Farsi scopare la mamma dal collega | Racconto voyeur di Antonio G

Fabio aveva 25 anni e lavorava presso il reparto risorse umane di una importante azienda. Neolaureato, aveva trovato subito lavoro. Era un ragazzo brillante e spigliato, ed era stimato da tutti. Nellufficio dove lavorava, aveva stretto una bella amicizia con Diego, che di anni ne aveva 41. Malgrado la differenza detà, avevano molti interessi in comune e Diego si comportava con Fabio come un fratello maggiore. Ogni tanto, nei fine settimana, Fabio invitava Diego a pranzo a casa sua. Fabio abitava ancora con sua madre Elena, che di anni ne aveva 49. Elena era divorziata ed era ancora una gran bella donna. Mora, piuttosto alta, decisamente formosa. Una donna pienamente realizzata dal punto di vista professionale, anche se molto sola, dopo il divorzio. Diego era single, ed era un belluomo. Fabio si accorse che tra i due, a pelle, cera una certa simpatia, e la cosa gli dava un po fastidio. Notava, nei loro sguardi e nelle loro conversazioni, i segnali di una potenziale, reciproca, attrazione. Un giorno, in ufficio, durante la pausa pranzo, Diego prese Fabio in disparte. Fabio, senti…non so come dirtelo…. Cosa?. Prometti che non tincazzi? Diego, cosa? Cercherò di andare al dunque. Io e tua madre ci stiamo sentendo. Per il momento non è successo niente, chattiamo solamente. Però credo che lei voglia uscire con me. Fabio arrossì e luccello gli diventò duro. Balbettò. St…stai…sch…scherzando, vero?. No. Diego gli fece leggere i messaggi che si scambiava con sua madre. Lunghe conversazioni, con lei che scriveva di sentirsi sola e di avere bisogno di distrarsi un po. A Fabio diventò ancor più duro e Diego se ne accorse. Limbarazzo provato da Fabio in quel momento fu indescrivibile. Diego, resosi conto della debolezza dellamico, gli fece una proposta clamorosa. Ascolta bene quello che sto per dirti e cerca di capire. Io vivo con i miei genitori, che sono molto anziani. La mia stanza ha un letto a una piazza, scomodo. Non mi va di portare tua madre in uno squallido motel. Da amico, quale sei, credo sarebbe un bel gesto lasciarmi la casa libera. Te ne vai per qualche ora, e ci lasci da soli. Giusto il tempo di…. Fabio, durissimo e incredulo, non sapeva cosa dire. Diego continuò Dille che sabato vai a trovare tuo padre e che starai lì tutto il giorno. Così io vado da tua madre. Fabio, con un filo di voce, quanto tempo devo…stare fuori?. 4-5 ore…il tempo di fare le cose con calma. Cerca di capirmi. Ma…4-5 ore…non è un po troppo?. No. Non è che uno va subito al sodo, serve sempre un po di tempo. E poi, se so che posso fare calma, rendo meglio. Magari ci scappa pure la doppietta. Fabio acconsentì, pieno di vergogna ed eccitazione. Le notti antecedenti al fatidico sabato furono per lui quasi insonni. Era pieno di sensi di colpa per latteggiamento debole e quasi servile avuto col suo amico. Ma era anche eccitato allidea di sapere che un suo collega avrebbe fatto sesso con sua madre. Ovviamente, sua mamma non sapeva che Fabio era al corrente di tutto. Diego aveva chiesto a Fabio di non dirle niente, altrimenti la situazione sarebbe diventata ingestibile. La signora si sarebbe ovviamente inibita e non si sarebbe fatta scopare. Fabio era ben consapevole che, in quella vicenda, stava mettendo il suo amico nella condizione migliore per fare i suoi porci comodi con sua madre. Se ne vergognava, ma non riusciva ad evitare di fare il tifo per Diego. Il sabato mattina, quando Fabio uscì di casa, aveva il batticuore. In realtà non andò da suo padre. Passeggiò per le vie della città, e tornò dopo un paio dore. La macchina di Diego era parcheggiata sotto casa di sua madre. Fabio fece un bel respiro e continuò a camminare attorno al quartiere per una mezzoretta. Poi tornò a casa, e stavolta entrò, senza far rumore. Mentre era in soggiorno, sentì in modo chiaro e inequivocabile il cigolio del letto. Per un attimo, volle credere di essersi suggestionato. Ma fu solo un attimo. Gnic, gnic, gnic, gnic, gnic… il cigolio era davvero intenso, ed era impossibile sbagliarsi. Fabio aveva il cazzo durissimo e iniziò a toccarsi. Ad un certo punto, sentì la voce ansimante di sua madre emettere un sì. Fabio si avvicinò alla camera da letto, ma non ebbe il coraggio di sbirciare dalla serratura. Era quasi paralizzato dallemozione e dallimbarazzo. Sentì la voce di Diego, improvvisamente cavernosa, sussurrare che cavalla…. Fabio sborrò, mentre sentiva il suo amico godere. Si pulì in fretta e uscì di casa, senza far rumore. Passeggiò per la città, ancora frastornato per quella forte emozione. Camminò a lungo. Dopo un paio dore, Diego gli scrisse un messaggio. Puoi tornare a casa. Mi sono goduto tua mamma. Due volte. Grazie, sei un amico.

Mia moglie dal ginecologo | Racconto voyeur di Luigi

Mi chiamo Luigi, ho 22 anni, sono alto, sportivo, divertente e anche molto simpatico. Sono sposato da appena due mesi con una ragazza di 18 anni. Diciamo il classico matrimonio riparatore (è incinta di tre mesi). La settimana scorsa mia moglie mi dice Luigi ho prenotato la visita dal ginecologo, e dato che tua madre e la mia non possono venire, mi devi accompagnare tu perché mi vergogno troppo. Io persona gelosissima a questo annuncio vado in tilt. Al pensiero che un altro uomo debba vedere la passeradi mia moglie mi mette in agitazione. Senti ma perché non prenoti da una donna anziché un uomo? gli dico molto seccato. ma siamo nel 2000 e sei ancora cosi arretrato? mi dice. è solo un dottore non un uomo qualsiasi, e poi sai quante ne vede al giorno, che pensa proprio a me. Sarà ma la mia gelosia non conosce confini, e a malincuore metto fine alla conversazione accettando di accompagnarla da questo dottore. Passa la settimana e viene il giorno dellappuntamento. Per tutta la settimana, avevo pensato a come si sarebbe svolta la visita, a come mi sarei comportato, al fatto che sarei stato presente volendo o nolente il dottore. Arrivo a casa verso le 5 del pomeriggio, e trovo mia moglie chiusa in bagno che si stava preparando per lappuntamento. Busso la porta del bagno per entrare e la vedo seduta sul bidet che si lava, entro si alza e tutta nuda ( un fisico magnifico, alta, capelli neri, seno prosperoso, un sedere da favola) mi dice che ne pensi mi depilo o non serve? Non sapevo cosa rispondere a quella domanda, dato che sia per lei che per me era la prima volta che andavamo da un ginecologo, penso e gli dico non lo so, caso mai domanda a tua madre e vedi che ti dice. In cuor mio speravo di no, dato che a me piace molto molto la passerina non depilata, mi eccita di più che vederla rasata come quella di una bambina. La madre fortunatamente gli dice che non e rilevante la cosa e cosi si vesti uscimmo. Giunti nello studio ci fanno accomodare e aspettiamo circa 30 minuti prima di entrare, mentre nel frattempo entrano e escono un paio di coppie. Nellattesa ero molto nervoso e nello stesso tempo mi prendeva una strana sensazione che mi faceva stare molto teso. Era come se fossi emozionato ma nello stesso tempo molto eccitato dalla cosa. Esce unaltra coppia e il dottore, un uomo sulla cinquantina, alto, coi baffi, pelato ci chiama e ci fa accomodare nello studio. Bene vedo che siete una coppia molto giovane ci dice, e dopo una miriade di domande su di noi ci scheda e dice a mia moglie di andare nellaltra stanza. Mia moglie si alza e mi dice di andare con lei, il dottore non fiata neanche che tutti e tre ci dirigiamo nellaltra stanza. Signora vada in bagno si tolga il pantalone, le calze e lo slip,e ci raggiunga. Mia moglie si chiude in bagno e dopo aver sentito uno scroscio dacqua apre la porta ed esce solo con la camicia e le scarpe. Il dottore dice a mia moglie di accomodarsi sul lettino, si stendersi e di poggiare le gambe sui sostegni. La fa indietreggiare per bene e poi mi chiama da dietro al paravento e mi dice Venga ad assistere alla visita, sua moglie e molto tesa. Giro il paravento e vedo mia moglie con le cosce aperte con tutta la figa spalancata rossa in viso che mi prende la mano e la stringe. Non ti preoccupare il dottore sa quello che fa gli dico, ma a quella visione il mio cazzo si fa di pietra e a stento riesco a nasconderlo al dottore. Quella posizione particolare, quella vista panoramica di quella bella figa ricoperta da un boscaglia nera, e vedere che anche un altro uomo la stava osservando mi eccito in maniera eccessiva. Mi feci forza e feci finta di nulla. Il dottore nel frattempo si era infilato dei guanti, e inizio la sua visita infilando un dito nella figa di mia moglie che sussultto con un gridolino da sopra al lettino. Si rilassi Signora che va tutto bene diceva, mentre mia moglie girata la testa verso di me che ero a fianco del lettino stringeva sempre di più la mia mano. Dopo aver infilato con la mano destra il dito mentre con la sinistra premeva sul pube, caccia il dito e ne infila due incominciando a fare un movimento circolatorio di avanti e indietro, e avanti e indietro per allargare bene la passera e per farla lubrificare meglio. Poi dice Qui tutto bene, adesso le faccio un ispezione anale, si rilassi che in un attimo finisco e con un dito e un pò di crema piano piano lo infila nel culo di mia moglie che ha un altro sussulto allindietro. Io faccio la parte del superiore ma quelle cose mi avevano iniziato a far volare con la fantasia, e incominciato a pensare a quando saremmo ritornati a casa. Mentre ispezionava lano, con laltro dito lo infila nella fica ormai fradicia di mia moglie e controlla che tutto vada bene. Due dita, uno in culo e uno in fica, fanmo gemere un poco la ragazza che si lascia andare a un piccolo lamento. Finito con lispezione si alza si toglie i guanti e prende uno strumento che non avevo mai visto. Gli domando a cosa servisse e lui mi dice che di li a poco me ne sarei accorto da solo. Gli spalma sopra delle crema e lo infila nella fica di mia moglie, ormai bagnatissima e spalancata, senza alcuna resistenza. Lo apre e tutto si apre con lui. Si chiama Speculum e serve per vedere allinterno del fica. Allimprovviso mi chiama e dice Venga a vedere anche lei e mi spiega tutto una serie di cose che io non sentivo preso dalla visione di tutto ciò. Poi lo sfila e dice Ok abbiamo finito si rivesta è tutto a posto. Mia moglie si alza si riveste mentre io e lui parliamo del più e del meno, mi prescrive una serie di esami del sangue, ma il mio pensiero e la mia eccitazione erano troppi che non vedevo lora di ritornare a casa. Ci salutammo, uscimmo e mentre eravamo in macchima rivedendo nella mia mente tutta la visita e dico però che bel mestiere quello del ginecologo e mia moglie mi dice ma dai che vergogna, mi hai visto in quello stato e mi da una pacca sulle spalle. Intanto il mio cazzo era ancora duro. Arrivammo a casa e lei subito corse in bagno a lavarsi, io aspettai 2 minuti le corsi dietro la ritrovai sul bidet a lavarsi la alzai, le feci appoggiare un gamba sul water e iniziai una scopata interminabile. Ero cosi arrapato, che non capivo nulla, glielo feci prendere in bocca, la misi a pecorina, io seduto e lei sopra, e infine non contento gli dissi E adesso voglio il buchino. Lei senza neanche fiatare ubbidì e la penetrai anche in culo, bello stretto, con molto dolore da parte sua ma che sensazione meravigliosa, e come gli animali le sborrai dentro. Dopo a mente fredda mi disse Ehi che effetto ti ha fatto questa visita, il mese prossimo mi riaccompagni?. Che stesse diventando un pò puttana?.

Lintimo di mia moglie | Racconto voyeur di Carlo.C

Salve a tutti,sono Carlo ho 55 anni e sono della provincia di Bari.Sono sposato con Cinzia da più di 25 anni e abbiamo due figli di 18 e 19 anni.La nostra é una vita normalissima,io sono un abvocato mentre mia moglie è una commercialista.Onestemente mi sono ritrovato su questo sito perché diciamo in seguito a ciò che mi sta accadendo ho voluto vedere se anche ad altri uomini fosse successa la stessa cosa.

Il campo dei fichi…e delle fiche | Racconto voyeur di Mg Mitragliatrice

Sin dalla più tenera età mi mostravo curiosa. Adoravo chiedermi il perché delle cose, osservare e conoscere tutto ciò che mi circondava; spesso, se occorreva, anche spiare. Dal buco della serratura del bagno guardavo di nascosto mamma che si alzava la gonna, si abbassava le mutandine pronta per pisciare. Era pelosa laggiù tra le cosce. Mi piaceva guardare il suo modo di pulirsi: si alzava leggermente divaricando le gambe e lasciava sgocciolare la fica per qualche istante per poi asciugarsi con la carta igienica. Una volta, mentre faceva il bidè, probabilmente s’è infilata due dita nella passera insaponata. L’ho capito dall’eccitazione che vedevo nei suoi occhi e dai movimenti tremolanti delle sue cosce.

Lintimo di mia moglie | Racconto voyeur di Carlo.C

Salve a tutti,sono Carlo ho 55 anni e sono della provincia di Bari.Sono sposato con Cinzia da più di 25 anni e abbiamo due figli di 18 e 19 anni.La nostra é una vita normalissima,io sono un abvocato mentre mia moglie è una commercialista.Onestemente mi sono ritrovato su questo sito perché diciamo in seguito a ciò che mi sta accadendo ho voluto vedere se anche ad altri uomini fosse successa la stessa cosa.

La Fidanzata Vergine | Racconto voyeur di Mika

Quello che sto per raccontare è accaduto qualche anno fa e mi è ancora vivo nella mente. Mi ero già accorto di coltivare alcune piccole perversioni quando a 17 anni una mia amica e vicina di casa quindicenne, su cui a volte mi ero ritrovato a fantasticare, mi confidò di essersi innamorata di un ragazzo più grande, nostro conoscente. Con questa ragazza eravamo amici di infanzia e a volte in estate uscivamo insieme; qualche volta la portavo al cinema allaperto, ma nulla di più. Già il fatto di ricevere questa confessione mi turbò non poco, ma quando una sera mi disse che era già uscita alcune volte con questo ragazzo, che gli piaceva molto ed aveva intenzione di farci sesso, dentro di me esplose uno strano mix di gelosia ed eccitazione che mi faceva impazzire. Io che avevo fantasticato che lei sarebbe forse stata la mia prima ragazza, il pensarla che si offriva invece ad un altro più grande, stranamente mi eccitava a dismisura e mi portò a segarmi pensandola nuda a disposizione dellaltro. Comunque dopo questi stati di eccitazione solitaria, ho avuto delle storie con altre ragazze ed ho manifestato anche su di loro queste fantasie che tali però restavano, fino a quando ho conosciuto Alessia. Lei aveva appena compiuto diciotto anni ed io ne avevo venti quando ci siamo messi insieme. Io non ero male come bellezza, ma comunque nella norma ed il fatto di essermi messo con quella che secondo me era la più bella e sexy ragazza del paese mi rendeva quasi incredulo. Con il trascorrere dei mesi oltre ad essere molto innamorati scoprimmo di condividevamo molti interessi e di avere notevoli affinità, anche dal punto di vista sessuale. Alessia era veramente bellissima, mora, riccia, occhi verdi ed un corpo da sballo, con un culetto perfetto, rotondo ed alto, con una terza di seno. Era desiderata da tutti i ragazzi del paese e spesso si voltavano a guardarla anche gli adulti. La cosa non mi dispiaceva ed anche quando veniva fermata con qualche scusa per attaccare discorso, lasciavo fare e la sottile eccitazione prevaleva sulla gelosia. Anche Lei non faceva molto per passare inosservata e spesso portava minuscole minigonne e magliette molto attillate che facevano risaltare tutto il suo splendore. Tra noi si era instaurata una non dichiarata ma notevole complicità che gratificava il mio desiderio di esibirla ed il suo di essere desiderata. A volte andando a ballare, con la scusa di prendere da bere mi allontanavo un po e lasciavo che altri ragazzi lavvicinassero, osservando a distanza i loro approcci e la cosa era intrigante per entrambi. Una sera di estate, in un locale allaperto, dopo aver bevuto un paio di drink, mentre ci sbaciucchiavamo dolcemente mi chiese di aspettarla un momento che sarebbe andata in bagno. Al suo ritorno con un sorriso malizioso mi porse qualcosa e annunciò che sarebbe andata a ballare. Quello che mi porse erano le sue mutandine. La osservai per dieci minuti buoni, mentre si muoveva sensuale al ritmo della disco, accerchiata da un gruppetto di ragazzi che, nonostante le luci strobo, parevano avessero notato la mancanza dellintimo di Alessia, in quanto avevano preso a strusciarsi contro il suo culo a ritmo di musica. Al suo ritorno, seguita da alcuni di quei ragazzi, mi si avvicinò, mettendomi le braccia al collo e mi baciò evidentemente accaldata ed eccitata, mentre il gruppetto si fermò guardandoci perplesso. Decidemmo di andarcene ed una volta in macchina, raggiunto un angolo un pò isolato del parcheggio, ma comunque facilmente visibili da chi avesse voluto, ci baciammo e ci toccammo con passione a vicenda. Le misi la mano sotto la mini e sentendola fradicia di umori le feci un ditalino che la fece venire quasi subito gemendo fortissimo, con il rischio o la mia nascosta speranza che la sentissero e qualcuno potesse avvicinarsi. Subito dopo mi abbassai i pantaloni ed i boxer e mi feci una sega, mentre Lei mi guardava accarezzandomi i capelli e leccandomi i capezzoli. In quel bellissimo periodo facevamo molto petting ma non avevamo rapporti completi perché Lei ancora non lo aveva mai fatto e voleva restare vergine, inoltre il sesso era ugualmente molto appagante per entrambi perché in quel modo il nostro desiderio, con il tempo, aumentava sempre di più.

Padre e figlio cuckold | Racconto voyeur di Alessio 16

Mio padre Cuckold Quando ero ragazzo eravamo soliti trascorrere le vacanze estive in campagna, nella villa dei miei nonni materni, una grande casa con tantissime stanze contornata da un vasto parco alberato dove, nei pomeriggi più caldi, mi sdraiavo all’ombra di una vecchia quercia a leggere i libri che mi ero portato dalla città. Mio […]

Vibratore remoto | Racconto voyeur di maxmacs

Qualche mese fa io e mia moglie Giulia (entrambi sui 40) siamo entrati in un sex shop, era lungo la strada e ci siamo incuriositi. Mia moglie è una donna piccoletta ma con un seno generoso, vita stretta e un bel culo, capelli castani di media lunghezza. Io, sui 40, ho un fisico asciutto e sono considerato piacente. In casa avevamo già un paio di vibratori e ci piace giocare. Prendiamo quello! dice lei, si trattava di un ovetto vibrante con controllo remoto tramite un piccolo telecomando. Bè lidea mi eccitava. Tornati a casa lo abbiamo provato, Giulia sdraiata nuda sul letto con lovetto dentro la sua passera ed io seduto su una sedia che controllavo le varie modalità. Funzionava eccome. Il suo corpo reagiva ad ogni variazione di intensità dellovetto, lasciando sul lenzuolo un lago di umori.

Sega sulla cugina. | Racconto voyeur di luke1717

Era una calda estate e con mia cugina, Sara, più grande di me di qualche anno e molto bona andavamo spesso insieme al mare. Lei gran culo, tettine non enormi ma belle, mora, era nei miei desideri più nascosti e non solo nei miei. Un mio amico, Marco la desiderava e anziché darmi fastidio mi faceva piacere. Lei spesso vestiva provocante con le sue forme in mostra, un giorno si abbassò involontariamente e le vidi un tanga che mi fece subito indurire il cazzo. Raccontai tutto a Marco che non si esponeva direttamente sapendo che era mia cugina ma vedevo la sua patta crescere sempre più. Un giorno eravamo entrambi eccitati e parlavamo di Sara e del suo culo e lui mi faceva domande se me la scoperei e gli dissi ovviamente di sì. Data leccitazione lo chiesi anche a lui e mi disse di sì confessandomi che parecchie seghe erano per lei e gli dissi bravo. Un giorno andammo al mare con lei e un gruppo di amici e amiche e lui subito a dirmi guarda tua cugina che culo. Io eccitato avrei voluto già segarmi, ma era presto. Dopo pranzo decidemmo tutti di cambiare spiaggia e andare nella parte più riservata, mentre la maggior parte erano andati a mangiare rimanemmo io Marco e Sara. A quel punto io e Marco decidemmo di andare a far pipi dietro gli scogli mentre Sara continuava ad abbronzarsi. Stavamo facendo pipi quando vidi Sara levarsi il costume di sopra e subito lo dissi a Marco che era duro. Per evitare di essere beccati andammo dietro uno scoglio in silenzio in modo da poter vedere le tettine di mia cugina e alla vista iniziammo a segarci. Quanto è bona disse Marco che stava per venire e io aggiunsi Che darei per riempirla sulle tette e sul viso. A sentire queste parole Marco venne copiosamente e io a ruota. Fu la prima di una lunga serie di seghe insieme su mia cugina

La mamma sulla spiaggia dei nudisti | Racconto voyeur di Antonio G

Paolo aveva 23 anni. Col suo amico e coetaneo Giacomo aveva deciso di andare su una spiaggia di nudisti, a pochi km dalla città. Erano curiosi allidea di vedere qualche bella donna nuda e speranzosi di rimorchiare. Ne parlarono per alcune settimane e, alla fine, decisero di provare. Era un sabato mattina. La spiaggia non era molto grande, ed effettivamente qualche bella donna cera, in mezzo anche a tante donne un po attempate e non proprio attraenti. Ad un certo punto, mentre passeggiavano, la sorpresa…videro la mamma di Paolo e il suo compagno che prendevano il sole. Ovviamente nudi. Stefania aveva 48 anni, molto ben portati. Era una bella donna, mora, formosa, con una bella quarta misura di seno. Il suo compagno Mario aveva 51 anni. Limbarazzo fu fortissimo per tutti e quattro. Mam…mamma??!! esclamò Paolo, balbettando. Stefania si coprì i seni con le mani, imbarazzatissima. Cosa ci fai qui?, le chiese il figlio, incredulo. Lei, arrossendo, la stessa cosa che ci fai tu…prendo il sole in libertà. Non sapevo che anche tu…altrimenti non sarei mai venuta. Mario, per toglierla dallimbarazzo, intervenne…ogni tanto veniamo qui. Non cè nulla di male. Paolo e Giacomo si misero a prendere il sole a qualche metro di distanza dalla coppia, ancora increduli per la situazione a dir poco surreale. Paolo si accorse che Giacomo guardava sua madre con particolare attenzione, e glielo fece notare con disappunto. Ehi, la smetti di guardarla?! Ci sono tante donne in spiaggia…guarda altrove…. Giacomo sorrise sornione. Scusa, ma le tette di tua mamma mi sembrano proprio il piatto forte della giornata. E poi, se lei si mette nuda, mica è colpa mia e si fece una risatina beffarda. Mentre rideva, luccello gli diventò bello duro. Era enorme. Paolo disse ehi, tieni a bada quel coso! e Giacomo rispose se diventa duro non dipende da me. Ringrazia la mammina…. Mario e Stefania notarono la scena. Erano una coppia felicemente aperta e libertina, e capirono che forse era arrivato il momento di una piccante trasgressione. Mario si avvicinò a Giacomo e Paolo e trovò il coraggio di confidarsi. Scusate la franchezza, ma credo sia doveroso essere chiari. Io e Stefania, ogni tanto, troviamo qualche amico con cui divertirci. Lei si svaga, ed io aspetto con curiosità. Paolo rimase senza fiato, mentre Giacomo disse continua…. In pratica, ogni tanto, Stefy si svaga con qualcuno. Paolo, lo so che la cosa può sconvolgerti, ma alla fine è una cosa normalissima, credimi. Non cè nulla di male. Paolo muto. Giacomo, durissimo continua…. Giacomo, ecco…se a te va…Stefy vorrebbe andare in acqua con te…al largo…. No, questo è troppo! disse Paolo. Giacomo si alzò io ci sto, invece…. Paolo si alzò anche lui non puoi, stronzo… e Giacomo, che fisicamente era il doppio di lui, gli diede una spinta, dicendo ma va…. Paolo cadde a terra, malgrado la spinta non fosse troppo forte. Non si fece niente, ma la situazione gli stava scappando di mano. Mario lo guardò con compassione. Lo so, ora fai fatica a capire. Quando la rabbia sarà sbollita, ci riderai su. Tranquillo. Giacomo si diresse verso la riva e Stefania lo raggiunse. Si voltò per un attimo, cercando lo sguardo di suo figlio, senza parlare, come a voler chiedere scusa. Paolo abbassò lo sguardo. Lei strinse le spalle e andò in acqua con Giacomo. Fecero dapprima il bagno nelle vicinanze. Lui le stava vicino e le mani, sottacqua, sembravano vivaci. Poi si allontanarono e andarono al largo. Paolo si avvicinò a Mario e disse si sono allontanati…ma tu non le dici niente?. Mario era duro, beatamente duro. Lascia fare, rispose…lascialo fare lamico tuo. Paolo era sempre più inquieto e incredulo. E amico tuo, o no? disse Mario. Sì…ma… rispose Paolo. Ma cosa? Non si mettono i bastoni tra le ruote agli amici. Lascialo fare. Ma…proprio con mia mamma… e lascia fare tho detto…lascialo fare…. Un tizio che stava lì vicino, a sua volta disse a Paolo lascia fare…se proprio devessere che ti pompano la mamma, meglio che lo faccia un amico, ahahhahaahahah. La risata sguaiata delluomo portò Mario al culmine delleccitazione. Sborrò, senza toccarsi, al solo sentire quella risata. Paolo si rivestì e se ne tornò a casa. In macchina, cominciò a sentire una strana eccitazione, nel ripensare a quanto accaduto. Si sentiva quasi in colpa per quella sensazione, ma effettivamente gli era diventato duro. Tornò a casa e si masturbò selvaggiamente. Poi andò in camera sua a guardare il soffitto. Sua madre e Mario tornarono dopo alcune ore. Lui non uscì dalla stanza, e loro non gli dissero niente. Si fece vedere solo per cena, dopo che Mario era andato via (non abitava con loro). Mamma, non riesco a crederci. Dimmi che con Giacomo non hai… disse Paolo, con aria severa. Stefania arrossì. Mamma, ti ripeto…dimmi che con Giacomo non hai fatto qualcosa…. Stefania, con un filo di voce, rispose. Quello che succede in acqua, rimane in acqua…. Da quel giorno, Paolo ruppe la sua amicizia con Giacomo. Però il ricordo di quanto era accaduto non lo abbandonò. Furono mesi di seghe intense, pensando a quella maledetta spiaggia.

Il mio amico con mia mamma | Racconto voyeur di Antonio G

Allepoca avevo 23 anni. Mia madre, divorziata da parecchio, aveva da poco concluso una relazione molto intensa con un uomo che abitava in un paese a pochi km dal nostro. Lei aveva 49 anni ed era ancora nel pieno della sua bellezza. Mora, formosa, mediterranea, con due seni abbondanti. Una donna fine ma al tempo stesso dotata di grande femminilità. La conclusione di quella relazione laveva profondamente scossa, lasciandola senza un punto di riferimento di cui probabilmente aveva un forte bisogno.Era agosto, ed io avevo invitato un mio caro amico delluniversità a trascorrere qualche giorno da noi, nel nostro tranquillo paesino in collina. Un po di quiete ed aria buona, prima di ripartire verso una località di mare per godersi le meritate vacanze. Fabio aveva 24 anni, era alto 1,85 cm circa, castano, occhi verdi. Insomma, un gran bel ragazzo. Durante i corsi universitari avevamo stretto una bella amicizia, ed io ammiravo la sua solarità e la sua viva intelligenza. Avevamo molti interessi in comune come il calcio e la musica, anche se caratterialmente eravamo diversi: lui più estroverso, io sicuramente più timido e riflessivo. Forse sui nostri caratteri incidevano anche i luoghi di provenienza. Fabio era napoletano verace, e nel suo carattere emergeva tutta la passionalità della sua splendida città. Io, venendo dallentroterra (durante il mio percorso universitario dovevo fare ogni mattina unora di treno), ero decisamente più chiuso rispetto ad un ragazzo di città. Con Fabio però mi trovavo benissimo, e lo stimavo parecchio. Quando gli proposi di passare qualche giorno in collina da me durante la pausa estiva, accettò di buon grado. Fu ospite a casa nostra per quattro giorni. Gli feci visitare il paesello e gli altri comuni del circondario, tutti borghi molto caratteristici. A pranzo cucinava mia madre, la sera invece andavamo al pub o in pizzeria. La quarta ed ultima sera, però, decidemmo di cenare a casa, bevendo un buon vino che lui aveva gentilmente offerto. Fabio era un ragazzo molto spigliato e brillante, pieno di interessi e di ottima cultura. Capii sin dal primo giorno che aveva fatto unottima impressione a mia madre. Lei, con la sua formazione umanistica, non poteva non apprezzare una persona così colta e brillante. Con Fabio si poteva parlare di tutto: cinema, musica, politica, sport, storia. Le conversazioni a tavola erano sempre piacevoli e stimolanti, ed il suo garbo era adorabile. Purtroppo non mi resi conto che le sue grandi qualità si sarebbero potute rivelare unarma a doppio taglio. Lultima sera che rimase da noi scivolò via piacevole tra una chiacchiera, una risata e un bicchiere di vino. Quando andai a dormire ero un po brillo, ma felice per quella bella serata. Nel corso della notte, però, venni svegliato da un rumore assai sospetto. Era un rumore di molle del letto…uno strano cigolio. Pensai di essermi suggestionato e cercai di riaddormentarmi, ma mi accorsi che il cigolio stava continuando in un modo troppo cadenzato per essere casuale. Mi alzai e uscii dalla mia camera, accorgendomi subito che la stanza degli ospiti, dove avrebbe dovuto dormire Fabio, aveva la porta aperta. Mi avvicinai e mi accorsi che la stanza era vuota. Nel frattempo, il cigolio del letto proseguiva…e proveniva inequivocabilmente dalla camera di mia madre. Mi avvicinai alla sua stanza con un groppo in gola. Non poteva e non doveva essere vero. Sbirciai dalla serratura…e vidi Fabio e mia mamma nudi, lui sopra di lei, nel pieno di una virile stantuffata. Iniziai a tremare, ero esterrefatto. Eppure…sentii tra le mie gambe un rigonfiamento tanto inopportuno quanto esplosivo. Insomma, lo ammetto: mi ero eccitato. Non mi sembrava vero…il mio amico si stava ficcando mia mamma. Sentii lei che, ad un certo punto, con la voce rotta dalleccitazione, disse che cazzata che stiamo facendo…però ne ho bisogno…mi sento così sola, Fabio…capiscimi…non giudicarmi. Le sue parole erano sussurrate in maniera affannosa e Fabio, nel pieno della monta, sembrava non dar loro molta importanza. Era troppo concentrato sul da farsi, e non lesinava complimenti a mia madre, seppur ruspanti. Rosa, che belle zizze che tieni…mmm, che bocce… e palpava famelico, succhiandole i capezzoloni. Mia madre, ansimando, disse non dire nulla ad Antonio, mi raccomando…non potrebbe mai capire… e Fabio rispose sì, tranquilla… in maniera frettolosa, quasi a voler in realtà sottintendere un ben più sincero ora non pensarci e lasciami fare…. Iniziai a toccarmi, vergognandomi di me stesso e provando al contempo un profondo senso di delusione verso Fabio e mamma, ma ormai leccitazione guidava la mia mano di spettatore impotente, nascosto dietro la serratura di una porta chiusa e consapevole di quanto potesse essere cinica la vita. Quando Fabio, ad un certo punto, la mise a pecora, ebbi un ulteriore sussulto, ferito dalla vista di quella posizione che sublimava a pieno il dominio del mio amico su mia madre. Bellamico… pensai, e nel frattempo proseguii a toccarmi, in un misto di rabbia ed eccitazione che mi annebbiava la mente. Anche in quella posizione, Fabio cercava costantemente i seni di mia madre, tastandoli voracemente. I seni, o meglio le zizze, detto nel suo schietto vernacolo napoletano. Che spettacolo…tieni una zizza mondiale…ahhh…mmm…ahhh…e che zizzona…meglio di quella di Battipaglia…. Sentendo questa comparazione, mamma rise per un attimo, proseguendo poi ad ansimare sotto le decise stantuffate di Fabio. In quel preciso istante raggiunsi lapice del mio piacere di sfigato voyeur, e sborrai incredulo. Ormai, sfumata la libidine che aveva invaso la mia mente, non avevo più il coraggio di continuare a spiare. Tornai nella mia stanza, sentendo il letto di mia madre che continuava a cigolare con vigore. Non riuscii ad addormentarmi quella notte e fissai il soffitto chiedendomi perchè fosse successa una cosa del genere proprio a me. Avevo subito lumiliazione più grande possibile, la più impensabile: mia madre che si concedeva ad un mio amico. Non osavo immaginare il compiacimento che Fabio aveva potuto provare in quella situazione. Fare un simile colpaccio, per giunta in trasferta, a casa dellamico. La mattina seguente ebbi unidea di cosa gli attraversava la mente, mentre facevo colazione con lui e mia madre. Sarebbe dovuto partire di lì a poco, e notavo il suo sguardo fiero e compiaciuto, come quello di un felino dopo una trionfale battuta di caccia. Di converso, mia madre era insolitamente silenziosa e visibilmente imbarazzata. Aveva evidentemente capito quanto fosse stata inopportuna quella sua debolezza. Ma ormai era successo e lunica cosa da fare era tacere, per il bene mio e per la dignità sua. Sono passati tanti anni ormai e non le ho mai confidato che sapevo tutto. Non ho voluto darle un tale dispiacere. Il ricordo di quella notte, però, non mi ha mai abbandonato.

Farsi scopare la mamma dal collega | Racconto voyeur di Antonio G

Fabio aveva 25 anni e lavorava presso il reparto risorse umane di una importante azienda. Neolaureato, aveva trovato subito lavoro. Era un ragazzo brillante e spigliato, ed era stimato da tutti. Nellufficio dove lavorava, aveva stretto una bella amicizia con Diego, che di anni ne aveva 41. Malgrado la differenza detà, avevano molti interessi in comune e Diego si comportava con Fabio come un fratello maggiore. Ogni tanto, nei fine settimana, Fabio invitava Diego a pranzo a casa sua. Fabio abitava ancora con sua madre Elena, che di anni ne aveva 49. Elena era divorziata ed era ancora una gran bella donna. Mora, piuttosto alta, decisamente formosa. Una donna pienamente realizzata dal punto di vista professionale, anche se molto sola, dopo il divorzio. Diego era single, ed era un belluomo. Fabio si accorse che tra i due, a pelle, cera una certa simpatia, e la cosa gli dava un po fastidio. Notava, nei loro sguardi e nelle loro conversazioni, i segnali di una potenziale, reciproca, attrazione. Un giorno, in ufficio, durante la pausa pranzo, Diego prese Fabio in disparte. Fabio, senti…non so come dirtelo…. Cosa?. Prometti che non tincazzi? Diego, cosa? Cercherò di andare al dunque. Io e tua madre ci stiamo sentendo. Per il momento non è successo niente, chattiamo solamente. Però credo che lei voglia uscire con me. Fabio arrossì e luccello gli diventò duro. Balbettò. St…stai…sch…scherzando, vero?. No. Diego gli fece leggere i messaggi che si scambiava con sua madre. Lunghe conversazioni, con lei che scriveva di sentirsi sola e di avere bisogno di distrarsi un po. A Fabio diventò ancor più duro e Diego se ne accorse. Limbarazzo provato da Fabio in quel momento fu indescrivibile. Diego, resosi conto della debolezza dellamico, gli fece una proposta clamorosa. Ascolta bene quello che sto per dirti e cerca di capire. Io vivo con i miei genitori, che sono molto anziani. La mia stanza ha un letto a una piazza, scomodo. Non mi va di portare tua madre in uno squallido motel. Da amico, quale sei, credo sarebbe un bel gesto lasciarmi la casa libera. Te ne vai per qualche ora, e ci lasci da soli. Giusto il tempo di…. Fabio, durissimo e incredulo, non sapeva cosa dire. Diego continuò Dille che sabato vai a trovare tuo padre e che starai lì tutto il giorno. Così io vado da tua madre. Fabio, con un filo di voce, quanto tempo devo…stare fuori?. 4-5 ore…il tempo di fare le cose con calma. Cerca di capirmi. Ma…4-5 ore…non è un po troppo?. No. Non è che uno va subito al sodo, serve sempre un po di tempo. E poi, se so che posso fare calma, rendo meglio. Magari ci scappa pure la doppietta. Fabio acconsentì, pieno di vergogna ed eccitazione. Le notti antecedenti al fatidico sabato furono per lui quasi insonni. Era pieno di sensi di colpa per latteggiamento debole e quasi servile avuto col suo amico. Ma era anche eccitato allidea di sapere che un suo collega avrebbe fatto sesso con sua madre. Ovviamente, sua mamma non sapeva che Fabio era al corrente di tutto. Diego aveva chiesto a Fabio di non dirle niente, altrimenti la situazione sarebbe diventata ingestibile. La signora si sarebbe ovviamente inibita e non si sarebbe fatta scopare. Fabio era ben consapevole che, in quella vicenda, stava mettendo il suo amico nella condizione migliore per fare i suoi porci comodi con sua madre. Se ne vergognava, ma non riusciva ad evitare di fare il tifo per Diego. Il sabato mattina, quando Fabio uscì di casa, aveva il batticuore. In realtà non andò da suo padre. Passeggiò per le vie della città, e tornò dopo un paio dore. La macchina di Diego era parcheggiata sotto casa di sua madre. Fabio fece un bel respiro e continuò a camminare attorno al quartiere per una mezzoretta. Poi tornò a casa, e stavolta entrò, senza far rumore. Mentre era in soggiorno, sentì in modo chiaro e inequivocabile il cigolio del letto. Per un attimo, volle credere di essersi suggestionato. Ma fu solo un attimo. Gnic, gnic, gnic, gnic, gnic… il cigolio era davvero intenso, ed era impossibile sbagliarsi. Fabio aveva il cazzo durissimo e iniziò a toccarsi. Ad un certo punto, sentì la voce ansimante di sua madre emettere un sì. Fabio si avvicinò alla camera da letto, ma non ebbe il coraggio di sbirciare dalla serratura. Era quasi paralizzato dallemozione e dallimbarazzo. Sentì la voce di Diego, improvvisamente cavernosa, sussurrare che cavalla…. Fabio sborrò, mentre sentiva il suo amico godere. Si pulì in fretta e uscì di casa, senza far rumore. Passeggiò per la città, ancora frastornato per quella forte emozione. Camminò a lungo. Dopo un paio dore, Diego gli scrisse un messaggio. Puoi tornare a casa. Mi sono goduto tua mamma. Due volte. Grazie, sei un amico.

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