Io e la mamma incesto infinito 9 – La mamma affronta la nonna e ritorna il sereno | Racconto incesti di coccoduro

La mamma con calma discese le scale e usci di casa, io con lo sguardo perso nel vuoto e il respiro che faticava ad uscire pensavo: adesso sono guai, la nonna farà un casino tale che in poche ore tutto il paese ne sarà informato e, già mi vedevo additato come quello che si scopa la propria mamma, valutavo in quale continente rifugiarmi per non incorrere nelle ire di mio padre, comunque la mamma verrà via con me, non posso lasciarla nelle mani di mio padre, disperato mi buttai sul letto e chiusi gli occhi.

Lamante di mamma – il secondo video | Racconto incesti di Giuliawilliam

Il giorno dopo, ero più elettrizzata del precedente. Non so se vi è mai capitato, ma se trovate il ragazzo giusto diventate una vera troietta. A me è successo con William. E penso che anche a lui piaceva questa situazione. Saranno passati meno di dieci minuti dall’uscita di mamma per andare al lavoro e Willy viene da me con dilatatore anale. “Penso che lo possiamo prendere in prestito a tua mamma – lo dice con una nota di ironia – non vorrà che rompo il culo di sua figlia”

Il mio ex marito | Racconto tradimenti di Monica

E da circa un anno che mi diletto a leggere i racconti erotici. Da quando, cioè, sono diventata una porca. Perché? Perché quando li leggo mi eccito come una cagna e mi masturbo pensando di essere a letto col mio ex marito e di fare la troia con lui. Questo da quando, per un evento occasionale, che dirò in seguito, pernottammo nella stessa casa e fummo presi da nuova passione. Mi chiamo Monica e sono una bella 51 enne. Scusate limmodestia, ma sono proprio una donna piacente e sensuale: mora e con le curve, ben pronunciate, al posto giusto. Sono stata sposata con Carmelo 6 anni. Un belluomo, oggi 54 enne, sotto tutti i punti di vista, ma anche un puttaniere. Proprio per questo motivo, scoprendo che si scopava una mia amica, lo lasciai e poi divorziammo. Quando ci sposammo io avevo 25 anni e lui 28; quando ci separammo io 31 e lui 34. In comune abbiamo solo un figlio che oggi ha 25 anni ed è solo per lui che abbiamo mantenuto buoni rapporti continuando a sentirci spesso. Dopo il divorzio lui si è trasferito a La Spezia, dove aveva fatto il militare, dove vantava amicizie ed era rimasto affezionato alla città, restando single. Io rimasi nella nostra città in Calabria. Quando conobbi Bruno, il mio secondo marito, avevo 36 anni, lui 47, trovai luomo che mi poteva dare la serenità e farmi vivere tranquilla. Così è stato: bravo uomo, mi ha sempre rispettata, vuole bene a luca, mio figlio ed è benestante. Con lui non ho avuto figli. Tutto bene fino al giorno della laurea di Luca. Premetto che mio figlio ha frequentato luniversità di torino e spesso, solitamente un fine settimana al mese, prendevo laereo per andarlo a trovare; Carmelo più spesso in quanto in macchina impiegava poche ore. Tuttavia, per ovvi motivi. evitavamo di ritrovarci lì insieme. Dunque il giorno della laurea. Che emozione e che orgoglio vedere Luca discutere la tesi e poi tutto il resto della cerimonia! Poi a pranzo, io Bruno, Luca e Carmelo. La sera poi Luca avrebbe festeggiato con gli amici di corso. Dopo pranzo Bruno prese il taxi e si fece accompagnare allaeroporto in quanto, per urgenti motivi di lavoro, lindomani mattina doveva trovarsi in Calabria. Io sarei rimasta a Torino ancora una settimana per un po di pulizie in casa in quanto Luca avrebbe partecipato ad un master e di già aveva contatti con aziende del posto. Insomma, difficilmente sarebbe ritornato in Calabria e mi ero già rassegnata. Carmelo sarebbe ripartito in serata. Prima di ripartire passò da casa per sistemare qualcosa insieme a Luca; la sera precedente aveva dormito in hotel. Improvvisamente si scatenò un temporale: grandine e nebbia. Luca insistette perché rimanesse: Papà, dove vuoi andare con questo tempo? Rimani qua e parti domani mattina, al limite dormi nella mia stanza e poi casomai io mi arrangio sul divano. Tanto rientrerò molto tardi- Era contrario, ma poi insistetti pure io perché il tempo peggiorava e farlo partire in macchina francamente mi faceva pena. Alla fine, comunque, optò per il divano, dove per due sere aveva dormito Bruno, dicendo che altrimenti lindomani mattina avrebbe disturbato Luca. Infatti lappartamentino era così composto: la stanza di Luca, unaltra stanzetta con un lettino, il bagno e il soggiorno col cucinino. Mentre Luca si preparava per uscire io rassettavo qualcosa e Carmelo guardava la televisione. Quando Luca uscì e restai da sola con Carmelo chiaramente non mi sentivo a mio agio: non ci vedevamo da più 2 anni e dallultima volta che siamo stati da soli in casa erano passati 19 anni. Non cenammo nemmeno essendo ancora sazi del gran pranzo. Quindi dissi che facevo la doccia e lui rispose che dopo lavrebbe fatta lui. Indossai direttamente il pigiama e poi, mentre lui era in bagno, gli preparai il divano per dormire. Parlammo della bella giornata che era stata per Luca e per noi, del suo futuro e del fatto che sicuramente sarebbe rimasto per sempre a Torino. Lui era contento perché poteva andarlo a trovare spesso e gli dissi che era fortunato. Ridemmo un po. Carmelo a 53 anni è ancora un uomo molto attraente. Un certo effetto me lo faceva stare lì da soli a discutere. Poi, mentre lui continuava a guardare la televisione, io sistemavo qualcosa nel cucinino. Sentivo i suoi occhi addosso e mi sentivo impacciata. Dopo gli augurai la buona notte e mi ritirai nella mia stanza. Mi ero appena distesa; mi sentivo agitata senza alcun motivo e dopo 5 minuti mi rialzai e accesi la luce. Non mi rendevo conto del mio comportamento. Si stupì quando mi avvicinai al divano e gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa. Era disteso. Non so come interpretò questo mio comportamento, il fatto sta che mi disse: Mahaa. Forse. Siediti Si spostò verso linterno del divano e mi sedetti allaltezza delle sue gambe, sulla chiappa destra, rivolta a lui e con i gomiti appoggiati sulle cosce. Era disteso ma non era coperto per cui il mio sguardo, senza volerlo, andò sul suo pacco rigonfio. Notò il mio impaccio. Io impacciata lo ero veramente. Impacciata e stranamente curiosa di quella situazione. Che cè? gli chiesi. Niente! Te ne vai a letto a questora? Sono appena le nove. Sembri litigata, parliamo Di che? Che argomenti abbiamo in comune? Solo quelli che riguardano Luca Ma tu perché sei tornata a chiedermi di che ho bisogno?- Fu come se mi avesse colpito con uno schiaffone. Già! Perché? Non lo sapevo neanche io. O lo sapevo! Ci fissammo per un attimo e poi abbassandolo sguardo i miei occhi ritornarono sul suo pacco. Per lui fu un segno? Ricordavo molto bene il suo cazzo: bello grosso e sempre duro. Un cazzo che mi aveva dato tante soddisfazioni fin da fidanzati, essendo stati i nostri rapporti del tutto disinibiti fin da allora. Al contrario di Bruno per il quale il sesso non è mai stato prioritario: massimo 3 volte alla settimana allinizio del nostro rapporto; via via sempre meno, fino ad oggi, lui 61 enne, 2-3 volte al mese. Non solo, ma il sesso per lui è sempre stato la semplice scopatina alla missionaria. Mi sono adattata: mi è sempre bastata la serenità e la tranquillità che mi ha sempre trasmesse. Altro che segno! Fu un via libera. Da parte mia non vedevo lora di prendere quel cazzo fra le mani. Stavo provando delle emozioni che non provavo che non provavo più da una vita. Sentivo la contrazione dei muscoli vaginali, la secrezione abbondante di umori e i capezzoli irrigidirsi. Così quando prese la mia mano destra e la portò sul suo pacco, tenendola lì ferma con la sua, presi a tastarlo. Che sensazione! Che bello! Lasciò la mia mano lì e la sua fu fra le mie cosce e subito raggiunse la fica. Anche da sopra il pigiama e le mutandine, sentii del brividi di piacere. Ma ebbi pure un attimo di orgoglio e di lucidità. Che sei pazzo? dissi alzandomi e ritornando nella mia stanza. Non disse niente, non fece una piega. Speravo che mi raggiungesse. Furbacchione! Voleva che fossi io a compromettermi, magari per dire poi che tutto era successo per colpa mia. Che stupida! Ritornai da lui. Ti sembra giusto? Che siamo ragazzini?- Per tutta risposta mi afferrò per il braccio e mi trascinò sopra di lui. Ahi! Piano. Che fai? mi lamentai. Mi attanagliò con le braccia e sentii il cazzo duro che cercava di bucarmi il basso ventre. Viso contro viso e i miei lunghi capelli ai lati come per indicare un percorso obbligato. Cercò la mia bocca. Anchio, avidamente. Con bruno ormai non ci baciavamo più. Le nostre bocche si unirono e le nostre lingue saettarono ognuna nella bocca dellaltra e poi presero ad intrecciarsi velocemente e lussuriosamente. Si risvegliarono in me passioni, voglie, desideri e libidine da tanto tempo ormai repressi. Sentii le sue mani sulle natiche a palparmi e farmi sentire la prepotenza del suo cazzo. Che bello! Che voglia! Dimenticai la sciocchezza che stavo facendo e mormorai: Si. Siiii- Ormai certo che non mi sarei tirata indietro, andò con le mani, prima dentro il pigiama e poi dentro le mutandine. Mi allargò le chiappe e le sue dita mi stuzzicarono ano e fica. Che sensazioni!
Che voglia! Che voglia di fare la troia come ai bei tempi! Facemmo tutto in quella posizione: quando lui prese a tirarmi giù il sotto del pigiama, lo interruppi, continuai io stessa e lui fece la stessa cosa col suo. Il suo cazzone, bollente e duro come un bastone, sul ventre e poi fra le cosce mi fece letteralmente impazzire. Prese a sfilarmi il sopra del pigiama, tirò su il suo e i miei capezzoli, già duri, a contatto col suo petto me li sentii come se volessero staccarsi dalle tette. Che bramosia! Che voglia di ficcarmi un bel cazzo in bocca! Mi vergogno pure dirlo: erano quasi 20 anni che non mi ficcavo un cazzo in bocca e succhiarlo a mio piacimento. Mi ricordai che lui mi diceva che ero una gran pompinara. Ma che ho fatto in tutti questi anni la monaca di clausura? Meno male che il divano era comodo, uno di quelli con la seduta ampia. potei muovermi agevolmente, mi liberai completamente del sotto pigiama e delle mutandine e salii su nella posizione del 69- Si, volevo il cazzo in bocca e volevo che lui me la leccasse come una volta, ficcandomi pure la lingua dentro, mordicchiandomi il clitoride e leccarmi pure il culo. Ebbene si. Fu proprio così. Non so cosa si risvegliò in me: la sua lingua mi faceva impazzire e presi a dimenarmi sulla sua bocca; glielo succhiavo con gusto come una volta; me lo sbattevo in faccia e mi ficcavo in bocca pure le palle. Riprovando le sensazioni di una volta, mi chiedevo come avevo potuto farne a meno per tutti questi anni ma, nello stesso tempo, mi sembrava pure di essere tornata indietro nel tempo quando queste sensazioni le provavo quasi giornalmente. Il problema era che lo stronzo non le faceva provare solo a me. Riebbi i miei vecchi orgasmi: intensi, tumultuosi e interminabili. Poi me lo volevo sentire tutto dentro, volevo essere spaccata in due, quindi andai su e, dandogli le spalle, me lo ficcai dentro gridando di piacere. Anche lui era sbalordito; mi disse di stare calma e mi chiese da quanto tempo era che non scopavo. Ero fuori di me e persi ogni ritegno. Che te ne fregaaaa? Scopami! Rompimi tuttaaaaa gridai facendo su e giù sul suo cazzo. La mia fica non era più abituata ad un cazzo così grosso e mi sentivo lacerare tutta la vagina in un turbine di passioni, libidine e lussuria. Era come se mi stesse sverginando per la seconda volta. Ebbi un orgasmo che mi fece perdere la ragione; lui mi spinse in avanti, mi chinai e mi ficcò un dito nel culo. Godevo ancora più intensamente e ricordo che gridai: Siiiii, siiii. Ancoraaa. Mi piaceeee- Mi sollevai, melo sfilai dalla fica, mi girai e lui, mettendosi in ginocchio, mi venne su fra le cosce. Non eravamo nemmeno distesi: io avevo la schiena appoggiata sul bracciolo. Meno male che era voluminoso e bello imbottito. Glielo presi in mano menandoglielo mentre ci baciavamo, ci leccavamo e ci succhiavamo reciprocamente le lingue. Ci scambiavamo qualche sensazione: Hai una voglia! Pure io. Sei sempre la stessa troia disse sorridendo ironicamente. Lo stronzo e donnaiolo che sei- Quasi quasi lavrei lasciato così, in tredici. Dai ficcatelo ancora dentro, sentilo tutto come ti piaceva quando eravamo giovani Sii, una volta che siamo fammelo sentire ancora tutto dentro la fica- Non dovevo. Ahaaaaaaiii. Siii gridai quando me lo ficcò tutto dentro. Prese a pomparmi violentemente e sospiravo forte pronunciando monosillabi privi di significato. Ci alternavamo a succhiarci le lingue. Godetti mentre la succhiava. Più velocemente mi sfondava più mi dimenavo con un lungo: Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm- Mi lasciò la lingua, alzò la testa su e capii, come una volta, che stava per venire. Volevo rivedere il suo cazzo eruttare sborra e gli feci segno di sborrarmi sulle tette. Lo tirò fuori dalla fica, lo impugnai segandolo velocemente e, mentre ansimava, la sua sborra schizzò sulle tette e sul collo. Lo sistemò fra lette e glielo strinsi forte mentre godeva dei suoi ultimi piaceri. Lasciami alzare dissi, No Come no! Mi devo andare a pulire, guarda cosa hai combinato! Prima pulisci me. Non ricordi? Sei sempre il solito. Che stronzo!- Però non me lo feci ripetere unaltra volta. Mettendolo fra lette il cazzo e le palle erano tutte impasticciate di sborra. Leccai le palle, leccai tutto il cazzo, poi lo misi in bocca e ripulii la cappella gustandomi le sue ultime gocce. Che goduria! Era da 20 anni che non gustavo una sborra. Non ti muovere altrimenti ti cola e sporchi tutto disse alzandosi. Andò nel cucinino, prese il rotolo di skottex e ritornò mentre ammiravo il suo cazzo moscio che gli penzolava fra le cosce. Mi asciugò. Cosa mi tocca fare pure disse sorridendo. E il minimo che puoi fare dopo avermi sborrato addosso gli risposi. Poi mi alzai e andai in bagno lasciando la porta aperta. Mi lavai le tette e il collo con la spugna e poi mi accovacciai sul bidè facendo scorrere lacqua. Avevo la fica in fiamme. Mi raggiunse. Te lo faccio io disse stando leggermente dietro alla mia destra. Si, tu. Stronzo! Siii sussurrai quando prese a toccarmi con lacqua calda. Ti piace ancora? Siiii. Smettilaaaaa. Smettila altrimenti vengo di nuovoooo– Un altro orgasmo mentre mi ficcava la lingua in bocca. Poi mi ficcò il cazzo mezzo moscio in bocca e prese ascoparmi mentre io continuavo a torturarmi la fica. Era un piacere continuo. Quando il suo cazzo ritornò duro, si chinò nuovamente, prese il sapone e me lo passò più volte fra le chiappe. Gli dissi di no ma subito mi ficcò un dito dentro facendomi sobbalzare di fastidio e di piacere nello stesso tempo. Nooooo gli dissi. Ti piaceva Non lo faccio più- Intanto ci prendevo gusto e più mi piaceva più mi tortura voil clitoride. Alzati, mettiti col mani al muro Non lo voglio fare. Capisci che non lho fatto più e non ci sono più abituata? Non mi credeva. Glielo dissi chiaramente che lultimo cazzo che avevo preso nel culo era stato il suo 20 anni fa. Mi aiutò ad alzarmi gocciolando tutta dentro il bidè avendo le gambe aperte ai lati dello stesso. Me lo sentii fra le chiappe, caldo, turgido e voglioso di spaccarmi il culo come una volta. Grazie al sapone mi penetrò subito senza problemi. Ahiiiii gridai, Non fare la smorfiosa. Ti ricordi che imploravi di dartelo tutto dentro? Sii. Siiiiiii Ti piace di nuovo? Lo riconosci il mio cazzo nel culo? Sii. Ohoo! Che meravigliaaa! Mi piaceee-Prese a stantuffarmi e mi sentivo spaccata in due. Mi arrivava fino in fondo. Entrava tutto e sentivo le palle sbattermi nella fica. Ti ricordi che ti piaceva quando ti venivo nel culo perché la sborra bollente ti faceva godere? Siiiiii Te la faccio provare di nuovo? Sii, sborrami dentro, dai che vengo ancoraaa- Aumentò il ritmo e sentii i suoi mugugni di piacere. Mi sentii allagare tutto lintestino ed ebbi un orgasmo divino. Quando andai a letto ero spossata ma felice. Mi risvegliai sentendo dei movimenti. Accesi la luce del comodino e guardai la sveglia: erano quasi le due. Era rientrato Luca e li sentivo barbottare sommessamente, forse per non disturbare me. Capii solo che si salutarono in quanto Carmelo sarebbe ripartito presto e non era il caso che Luca, dopo una nottata del genere, si risvegliasse. Mi risvegliai ancora sentendo dei rumori. Riaccesi la luce e riguardai la sveglia: erano le 5,45- Mi alzai e, facendo meno rumore possibile, andai in soggiorno. Era accesa la lucina della cappa e laroma del caffè mi fece venire voglia di non so che. Fui ardita considerando che nostro figlio stesse dormendo nella sua stanza ma che poteva anche svegliarsi sentendo rumori. La porta del bagno era chiusa. Diedi un toc leggerissimo. Aprì e rimase sorpreso. Gli feci cenno di fare silenzio e, sedendomi sul vaso glielo presi in bocca, lo spompinai e dopo qualche minuto mi venne in bocca. E stato, da parte mia, come a volerlo ringraziare per le sensazioni che mi aveva fatto riprovare. Il problema fu quando ritornai a casa mia e ripresi la vita normale. Mi mancava qualcosa: avevo sempre la testa al cazzo del mio ex marito. Mi masturbavo a più non posso; poi, per eccitarmi ancora di più, presi a frequentare questi siti. La situazione peggiorò: Bruno non mi ha mai soddisfatto prima figuratevi dopo che con Carmelo si sono risvegliate in me certe voglie. M
ica potevo andare a fare la troia fuori? Con Carmelo, con la scusa di parlare di nostro figlio, ci sentivamo e ci sentiamo spesso. Naturalmente, quando io potevo, qualche volta, si parlava pure di quella sera. Naturalmente ci alternavamo ad andare a trovare Luca, finché un fine settimana non mi fece una sorpresa. Mi chiamò. So che stai andando a Torino Si. Luca mi ha detto che tu ci sei stato la settimana scorsa Infatti. Comunque ci sto andando nuovamente questa settimana Sei pazzo? Cosa deve pensare Luca? E bruno? Se lo sa Bruno…. Non preoccuparti, stai tranquilla! Da Luca non mi farò vedere nemmeno. Ho prenotato in hotel, se sabato mattina ti è possibile e mi vuoi venire a trovare ti aspetto- Restai sbalordita ma, nello stesso tempo, la fica prese a palpitarmi. Non mi fu difficile quel sabato e nemmeno qualche altro sabato successivo avere un paio di ore disponili e di andarlo a trovare in hotel. Ogni volta è uno spasso e una goduria continua. Che strana a volte la vita!

Il corriere SDA | Racconto bisex di grillino

Con Fausto (nome di fantasia) ci siamo conosciuti in una chat erotica bisex. Dopo il classico botta-risposta su informazioni personali, entriamo subito in intimità, poche parole sulla nostra condizione di sposati vogliosi di nuove avventure e brividi, il racconto delle nostre esperienze bisessuali, al limite dell’omosessualità, e il rituale scambio di foto dei rispettivi cazzi. Fausto va oltre, mi manda un video mentre è in doccia, e si penetra il culo con la spazzola per lavare la schiena. Mi guardo il video a casa, da solo, con mia moglie a fare la spesa, mi metto comodo sul divano, senza pantaloni e mutande, pronto alla masturbazione. Un manico bello lungo, rotondo, con un ingrossamento sull’impugnatura; sembra proprio il dildo perfetto! Capisco che il cellulare è sul lavello, puntato sulla cabina doccia, l’acqua tiepida scorre sul suo bel corpo di 43enne, sportivo ma non troppo, si masturba un cazzo favoloso in direzione del telefono, il pisello gli cresce in mano con una durezza impressionante, è bello grosso, si scappella bene avvicinandosi al cellulare…mi fa vedere bene la sua cappella, splendida! Rientra in doccia, si sega in modo meraviglioso, gambe piegate, il cazzo bello dritto in aria, la mano che scorre su e giù, sento lui che gode e ansima…non gli vedo il volto, poco male. Poi si mette la mano dietro il culo, capisco che sta cercando il buco, e che poi si infila un dito nell’ano…mi eccito spaventosamente, la mia mano impugna saldamente il mio cazzo, bello duro e parte la pippa! Avvio la web-cam per registrarmi anch’io, così restituirò il favore a Fausto.

La mia prof di italiano, che gnocca | Racconto prime esperienze di Gne gne gne!

Arrivò in una calda giornata di settembre e me ne innamorai letteralmente, subito. Si presentò con tacchi alti, gonna e maglietta scollata, un qualcosa di straordinariamente favoloso. E una donna di 36 anni, di Putignano, capelli ricci neri, occhi magnetici, sorriso stupendo, due pere da fare invidia a una modella, così come il suo lato b, il vero fiore allocchiello del suo sinuoso corpo. Grazie alla mia propensione naturale per litaliano, le diventai immediatamente simpatico e mi consultava sempre, per tutto ciò che riguardava la sua materia. Non nascondo che mi sono fatto le migliori seghe pensando a lei, e ho sempre creduto, a malincuore, che avrei potuto far solo quello. Oltre alle seghe, lunico altro mio momento di gloria è stato palpare il suo posteriore, senza che lei se ne accorgesse, quando, durante un compito in classe, passò davanti al mio banco. Come già detto prima, la prof abitava a Putignano, celebre sede del carnevale. E quale miglior modo per andare a trovarla? Fortunatamente fu lei a fare il primo passo, invitandoci di persona. Poiché nessuno dei miei compagni di classe aveva voglia di andarci, fui costretto ad andarci da solo, con il pullman. Arrivato a destinazione, fu lei a venirmi ad accogliere, conducendomi a casa sua. Una volta giunti nella sua dimora, notai con piacere che non cerano né il marito né il figlioletto. Ci sedemmo su un divano e iniziammo a chiacchierare del più e del meno. Ad un certo punto rimasi sorpreso nel constatare che iniziò a sbottonarsi la camicetta, facendomelo indurire come non mai. Rimase solamente con il reggiseno (nero) e la gonna (anchessa nera). Poiché mi sembrò poco carino iniziarmi a segare, non feci nulla, anzi aspettai le sue prossime mosse. Che arrivarono subito. Si alzò in piedi, mostrando il suo fantastico metro e ottanta, e si abbassò la gonna, rimanendo con le calze a rete e con le mutandine. A questo punto non riuscii più a trattenermi. La presi dai fianchi, iniziai a baciarla con la lingua e a toccare tutto ciò che potevo. Si tolse anche le calze, con movimenti sinuosi che mi facevano pensare sempre più ad una fantastica giornata con lei, e le mutandine, mostrandomi la sua fica bagnata e il suo lato b da paura. Iniziò a segarmi potentemente, facendomi venire dopo pochi minuti. A questo punto si mise sul bracciolo del divano alla pecorina, e non esitai un solo attimo ad infilarglielo interamente in culo. Continua, continua! Fammi scoppiare, rompimi il culo, dai! urlava la prof. La inculai per cinque/dieci minuti, inondandole il culo di sperma. In seguito smise di stare alla pecorina, mi girò e fece entrare il mio cazzone nella sua fica, cavalcandomi con foga innata. Mi cavalcava, mi cavalcava e io godevo come un riccio. Le sue tettone ballavano sopra di me ed io ero completamente in loro balia. Le leccai i piedini, il buco del culo e la fica per ore e ore (sto esagerando, chiaramente) e non perdevo occasione per darle qualche altra bottarella, sia avanti sia dietro. Le leccai, naturalmente, anche le tette, mordendole i capezzoli induriti. Dopo unora di sesso sfrenato ci rivestimmo, ci baciammo per un altro po e ci lasciammo, promettendoci di farlo ancora. Con questa prof, poi, lho rifatto tante altre volte, ma mi è piaciuto raccontarvi la prima. Lho amata tantissimo, ora, sfortunatamente, al liceo non ci vado più…

Franca mia suocera | Racconto incesti di Roby x

Franca dalla prima volta che l’ho vista mi ha fatto subito sesso, la incontrai la prima colta 5 anni fa… frequentavamo la stessa palestra, ogni volta quando mi era vicina a fare gli esercizi e potevo sentire il suo odore di donna impazzivo dalla voglia di scoparla, potete immaginare quante seghe mi sono dovuto fare per calmare le mie voglie, oh… quante sborrate gli ho dedicate…..

La mia prima vacanza da Lady di coppia cuckold | Racconto tradimenti di Lady Maria

Restammo in tre. Giorgio, lanimatore che ci aveva accompagnato all’appartamento e con cui avevo ballato spudoratamente, ci propose di andare in riva alla piscina, mi rimisi un po’ in ordine e andammo. stefano si sedette su una sdraio ed io su quella accanto, mentre Giorgio preferì sedersi sulla mia, ai miei piedi. Da quella posizione poteva godere di una vista eccezionale. Ogni tanto mio marito interveniva nei discorsi, ma dopo un po’ non lo sentimmo più, si era addormentato. Povero, si era sobbarcato più di 700km di auto. Allora Giorgio iniziò a toccarmi le caviglie e poi i polpacci, carezzandomi l’interno delle ginocchia, come se sapesse che ero molto sensibile in quella zona, poi sulle cosce, salendo fino alla figa per poi dire soavemente: “il cornuto dorme.” ed io: “fallo dormire, limportante è che tu sei ben sveglio”.

Zia Stefania 4 | Racconto incesti di Danghaio

Avevo trascorso una seconda notte di passione insieme a mia zia. Nei giorni successivi zia ogni tanto passava dal mio laboratorio si fermava solo per un breve saluto tranne un sabato , che mi disse che ci fai qui di sabato , le risosi che ero lì per fare un po’ di pulizie , la zia mi disse allora vieni a passare il fine settimana da me ok zia le risposi appena finisco ti raggiungo. E così passai il fine settimana dà lei, verso sera la zia mi disse andiamo a letto? ok zia, la zia mi disse ricorda che mi hai promesso di mettermelo ne culo, te lo metto dove vuoi zia le risposi , arrivati sul lettino cominciammo con 69 per riscaldamento poi la zia mi disse entrami in figa , apri le gambe e cominciai a trombarla , purtroppo avevamo sempre lo svantaggio del letti piccolo , ma comunque il piacere mio e suo superava là cosa, la zia mi eccitava con parole , tipo aprimi in due, rompimi , poi mi disse , aprimi il culo adesso trapanami fino al midollo , si girò è girò e glielo misi in culo quando stavo per venire la zia mi disse , godimi sul culo mi piace sentire il caldo liquido che mi scorre sulle natiche , quella notte dopo aver scopato parlammo per un po’ , io le domandai zia scusa ma è una tradizione di famiglia scopare con i propi parenti , la zia mi disse perché mi fai questa domanda , nessi zia le risposi 3 anni fa nel mese di luglio di ritorno dal mare , a casa in cucina trovai zia Debora , e gli altri le dissi io devono ancora tornare mi rispose lei , io ero ancora in costume e notai che la zia ebbe come una specie di sorpresa , allora dissi io zia vado a fare la doccia , stavo chiudendo la porta de bagno , quando la zia entro chiuse la porta del bagno , e mi disse Andrea prendimi adesso qui sulla lavatrice , zia Stefania mi disse a bricconcello ti sei sbattuto anche mi sorella? (prosegue)

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