo con mio marito presente. Capirete il perché in quanto sono una donna che non so nemmeno io come definirmi: troia forse è poco. Una santerellina non lo sono mai stata nemmeno da ragazzina in quanto sono stata sempre attratta dallaltro sesso, ritrovandomi, già a 14 anni, alta come sono ora e con tutti i miei attributi femminili: leggermente in carne, con le tette acerbe ma già ben formate e quasi della grossezza definitiva; un bel culo e un gran paio di cosce, stuzzicando, già a quella età, le fantasie di ragazzi più grandi di me, la mia curiosità verso laltro sesso e le mie fantasie quando mi masturbavo. Come definire una donna come me che a 14 anni inizia a maneggiare il cazzo di un ragazzo di 26 anni, fidanzato, che abitava nello stesso palazzo e, lavorando nei pressi della mia scuola, spesso la mattina mi dava un passaggio? con Carlo, così si chiamava, iniziò la mia vita sessuale con i primi veri baci, le mie prime seghe, i miei primi pompini e i miei primi orgasmi masturbata e leccata da un maschio. Durò 2 anni. Come definire una donna che a 17 anni si fa fidanzata ufficiale e subito si ritrova sverginata di fica e con la bocca piena di sborra? Pino, più grande di me di 9 anni, figlio di amici di famiglia, che non mi piaceva e di cui non ero innamorata. Come definire una donna che, pur essendo fidanzata da pochi mesi, si fa sfondare per la prima volta il culo da un compagno di scuola durante uno sciopero con occupazione dellistituto? Renato, di una classe avanti e di diploma, che, durante il resto dellanno scolastico, mi scopò per una quindicina di volte. Come definire una donna che a 19 anni, non appena diplomata, facendo la babysitter per pagarsi la scuola guida e ritrovandosi a farla al figlio di Carlo, che nel frattempo si era sposato, si è fatta trombare 4 volte nellarco di 2 mesi? Come definire una donna che a 23 anni, durante una festa a casa di amici, incontra un ragazzo e per entrambi è un colpo di fulmine parlandosi solo con gli sguardi? Era Gianni, il mio futuro marito. Già quando ci incontrammo di nascosto la prima volta fu subito passione e sesso. Eravamo innamorati, lasciai Pino dopo 6 anni di fidanzamento, lottando pure contro la mia famiglia e iniziai la mia avventura infinita con Gianni. Io che non so come definirmi e lui libidinoso quanto mai. Ad un certo punto mi ritrovai incinta e ci sposammo. Io avevo 25 anni e lui 28. Durante la gravidanza ricevetti la lettera di assunzione a seguito di un concorso che avevo sostenuto da poco diplomata. Presi servizi per una settimana e poi andai in maternità. Quando ripresi servizio, pur non essendo nella mia forma migliore dal punto di vista fisico, notavo di essere interessante agli occhi di alcuni colleghi. col passare dei mesi ancora di più in quanto ritornai come prima e anzi meglio di prima perché più snella e più sexy. Me ne rendevo conto io e se ne rendevano conto colleghi ai quali sentivo bisbigliare apprezzamenti nei miei confronti. Fra laltro larma della provocazione e di farmi sentire desiderata mi si era raffinata essendo castana con lo sguardo accattivante e i miei attributi femminili, mai oscenamente, sempre in evidenza grazie anche al mio modo di vestire semplice ed elegante nello stesso tempo. Insomma, i complimenti non mancavano come, per esempio, quello di essere la più bona dellufficio. Come definire una donna che a sentirsi dire da un collega, che si spingeva oltre, che le mie tette erano da succhiare, che le mie cosce lo facevano impazzire, che il mio culo era da sfondare, chela mia bocca sembrava fatta apposta per fare pompini e che leggeva nei miei occhi che non vedevo lora di succhiarglielo, si ritrovava con la fica un lago? Come definire una moglie che quando un giorno costui la prese, tentò di baciarla e lei, anziché prenderlo a schiaffi come normale che fosse per una moglie con la testa sulle spalle, rispose al suo bacio accalorata e vogliosa? Come definire una moglie che qualche giorno dopo uscendo prima dallufficio per agitazione sindacale si fece raggiungere a casa? Franco, così si chiamava, aveva proprio ragione: non vedevo lora di succhiarglielo e avevo proprio bisogno di essere scopata selvaggiamente. Gli diedi tutti i miei buchi là, sul letto dove facevo lamore e dormivo con mio marito. Lo facemmo ancora per 3 volte nel giro di 2 mesi. Era di Palermo e poi fu trasferito. Avevo 27 anni, un figlio e, solo dopo 2 anni di matrimonio, un marito inconsapevolmente cornuto. Avevo 31 anni e Gianni 34 quando facemmo un mutuo e comprammo casa. Inoltre prendemmo labitudine di trascorrere, con nostro figlio che aveva già 5 anni, la domenica in un paesino in collina ad una oretta da Trapani. Stavamo bene ma avevo notato in lui un calo di desiderio sessuale nei miei confronti. Avevo capito, anche da certi suoi atteggiamenti, che aveva unamante. Ovviamente non era nelle condizioni di potermi lamentare o di dirgli qualcosa. Come definire una moglie che si sentì stuzzicata, eccitandosi come una cagna, dallidea di fa godere del piaceri che una donna sposata e con tanta esperienza potesse dare ad un ragazzo di 23 anni? Lo feci con Lillo, da poco collega, che aveva labitudine di sbirciare fra le mie cosce. Trovai il momento, sorprendendolo, di farlo venire nella mia bocca. Dopo prese coraggio e per 2 anni ci incontrammo, quando era possibile, in una vecchia casa disabitata della sua famiglia. Fu distaccato presso un altro ufficio e tutto finì. Come definire una moglie che mentre si faceva fottere da un ragazzo, ora di 24 anni, iniziò una relazione che sarebbe durata la bellezza di 14 anni? Io avevo 32 anni, Piero, così si chiamava, 45. Era il mio capo reparto e trascorrevamo molto tempo insieme, chiusi nella sua stanza, per motivi di programmazione e di lavoro. Mi fece capire che sapeva di me e Franco, il collega trasferito a Palermo, e mi presentò il cazzo davanti alla bocca; lo spompinai e mi sborrò in bocca. Le prime scopate in ufficio, per 6 volte fu possibile a casa sua e una volta a casa mia. per3 volte mi portò in un paesino vicino facendosi prestare una casetta da un amico; poi, per tanti anni, prese un monolocale in affitto fuori mano rispetto alle nostri abitazioni e allufficio. Come definire una moglie che a 37 anni, mentre aveva una relazione già da 5 anni, si fa sedurre da un 55enne? Un lunedì mattina mi trovavo nellagenzia di disbrigo pratiche del signor Antonio. Era stato lui, allora in una segreteria politica, ad interessarsi perché, dopo aver superato il concorso, venissi assegnata allufficio di Trapani. Avevamo rapporti per motivi di lavoro e sempre mi ricordava quello che aveva fatto per me. Il lunedì mattina aveva labitudine di non ricevere pubblico e quasi ogni lunedì, per un anno mi faci fottere dal suo cazzo che di uguali non ne avevo mai visti: lungo, grosso e con una cappella che sembrava una pesca. Dopo un anno, nonostante fosse il cazzo che più mi soddisfaceva, dissi basta. Una cosa mi rimase impressa nella mente di quel periodo, un tour de force sessuale: Il lunedì mattina mi scopò lui, nel pomeriggio Piero e la sera mio marito. Avevo 41 anni e Gianni 44 quando incominciai a notare un suo interesse nuovo nei miei confronti. Quello che accadde una mattina fu determinante per gli anni che seguirono e fino ad oggi. Lui era pronto per accompagnare nostro figlio
a scuola e poi andare in ufficio. Prima di uscire entrò in camera mentre mi stavo vestendo. Ero in reggiseno, slip e autoreggenti. mi guardò perplesso in quanto solitamente usavo i collant. Prima che dicesse qualcosa io, a disagio, come per giustificarmi, dissi che ormai in primavera incominciava a fare caldo e i collant mi davano fastidio. Notai una strana luce nei suoi occhi. Si avvicinò, sorrise, mise la mano fra le mie cosce e disse: così ti si può toccare meglio. Rimasi ammutolita. Aveva proprio ragione: era Piero che mi voleva così per potermi toccare meglio in ufficio quando era possibile. Stavo per uscire ma entrò lui. Pensai che mi volesse fare una cazziata e invece mi prese per le braccia e cercò la mia bocca. Che foga! Mi eccitai pure io. Disse che voleva scoparmi subito ed io gli ricordai che dovevamo andare in ufficio. Invece prendemmo un giorno di congedo e scopammo tutta la mattinata. Un altro fattore determinante fu lacquisto di una piccola costruzione al paesino: sotto un magazzino e al piano superiore un bilocale con cucinino e bagno. Diventò il nostro rifugio e ogni fine settimana eravamo lì da soli in quando nostro figlio aveva ormai i suoi amici e si appoggiava dai miei. Sembravamo due amanti mai sazi di fare sesso. Io? Sempre più consapevole di quella che fossi veramente. Tutte le mie esperienze mi avevano trasformata in una femmina che, a seconda delle situazioni, sapeva assumere gli atteggiamenti giusti: sapevo essere timida e ingenua, sfacciata e provocante e pure una femmina maliziosa, provocatrice e disponibile ad ogni complicità. Una sera, nel nostro rifugio, lui giocava con le mie chiappe divaricandole, richiudendole e dandomi qualche leccatina sullano. Mi disse che si rendeva conto del perché, con questo bel culo che mi ritrovavo, tutti mi volessero inculare, magari così alla pecorina. Che ne sapeva? Se lo immaginava come io di lui? Maliziosamente e tra un fare scherzoso e il semiserio gli feci capire di si e proprio alla pecorina. Infatti mi avevano inculata tutti così. Solo lui mi inculava pure di fianco. Quella sera mi volle a cavallo, seduta completamente sul cazzo e mi sfondò completamente. Così lo faceva con unaltra. Insomma, arrivammo al punto che ritenevamo assodato il fatto che lui fosse stato con altre ed io con altri. Avevo 45 anni quando mandai Piero a quel paese. Lui aveva 58 anni e mi disse che voleva dividersi dalla moglie. Mi resi conto che non era più il caso. Qualche anno dopo, io avevo 49 anni e Gianni 52, ammirandomi nuda mi diceva che ero ancora un bel pezzo di fica e, sorridendo, che mi potevo fare guardare e scopare senza fare brutte figure. Poi, senza mezzi termini, che aveva il forte desiderio di volermi scopare insieme ad un altro. Nel bel mezzo di tumultuosi amplessi gli dicevo che mi sarebbe piaciuto e mi diceva che avremmo potuto invitare qualcuno al nostro rifugio. Non so cosa avesse fatto, ma un martedì sera, poco più di un mese fa, fummo invitati a trascorrere il fine settimana in un agriturismo e lui disse che eravamo impegnati. Gli chiesi il motivo e rispose: come perché, ma se sabato abbiamo limpegno di farti scopare insieme a me? Restai allibita. Gianni, sul serio dici? Chiesi veramente sorpresa. Scusa, ma se fino a ieri sera hai detto di si! Disse. Dopo 5 secondi di silenzio dissi: ma sicuro sei di non essere geloso? E con chi? Non ti mortificheresti nei confronti di questo qua a farti scopare la moglie da un altro? Rispose che a questo non ci dovevo pensare. 5 secondi di silenzio e mi chiese: ma a te stuzzica lidea? Ti piace farlo? Lo vuoi fare? 5 secondi di silenzio e sussurrai: però non facciamo che poi me lo rinfacci! Il sabato mattina eravamo lì. Prendemmo qualcosa al market e poi, non essendo una bella giornata, a casa. Fabrizio, il nostro ospite, sarebbe venuto alle 10,00 di sera. Dopo cena, mentre mi preparavo, gli dissi: ti rendi conto di cosa mi stai facendo fare? Sorrideva. Reggiseno e slip in merletto nero, autoreggenti neri, gonna nera attillata e con lo spacchetto posteriore, camicetta azzurra e scarpe con tacco 10 cm che usavo solo in rare occasioni. Mi disse che ero sexy. Avevamo scelto insieme. Man mano che si avvicinava lora ero sempre più timorosa. Squillò il suo cellulare; non erano ancora le 10,00- Era lui. Gianni chiese dove fosse di preciso e uscì per andargli incontro. Ripiegai il piumone del letto e passai 10 minuti a passeggiare, continuando a guardarmi allo specchio, cercando di assumere latteggiamento giusto. Quando sentii fermare lauto mi sentii svenire. Quando lo vidi entrare insieme a Gianni mi ritrovai di fronte un uomo dal fisico atletico, bruno e attraente. si presentò dicendomi ciao e dandomi la mano. ro emozionatissima. notai che non aveva il nostro accendo e non aveva la fede. Era di un paese della provincia di Agrigento. Si tolsero i giacconi e si accomodarono sul divano. Dissi che preparavo il caffè e loro optarono per un prosecco. Di tutto si parlava tranne che del motivo per cui Fabrizio fosse lì con noi. Però i suoi sguardi, per niente furtivi, su tutto il corpo, mi facevano sentire a disagio ma svegliavano la mia libidine. Aggiungiamo quel mezzo bicchiere di prosecco, che per me è già tanto, e capirete perché quando mio marito prese ad accarezzarmi una coscia facendo risalire la gonna, emozionata ma sorridente dissi: Che fai, Gianni. Fatti guardare, Fabrizio non vede lora. Disse. Fabrizio, fissandomi mi disse che ero bona ed eccitante. Presto, ansimando, mi ritrovai con le loro mani fra le cosce, su in alto sulla mia carne viva. Facevano fatica perché la gonna attillata non andava oltre. Fabrizio fissava me e poi le cosce. Io cercavo, anche se a disagio, di essere accattivante. Il piacere e la libidine si impossessarono di me preannunciandomi una serata fuori da ogni regola. Gianni lasciò campo libero a Fabrizio e sentii le sue mani calde sugli slip armai inzuppati. Me lo disse. Al mio posto rispose Gianni dicendo che la porcona che ero aveva voglia di farsi fottere. Mi mortificai. oi venne dietro di me palpandomi le tette, baciandomi sul collo e stuzzicandomi lorecchio. Incominciai a gemere per il piacere e mio marito, sempre da tergo, mi sbottonò la camicetta, me la sfilò e quando mi sganciò il reggiseno quasi mi vergognai. Mio marito chiese a Fabrizio che gliene sembrasse delle tette della 50enne che ero e lui rispose che magari fossero così tutte le 50enni. Me ne palparono una ciascuno stringendomi i capezzoli. Sospirai forte dicendo più volte: siiii: Sentii Gianni che tirava giù la zip della gonna e quindi la stessa scendere lentamente, ad opera di entrambi, insieme agli slip. Mi ritrovai nuda con indosso solo gli autoreggenti. Fabrizio prese a leccarmi la fica da seduto e mio marito, messo in ginocchio, il ciulo. Si, che bello! dicevo impazzendo per il piacere che mi davano le loro lingue. Godetti di un orgasmo irresistibile e le mie gambe mi sorreggevano a stento. Fabrizio si alzò e mi diede in bocca la sua lingua fatta dei miei umori. La succhiai avidamente e poi intrecciai la mia alla sua in un bacio lungo e libidinoso. Lo sapevo bene che ora toccava a me. Infatti mi fece sedere sul bordo del divano e avevo il suo pacco allaltezza del viso. mio marito sedette al mio fianco dicendomi di fare vedere a Fabrizio di quanto fossi troia. mi vergognai un attimo ma portai le mani sulla patta tastandolo e fissando, alternativamente, il pacco, lui e mio marito come per avere il suo consenso. Gli slacciai la cintura, abbassai la zip e lui se li fece scivolare fino alle ginocchia. l suo grosso pacco, consistente in uno slip blu, era più evidente e più stuzzicante. Ne avevo vissuti tanti e con tanti cazzi momenti così ma, nonostante la mia abitudine, la situazione in cui mi trovavo rendeva tutto più intrigante. Solo per qualche secondo glielo palpai, poi tirai giù gli slip e mi si presentò davanti agli occhi un affare che, ancora semiduro, era impressionante. Il cazzo più lungo con cui avevo avuto a che fare era quello del 55enne Antonio, ma questo, oltre ad avere la stessa grossezza, era ancora più lungo. Non ho il senso della misura, ma penso non meno di 25 cm. Notai la meraviglia
anche nellespressione di mio marito. Lo impugnai con ambedue le mani segandolo lentamente, palpandole le palle e, libidinosa come mi sentivo, guardavo ancora entrambi con atteggiamento ora di timidezza ora di peccatrice lussuriosa. Ci giocai sulla cappella con la lingua e poi lo leccai per tutta la lunghezza. Sembrava che non arrivassi mai giù e quando arrivai gli leccai pure le palle. Nel frattempo, mentre facevo questo, lui si era liberato del maglione e della camicia; mio marito giocava col suo cazzo. Fabrizio si avvicinò fra le mie gambe e me lo mise fra le tette; lo strinsi come in una morsa ed era così lungo che, tenendo la testa china, lo imboccai facendogli, in contemporanea, una spagnola e un pompino. Mi resi conto che sarebbe stata una maratona sessuale diversa e più piccante a tutte le scopate, marito compreso, che mi ero fatte in vita mia. Gianni suggerì di andare a letto mentre anche lui si spogliava. Che scena quella in cui, saliti sul letto, io supina, Fabrizio prese a sfilarmi lautoreggente sinistro e Gianni quello destro, lentamente e accarezzandomi. poi Fabrizio venne su e quando mi sentii il suo cazzone dentro mi venne di svenire: era come se mi avesse sverginato per la seconda volta. Succhi, slinguate finché ebbi lorgasmo e rotolandoci, senza che me lo sfilasse dalla fica, mi ritrovai a cavalcarlo e mio marito, in piedi sul letto, me lo mise in bocca. Io gridavo per il continuo piacere, Gianni che diceva a Fabrizio: ti piace la troia di mia, moglie? Fabrizio che mi chiedeva se mi stavo sollazzando col suo cazzo. Il gioco durò quasi unora, poi Gianni mi sborrò in bocca e Fabrizio fra le tette. Avevo preparato tutto: fazzolettini e avevo portato persino i pannolini del corredo che usavo sempre con mio marito e avevo usato a casa mia con Franco e Piero. Avevo la fica in fiamme e sentivo il bisogno di una rinfrescata. Scesi dal letto e andando in bagno sentii ridere Fabrizio. Cosa cè? Perché ridi? Chiesi. Hai un culo favoloso, rimbalza come un pallone, sbrigati che ci giochiamo. Giocammo a più non posso alternandosi nei miei due buchi e nella mia bocca. Il cazzone di Fabrizio mi sconquassò il culo che, sebbene ben collaudato, non aveva mai ospitato un cazzone come il suo. Che vi devo dire di quando mi fecero provare due cazzi insieme scambiandosi più volte i buchi Era la prima volta. Mio marito venne ancora una volta nel mio culo; Fabrizio altre due volte, nella fica e in bocca. Erano già le 3,00 del mattino, ci coprimmo col piumone e ci addormentammo. Erano le 6,00 quando mi sveglia sentendo qualcosa di grosso, duro e caldo fra le chiappe: era il cazzone di Fabrizio. Alzai la coscia e me lo mise nella fica. Mio marito si svegliò sentendomi godere. Feci sborrare Fabrizio nella mia bocca e poi si preparò per andare via. Prima di uscire ci baciammo slinguandoci in presenza di mio marito. Trascorremmo tutta la domenica nel nostro rifugio e notammo, lui la mia soddisfazione ed io il fatto che non era geloso e che anzi gli piaceva vedermi sfondare da Fabrizio. Non ero nemmeno curiosa di come lavesse conosciuto. Coccolandoci mi chiese se mi fosse piaciuto il suo cazzo e se ne avessi gustato uno simile prima. Gli accennai del cazzo di Antonio. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto rifarlo. Mi è piaciuto Fabrizio, con lui? Dissi. Mi piacerebbe farti provare un bel cazzone nero. Disse ridendo. Sorrisi pure io. Che schifo! Scemo!
Il desiderio di mio marito divedermi con un altro | Racconto trio di Giusytroia
Ciao a tutti. A solo pensarci mi viene da ridere, ma spero che la mia storia vera vi piaccia. mi viene da ridere perché ho cominciato a frequentare questo sito con la speranza di trovare un racconto in cui una moglie si sia trovata nella mia stessa situazione e il modo in cui si sia comportata. Ne ho trovati tanti. Io sono Giusy, una bella 50enne siciliana di Trapani. Mi descriverò durante il racconto. Gianni, mio marito, ha 53 anni ed è sicuramente un belluomo attraente, dal fisico atletico e affascinante. Siamo entrambi funzionari pubblici. Lho fatto, accontentando mio marito e anche me stessa, solo un mese fa, nel nostro rifugio in collina, con un bel 40enne e in 3 ci siamo sollazzati tutta la notte. Il mio problema non era quello di farmi scopare da un altro e capirete il perché, il mio problema era farlo con mio marito presente. Capirete il perché in quanto sono una donna che non so nemmeno io come definirmi: troia forse è poco. Una santerellina non lo sono mai stata nemmeno da ragazzina in quanto sono stata sempre attratta dallaltro sesso, ritrovandomi, già a 14 anni, alta come sono ora e con tutti i miei attributi femminili: leggermente in carne, con le tette acerbe ma già ben formate e quasi della grossezza definitiva; un bel culo e un gran paio di cosce, stuzzicando, già a quella età, le fantasie di ragazzi più grandi di me, la mia curiosità verso laltro sesso e le mie fantasie quando mi masturbavo. Come definire una donna come me che a 14 anni inizia a maneggiare il cazzo di un ragazzo di 26 anni, fidanzato, che abitava nello stesso palazzo e, lavorando nei pressi della mia scuola, spesso la mattina mi dava un passaggio? con Carlo, così si chiamava, iniziò la mia vita sessuale con i primi veri baci, le mie prime seghe, i miei primi pompini e i miei primi orgasmi masturbata e leccata da un maschio. Durò 2 anni. Come definire una donna che a 17 anni si fa fidanzata ufficiale e subito si ritrova sverginata di fica e con la bocca piena di sborra? Pino, più grande di me di 9 anni, figlio di amici di famiglia, che non mi piaceva e di cui non ero innamorata. Come definire una donna che, pur essendo fidanzata da pochi mesi, si fa sfondare per la prima volta il culo da un compagno di scuola durante uno sciopero con occupazione dellistituto? Renato, di una classe avanti e di diploma, che, durante il resto dellanno scolastico, mi scopò per una quindicina di volte. Come definire una donna che a 19 anni, non appena diplomata, facendo la babysitter per pagarsi la scuola guida e ritrovandosi a farla al figlio di Carlo, che nel frattempo si era sposato, si è fatta trombare 4 volte nellarco di 2 mesi? Come definire una donna che a 23 anni, durante una festa a casa di amici, incontra un ragazzo e per entrambi è un colpo di fulmine parlandosi solo con gli sguardi? Era Gianni, il mio futuro marito. Già quando ci incontrammo di nascosto la prima volta fu subito passione e sesso. Eravamo innamorati, lasciai Pino dopo 6 anni di fidanzamento, lottando pure contro la mia famiglia e iniziai la mia avventura infinita con Gianni. Io che non so come definirmi e lui libidinoso quanto mai. Ad un certo punto mi ritrovai incinta e ci sposammo. Io avevo 25 anni e lui 28. Durante la gravidanza ricevetti la lettera di assunzione a seguito di un concorso che avevo sostenuto da poco diplomata. Presi servizi per una settimana e poi andai in maternità. Quando ripresi servizio, pur non essendo nella mia forma migliore dal punto di vista fisico, notavo di essere interessante agli occhi di alcuni colleghi. col passare dei mesi ancora di più in quanto ritornai come prima e anzi meglio di prima perché più snella e più sexy. Me ne rendevo conto io e se ne rendevano conto colleghi ai quali sentivo bisbigliare apprezzamenti nei miei confronti. Fra laltro larma della provocazione e di farmi sentire desiderata mi si era raffinata essendo castana con lo sguardo accattivante e i miei attributi femminili, mai oscenamente, sempre in evidenza grazie anche al mio modo di vestire semplice ed elegante nello stesso tempo. Insomma, i complimenti non mancavano come, per esempio, quello di essere la più bona dellufficio. Come definire una donna che a sentirsi dire da un collega, che si spingeva oltre, che le mie tette erano da succhiare, che le mie cosce lo facevano impazzire, che il mio culo era da sfondare, chela mia bocca sembrava fatta apposta per fare pompini e che leggeva nei miei occhi che non vedevo lora di succhiarglielo, si ritrovava con la fica un lago? Come definire una moglie che quando un giorno costui la prese, tentò di baciarla e lei, anziché prenderlo a schiaffi come normale che fosse per una moglie con la testa sulle spalle, rispose al suo bacio accalorata e vogliosa? Come definire una moglie che qualche giorno dopo uscendo prima dallufficio per agitazione sindacale si fece raggiungere a casa? Franco, così si chiamava, aveva proprio ragione: non vedevo lora di succhiarglielo e avevo proprio bisogno di essere scopata selvaggiamente. Gli diedi tutti i miei buchi là, sul letto dove facevo lamore e dormivo con mio marito. Lo facemmo ancora per 3 volte nel giro di 2 mesi. Era di Palermo e poi fu trasferito. Avevo 27 anni, un figlio e, solo dopo 2 anni di matrimonio, un marito inconsapevolmente cornuto. Avevo 31 anni e Gianni 34 quando facemmo un mutuo e comprammo casa. Inoltre prendemmo labitudine di trascorrere, con nostro figlio che aveva già 5 anni, la domenica in un paesino in collina ad una oretta da Trapani. Stavamo bene ma avevo notato in lui un calo di desiderio sessuale nei miei confronti. Avevo capito, anche da certi suoi atteggiamenti, che aveva unamante. Ovviamente non era nelle condizioni di potermi lamentare o di dirgli qualcosa. Come definire una moglie che si sentì stuzzicata, eccitandosi come una cagna, dallidea di fa godere del piaceri che una donna sposata e con tanta esperienza potesse dare ad un ragazzo di 23 anni? Lo feci con Lillo, da poco collega, che aveva labitudine di sbirciare fra le mie cosce. Trovai il momento, sorprendendolo, di farlo venire nella mia bocca. Dopo prese coraggio e per 2 anni ci incontrammo, quando era possibile, in una vecchia casa disabitata della sua famiglia. Fu distaccato presso un altro ufficio e tutto finì. Come definire una moglie che mentre si faceva fottere da un ragazzo, ora di 24 anni, iniziò una relazione che sarebbe durata la bellezza di 14 anni? Io avevo 32 anni, Piero, così si chiamava, 45. Era il mio capo reparto e trascorrevamo molto tempo insieme, chiusi nella sua stanza, per motivi di programmazione e di lavoro. Mi fece capire che sapeva di me e Franco, il collega trasferito a Palermo, e mi presentò il cazzo davanti alla bocca; lo spompinai e mi sborrò in bocca. Le prime scopate in ufficio, per 6 volte fu possibile a casa sua e una volta a casa mia. per3 volte mi portò in un paesino vicino facendosi prestare una casetta da un amico; poi, per tanti anni, prese un monolocale in affitto fuori mano rispetto alle nostri abitazioni e allufficio. Come definire una moglie che a 37 anni, mentre aveva una relazione già da 5 anni, si fa sedurre da un 55enne? Un lunedì mattina mi trovavo nellagenzia di disbrigo pratiche del signor Antonio. Era stato lui, allora in una segreteria politica, ad interessarsi perché, dopo aver superato il concorso, venissi assegnata allufficio di Trapani. Avevamo rapporti per motivi di lavoro e sempre mi ricordava quello che aveva fatto per me. Il lunedì mattina aveva labitudine di non ricevere pubblico e quasi ogni lunedì, per un anno mi faci fottere dal suo cazzo che di uguali non ne avevo mai visti: lungo, grosso e con una cappella che sembrava una pesca. Dopo un anno, nonostante fosse il cazzo che più mi soddisfaceva, dissi basta. Una cosa mi rimase impressa nella mente di quel periodo, un tour de force sessuale: Il lunedì mattina mi scopò lui, nel pomeriggio Piero e la sera mio marito. Avevo 41 anni e Gianni 44 quando incominciai a notare un suo interesse nuovo nei miei confronti. Quello che accadde una mattina fu determinante per gli anni che seguirono e fino ad oggi. Lui era pronto per accompagnare nostro figlio
a scuola e poi andare in ufficio. Prima di uscire entrò in camera mentre mi stavo vestendo. Ero in reggiseno, slip e autoreggenti. mi guardò perplesso in quanto solitamente usavo i collant. Prima che dicesse qualcosa io, a disagio, come per giustificarmi, dissi che ormai in primavera incominciava a fare caldo e i collant mi davano fastidio. Notai una strana luce nei suoi occhi. Si avvicinò, sorrise, mise la mano fra le mie cosce e disse: così ti si può toccare meglio. Rimasi ammutolita. Aveva proprio ragione: era Piero che mi voleva così per potermi toccare meglio in ufficio quando era possibile. Stavo per uscire ma entrò lui. Pensai che mi volesse fare una cazziata e invece mi prese per le braccia e cercò la mia bocca. Che foga! Mi eccitai pure io. Disse che voleva scoparmi subito ed io gli ricordai che dovevamo andare in ufficio. Invece prendemmo un giorno di congedo e scopammo tutta la mattinata. Un altro fattore determinante fu lacquisto di una piccola costruzione al paesino: sotto un magazzino e al piano superiore un bilocale con cucinino e bagno. Diventò il nostro rifugio e ogni fine settimana eravamo lì da soli in quando nostro figlio aveva ormai i suoi amici e si appoggiava dai miei. Sembravamo due amanti mai sazi di fare sesso. Io? Sempre più consapevole di quella che fossi veramente. Tutte le mie esperienze mi avevano trasformata in una femmina che, a seconda delle situazioni, sapeva assumere gli atteggiamenti giusti: sapevo essere timida e ingenua, sfacciata e provocante e pure una femmina maliziosa, provocatrice e disponibile ad ogni complicità. Una sera, nel nostro rifugio, lui giocava con le mie chiappe divaricandole, richiudendole e dandomi qualche leccatina sullano. Mi disse che si rendeva conto del perché, con questo bel culo che mi ritrovavo, tutti mi volessero inculare, magari così alla pecorina. Che ne sapeva? Se lo immaginava come io di lui? Maliziosamente e tra un fare scherzoso e il semiserio gli feci capire di si e proprio alla pecorina. Infatti mi avevano inculata tutti così. Solo lui mi inculava pure di fianco. Quella sera mi volle a cavallo, seduta completamente sul cazzo e mi sfondò completamente. Così lo faceva con unaltra. Insomma, arrivammo al punto che ritenevamo assodato il fatto che lui fosse stato con altre ed io con altri. Avevo 45 anni quando mandai Piero a quel paese. Lui aveva 58 anni e mi disse che voleva dividersi dalla moglie. Mi resi conto che non era più il caso. Qualche anno dopo, io avevo 49 anni e Gianni 52, ammirandomi nuda mi diceva che ero ancora un bel pezzo di fica e, sorridendo, che mi potevo fare guardare e scopare senza fare brutte figure. Poi, senza mezzi termini, che aveva il forte desiderio di volermi scopare insieme ad un altro. Nel bel mezzo di tumultuosi amplessi gli dicevo che mi sarebbe piaciuto e mi diceva che avremmo potuto invitare qualcuno al nostro rifugio. Non so cosa avesse fatto, ma un martedì sera, poco più di un mese fa, fummo invitati a trascorrere il fine settimana in un agriturismo e lui disse che eravamo impegnati. Gli chiesi il motivo e rispose: come perché, ma se sabato abbiamo limpegno di farti scopare insieme a me? Restai allibita. Gianni, sul serio dici? Chiesi veramente sorpresa. Scusa, ma se fino a ieri sera hai detto di si! Disse. Dopo 5 secondi di silenzio dissi: ma sicuro sei di non essere geloso? E con chi? Non ti mortificheresti nei confronti di questo qua a farti scopare la moglie da un altro? Rispose che a questo non ci dovevo pensare. 5 secondi di silenzio e mi chiese: ma a te stuzzica lidea? Ti piace farlo? Lo vuoi fare? 5 secondi di silenzio e sussurrai: però non facciamo che poi me lo rinfacci! Il sabato mattina eravamo lì. Prendemmo qualcosa al market e poi, non essendo una bella giornata, a casa. Fabrizio, il nostro ospite, sarebbe venuto alle 10,00 di sera. Dopo cena, mentre mi preparavo, gli dissi: ti rendi conto di cosa mi stai facendo fare? Sorrideva. Reggiseno e slip in merletto nero, autoreggenti neri, gonna nera attillata e con lo spacchetto posteriore, camicetta azzurra e scarpe con tacco 10 cm che usavo solo in rare occasioni. Mi disse che ero sexy. Avevamo scelto insieme. Man mano che si avvicinava lora ero sempre più timorosa. Squillò il suo cellulare; non erano ancora le 10,00- Era lui. Gianni chiese dove fosse di preciso e uscì per andargli incontro. Ripiegai il piumone del letto e passai 10 minuti a passeggiare, continuando a guardarmi allo specchio, cercando di assumere latteggiamento giusto. Quando sentii fermare lauto mi sentii svenire. Quando lo vidi entrare insieme a Gianni mi ritrovai di fronte un uomo dal fisico atletico, bruno e attraente. si presentò dicendomi ciao e dandomi la mano. ro emozionatissima. notai che non aveva il nostro accendo e non aveva la fede. Era di un paese della provincia di Agrigento. Si tolsero i giacconi e si accomodarono sul divano. Dissi che preparavo il caffè e loro optarono per un prosecco. Di tutto si parlava tranne che del motivo per cui Fabrizio fosse lì con noi. Però i suoi sguardi, per niente furtivi, su tutto il corpo, mi facevano sentire a disagio ma svegliavano la mia libidine. Aggiungiamo quel mezzo bicchiere di prosecco, che per me è già tanto, e capirete perché quando mio marito prese ad accarezzarmi una coscia facendo risalire la gonna, emozionata ma sorridente dissi: Che fai, Gianni. Fatti guardare, Fabrizio non vede lora. Disse. Fabrizio, fissandomi mi disse che ero bona ed eccitante. Presto, ansimando, mi ritrovai con le loro mani fra le cosce, su in alto sulla mia carne viva. Facevano fatica perché la gonna attillata non andava oltre. Fabrizio fissava me e poi le cosce. Io cercavo, anche se a disagio, di essere accattivante. Il piacere e la libidine si impossessarono di me preannunciandomi una serata fuori da ogni regola. Gianni lasciò campo libero a Fabrizio e sentii le sue mani calde sugli slip armai inzuppati. Me lo disse. Al mio posto rispose Gianni dicendo che la porcona che ero aveva voglia di farsi fottere. Mi mortificai. oi venne dietro di me palpandomi le tette, baciandomi sul collo e stuzzicandomi lorecchio. Incominciai a gemere per il piacere e mio marito, sempre da tergo, mi sbottonò la camicetta, me la sfilò e quando mi sganciò il reggiseno quasi mi vergognai. Mio marito chiese a Fabrizio che gliene sembrasse delle tette della 50enne che ero e lui rispose che magari fossero così tutte le 50enni. Me ne palparono una ciascuno stringendomi i capezzoli. Sospirai forte dicendo più volte: siiii: Sentii Gianni che tirava giù la zip della gonna e quindi la stessa scendere lentamente, ad opera di entrambi, insieme agli slip. Mi ritrovai nuda con indosso solo gli autoreggenti. Fabrizio prese a leccarmi la fica da seduto e mio marito, messo in ginocchio, il ciulo. Si, che bello! dicevo impazzendo per il piacere che mi davano le loro lingue. Godetti di un orgasmo irresistibile e le mie gambe mi sorreggevano a stento. Fabrizio si alzò e mi diede in bocca la sua lingua fatta dei miei umori. La succhiai avidamente e poi intrecciai la mia alla sua in un bacio lungo e libidinoso. Lo sapevo bene che ora toccava a me. Infatti mi fece sedere sul bordo del divano e avevo il suo pacco allaltezza del viso. mio marito sedette al mio fianco dicendomi di fare vedere a Fabrizio di quanto fossi troia. mi vergognai un attimo ma portai le mani sulla patta tastandolo e fissando, alternativamente, il pacco, lui e mio marito come per avere il suo consenso. Gli slacciai la cintura, abbassai la zip e lui se li fece scivolare fino alle ginocchia. l suo grosso pacco, consistente in uno slip blu, era più evidente e più stuzzicante. Ne avevo vissuti tanti e con tanti cazzi momenti così ma, nonostante la mia abitudine, la situazione in cui mi trovavo rendeva tutto più intrigante. Solo per qualche secondo glielo palpai, poi tirai giù gli slip e mi si presentò davanti agli occhi un affare che, ancora semiduro, era impressionante. Il cazzo più lungo con cui avevo avuto a che fare era quello del 55enne Antonio, ma questo, oltre ad avere la stessa grossezza, era ancora più lungo. Non ho il senso della misura, ma penso non meno di 25 cm. Notai la meraviglia
anche nellespressione di mio marito. Lo impugnai con ambedue le mani segandolo lentamente, palpandole le palle e, libidinosa come mi sentivo, guardavo ancora entrambi con atteggiamento ora di timidezza ora di peccatrice lussuriosa. Ci giocai sulla cappella con la lingua e poi lo leccai per tutta la lunghezza. Sembrava che non arrivassi mai giù e quando arrivai gli leccai pure le palle. Nel frattempo, mentre facevo questo, lui si era liberato del maglione e della camicia; mio marito giocava col suo cazzo. Fabrizio si avvicinò fra le mie gambe e me lo mise fra le tette; lo strinsi come in una morsa ed era così lungo che, tenendo la testa china, lo imboccai facendogli, in contemporanea, una spagnola e un pompino. Mi resi conto che sarebbe stata una maratona sessuale diversa e più piccante a tutte le scopate, marito compreso, che mi ero fatte in vita mia. Gianni suggerì di andare a letto mentre anche lui si spogliava. Che scena quella in cui, saliti sul letto, io supina, Fabrizio prese a sfilarmi lautoreggente sinistro e Gianni quello destro, lentamente e accarezzandomi. poi Fabrizio venne su e quando mi sentii il suo cazzone dentro mi venne di svenire: era come se mi avesse sverginato per la seconda volta. Succhi, slinguate finché ebbi lorgasmo e rotolandoci, senza che me lo sfilasse dalla fica, mi ritrovai a cavalcarlo e mio marito, in piedi sul letto, me lo mise in bocca. Io gridavo per il continuo piacere, Gianni che diceva a Fabrizio: ti piace la troia di mia, moglie? Fabrizio che mi chiedeva se mi stavo sollazzando col suo cazzo. Il gioco durò quasi unora, poi Gianni mi sborrò in bocca e Fabrizio fra le tette. Avevo preparato tutto: fazzolettini e avevo portato persino i pannolini del corredo che usavo sempre con mio marito e avevo usato a casa mia con Franco e Piero. Avevo la fica in fiamme e sentivo il bisogno di una rinfrescata. Scesi dal letto e andando in bagno sentii ridere Fabrizio. Cosa cè? Perché ridi? Chiesi. Hai un culo favoloso, rimbalza come un pallone, sbrigati che ci giochiamo. Giocammo a più non posso alternandosi nei miei due buchi e nella mia bocca. Il cazzone di Fabrizio mi sconquassò il culo che, sebbene ben collaudato, non aveva mai ospitato un cazzone come il suo. Che vi devo dire di quando mi fecero provare due cazzi insieme scambiandosi più volte i buchi Era la prima volta. Mio marito venne ancora una volta nel mio culo; Fabrizio altre due volte, nella fica e in bocca. Erano già le 3,00 del mattino, ci coprimmo col piumone e ci addormentammo. Erano le 6,00 quando mi sveglia sentendo qualcosa di grosso, duro e caldo fra le chiappe: era il cazzone di Fabrizio. Alzai la coscia e me lo mise nella fica. Mio marito si svegliò sentendomi godere. Feci sborrare Fabrizio nella mia bocca e poi si preparò per andare via. Prima di uscire ci baciammo slinguandoci in presenza di mio marito. Trascorremmo tutta la domenica nel nostro rifugio e notammo, lui la mia soddisfazione ed io il fatto che non era geloso e che anzi gli piaceva vedermi sfondare da Fabrizio. Non ero nemmeno curiosa di come lavesse conosciuto. Coccolandoci mi chiese se mi fosse piaciuto il suo cazzo e se ne avessi gustato uno simile prima. Gli accennai del cazzo di Antonio. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto rifarlo. Mi è piaciuto Fabrizio, con lui? Dissi. Mi piacerebbe farti provare un bel cazzone nero. Disse ridendo. Sorrisi pure io. Che schifo! Scemo!
Il desiderio di mio marito divedermi con un altro | Racconto trio di Giusytroia
Ciao a tutti. A solo pensarci mi viene da ridere, ma spero che la mia storia vera vi piaccia. mi viene da ridere perché ho cominciato a frequentare questo sito con la speranza di trovare un racconto in cui una moglie si sia trovata nella mia stessa situazione e il modo in cui si sia comportata. Ne ho trovati tanti. Io sono Giusy, una bella 50enne siciliana di Trapani. Mi descriverò durante il racconto. Gianni, mio marito, ha 53 anni ed è sicuramente un belluomo attraente, dal fisico atletico e affascinante. Siamo entrambi funzionari pubblici. Lho fatto, accontentando mio marito e anche me stessa, solo un mese fa, nel nostro rifugio in collina, con un bel 40enne e in 3 ci siamo sollazzati tutta la notte. Il mio problema non era quello di farmi scopare da un altro e capirete il perché, il mio problema era farlo con mio marito presente. Capirete il perché in quanto sono una donna che non so nemmeno io come definirmi: troia forse è poco. Una santerellina non lo sono mai stata nemmeno da ragazzina in quanto sono stata sempre attratta dallaltro sesso, ritrovandomi, già a 14 anni, alta come sono ora e con tutti i miei attributi femminili: leggermente in carne, con le tette acerbe ma già ben formate e quasi della grossezza definitiva; un bel culo e un gran paio di cosce, stuzzicando, già a quella età, le fantasie di ragazzi più grandi di me, la mia curiosità verso laltro sesso e le mie fantasie quando mi masturbavo. Come definire una donna come me che a 14 anni inizia a maneggiare il cazzo di un ragazzo di 26 anni, fidanzato, che abitava nello stesso palazzo e, lavorando nei pressi della mia scuola, spesso la mattina mi dava un passaggio? con Carlo, così si chiamava, iniziò la mia vita sessuale con i primi veri baci, le mie prime seghe, i miei primi pompini e i miei primi orgasmi masturbata e leccata da un maschio. Durò 2 anni. Come definire una donna che a 17 anni si fa fidanzata ufficiale e subito si ritrova sverginata di fica e con la bocca piena di sborra? Pino, più grande di me di 9 anni, figlio di amici di famiglia, che non mi piaceva e di cui non ero innamorata. Come definire una donna che, pur essendo fidanzata da pochi mesi, si fa sfondare per la prima volta il culo da un compagno di scuola durante uno sciopero con occupazione dellistituto? Renato, di una classe avanti e di diploma, che, durante il resto dellanno scolastico, mi scopò per una quindicina di volte. Come definire una donna che a 19 anni, non appena diplomata, facendo la babysitter per pagarsi la scuola guida e ritrovandosi a farla al figlio di Carlo, che nel frattempo si era sposato, si è fatta trombare 4 volte nellarco di 2 mesi? Come definire una donna che a 23 anni, durante una festa a casa di amici, incontra un ragazzo e per entrambi è un colpo di fulmine parlandosi solo con gli sguardi? Era Gianni, il mio futuro marito. Già quando ci incontrammo di nascosto la prima volta fu subito passione e sesso. Eravamo innamorati, lasciai Pino dopo 6 anni di fidanzamento, lottando pure contro la mia famiglia e iniziai la mia avventura infinita con Gianni. Io che non so come definirmi e lui libidinoso quanto mai. Ad un certo punto mi ritrovai incinta e ci sposammo. Io avevo 25 anni e lui 28. Durante la gravidanza ricevetti la lettera di assunzione a seguito di un concorso che avevo sostenuto da poco diplomata. Presi servizi per una settimana e poi andai in maternità. Quando ripresi servizio, pur non essendo nella mia forma migliore dal punto di vista fisico, notavo di essere interessante agli occhi di alcuni colleghi. col passare dei mesi ancora di più in quanto ritornai come prima e anzi meglio di prima perché più snella e più sexy. Me ne rendevo conto io e se ne rendevano conto colleghi ai quali sentivo bisbigliare apprezzamenti nei miei confronti. Fra laltro larma della provocazione e di farmi sentire desiderata mi si era raffinata essendo castana con lo sguardo accattivante e i miei attributi femminili, mai oscenamente, sempre in evidenza grazie anche al mio modo di vestire semplice ed elegante nello stesso tempo. Insomma, i complimenti non mancavano come, per esempio, quello di essere la più bona dellufficio. Come definire una donna che a sentirsi dire da un collega, che si spingeva oltre, che le mie tette erano da succhiare, che le mie cosce lo facevano impazzire, che il mio culo era da sfondare, chela mia bocca sembrava fatta apposta per fare pompini e che leggeva nei miei occhi che non vedevo lora di succhiarglielo, si ritrovava con la fica un lago? Come definire una moglie che quando un giorno costui la prese, tentò di baciarla e lei, anziché prenderlo a schiaffi come normale che fosse per una moglie con la testa sulle spalle, rispose al suo bacio accalorata e vogliosa? Come definire una moglie che qualche giorno dopo uscendo prima dallufficio per agitazione sindacale si fece raggiungere a casa? Franco, così si chiamava, aveva proprio ragione: non vedevo lora di succhiarglielo e avevo proprio bisogno di essere scopata selvaggiamente. Gli diedi tutti i miei buchi là, sul letto dove facevo lamore e dormivo con mio marito. Lo facemmo ancora per 3 volte nel giro di 2 mesi. Era di Palermo e poi fu trasferito. Avevo 27 anni, un figlio e, solo dopo 2 anni di matrimonio, un marito inconsapevolmente cornuto. Avevo 31 anni e Gianni 34 quando facemmo un mutuo e comprammo casa. Inoltre prendemmo labitudine di trascorrere, con nostro figlio che aveva già 5 anni, la domenica in un paesino in collina ad una oretta da Trapani. Stavamo bene ma avevo notato in lui un calo di desiderio sessuale nei miei confronti. Avevo capito, anche da certi suoi atteggiamenti, che aveva unamante. Ovviamente non era nelle condizioni di potermi lamentare o di dirgli qualcosa. Come definire una moglie che si sentì stuzzicata, eccitandosi come una cagna, dallidea di fa godere del piaceri che una donna sposata e con tanta esperienza potesse dare ad un ragazzo di 23 anni? Lo feci con Lillo, da poco collega, che aveva labitudine di sbirciare fra le mie cosce. Trovai il momento, sorprendendolo, di farlo venire nella mia bocca. Dopo prese coraggio e per 2 anni ci incontrammo, quando era possibile, in una vecchia casa disabitata della sua famiglia. Fu distaccato presso un altro ufficio e tutto finì. Come definire una moglie che mentre si faceva fottere da un ragazzo, ora di 24 anni, iniziò una relazione che sarebbe durata la bellezza di 14 anni? Io avevo 32 anni, Piero, così si chiamava, 45. Era il mio capo reparto e trascorrevamo molto tempo insieme, chiusi nella sua stanza, per motivi di programmazione e di lavoro. Mi fece capire che sapeva di me e Franco, il collega trasferito a Palermo, e mi presentò il cazzo davanti alla bocca; lo spompinai e mi sborrò in bocca. Le prime scopate in ufficio, per 6 volte fu possibile a casa sua e una volta a casa mia. per3 volte mi portò in un paesino vicino facendosi prestare una casetta da un amico; poi, per tanti anni, prese un monolocale in affitto fuori mano rispetto alle nostri abitazioni e allufficio. Come definire una moglie che a 37 anni, mentre aveva una relazione già da 5 anni, si fa sedurre da un 55enne? Un lunedì mattina mi trovavo nellagenzia di disbrigo pratiche del signor Antonio. Era stato lui, allora in una segreteria politica, ad interessarsi perché, dopo aver superato il concorso, venissi assegnata allufficio di Trapani. Avevamo rapporti per motivi di lavoro e sempre mi ricordava quello che aveva fatto per me. Il lunedì mattina aveva labitudine di non ricevere pubblico e quasi ogni lunedì, per un anno mi faci fottere dal suo cazzo che di uguali non ne avevo mai visti: lungo, grosso e con una cappella che sembrava una pesca. Dopo un anno, nonostante fosse il cazzo che più mi soddisfaceva, dissi basta. Una cosa mi rimase impressa nella mente di quel periodo, un tour de force sessuale: Il lunedì mattina mi scopò lui, nel pomeriggio Piero e la sera mio marito. Avevo 41 anni e Gianni 44 quando incominciai a notare un suo interesse nuovo nei miei confronti. Quello che accadde una mattina fu determinante per gli anni che seguirono e fino ad oggi. Lui era pronto per accompagnare nostro figlio
a scuola e poi andare in ufficio. Prima di uscire entrò in camera mentre mi stavo vestendo. Ero in reggiseno, slip e autoreggenti. mi guardò perplesso in quanto solitamente usavo i collant. Prima che dicesse qualcosa io, a disagio, come per giustificarmi, dissi che ormai in primavera incominciava a fare caldo e i collant mi davano fastidio. Notai una strana luce nei suoi occhi. Si avvicinò, sorrise, mise la mano fra le mie cosce e disse: così ti si può toccare meglio. Rimasi ammutolita. Aveva proprio ragione: era Piero che mi voleva così per potermi toccare meglio in ufficio quando era possibile. Stavo per uscire ma entrò lui. Pensai che mi volesse fare una cazziata e invece mi prese per le braccia e cercò la mia bocca. Che foga! Mi eccitai pure io. Disse che voleva scoparmi subito ed io gli ricordai che dovevamo andare in ufficio. Invece prendemmo un giorno di congedo e scopammo tutta la mattinata. Un altro fattore determinante fu lacquisto di una piccola costruzione al paesino: sotto un magazzino e al piano superiore un bilocale con cucinino e bagno. Diventò il nostro rifugio e ogni fine settimana eravamo lì da soli in quando nostro figlio aveva ormai i suoi amici e si appoggiava dai miei. Sembravamo due amanti mai sazi di fare sesso. Io? Sempre più consapevole di quella che fossi veramente. Tutte le mie esperienze mi avevano trasformata in una femmina che, a seconda delle situazioni, sapeva assumere gli atteggiamenti giusti: sapevo essere timida e ingenua, sfacciata e provocante e pure una femmina maliziosa, provocatrice e disponibile ad ogni complicità. Una sera, nel nostro rifugio, lui giocava con le mie chiappe divaricandole, richiudendole e dandomi qualche leccatina sullano. Mi disse che si rendeva conto del perché, con questo bel culo che mi ritrovavo, tutti mi volessero inculare, magari così alla pecorina. Che ne sapeva? Se lo immaginava come io di lui? Maliziosamente e tra un fare scherzoso e il semiserio gli feci capire di si e proprio alla pecorina. Infatti mi avevano inculata tutti così. Solo lui mi inculava pure di fianco. Quella sera mi volle a cavallo, seduta completamente sul cazzo e mi sfondò completamente. Così lo faceva con unaltra. Insomma, arrivammo al punto che ritenevamo assodato il fatto che lui fosse stato con altre ed io con altri. Avevo 45 anni quando mandai Piero a quel paese. Lui aveva 58 anni e mi disse che voleva dividersi dalla moglie. Mi resi conto che non era più il caso. Qualche anno dopo, io avevo 49 anni e Gianni 52, ammirandomi nuda mi diceva che ero ancora un bel pezzo di fica e, sorridendo, che mi potevo fare guardare e scopare senza fare brutte figure. Poi, senza mezzi termini, che aveva il forte desiderio di volermi scopare insieme ad un altro. Nel bel mezzo di tumultuosi amplessi gli dicevo che mi sarebbe piaciuto e mi diceva che avremmo potuto invitare qualcuno al nostro rifugio. Non so cosa avesse fatto, ma un martedì sera, poco più di un mese fa, fummo invitati a trascorrere il fine settimana in un agriturismo e lui disse che eravamo impegnati. Gli chiesi il motivo e rispose: come perché, ma se sabato abbiamo limpegno di farti scopare insieme a me? Restai allibita. Gianni, sul serio dici? Chiesi veramente sorpresa. Scusa, ma se fino a ieri sera hai detto di si! Disse. Dopo 5 secondi di silenzio dissi: ma sicuro sei di non essere geloso? E con chi? Non ti mortificheresti nei confronti di questo qua a farti scopare la moglie da un altro? Rispose che a questo non ci dovevo pensare. 5 secondi di silenzio e mi chiese: ma a te stuzzica lidea? Ti piace farlo? Lo vuoi fare? 5 secondi di silenzio e sussurrai: però non facciamo che poi me lo rinfacci! Il sabato mattina eravamo lì. Prendemmo qualcosa al market e poi, non essendo una bella giornata, a casa. Fabrizio, il nostro ospite, sarebbe venuto alle 10,00 di sera. Dopo cena, mentre mi preparavo, gli dissi: ti rendi conto di cosa mi stai facendo fare? Sorrideva. Reggiseno e slip in merletto nero, autoreggenti neri, gonna nera attillata e con lo spacchetto posteriore, camicetta azzurra e scarpe con tacco 10 cm che usavo solo in rare occasioni. Mi disse che ero sexy. Avevamo scelto insieme. Man mano che si avvicinava lora ero sempre più timorosa. Squillò il suo cellulare; non erano ancora le 10,00- Era lui. Gianni chiese dove fosse di preciso e uscì per andargli incontro. Ripiegai il piumone del letto e passai 10 minuti a passeggiare, continuando a guardarmi allo specchio, cercando di assumere latteggiamento giusto. Quando sentii fermare lauto mi sentii svenire. Quando lo vidi entrare insieme a Gianni mi ritrovai di fronte un uomo dal fisico atletico, bruno e attraente. si presentò dicendomi ciao e dandomi la mano. ro emozionatissima. notai che non aveva il nostro accendo e non aveva la fede. Era di un paese della provincia di Agrigento. Si tolsero i giacconi e si accomodarono sul divano. Dissi che preparavo il caffè e loro optarono per un prosecco. Di tutto si parlava tranne che del motivo per cui Fabrizio fosse lì con noi. Però i suoi sguardi, per niente furtivi, su tutto il corpo, mi facevano sentire a disagio ma svegliavano la mia libidine. Aggiungiamo quel mezzo bicchiere di prosecco, che per me è già tanto, e capirete perché quando mio marito prese ad accarezzarmi una coscia facendo risalire la gonna, emozionata ma sorridente dissi: Che fai, Gianni. Fatti guardare, Fabrizio non vede lora. Disse. Fabrizio, fissandomi mi disse che ero bona ed eccitante. Presto, ansimando, mi ritrovai con le loro mani fra le cosce, su in alto sulla mia carne viva. Facevano fatica perché la gonna attillata non andava oltre. Fabrizio fissava me e poi le cosce. Io cercavo, anche se a disagio, di essere accattivante. Il piacere e la libidine si impossessarono di me preannunciandomi una serata fuori da ogni regola. Gianni lasciò campo libero a Fabrizio e sentii le sue mani calde sugli slip armai inzuppati. Me lo disse. Al mio posto rispose Gianni dicendo che la porcona che ero aveva voglia di farsi fottere. Mi mortificai. oi venne dietro di me palpandomi le tette, baciandomi sul collo e stuzzicandomi lorecchio. Incominciai a gemere per il piacere e mio marito, sempre da tergo, mi sbottonò la camicetta, me la sfilò e quando mi sganciò il reggiseno quasi mi vergognai. Mio marito chiese a Fabrizio che gliene sembrasse delle tette della 50enne che ero e lui rispose che magari fossero così tutte le 50enni. Me ne palparono una ciascuno stringendomi i capezzoli. Sospirai forte dicendo più volte: siiii: Sentii Gianni che tirava giù la zip della gonna e quindi la stessa scendere lentamente, ad opera di entrambi, insieme agli slip. Mi ritrovai nuda con indosso solo gli autoreggenti. Fabrizio prese a leccarmi la fica da seduto e mio marito, messo in ginocchio, il ciulo. Si, che bello! dicevo impazzendo per il piacere che mi davano le loro lingue. Godetti di un orgasmo irresistibile e le mie gambe mi sorreggevano a stento. Fabrizio si alzò e mi diede in bocca la sua lingua fatta dei miei umori. La succhiai avidamente e poi intrecciai la mia alla sua in un bacio lungo e libidinoso. Lo sapevo bene che ora toccava a me. Infatti mi fece sedere sul bordo del divano e avevo il suo pacco allaltezza del viso. mio marito sedette al mio fianco dicendomi di fare vedere a Fabrizio di quanto fossi troia. mi vergognai un attimo ma portai le mani sulla patta tastandolo e fissando, alternativamente, il pacco, lui e mio marito come per avere il suo consenso. Gli slacciai la cintura, abbassai la zip e lui se li fece scivolare fino alle ginocchia. l suo grosso pacco, consistente in uno slip blu, era più evidente e più stuzzicante. Ne avevo vissuti tanti e con tanti cazzi momenti così ma, nonostante la mia abitudine, la situazione in cui mi trovavo rendeva tutto più intrigante. Solo per qualche secondo glielo palpai, poi tirai giù gli slip e mi si presentò davanti agli occhi un affare che, ancora semiduro, era impressionante. Il cazzo più lungo con cui avevo avuto a che fare era quello del 55enne Antonio, ma questo, oltre ad avere la stessa grossezza, era ancora più lungo. Non ho il senso della misura, ma penso non meno di 25 cm. Notai la meraviglia
anche nellespressione di mio marito. Lo impugnai con ambedue le mani segandolo lentamente, palpandole le palle e, libidinosa come mi sentivo, guardavo ancora entrambi con atteggiamento ora di timidezza ora di peccatrice lussuriosa. Ci giocai sulla cappella con la lingua e poi lo leccai per tutta la lunghezza. Sembrava che non arrivassi mai giù e quando arrivai gli leccai pure le palle. Nel frattempo, mentre facevo questo, lui si era liberato del maglione e della camicia; mio marito giocava col suo cazzo. Fabrizio si avvicinò fra le mie gambe e me lo mise fra le tette; lo strinsi come in una morsa ed era così lungo che, tenendo la testa china, lo imboccai facendogli, in contemporanea, una spagnola e un pompino. Mi resi conto che sarebbe stata una maratona sessuale diversa e più piccante a tutte le scopate, marito compreso, che mi ero fatte in vita mia. Gianni suggerì di andare a letto mentre anche lui si spogliava. Che scena quella in cui, saliti sul letto, io supina, Fabrizio prese a sfilarmi lautoreggente sinistro e Gianni quello destro, lentamente e accarezzandomi. poi Fabrizio venne su e quando mi sentii il suo cazzone dentro mi venne di svenire: era come se mi avesse sverginato per la seconda volta. Succhi, slinguate finché ebbi lorgasmo e rotolandoci, senza che me lo sfilasse dalla fica, mi ritrovai a cavalcarlo e mio marito, in piedi sul letto, me lo mise in bocca. Io gridavo per il continuo piacere, Gianni che diceva a Fabrizio: ti piace la troia di mia, moglie? Fabrizio che mi chiedeva se mi stavo sollazzando col suo cazzo. Il gioco durò quasi unora, poi Gianni mi sborrò in bocca e Fabrizio fra le tette. Avevo preparato tutto: fazzolettini e avevo portato persino i pannolini del corredo che usavo sempre con mio marito e avevo usato a casa mia con Franco e Piero. Avevo la fica in fiamme e sentivo il bisogno di una rinfrescata. Scesi dal letto e andando in bagno sentii ridere Fabrizio. Cosa cè? Perché ridi? Chiesi. Hai un culo favoloso, rimbalza come un pallone, sbrigati che ci giochiamo. Giocammo a più non posso alternandosi nei miei due buchi e nella mia bocca. Il cazzone di Fabrizio mi sconquassò il culo che, sebbene ben collaudato, non aveva mai ospitato un cazzone come il suo. Che vi devo dire di quando mi fecero provare due cazzi insieme scambiandosi più volte i buchi Era la prima volta. Mio marito venne ancora una volta nel mio culo; Fabrizio altre due volte, nella fica e in bocca. Erano già le 3,00 del mattino, ci coprimmo col piumone e ci addormentammo. Erano le 6,00 quando mi sveglia sentendo qualcosa di grosso, duro e caldo fra le chiappe: era il cazzone di Fabrizio. Alzai la coscia e me lo mise nella fica. Mio marito si svegliò sentendomi godere. Feci sborrare Fabrizio nella mia bocca e poi si preparò per andare via. Prima di uscire ci baciammo slinguandoci in presenza di mio marito. Trascorremmo tutta la domenica nel nostro rifugio e notammo, lui la mia soddisfazione ed io il fatto che non era geloso e che anzi gli piaceva vedermi sfondare da Fabrizio. Non ero nemmeno curiosa di come lavesse conosciuto. Coccolandoci mi chiese se mi fosse piaciuto il suo cazzo e se ne avessi gustato uno simile prima. Gli accennai del cazzo di Antonio. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto rifarlo. Mi è piaciuto Fabrizio, con lui? Dissi. Mi piacerebbe farti provare un bel cazzone nero. Disse ridendo. Sorrisi pure io. Che schifo! Scemo!
Il desiderio di mio marito divedermi con un altro | Racconto trio di Giusytroia
Ciao a tutti. A solo pensarci mi viene da ridere, ma spero che la mia storia vera vi piaccia. mi viene da ridere perché ho cominciato a frequentare questo sito con la speranza di trovare un racconto in cui una moglie si sia trovata nella mia stessa situazione e il modo in cui si sia comportata. Ne ho trovati tanti. Io sono Giusy, una bella 50enne siciliana di Trapani. Mi descriverò durante il racconto. Gianni, mio marito, ha 53 anni ed è sicuramente un belluomo attraente, dal fisico atletico e affascinante. Siamo entrambi funzionari pubblici. Lho fatto, accontentando mio marito e anche me stessa, solo un mese fa, nel nostro rifugio in collina, con un bel 40enne e in 3 ci siamo sollazzati tutta la notte. Il mio problema non era quello di farmi scopare da un altro e capirete il perché, il mio problema era farlo con mio marito presente. Capirete il perché in quanto sono una donna che non so nemmeno io come definirmi: troia forse è poco. Una santerellina non lo sono mai stata nemmeno da ragazzina in quanto sono stata sempre attratta dallaltro sesso, ritrovandomi, già a 14 anni, alta come sono ora e con tutti i miei attributi femminili: leggermente in carne, con le tette acerbe ma già ben formate e quasi della grossezza definitiva; un bel culo e un gran paio di cosce, stuzzicando, già a quella età, le fantasie di ragazzi più grandi di me, la mia curiosità verso laltro sesso e le mie fantasie quando mi masturbavo. Come definire una donna come me che a 14 anni inizia a maneggiare il cazzo di un ragazzo di 26 anni, fidanzato, che abitava nello stesso palazzo e, lavorando nei pressi della mia scuola, spesso la mattina mi dava un passaggio? con Carlo, così si chiamava, iniziò la mia vita sessuale con i primi veri baci, le mie prime seghe, i miei primi pompini e i miei primi orgasmi masturbata e leccata da un maschio. Durò 2 anni. Come definire una donna che a 17 anni si fa fidanzata ufficiale e subito si ritrova sverginata di fica e con la bocca piena di sborra? Pino, più grande di me di 9 anni, figlio di amici di famiglia, che non mi piaceva e di cui non ero innamorata. Come definire una donna che, pur essendo fidanzata da pochi mesi, si fa sfondare per la prima volta il culo da un compagno di scuola durante uno sciopero con occupazione dellistituto? Renato, di una classe avanti e di diploma, che, durante il resto dellanno scolastico, mi scopò per una quindicina di volte. Come definire una donna che a 19 anni, non appena diplomata, facendo la babysitter per pagarsi la scuola guida e ritrovandosi a farla al figlio di Carlo, che nel frattempo si era sposato, si è fatta trombare 4 volte nellarco di 2 mesi? Come definire una donna che a 23 anni, durante una festa a casa di amici, incontra un ragazzo e per entrambi è un colpo di fulmine parlandosi solo con gli sguardi? Era Gianni, il mio futuro marito. Già quando ci incontrammo di nascosto la prima volta fu subito passione e sesso. Eravamo innamorati, lasciai Pino dopo 6 anni di fidanzamento, lottando pure contro la mia famiglia e iniziai la mia avventura infinita con Gianni. Io che non so come definirmi e lui libidinoso quanto mai. Ad un certo punto mi ritrovai incinta e ci sposammo. Io avevo 25 anni e lui 28. Durante la gravidanza ricevetti la lettera di assunzione a seguito di un concorso che avevo sostenuto da poco diplomata. Presi servizi per una settimana e poi andai in maternità. Quando ripresi servizio, pur non essendo nella mia forma migliore dal punto di vista fisico, notavo di essere interessante agli occhi di alcuni colleghi. col passare dei mesi ancora di più in quanto ritornai come prima e anzi meglio di prima perché più snella e più sexy. Me ne rendevo conto io e se ne rendevano conto colleghi ai quali sentivo bisbigliare apprezzamenti nei miei confronti. Fra laltro larma della provocazione e di farmi sentire desiderata mi si era raffinata essendo castana con lo sguardo accattivante e i miei attributi femminili, mai oscenamente, sempre in evidenza grazie anche al mio modo di vestire semplice ed elegante nello stesso tempo. Insomma, i complimenti non mancavano come, per esempio, quello di essere la più bona dellufficio. Come definire una donna che a sentirsi dire da un collega, che si spingeva oltre, che le mie tette erano da succhiare, che le mie cosce lo facevano impazzire, che il mio culo era da sfondare, chela mia bocca sembrava fatta apposta per fare pompini e che leggeva nei miei occhi che non vedevo lora di succhiarglielo, si ritrovava con la fica un lago? Come definire una moglie che quando un giorno costui la prese, tentò di baciarla e lei, anziché prenderlo a schiaffi come normale che fosse per una moglie con la testa sulle spalle, rispose al suo bacio accalorata e vogliosa? Come definire una moglie che qualche giorno dopo uscendo prima dallufficio per agitazione sindacale si fece raggiungere a casa? Franco, così si chiamava, aveva proprio ragione: non vedevo lora di succhiarglielo e avevo proprio bisogno di essere scopata selvaggiamente. Gli diedi tutti i miei buchi là, sul letto dove facevo lamore e dormivo con mio marito. Lo facemmo ancora per 3 volte nel giro di 2 mesi. Era di Palermo e poi fu trasferito. Avevo 27 anni, un figlio e, solo dopo 2 anni di matrimonio, un marito inconsapevolmente cornuto. Avevo 31 anni e Gianni 34 quando facemmo un mutuo e comprammo casa. Inoltre prendemmo labitudine di trascorrere, con nostro figlio che aveva già 5 anni, la domenica in un paesino in collina ad una oretta da Trapani. Stavamo bene ma avevo notato in lui un calo di desiderio sessuale nei miei confronti. Avevo capito, anche da certi suoi atteggiamenti, che aveva unamante. Ovviamente non era nelle condizioni di potermi lamentare o di dirgli qualcosa. Come definire una moglie che si sentì stuzzicata, eccitandosi come una cagna, dallidea di fa godere del piaceri che una donna sposata e con tanta esperienza potesse dare ad un ragazzo di 23 anni? Lo feci con Lillo, da poco collega, che aveva labitudine di sbirciare fra le mie cosce. Trovai il momento, sorprendendolo, di farlo venire nella mia bocca. Dopo prese coraggio e per 2 anni ci incontrammo, quando era possibile, in una vecchia casa disabitata della sua famiglia. Fu distaccato presso un altro ufficio e tutto finì. Come definire una moglie che mentre si faceva fottere da un ragazzo, ora di 24 anni, iniziò una relazione che sarebbe durata la bellezza di 14 anni? Io avevo 32 anni, Piero, così si chiamava, 45. Era il mio capo reparto e trascorrevamo molto tempo insieme, chiusi nella sua stanza, per motivi di programmazione e di lavoro. Mi fece capire che sapeva di me e Franco, il collega trasferito a Palermo, e mi presentò il cazzo davanti alla bocca; lo spompinai e mi sborrò in bocca. Le prime scopate in ufficio, per 6 volte fu possibile a casa sua e una volta a casa mia. per3 volte mi portò in un paesino vicino facendosi prestare una casetta da un amico; poi, per tanti anni, prese un monolocale in affitto fuori mano rispetto alle nostri abitazioni e allufficio. Come definire una moglie che a 37 anni, mentre aveva una relazione già da 5 anni, si fa sedurre da un 55enne? Un lunedì mattina mi trovavo nellagenzia di disbrigo pratiche del signor Antonio. Era stato lui, allora in una segreteria politica, ad interessarsi perché, dopo aver superato il concorso, venissi assegnata allufficio di Trapani. Avevamo rapporti per motivi di lavoro e sempre mi ricordava quello che aveva fatto per me. Il lunedì mattina aveva labitudine di non ricevere pubblico e quasi ogni lunedì, per un anno mi faci fottere dal suo cazzo che di uguali non ne avevo mai visti: lungo, grosso e con una cappella che sembrava una pesca. Dopo un anno, nonostante fosse il cazzo che più mi soddisfaceva, dissi basta. Una cosa mi rimase impressa nella mente di quel periodo, un tour de force sessuale: Il lunedì mattina mi scopò lui, nel pomeriggio Piero e la sera mio marito. Avevo 41 anni e Gianni 44 quando incominciai a notare un suo interesse nuovo nei miei confronti. Quello che accadde una mattina fu determinante per gli anni che seguirono e fino ad oggi. Lui era pronto per accompagnare nostro figlio
a scuola e poi andare in ufficio. Prima di uscire entrò in camera mentre mi stavo vestendo. Ero in reggiseno, slip e autoreggenti. mi guardò perplesso in quanto solitamente usavo i collant. Prima che dicesse qualcosa io, a disagio, come per giustificarmi, dissi che ormai in primavera incominciava a fare caldo e i collant mi davano fastidio. Notai una strana luce nei suoi occhi. Si avvicinò, sorrise, mise la mano fra le mie cosce e disse: così ti si può toccare meglio. Rimasi ammutolita. Aveva proprio ragione: era Piero che mi voleva così per potermi toccare meglio in ufficio quando era possibile. Stavo per uscire ma entrò lui. Pensai che mi volesse fare una cazziata e invece mi prese per le braccia e cercò la mia bocca. Che foga! Mi eccitai pure io. Disse che voleva scoparmi subito ed io gli ricordai che dovevamo andare in ufficio. Invece prendemmo un giorno di congedo e scopammo tutta la mattinata. Un altro fattore determinante fu lacquisto di una piccola costruzione al paesino: sotto un magazzino e al piano superiore un bilocale con cucinino e bagno. Diventò il nostro rifugio e ogni fine settimana eravamo lì da soli in quando nostro figlio aveva ormai i suoi amici e si appoggiava dai miei. Sembravamo due amanti mai sazi di fare sesso. Io? Sempre più consapevole di quella che fossi veramente. Tutte le mie esperienze mi avevano trasformata in una femmina che, a seconda delle situazioni, sapeva assumere gli atteggiamenti giusti: sapevo essere timida e ingenua, sfacciata e provocante e pure una femmina maliziosa, provocatrice e disponibile ad ogni complicità. Una sera, nel nostro rifugio, lui giocava con le mie chiappe divaricandole, richiudendole e dandomi qualche leccatina sullano. Mi disse che si rendeva conto del perché, con questo bel culo che mi ritrovavo, tutti mi volessero inculare, magari così alla pecorina. Che ne sapeva? Se lo immaginava come io di lui? Maliziosamente e tra un fare scherzoso e il semiserio gli feci capire di si e proprio alla pecorina. Infatti mi avevano inculata tutti così. Solo lui mi inculava pure di fianco. Quella sera mi volle a cavallo, seduta completamente sul cazzo e mi sfondò completamente. Così lo faceva con unaltra. Insomma, arrivammo al punto che ritenevamo assodato il fatto che lui fosse stato con altre ed io con altri. Avevo 45 anni quando mandai Piero a quel paese. Lui aveva 58 anni e mi disse che voleva dividersi dalla moglie. Mi resi conto che non era più il caso. Qualche anno dopo, io avevo 49 anni e Gianni 52, ammirandomi nuda mi diceva che ero ancora un bel pezzo di fica e, sorridendo, che mi potevo fare guardare e scopare senza fare brutte figure. Poi, senza mezzi termini, che aveva il forte desiderio di volermi scopare insieme ad un altro. Nel bel mezzo di tumultuosi amplessi gli dicevo che mi sarebbe piaciuto e mi diceva che avremmo potuto invitare qualcuno al nostro rifugio. Non so cosa avesse fatto, ma un martedì sera, poco più di un mese fa, fummo invitati a trascorrere il fine settimana in un agriturismo e lui disse che eravamo impegnati. Gli chiesi il motivo e rispose: come perché, ma se sabato abbiamo limpegno di farti scopare insieme a me? Restai allibita. Gianni, sul serio dici? Chiesi veramente sorpresa. Scusa, ma se fino a ieri sera hai detto di si! Disse. Dopo 5 secondi di silenzio dissi: ma sicuro sei di non essere geloso? E con chi? Non ti mortificheresti nei confronti di questo qua a farti scopare la moglie da un altro? Rispose che a questo non ci dovevo pensare. 5 secondi di silenzio e mi chiese: ma a te stuzzica lidea? Ti piace farlo? Lo vuoi fare? 5 secondi di silenzio e sussurrai: però non facciamo che poi me lo rinfacci! Il sabato mattina eravamo lì. Prendemmo qualcosa al market e poi, non essendo una bella giornata, a casa. Fabrizio, il nostro ospite, sarebbe venuto alle 10,00 di sera. Dopo cena, mentre mi preparavo, gli dissi: ti rendi conto di cosa mi stai facendo fare? Sorrideva. Reggiseno e slip in merletto nero, autoreggenti neri, gonna nera attillata e con lo spacchetto posteriore, camicetta azzurra e scarpe con tacco 10 cm che usavo solo in rare occasioni. Mi disse che ero sexy. Avevamo scelto insieme. Man mano che si avvicinava lora ero sempre più timorosa. Squillò il suo cellulare; non erano ancora le 10,00- Era lui. Gianni chiese dove fosse di preciso e uscì per andargli incontro. Ripiegai il piumone del letto e passai 10 minuti a passeggiare, continuando a guardarmi allo specchio, cercando di assumere latteggiamento giusto. Quando sentii fermare lauto mi sentii svenire. Quando lo vidi entrare insieme a Gianni mi ritrovai di fronte un uomo dal fisico atletico, bruno e attraente. si presentò dicendomi ciao e dandomi la mano. ro emozionatissima. notai che non aveva il nostro accendo e non aveva la fede. Era di un paese della provincia di Agrigento. Si tolsero i giacconi e si accomodarono sul divano. Dissi che preparavo il caffè e loro optarono per un prosecco. Di tutto si parlava tranne che del motivo per cui Fabrizio fosse lì con noi. Però i suoi sguardi, per niente furtivi, su tutto il corpo, mi facevano sentire a disagio ma svegliavano la mia libidine. Aggiungiamo quel mezzo bicchiere di prosecco, che per me è già tanto, e capirete perché quando mio marito prese ad accarezzarmi una coscia facendo risalire la gonna, emozionata ma sorridente dissi: Che fai, Gianni. Fatti guardare, Fabrizio non vede lora. Disse. Fabrizio, fissandomi mi disse che ero bona ed eccitante. Presto, ansimando, mi ritrovai con le loro mani fra le cosce, su in alto sulla mia carne viva. Facevano fatica perché la gonna attillata non andava oltre. Fabrizio fissava me e poi le cosce. Io cercavo, anche se a disagio, di essere accattivante. Il piacere e la libidine si impossessarono di me preannunciandomi una serata fuori da ogni regola. Gianni lasciò campo libero a Fabrizio e sentii le sue mani calde sugli slip armai inzuppati. Me lo disse. Al mio posto rispose Gianni dicendo che la porcona che ero aveva voglia di farsi fottere. Mi mortificai. oi venne dietro di me palpandomi le tette, baciandomi sul collo e stuzzicandomi lorecchio. Incominciai a gemere per il piacere e mio marito, sempre da tergo, mi sbottonò la camicetta, me la sfilò e quando mi sganciò il reggiseno quasi mi vergognai. Mio marito chiese a Fabrizio che gliene sembrasse delle tette della 50enne che ero e lui rispose che magari fossero così tutte le 50enni. Me ne palparono una ciascuno stringendomi i capezzoli. Sospirai forte dicendo più volte: siiii: Sentii Gianni che tirava giù la zip della gonna e quindi la stessa scendere lentamente, ad opera di entrambi, insieme agli slip. Mi ritrovai nuda con indosso solo gli autoreggenti. Fabrizio prese a leccarmi la fica da seduto e mio marito, messo in ginocchio, il ciulo. Si, che bello! dicevo impazzendo per il piacere che mi davano le loro lingue. Godetti di un orgasmo irresistibile e le mie gambe mi sorreggevano a stento. Fabrizio si alzò e mi diede in bocca la sua lingua fatta dei miei umori. La succhiai avidamente e poi intrecciai la mia alla sua in un bacio lungo e libidinoso. Lo sapevo bene che ora toccava a me. Infatti mi fece sedere sul bordo del divano e avevo il suo pacco allaltezza del viso. mio marito sedette al mio fianco dicendomi di fare vedere a Fabrizio di quanto fossi troia. mi vergognai un attimo ma portai le mani sulla patta tastandolo e fissando, alternativamente, il pacco, lui e mio marito come per avere il suo consenso. Gli slacciai la cintura, abbassai la zip e lui se li fece scivolare fino alle ginocchia. l suo grosso pacco, consistente in uno slip blu, era più evidente e più stuzzicante. Ne avevo vissuti tanti e con tanti cazzi momenti così ma, nonostante la mia abitudine, la situazione in cui mi trovavo rendeva tutto più intrigante. Solo per qualche secondo glielo palpai, poi tirai giù gli slip e mi si presentò davanti agli occhi un affare che, ancora semiduro, era impressionante. Il cazzo più lungo con cui avevo avuto a che fare era quello del 55enne Antonio, ma questo, oltre ad avere la stessa grossezza, era ancora più lungo. Non ho il senso della misura, ma penso non meno di 25 cm. Notai la meraviglia
anche nellespressione di mio marito. Lo impugnai con ambedue le mani segandolo lentamente, palpandole le palle e, libidinosa come mi sentivo, guardavo ancora entrambi con atteggiamento ora di timidezza ora di peccatrice lussuriosa. Ci giocai sulla cappella con la lingua e poi lo leccai per tutta la lunghezza. Sembrava che non arrivassi mai giù e quando arrivai gli leccai pure le palle. Nel frattempo, mentre facevo questo, lui si era liberato del maglione e della camicia; mio marito giocava col suo cazzo. Fabrizio si avvicinò fra le mie gambe e me lo mise fra le tette; lo strinsi come in una morsa ed era così lungo che, tenendo la testa china, lo imboccai facendogli, in contemporanea, una spagnola e un pompino. Mi resi conto che sarebbe stata una maratona sessuale diversa e più piccante a tutte le scopate, marito compreso, che mi ero fatte in vita mia. Gianni suggerì di andare a letto mentre anche lui si spogliava. Che scena quella in cui, saliti sul letto, io supina, Fabrizio prese a sfilarmi lautoreggente sinistro e Gianni quello destro, lentamente e accarezzandomi. poi Fabrizio venne su e quando mi sentii il suo cazzone dentro mi venne di svenire: era come se mi avesse sverginato per la seconda volta. Succhi, slinguate finché ebbi lorgasmo e rotolandoci, senza che me lo sfilasse dalla fica, mi ritrovai a cavalcarlo e mio marito, in piedi sul letto, me lo mise in bocca. Io gridavo per il continuo piacere, Gianni che diceva a Fabrizio: ti piace la troia di mia, moglie? Fabrizio che mi chiedeva se mi stavo sollazzando col suo cazzo. Il gioco durò quasi unora, poi Gianni mi sborrò in bocca e Fabrizio fra le tette. Avevo preparato tutto: fazzolettini e avevo portato persino i pannolini del corredo che usavo sempre con mio marito e avevo usato a casa mia con Franco e Piero. Avevo la fica in fiamme e sentivo il bisogno di una rinfrescata. Scesi dal letto e andando in bagno sentii ridere Fabrizio. Cosa cè? Perché ridi? Chiesi. Hai un culo favoloso, rimbalza come un pallone, sbrigati che ci giochiamo. Giocammo a più non posso alternandosi nei miei due buchi e nella mia bocca. Il cazzone di Fabrizio mi sconquassò il culo che, sebbene ben collaudato, non aveva mai ospitato un cazzone come il suo. Che vi devo dire di quando mi fecero provare due cazzi insieme scambiandosi più volte i buchi Era la prima volta. Mio marito venne ancora una volta nel mio culo; Fabrizio altre due volte, nella fica e in bocca. Erano già le 3,00 del mattino, ci coprimmo col piumone e ci addormentammo. Erano le 6,00 quando mi sveglia sentendo qualcosa di grosso, duro e caldo fra le chiappe: era il cazzone di Fabrizio. Alzai la coscia e me lo mise nella fica. Mio marito si svegliò sentendomi godere. Feci sborrare Fabrizio nella mia bocca e poi si preparò per andare via. Prima di uscire ci baciammo slinguandoci in presenza di mio marito. Trascorremmo tutta la domenica nel nostro rifugio e notammo, lui la mia soddisfazione ed io il fatto che non era geloso e che anzi gli piaceva vedermi sfondare da Fabrizio. Non ero nemmeno curiosa di come lavesse conosciuto. Coccolandoci mi chiese se mi fosse piaciuto il suo cazzo e se ne avessi gustato uno simile prima. Gli accennai del cazzo di Antonio. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto rifarlo. Mi è piaciuto Fabrizio, con lui? Dissi. Mi piacerebbe farti provare un bel cazzone nero. Disse ridendo. Sorrisi pure io. Che schifo! Scemo!
Il pescatore tunisino gay | Racconto gay di fellatio
I miei primi bollori di voglia di cazzo li ho avuti fin da piccolo,e a parte un breve approccio in cui il vecchio luigi mi fece vivere delle forti emozioni,erano delle sane seghe per molti anni,verso i 20 anni iniziai a fare i miei primi pompini,uno dei fortunati maschi era un pescatore tunisino,quasi sempre ubriaco…..e proprio per questo mi dava il coraggio di provarci…….
La vacanza che mi rese troia 1 | Racconto trio di Aa01
Io sono cresciuta in un ambiente sano ed educato, una mamma professoressa e una papà geometra.
Dove vuoi che venga? | Racconto etero di marynella
E’ questa forse la domanda che più spesso sentiamo noi donne quando facciamo l’amore, anzi sesso. Perché quando facciamo l’amore con il nostro partner, non c’è nemmeno bisogno di farla questa domanda, lui sa già dove la sua donna preferisce che eiaculi, oppure è indifferente dove farlo purché lo si faccia!
Frocio | Racconto gay di TATO
Non è la prima volta che affronto la mia omosessualità in un racconto, o con altre persone, no, anzi, è quasi come se provassi un immenso piacere farlo saper e raccontarmi.
Quando la mamma è grande | Racconto incesti di Mitana
Siamo a maggio inoltrato ed i primi calori estivi si fanno sentire. La stanza e` in penombra colle persiane accostate per lasciare il sole fuori e mentre mamma si dedica alle faccende di casa io mi stendo sul divano. Sono pieno di me, soddisfatto della mia vita anche se lontano c`e` una mamma ed una bambina che reclamano la mia presenza. Non voglio vederle. Sono deciso a mai piu` rivederle. Certo che pero`, se ripenso alle lunghe cavalcate colla mia signora, al suo seno che riuscivo a tenere in bocca o al culo che tenevo in una mano o al boschetto peloso mi viene un fremito ed il cazzo alza la testa. Quella vagina aperta che mi aspettava gia` umida il tremito delle grandi labbra che sembravano allungarsi per abbracciare la nerchia il buco del culo che vibrava aspettando una visita mi fa arrapare ed a volte a considerare la decisione di mai piu` rivederla. La moglie esibizionista e disponibile ad incontri con sconosciuti purche` non la abbandonassi. Dio che deficiente che sono stato. Adesso potrei essere a letto con lei e qualche bel cazzone che la stia fottendo mentre io colla lingua umidifico i loro genitali. Che pirla! A giudicare dal cazzo duro che reclama una fica calda devo proprio essere stato cieco a non vedere il desiderio di quella donna a tenermi accanto a se e sordo a non sentire la sua fica che reclamava interesse dal mio strumento. Cieco e sordo ma soprattutto deficiente e coglione. Gia`, coglione. Dove la trovo una moglie che mentre mi fissa negli occhi e` scossa da un orgasmo causato da un cazzo duro che la sta inculando approfittando della ressa nel tram? O come quella volta che su uno scoglio di Capri mentre io nuotavo lei aveva spalancato le cosce per farsi ammirare la fica nuda da quel giovane che massaggio` il cazzo fino a sborrarsi addosso. Queste sono donne da tenere da conto. Se si ha la fortuna di incontrare sinmili animali da letto bisogna poi esser capaci di trattenerli. Invece adesso mi ritrovo da solo e con una mamma… una mamma che… A proposito di mamma e` salita sulla scaletta e sta pulendo le finestre a cominciare dall`alto e mentre si dondola agitando lo straccio le si scopre il culo colla pelle bianca e liscia ed il canale delle chiappe segnato da una striscia di stoffa nera che dovrebbe essere la sua mutandina. Pero`, mamma. A ben considerare e` ancora ua bella donna e piu`la guardo piu` mi attizza. Guarda che cazzo duro mi e` venuto. Oh mamma. Le gambe affusolate che s`ingrossano man mano che si dipartono dal ginocchio, la pelle e` di pesca e` seta e` liscia e piu` morbida laddove si congiungono e racchiudono il centro del Paradiso, il buco dell`Ozono il buco nero dell`Infinito. Anche il buco del culo colla sua raggiera e l`alone di pelo che proviene dal pube fa la sua figura. E le chiappe sode! Quando passa per la via non sono tanti i passanti che si fermano per ammirarle e pochi riescno a non fare commenti di cui lei e` fiera ed io mi attizzo. Sono figlio di quelle chiappe sono nato da quella bernarda pelosa ho bevuto a quel seno, ho ammirato dall`interno quella vulva. AH mamma! Mamma e` al pari della mia ex moglie un`animale da letto. E` nata per essere sottomessa, sottomessa da un uomo che le sta sopra anche se una delle posizioni da lei preferite e` stare sopra per guidare la profondita` e velicita`, decidere il ritmo insomma. Eccola che scende dalla scala, sculetta per spostarla all`altra finestra, vi monta ed ecco di nuovo le belle chiapep esposte. Va`, le si vedono perfino i peli pubici che schizzano dai bordi delle muatandine. Non li raderebbe per nessun motivo, e fa bene. Una donna senza pelo pubico perde gran parte della sua femminilita`. Inoltre il pelo conserva il profumo della fica anche dopo la doccia. Ricordo il profumo acre di piscio e di sborra che conservava il pelo della mia signora. Mi divertivo a succhiarlo facendola arrabbiare perche` lo tiravo fino a strapparlo quasi. Ah, se mia madre… bah. Mi sto toccando, il cazzo mi tira da matti, mi fa male alla base, ha bisogno di sfogare e cosa c`e` di meglio di una sana pugnetta? Avvolgere l`asta nella mano quasi fosse quella gentile di una donna, moglie o mamma e` lo stesso, scapocchiarlo come se fosee la fica a farlo, e` una sensazione meravigliosa, strizzo le palle e vorrei infilarmi un dito nel culo ma la posizione supina me lo impedisce. Mi scoccia alzarmi ed andare in bagno per infilarmi nell`ano il manico dello scovolo. Magari alla prossima sega. Ricordo i pompini che mi ha fatto mia moglie, le seghe alla spagnola strofinando il cazzo tra le tette fino a sborrarle in bocca. Che sensazioni, chissa` se le rivivro` ancora. Nei sogni le tette soni piu` pesanti le fiche piu` calde i baci piu` focosi. Quello che rimpiango e` il buco del culo che ho profanato poche volte, molto poche in proporzione a quante volte avrei potuto incularla. Lei impazziva letteralmente sentirsi otturata da dietro mentre davanti la tappavo con un cazzo di gomma. La doppia penetrazione la faceva andare fuori di testa come il cazzo grosso del suo amico. Perche` mi hai tradito, eh, perche`? Che poi non l`ho lasciata per il tradimento ma per la testardaggine di negare tale tradimento fino a che la pancia gonfia non l`ha obbligata a confessare. Le avrei perdonato tutto, ma non sopporto la falsita`. Se uno mi racconta il falso e` perche` crede che io sia deficiente e la cosa mi manda in bestia. Non fosse stato cosi` adesso sarebbe accanto a me a succhiarmi il cazzo che mi tira da matti. Ho voglia di una mano amica di un buco di culo di una fica accogliente…. – Eccomi. La voce di mamma mentre imbocca il cazzo e cogli occhi sorridenti succhia. Succhia, si, succhia il cazzo che esplode e le allaga la gola. Tossisce mentre inghiotte il mio seme. La guardo sbalordito. Quando si riprende fa schioccare la lingua mi afferra il cazzo lo scuote e: – E` mezz`ora che strizzi `sto strumento e chiedi una bocca che lo accolga. Ecco la bocca. Non ho potuto resistere e poi mai potrei lasciare mio figlio desiderare qualcosa e non accontentarlo. Pulise per bene asta e cappella quindi torna alle sue finestre mentre io mi appisolo rilassato e felice. Non c`e` che dire, mia madre e` una gran puttana ed io sono un grande….figlio di puttana. MItana
Il cazzo scappellato di zio Domenico | Racconto incesti di RosyTroiona
Non sapevo di avere uno zio. O, meglio, lo sapevo che Domenico era il fratello di mio padre, ma sapevo anche che la sua esistenza era stata cancellata dai miei familiari. Questioni di interessi legati a eredità (così almeno avevo capito) avevano diviso drasticamente mio padre e il suo unico fratello, Domenico. Come spesso accade in Sicilia.
Nel cesso dellautogrill | Racconto etero di Arte_mide
CAPITOLO I
Il cazzo enorme del senegalese Karim e il perizoma di pizzo | Racconto trans di Antonelluccia
Mi sono sempre sentita una femminuccia. Ciò mi ha reso una bambina infelice. A scuola, sin dalle elementari, provavo disagio a giocare coi miei compagni maschietti. Quando simprovvisavano partite col pallone ero un disastro: correvo smarrita da una parte allaltra del campo di gioco senza capire chi fossero i miei avversari e i miei compagni. Preferivo decisamente unirmi alle mie coetanee e giocare con le bambole: le vestivamo, le pettinavamo, ci parlavamo. Ancora conservo tantissime bambole (vi giuro, ci gioco ancora) e tanti peluche, che compro anche adesso che ho da poco superato la maggiore età.
Nonne porche 7 | Racconto incesti di Key7
Mi sto facendo la mia scopata pomeridiana con nonna. Lei a pecorina sul divano, io dietro infoiato come un toro pompo a tutta forza nel suo culo mentre con due dita le smulinano la patata bagnata. Zia Olga è andata a farsi fare i capelli dalla parrucchiera quindi siamo soli soletti e la nonna probabilmente […]
Iniziazione anale | Racconto gay di BRUKEN ANUS
INIZIAZIONE ANALE
Al cinema privato | Racconto orge di Antonio48
Io sono Antonio e sono un marito di 48 anni. Mia moglie è Giuliana ed è una bella donna di 45 anni. Quel giovedì di inizio dicembre eravamo in giro d entrammo in un bar del centro per prendere un caffè. La nostra è una cittadina siciliana e noi siamo stati sempre una coppia normale senza fronzoli in testa. Siamo sposati da 18 anni, siamo affiatatissimi e ci amiamo ancora tanto. Fra laltro ci dedichiamo al sesso con ardore e sensualità disinibita. Dunque entrammo al bar e ci trovammo Piero e Mariella. Con lui siamo amici da ragazzi. Non ci vediamo spesso ma laffetto è sempre quello. Anche con lei vi è grande confidenza, sia da parte mia che di mia moglie. Ci salutammo baciandoci. Con loro un signore al quale ci presentarono. Federico, qualche anno più di tutti. Piero e Mariella hanno rispettivamente 46 e 44 anni. Non sapevo di cosa stessero parlando, il fatto sta che Federico stava per congedarsi e disse loro: Allora ci vediamo sabato? Dai è tanto che non venite. Poi, dopo aver dato uno sguardo a Giuliana, continuò. Anzi, perché non vengono pure questi vostri amici? Sarebbe un piacere. Tanto siamo in 10 e con loro 12. Notai Piero rabbuiarsi in viso e Mariella sorridere imbarazzata. Naturalmente se vi fa piacere aggiunse rivolgendosi a noi. Chiesi. Mi parlò di una cenetta in secco e poi avremmo visto un film. Tanto per trascorrere una serata. Con quindici euro a testa si sta una serata assieme. Che ne dici? Chiesi a Giuliana. Era daccordo e chiese a Mariella se loro ci sarebbero andati. Intervenne ancora Federico e ci consigliò di vederci prima con Piero e Mariella in quanto non sapevamo dove andare. Quindi disse che ci aspettava con piacere e ci salutò. Piero e Mariella erano impacciati. Ci salutammo affettuosamente e lui mi disse dove vederci alle 8 di sabato sera. Giuliana era indecisa come vestirsi. Elegante o casual? Chiamò Mariella, parlarono e poi tirò fuori un vestito fuori stagione. Un completo primaverile che non indossava da tempo tanto lì si stava bene e le consigliò, lei stessa mi disse, di non indossare gonne attillate perché alzarsi e sedersi in sedie e divani continuamente, era scomoda. Il completo verde era composto dalla gonna ampia leggermente sopra il ginocchio e da un giubbotto con elastico alla vita e ai polsini e chiuso son la cerniera sul davanti. Poi avrebbe indossato un cappotto. Intimamente sapeva bene come la volevo. Mi è sempre piaciuto immaginarla sexy quando andavamo in certe occasioni: coordinato di pizzo nero e autoreggenti, quella sera anchessi neri per adattarli al completo verde. Quando ci incontrammo con Piero e Mariella erano come stravolti. Lui mi fece cenno di seguirlo. Arrivammo in un villino e ci accolsero i padroni di casa: Federico e Maria Grazia. Lei gentilissima e sorridente, una gran bella 50 enne mora e sensuale. Ci diede il benvenuto sonoro e con un bel sorriso a 32 denti. Con Piero e Mariella si salutarono baciandosi sulle guance e con un: finalmente ci rivediamo. Ci fecero liberare dei soprabiti ed entrammo i un ampio soggiorno dove già erano coppie. Anche con loro Piero e Mariella si salutarono baciandosi. Ci presentarono. Loro erano: Nicola e Lina e Alessio e Antonella. Conoscevo Nicola di vista, la moglie Lina meglio perché è in servizio presso lufficio postale dove solitamente vado io. Mi riconobbe subito e, sorridendo a disagio, mi fece un cenno di benvenuto. E una bella femmina in carne come Mariella. Anche Mariella è in carne e da letto, solo che ha la faccia dangelo, al contrario di Lina che ha la tipica faccia da troia. Con Alessio ci conoscevamo ma senza confidenza; La moglie, Antonella, di tanto in tanto la vedevo per strada. In viso è bruttina ma fisicamente è bona come mia moglie. Ha un atteggiamento ingenuo ma quella sera stessa mi resi conto che non era proprio così. Mi sorprese il fatto che entrambe chiesero a Giuliana, quasi sussurrando, se fosse la nostra prima volta che frequentassimo il villino. Poco dopo arrivò unaltra coppia: Maurizio ed Elena. Quando lei fece il suo ingresso fu ben felice di vedere Giuliana; altrettanto mia moglie: erano state compagne di scuola. La conoscevo come conoscevo Antonella. Era lunica bionda e con gli occhi azzurri. Un tipo esile, poco sensuale ma affabile. Maria Grazia, la padrona di casa, mi appariva come la tipica 50 enne desiderosa, vogliosa e, secondo me, consapevole di suscitare agli uomini certe maialate, specialmente ai giovani. Quello che notai fu che tutte, come aveva consigliato Mariella sa mia moglie, indossavano veste o gonne non attillate. Il tempo dellaperitivo e poi scendemmo nel seminterrato. Un ampio locale a forma di elle. Ci fermiamo nel primo tratto della elle dove era apparecchiato un lungo tavolo. Laltra parte della elle era chiusa da una grande porta a soffietto. A tavola si entra in confidenza. E il posto giusto. Cena a secco: arancini e panini con panelle. Fu in confidenza che Lina, sussurrando, disse a mia moglie che il giubbotto che indossava era comodissimo. Capii tutto dopo, infatti Mia moglie fu la prima a ritrovarsi con le tette al vento. Ad un certo punto, dopo cena, Federico ci invitò a spostarci dallaltra parte per guardare il film. Quando aprì la porta a soffietto rimasi allibito. Intanto la prima cosa che si presentò davanti fu la spalliera di un grande divano semicircolare. In fondo, a parete, un max televisore di non so quanti pollici, non ne avevo mai visti di così grandi. Tra il divano e il televisore un grande e spesso tappeto bianco che calcolai fosse grande 5 metri x 5- Sopra, sparsi, svariati cuscini di vari colori. Tutto intorno svariate sedie e tavolinetti già apparecchiati con bottiglie di spumante, bicchieri di plastica, scottex e salviette imbevute. In fondo, sulla destra, la porta, poi constaterò, di un grande bagno con 2 lavabi, 4 bidet e un vaso. Captai e interpretai lo sguardo di mia moglie. Mi fece il cenno del boooh col mento. Maria Grazia ci invitò ad accomodarci e a noi ci fece sedere lateralmente. Lei accanto a me, ultima. Accanto a Giuliana era Alessio, poi sua moglie Antonella e così via. Laltro ultimo era Federico, al suo fianco Lina. Federico accese il televisore, la cassetta era già inserita. Il film era: La chiave, di tinto Brass, con la splendida e sensuale Stefania Sandrelli. Tutti abbiamo visto questo film e saremo tutti daccordo che lerotismo di certe scene è molto eccitante e non lascia indifferenti. Fu dopo una ventina di minuti che sentii un certo tipo di risatine invitanti. Provenivano dallaltra parte del divano. Mi girai e notai che anche mia moglie guardava da quella parte. Dopo i nostri sguardi sbigottiti e imbarazzati si incontrarono come per chiederci: ma che fanno? Dove siamo finiti? Si vedeva chiaramente che Nicola aveva una mano fra le cosce di Elena e, ancora più verso di noi, langelica Mariella giocava con la ,ano sulla patta di Maurizio mentre lui le palpava le tette e si baciucchiavano: Non sapevo cosa pensare anche perché, nel giro di qualche minuto, sentii Giuliana, che era alla mia sinistra, muoversi più verso di me. Mi girai e vidi che teneva la mano sinistra su quella destra di Alessio che tentava di insinuarsi fra le sue cosce. Forse fu un gesto di difesa quello di accavallare la coscia destra sulle sinistra. Mi venne limpeto di alzarmi e di fare un casino ma proprio in quel momento sentii una mano sulla patta. Non poteva essere che quella di Maria Grazia, la padrona di casa. Ma che situazione è questa, pensai. Mi girai nella sua direzione e mi sorrise afferrandomelo da sopra i pantaloni. Notò la mia meraviglia e mi fece locchialino. Sentii dei gemiti e vidi le cosce di mia moglie nude. La destra, quella accavallata, sollevata e la mano di Alessio che aveva superato qualsiasi resistenza ed era quasi arrivata alla fica. Mi rigirai e trovai le labbra di Maria Grazia ad aspettare le mie. Una slinguatina leggera e sensuale e le risatine dapprovazione e i gemiti più intensi distolsero la mia attenzione e quella di Maria Grazia: tutti si erano lasciati andare. Ecco perché erano più comode le gonne non attillate: le mutandine di Antonella erano a terra, la sua gonna completamente s
u e Piero la masturbava. Lei gemeva e glielo stava tirando fuori. In fondo la faccia da troia di Lina aveva già in mano il cazzo di Federico, il padrone di casa. Proprio accanto a me mia moglie si era adattata benissimo alla situazione: il giubbino aperto, il reggiseno a terra, la bocca di Alessio sulle sue tette mentre con la mano giocava sulla fica; la mano di mia moglie allinterno dei pantaloni di lui. I primi che andarono giù sul tappeto, quasi nudi, furono Nicola ed Elena ma nel giro di pochi minuti, tra inviti, spogliatine e gemiti con risatine, ci trovammo tutti giù. Eravamo le stesse coppie del divano e tutti eravamo impegnati in leccaggi e pompini. Che atmosfera! Chi lavrebbe mai immaginato? Da parte mia, dopo un lunga e sensuale slinguata, mi dedicai alle tette di Maria Grazia. Che tette! Mentre lei me lo manipolava e scappellava. Quindi me lo leccò e poi, messi di fianco, ci cimentammo in un 69- La sua coscia sinistra tutta su, mi permise di osservare Giuliana. La mia mogliettina? Prima supina, alzata sui gomiti, si godeva la leccata di fica di Alessio, poi fu lui a distendersi supino invitandola a mettersi su. Eravamo a meno di un metro e potei osservare il cazzo di Alessio nella sua bocca. I primo mmmmmmmmm e i primi orgasmi delle troie e poi: mettiamoci così, dammelo dentro, vieni sopra, ti scopo così e si passò alle chiavate. La faccia di troia di Lina cavalcava Federico, la faccia dangelo di Mariella accolse fra le sue cosce Maurizio, altri di fianco. Io fra le cosciazze di Maria Grazia slinguandoci oscenamente. Lo stesso la mia mogliettina: nella fica le piace sotto con le gambe attorno alla schiena, in questo caso quella di Maurizio. Lunica alla pecorina era Elena e Nicole la fotteva da dietro. Antonella, la bruttina, cavalcava Piero dandogli le spalle. A ripetizione mugugni, sospiri impazziti, gemiti e impatto di carni da parte di tutti e orgasmi femminili, ognuna a modo suo, non tardarono ad arrivare. Era passata una mezzoretta, il film andava avanti da solo col sonoro a minimo e si sentirono: vieni dentro, fammelo sentire, godi porco. Per quanto mi riguarda sborrai dentro Maria Grazia e lei continuò a godere mordendomi pure la lingua. Vidi Mariella che si spalmava la sborra sulla pancia, Vidi Federico sborrare nella bocca di Lina e vidi Alessio che si dimenava dentro la fica di mia moglie e lei: Uhu, uhu, uhu, sii, che sei caldo, mi piace. Scottex e poi un via vai dal bagno. Lo spumante era a disposizione, presi due bicchieri e mi sedetti accanto a mia moglie. Mi sussurrò: Lo sapevi? No. E tu? Figurati! Non sarei venuta Perché non ti stai divertendo? E tu? Battutine frizzanti sullandamento delle chiavate e risatine di approvazione. Poi, mentre si fermavano nuove coppie, Nicola si avvicinò a Giuliana seduta a terra accanto a me. Lui era ritto e si avvicinò fono a quando il suo cazzo moscio non fu sopra la bocca di lei, la quale, intuendo quello che voleva, sorrise con una smorfietta, uno sguardo a me e poi, senza prenderlo in mano, tirò fuori la lingua e leccò la cappella. Poi lo prese in bocca proprio mentre si avvicinò a me, camminando a 4 zampe, Antonella la quale imboccò il mio cazzo moscio. Accadde di tutto. Per noi che era la prima volta era proprio di tutto. Spagnole e pompini per rimettere su i cazzi, ancora 69 cambiando pure partner, chiavate cambiando ancora partner, vasellina e inculate e via vai dal bagno. Dopo ogni inculata il bagno. Inculai Lina ed Elena ed infine sborrai nella bocca di Antonella. Vidi mia moglie che si faceva sfondare la fica da Maurizio e poi farsi inculare da Federico. Alla fine Alessio le sborrò in bocca. No, non fu un caso che con Piero e Mariella ci fu poco. Ci fu più che altro, anche da parte loro, come un senso di riservatezza. La riservatezza andò a farsi benedire una settimana dopo. No, non eravamo invitati alla villa ma da loro perché volevano scusarsi con noi. Non ci dissero niente delle feste al villino perché si vergognavano. Come finisce finisce, pensarono. Ce ne parlarono approfonditamente dicendoci pure che quella per loro era la quinta volta. Ci parlarono pure della loro prima volta e ci chiesero se avevamo intenzione di andarci ancora nel caso in cui Federico ci avesse invitato. Rispose Giuliana dicendo che non ne era sicura e che ci doveva pensare. Convenimmo ridendo che ne valeva la pena. Poi Piero, battendo le mani e sedendosi vicino a Giuliana, disse: Stasera che cè bisogno per forza del film? Niente facciamo? Un invito bello esplicito e senza aspettare risposta prese a palpare le tette di mia moglie dicendole che quella sera laveva impressionata molto. Mi diedi da fare con Mariella e subito passammo alle slinguatew. In breve tempo si passò ai pompini, ai 69, alle scopate selvagge, alle inculate e alle doppiette. Una bella serata. Linvito successivo da parte di Federico fu nel mese di giugno, dopo il lockdown. Conoscemmo altre due coppie nuove. Piero e Mirella non cerano. Fu bellissimo il nuovo approccio, dopo quella prima volta, con Lina quando andavo a trovarla in ufficio. Mi sa un incontro tete a tete lo gradirebbe.
Quando la mamma è grande | Racconto incesti di Mitana
Siamo a maggio inoltrato ed i primi calori estivi si fanno sentire. La stanza e` in penombra colle persiane accostate per lasciare il sole fuori e mentre mamma si dedica alle faccende di casa io mi stendo sul divano. Sono pieno di me, soddisfatto della mia vita anche se lontano c`e` una mamma ed una bambina che reclamano la mia presenza. Non voglio vederle. Sono deciso a mai piu` rivederle. Certo che pero`, se ripenso alle lunghe cavalcate colla mia signora, al suo seno che riuscivo a tenere in bocca o al culo che tenevo in una mano o al boschetto peloso mi viene un fremito ed il cazzo alza la testa. Quella vagina aperta che mi aspettava gia` umida il tremito delle grandi labbra che sembravano allungarsi per abbracciare la nerchia il buco del culo che vibrava aspettando una visita mi fa arrapare ed a volte a considerare la decisione di mai piu` rivederla. La moglie esibizionista e disponibile ad incontri con sconosciuti purche` non la abbandonassi. Dio che deficiente che sono stato. Adesso potrei essere a letto con lei e qualche bel cazzone che la stia fottendo mentre io colla lingua umidifico i loro genitali. Che pirla! A giudicare dal cazzo duro che reclama una fica calda devo proprio essere stato cieco a non vedere il desiderio di quella donna a tenermi accanto a se e sordo a non sentire la sua fica che reclamava interesse dal mio strumento. Cieco e sordo ma soprattutto deficiente e coglione. Gia`, coglione. Dove la trovo una moglie che mentre mi fissa negli occhi e` scossa da un orgasmo causato da un cazzo duro che la sta inculando approfittando della ressa nel tram? O come quella volta che su uno scoglio di Capri mentre io nuotavo lei aveva spalancato le cosce per farsi ammirare la fica nuda da quel giovane che massaggio` il cazzo fino a sborrarsi addosso. Queste sono donne da tenere da conto. Se si ha la fortuna di incontrare sinmili animali da letto bisogna poi esser capaci di trattenerli. Invece adesso mi ritrovo da solo e con una mamma… una mamma che… A proposito di mamma e` salita sulla scaletta e sta pulendo le finestre a cominciare dall`alto e mentre si dondola agitando lo straccio le si scopre il culo colla pelle bianca e liscia ed il canale delle chiappe segnato da una striscia di stoffa nera che dovrebbe essere la sua mutandina. Pero`, mamma. A ben considerare e` ancora ua bella donna e piu`la guardo piu` mi attizza. Guarda che cazzo duro mi e` venuto. Oh mamma. Le gambe affusolate che s`ingrossano man mano che si dipartono dal ginocchio, la pelle e` di pesca e` seta e` liscia e piu` morbida laddove si congiungono e racchiudono il centro del Paradiso, il buco dell`Ozono il buco nero dell`Infinito. Anche il buco del culo colla sua raggiera e l`alone di pelo che proviene dal pube fa la sua figura. E le chiappe sode! Quando passa per la via non sono tanti i passanti che si fermano per ammirarle e pochi riescno a non fare commenti di cui lei e` fiera ed io mi attizzo. Sono figlio di quelle chiappe sono nato da quella bernarda pelosa ho bevuto a quel seno, ho ammirato dall`interno quella vulva. AH mamma! Mamma e` al pari della mia ex moglie un`animale da letto. E` nata per essere sottomessa, sottomessa da un uomo che le sta sopra anche se una delle posizioni da lei preferite e` stare sopra per guidare la profondita` e velicita`, decidere il ritmo insomma. Eccola che scende dalla scala, sculetta per spostarla all`altra finestra, vi monta ed ecco di nuovo le belle chiapep esposte. Va`, le si vedono perfino i peli pubici che schizzano dai bordi delle muatandine. Non li raderebbe per nessun motivo, e fa bene. Una donna senza pelo pubico perde gran parte della sua femminilita`. Inoltre il pelo conserva il profumo della fica anche dopo la doccia. Ricordo il profumo acre di piscio e di sborra che conservava il pelo della mia signora. Mi divertivo a succhiarlo facendola arrabbiare perche` lo tiravo fino a strapparlo quasi. Ah, se mia madre… bah. Mi sto toccando, il cazzo mi tira da matti, mi fa male alla base, ha bisogno di sfogare e cosa c`e` di meglio di una sana pugnetta? Avvolgere l`asta nella mano quasi fosse quella gentile di una donna, moglie o mamma e` lo stesso, scapocchiarlo come se fosee la fica a farlo, e` una sensazione meravigliosa, strizzo le palle e vorrei infilarmi un dito nel culo ma la posizione supina me lo impedisce. Mi scoccia alzarmi ed andare in bagno per infilarmi nell`ano il manico dello scovolo. Magari alla prossima sega. Ricordo i pompini che mi ha fatto mia moglie, le seghe alla spagnola strofinando il cazzo tra le tette fino a sborrarle in bocca. Che sensazioni, chissa` se le rivivro` ancora. Nei sogni le tette soni piu` pesanti le fiche piu` calde i baci piu` focosi. Quello che rimpiango e` il buco del culo che ho profanato poche volte, molto poche in proporzione a quante volte avrei potuto incularla. Lei impazziva letteralmente sentirsi otturata da dietro mentre davanti la tappavo con un cazzo di gomma. La doppia penetrazione la faceva andare fuori di testa come il cazzo grosso del suo amico. Perche` mi hai tradito, eh, perche`? Che poi non l`ho lasciata per il tradimento ma per la testardaggine di negare tale tradimento fino a che la pancia gonfia non l`ha obbligata a confessare. Le avrei perdonato tutto, ma non sopporto la falsita`. Se uno mi racconta il falso e` perche` crede che io sia deficiente e la cosa mi manda in bestia. Non fosse stato cosi` adesso sarebbe accanto a me a succhiarmi il cazzo che mi tira da matti. Ho voglia di una mano amica di un buco di culo di una fica accogliente…. – Eccomi. La voce di mamma mentre imbocca il cazzo e cogli occhi sorridenti succhia. Succhia, si, succhia il cazzo che esplode e le allaga la gola. Tossisce mentre inghiotte il mio seme. La guardo sbalordito. Quando si riprende fa schioccare la lingua mi afferra il cazzo lo scuote e: – E` mezz`ora che strizzi `sto strumento e chiedi una bocca che lo accolga. Ecco la bocca. Non ho potuto resistere e poi mai potrei lasciare mio figlio desiderare qualcosa e non accontentarlo. Pulise per bene asta e cappella quindi torna alle sue finestre mentre io mi appisolo rilassato e felice. Non c`e` che dire, mia madre e` una gran puttana ed io sono un grande….figlio di puttana. MItana
Festa Segreta a Venezia | Racconto scambio di coppia di Sam Booth
Venezia, Carnevale 2017.